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Pubblichiamo di seguito l'intervento della sezione di Finocchio all'assemblea pubblica del 4 giugno 1999 tenuta presso la sala cinema della Circoscrizione VIII - via Balbiani.

 

 

Democratici di Sinistra

Sezione di Finocchio

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Sono passati quattro anni da quando il 15 maggio del 1995 il Consiglio Comunale di Roma approvava la delibera n° 107, che aveva come obiettivi la realizzazione nella periferia della città di opere di urbanizzazione "a scomputo", Opere che migliaia di cittadini attendevano ed attendono da tempo. Negli anni precedenti interi quartieri erano sorti in modo disordinato e spontaneo, senza alcuna pianificazione o progetto urbanistico e di conseguenza privi anche dei più essenziali servizi, ma nel frattempo diventando residenza primaria e stabile per circa un terzo delle famiglie romane. Questa disordinata crescita, voluta ed accettata da chi all'epoca ci governava, nel corso degli anni ha evidenziato le forti emergenze socio-economiche, oltre che urbanistiche, innescatesi sul territorio. E' in questa ottica che l'iniziativa delle opere a scomputo è stata accolta con entusiasmo, convinti che stesse per nascere un grande laboratorio all'interno del quale, attraverso uno specifico piano per le periferie, tutti i problemi sociali ed urbanistici legati alla mancanza di servizi ed alla carenza di mobilità, oltre che al degrado ambientale, sarebbero stati finalmente affrontati e risolti, grazie anche all'apporto delle associazioni, dei comitati e di tutti i cittadini, finalmente investiti della funzione di soggetti attivi e organizzatori, in grado di partecipare in prima persona alla gestione della città, contribuendo alla crescita democratica della stessa, operando, attraverso precise strategie di riqualificazione, per il recupero e per la trasformazione da periferia degradata a periferia vivibile. Ricordiamo ancora le parole di un nostro amministratore che a proposito dell’avvio dell’operazione opere a scomputo cosi si esprimeva:

"L’impegno che l’Amministrazione progressista di Roma ha assunto con gli abitanti delle periferie abbandonate a se stesse nell’ultimo decennio, diventa cosi un fatto concreto. Ora quei cittadini, a cui chiediamo di collaborare attivamente con l’Amministrazione Comunale, possono guardare con maggiore fiducia alla trasformazione delle vecchie borgate in veri quartieri pienamente integrati alla città";

O di un altro nostro amministratore che aggiungeva:

"Ora dobbiamo attuare la delibera. La nostra aspettativa rimane quella di sensibilizzare e coinvolgere gli abitanti delle borgate per accelerare l’azione di risanamento delle periferie";

Ebbene, i cittadini, gli abitanti delle borgate, hanno risposto positivamente e con entusiasmo all’invito alla collaborazione avanzato, e si sono sentiti tutti molto coinvolti dall’iniziativa delle opere a scomputo, che aveva dato loro la grande speranza della possibilità di dotare delle infrastrutture necessarie i "propri" quartieri. I consorzi costituiti a Roma sono circa 130, con punte minime e massime di adesioni, ma che comunque, con molta buona approssimazione, coinvolgono non meno di sei - sette mila cittadini, mentre le opere da realizzare andranno a beneficio di un più consistente numero di persone. Allo stato attuale di contro, e questo è un dato serio e preoccupante, solamente 21 progetti sarebbero stati approvati in via definitiva, e di questi ne risulterebbero in fase di attuazione 9, mentre 12 sarebbero in attesa di essere cantierati. Ciò è l’ovvia evidenza che qualche cosa non ha funzionato come doveva all’interno del delicatissimo ingranaggio delle opere a scomputo; qualcosa che ha notevolmente penalizzato l’iniziativa rallentando l’azione di risanamento che si era tentato di avviare. Ricercare ora eventuali responsabilità diventerebbe una questione puramente velleitaria e senza costrutto; certo è che le lentezze burocratiche e le precise scelte politiche attuate anche da parte di qualche nostro dirigente, non che lo slegamento che si ha nei diversi uffici comunali in merito all’iniziativa amministrativa, hanno causato, e purtroppo continuano a causare, problemi non indifferenti a quei processi di riqualificazione urbana e sociale delle periferie che l’iniziativa opere a scomputo doveva avviare. Già nel documento che la nostra sezione di Finocchio aveva presentato in occasione della conferenza programmatica dei Democratici di Sinistra della VIII Circoscrizione, ponevamo l’accento su tali questioni e chiedevamo un sostanziale cambio di rotta della politica fino ad allora adottata, individuando alcune iniziative da attuare. Non vogliamo chiedere conto a nessuno di quanto fino ad oggi accaduto, ma riteniamo indispensabile e pretendiamo sapere quale sarà, da ora in avanti, l’itinerario da seguire per completare il recupero urbanistico delle periferie e chiediamo ai nostri amministratori di impegnarsi al massimo ed in prima persona per dare forza e vigore all’azione, a suo tempo auspicata, intrapresa dai consorzi nel quadro generale delle strategie delle opere a scomputo affinché si possa finalmente rivendicare per le periferie un ruolo non secondario nel contesto della futura città metropolitana.

La sezione dei Democratici di Sinistra di Finocchio