Sono passati quattro anni da quando il 15 maggio del 1995 il Consiglio
Comunale di Roma approvava la delibera n° 107, che aveva come obiettivi la realizzazione
nella periferia della città di opere di urbanizzazione "a scomputo", Opere che
migliaia di cittadini attendevano ed attendono da tempo. Negli anni precedenti interi
quartieri erano sorti in modo disordinato e spontaneo, senza alcuna pianificazione o
progetto urbanistico e di conseguenza privi anche dei più essenziali servizi, ma nel
frattempo diventando residenza primaria e stabile per circa un terzo delle famiglie
romane. Questa disordinata crescita, voluta ed accettata da chi all'epoca ci governava,
nel corso degli anni ha evidenziato le forti emergenze socio-economiche, oltre che
urbanistiche, innescatesi sul territorio. E' in questa ottica che l'iniziativa delle opere
a scomputo è stata accolta con entusiasmo, convinti che stesse per nascere un grande
laboratorio all'interno del quale, attraverso uno specifico piano per le periferie, tutti
i problemi sociali ed urbanistici legati alla mancanza di servizi ed alla carenza di
mobilità, oltre che al degrado ambientale, sarebbero stati finalmente affrontati e
risolti, grazie anche all'apporto delle associazioni, dei comitati e di tutti i cittadini,
finalmente investiti della funzione di soggetti attivi e organizzatori, in grado di
partecipare in prima persona alla gestione della città, contribuendo alla crescita
democratica della stessa, operando, attraverso precise strategie di riqualificazione, per
il recupero e per la trasformazione da periferia degradata a periferia vivibile.
Ricordiamo ancora le parole di un nostro amministratore che a proposito dellavvio
delloperazione opere a scomputo cosi si esprimeva:
"Limpegno che lAmministrazione progressista di Roma
ha assunto con gli abitanti delle periferie abbandonate a se stesse nellultimo
decennio, diventa cosi un fatto concreto. Ora quei cittadini, a cui chiediamo di
collaborare attivamente con lAmministrazione Comunale, possono guardare con maggiore
fiducia alla trasformazione delle vecchie borgate in veri quartieri pienamente integrati
alla città";
O di un altro nostro amministratore che aggiungeva:
"Ora dobbiamo attuare la delibera. La nostra aspettativa rimane
quella di sensibilizzare e coinvolgere gli abitanti delle borgate per accelerare
lazione di risanamento delle periferie";
Ebbene, i cittadini, gli abitanti delle borgate, hanno risposto
positivamente e con entusiasmo allinvito alla collaborazione avanzato, e si sono
sentiti tutti molto coinvolti dalliniziativa delle opere a scomputo, che aveva dato
loro la grande speranza della possibilità di dotare delle infrastrutture necessarie i
"propri" quartieri. I consorzi costituiti a Roma sono circa 130, con punte
minime e massime di adesioni, ma che comunque, con molta buona approssimazione,
coinvolgono non meno di sei - sette mila cittadini, mentre le opere da realizzare andranno
a beneficio di un più consistente numero di persone. Allo stato attuale di contro, e
questo è un dato serio e preoccupante, solamente 21 progetti sarebbero stati approvati in
via definitiva, e di questi ne risulterebbero in fase di attuazione 9, mentre 12 sarebbero
in attesa di essere cantierati. Ciò è lovvia evidenza che qualche cosa non ha
funzionato come doveva allinterno del delicatissimo ingranaggio delle opere a
scomputo; qualcosa che ha notevolmente penalizzato liniziativa rallentando
lazione di risanamento che si era tentato di avviare. Ricercare ora eventuali
responsabilità diventerebbe una questione puramente velleitaria e senza costrutto; certo
è che le lentezze burocratiche e le precise scelte politiche attuate anche da parte di
qualche nostro dirigente, non che lo slegamento che si ha nei diversi uffici comunali in
merito alliniziativa amministrativa, hanno causato, e purtroppo continuano a
causare, problemi non indifferenti a quei processi di riqualificazione urbana e sociale
delle periferie che liniziativa opere a scomputo doveva avviare. Già nel documento
che la nostra sezione di Finocchio aveva presentato in occasione della conferenza
programmatica dei Democratici di Sinistra della VIII Circoscrizione, ponevamo
laccento su tali questioni e chiedevamo un sostanziale cambio di rotta della
politica fino ad allora adottata, individuando alcune iniziative da attuare. Non vogliamo
chiedere conto a nessuno di quanto fino ad oggi accaduto, ma riteniamo indispensabile e
pretendiamo sapere quale sarà, da ora in avanti, litinerario da seguire per
completare il recupero urbanistico delle periferie e chiediamo ai nostri amministratori di
impegnarsi al massimo ed in prima persona per dare forza e vigore allazione, a suo
tempo auspicata, intrapresa dai consorzi nel quadro generale delle strategie delle opere a
scomputo affinché si possa finalmente rivendicare per le periferie un ruolo non
secondario nel contesto della futura città metropolitana.
La sezione dei Democratici di Sinistra di
Finocchio