CENNI STORICI | DOLCI TIPICI | ||
SAMBUCA OGGI | COME ARRIVARE A SAMBUCA | ||
ARTE E CULTURA |
Il testo dei cenni storici e Sambuca oggi, sono tratti dalla tesi di laurea "Cultura e calendario festivo a Sambuca di Sicilia" della Prof.ssa Marcella Armato, anno accademico 1998/'99, Università di Palermo, Facoltà di Lettere e Filosofia. |
CENNI STORICI Poche sono le notizie
che si hanno di Sambuca prima della conquista normanna. Attraverso le
testimonianze di autorevoli storici si può dire con certezza che il paese
originariamente non dovette essere altro che un casale arabo sorto attorno a un
castello costruito nel lontano 827 da un emiro saraceno sulla estremità di una
collina dove oggi sorge il comune. Da lui, sia il castello
e sia il casale,
presero il nome di "Zabut". Del castello non rimane
nulla. Abitato fino al 1819, ridotto a carcere comunale, fino al 1830 era in
buono stato. Dal 1837 lo si cominciò a diroccare barbaramente e vi furono
costruite sopra nuove fabbriche private. Nel 1854, per opera dei missionari
Gesuiti, rase del tutto le sue rovine, vi fu ricavato il Calvario, spazioso
terrazzo cui si accede mediante una sontuosa gradinata. La storia documentata di
Sambuca comincia dal 1089, anno in cui, il casale di Zabut venne conquistato dai
Normanni, pervenne al regio demanio e venne aggregato alla Contea di Calatafimi.
Nel giugno del 1185 Guglielmo II smembra dalla Contea di Calatafimi il casale di
"La Chabuta seu Zabut", e, insieme con Giuliana, Comicchio e Senurio,
con un privilegio, lo concede in feudo al Monastero di Monreale. Nella prima metà del
1400, in seguito alla guerra di successione al Regno di Sicilia, la Baronìa
conobbe un notevole incremento demografico dovuto alla distruzione dei casali di
Adragna, Comicchio, Senurio e Terrusio. Infatti, i superstiti, scampati alle
scorrerie del Caprera, si rifugiarono nel castello di Zabut, allora forte e ben
munito. Accresciuta
la sua popolazione, l’adiacente casale, ampliato di nuove fabbriche, venne
detto terra e anche università della Sambuca.
Nel 1570, da Baronìa,
la Terra della Sambuca venne promossa a Marchesato con privilegio del re Filippo
II (Madrid, 15 novembre 1570): Nicolò Bardi Mastrantonio e Centelles, per
concessione del re Filippo II, acquistava il dominio della Baronìa di Sambuca e
ne diventava il primo marchese. Il figlio Vincenzo fece costruire due conventi:
quello dei Riformati e quello dei Cappuccini. Nel 1700 Sambuca
conobbe un'ulteriore espansione demografica, crebbe di importanza e di
prestigio. In campo artistico spiccava la figura di Gioacchino Viscosi, frate
cappuccino, noto meglio come Fra Felice, celebre nella pittura e ricordato
specialmente per la bellezza delle sue Madonne.
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Sambuca appartiene alla provincia di Agrigento. Dipende dalla Pretura di S. Margherita Belice, dal Tribunale e dallUfficio del Registro di Sciacca.Situata nellentroterra sud-occidentale della Sicilia, ai margini della Valle del Belice e alle pendici sud-occidentali del Monte Genuardo, dista 80 Km da Palermo e 104 da Agrigento, pochi Km dal Lago Arancio e 16 Km, in linea daria, dal mare, l'altitudine varia tra i 310 e i 365 metri s.l.m.. L'estensione del centro abitato è di Kmq 3,25; l'estensione del territorio rimanente è di Kmq 92,63. Dal punto di vista demografico, negli ultimi anni a Sambuca si sta assistendo a un forte decremento: se nel censimento del 1991 si contavano 7016 abitanti, nel giugno del 1998 essi erano 6573. Il dato demografico è destinato a scendere, sia perché c'è una forte emigrazione diretta all'interno, prevalentemente verso le città industriali del nord-Italia, e all'estero, verso la Svizzera, la Germania, gli Stati Uniti, l'Inghilterra; sia perché la mortalità è piuttosto elevata dato l'invecchiamento della popolazione e la denatalità.La percentuale degli analfabeti è molto bassa. Sambuca, a parte le scuole elementari e medie, può contare sul'Istituto Magistrale L. R. "Emanuele Navarro", mentre, per frequentare altri istituti superiori, la gioventù zabutea si sposta per lo più a Sciacca, cittadina che dista circa 30 Km. Il paese, nel gennaio del '68, è stato colpito da un sisma che ha condizionato l'evoluzione urbanistica. A Sambuca da quarantanni si pubblica un mensile socio-economico-culturale,"La Voce di Sambuca", aperto a tutte le correnti di opinione, fondato nel '58 da Alfonso Di Giovanna, sindaco dal 1980 al 1990, poeta, storico, saggista e narratore. ARTE E CULTURA A nord di Adragna è l'interessantissima zona archeologica. Gli scavi, iniziati ad opera della Soprintendenza Archeologica di Agrigento, nella seconda metà degli anni '60 e a tutto oggi proseguiti, hanno portato alla luce una ricchissima necropoli e al reperimento di prezioso materiale, catalogato ed esposto nei locali del Museo Nazionale di Agrigento. Sono venuti alla luce altresì: le mura di cinta della città per un perimetro di vari chilometri, una delle porte di accesso alla città-fortezza, l'acropoli con basamenta di tempi punici. Degno di attenzione è un quartiere artigianale e commerciale e il fatturato artigianale: anfore, enormi pithos, utensili vari. L'importanza di Adranone sin dagli inizi degli scavi è stata sottolineata dalla stampa nazionale ed internazionale; "Le Monde" ne ha scritto nell'agosto del 1972 ed anche qualche anno dopo. A 900 metri di altezza, di fronte ad uno scenario incantevole, con i piedi su queste strutture millenarie si osserva dall'alto un paesaggio stupendo e si resta immersi in un passato di cui si ha voglia di conoscere date, momenti storici, misteri di civiltà sepolte.
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DOLCI TIPICI |
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"Minni di Virgini" | Minni
di virgini significa «seni di vergine». Si tratta di un dolce
sambucese, ma si trova prodotto anche in altre cittadine
dell'Isola. Qui a Sambuca risulta storicamente inventato
dalle Suore del Collegio di Maria in occasione del matrimonio di
Don Pietro Beccadelli, Marchese della Sambuca con Donna Marianna
Gravina, nel 1725. Ha la forma di un magnifico e avvenente seno di
donna, con capezzolo ben pronunciato; l'interno del seno comprende
crema di ricotta,
zuccata, polvere dì cioccolata ed altro che non è dato sapere in
quanto i dolcieri che li confezionano tramandano il ricettario di
padre in figlio nella massima segretezza. |
"Cucciddata" | Dolci
con fichi secchi. li formato è affidato alle massaie che li
confezionano specialmente nel periodo di Natale. In genere sono di
forma circolare: i fichi vengono tritate con apposita macchina; ai
fichi vengono aggiunte durante la tritatura buccia di mandarini che dà
un aroma singolare; vi si aggiungono anche delle droghe come chiodi di
garofano e cannella. |
"Mpignulata" |
Pasta
impastata con uova e latte; viene affusolata a forma di tondino come
il normale ferro che viene adibito per le armature in cemento; poi
questo affusolato maccherone di pasta viene maltagliato in pezzetti di
un centimetro circa. I pezzetti ottenuti vengono rosolati in un tegame
con olio bollente. Raffreddati vengono piegati insieme a forma di
pigna con miele fuso. Le pigne che ne vengono fuori sono squisite. |
"Cudduruna" | Si tratta di normale pasta fermentata con lievito naturale, in genere sottratta all'impastata pronta per la confezione del pane. Si stende in superficie rotonda dello spessore di mezzo centimetro e si frigge in padella. S'inzucchera appena fuori dall'olio e si mangia. |
"Scocche" |
Scocche
o cravatte o chiacchiere. Pasta con uova, un pò di marsala e un
goccino di latte. Fatta l'impastata si prendono dei tocchi di pasta e
si riduce in superficie piatta da tagliare con una apposita rotella
dalla bordura a zig zag; le fettucce vengono intrecciate a nodo di
cravatta a farfalla; vengono fritte in olio bollente, coperte di
miele, zucchero, polvere di cioccolata e di cannella. Non saziano mai
e sono gradevolissime. |
"Muffuletta" |
Anche
per sfamare o per devota tradizione (Festa dell'Immacolata), vengono
confezionate tipiche forme, più piccole di quelle approntate per il
pane, ma con pasta molto molle. S'infornano per pochi minuti, il tempo
occorrente per dare alla faccia della pasta una coloritura d'oro
scuro. |
"Zippuli" | Zippuli o, italianizzato zeppole. Si tratta di farina impastata con uova e ricotta in dosi equilibrate, vi si aggiunge un pò di "nipitella" (menta selvatica), che conferisce un aroma ammaliante. Si friggono in tegame in olio bollente in piccole porzioni poco più grandi di una noce. Appena arrosolate si mettono a raffreddare e si cospargono di zucchero. |
COME ARRIVARE A SAMBUCA Le strade che portano a Sambuca sono principalmente due: una interna,
la Scorrimento veloce Palermo Sciacca che si può imboccare uscendo
dall'autostrada Messina-Palermo o Catania-Palermo, dopo essere arrivati
nel capoluogo regionale siciliano; l'altra, la costiera, che da Agrigento
conduce fino a Sciacca e da qui a Sambuca attraverso la S.S. 188. Si può
pervenire a Sambuca anche percorrendo l'autostrada A29 Palermo-Mazara del
Vallo ed uscendo allo svincolo stradale di Castelvetrano, imboccare la
Scorrimento veloce che porta a Sciacca, uscire allo svincolo di Menfi e da
qui proseguire per altri 18 chilometri verso Sambuca. Il visitatore che
perviene a Sambuca, entra nella cittadina attraverso l'unico ingresso che
storicamente fu la Porta principale di Zabut: Porta Santa Maria sulla Via
Grande, oggi nominato Corso Umberto I°. |
DREAMS AND
REALITY
di Franco Alloro