Quaderni di Birdwatching Anno I - n° 1 - aprile 1999


Recensioni
La biblioteca ideale del birdwatcher
di Giorgio Gaione

Nei paesi anglosassoni, la letteratura ornitologica è tenuta in gran conto e riscuote molto successo; basti pensare che in Gran Bretagna, nei mesi appena trascorsi, David Attenborough, il famoso documentarista scientifico, è balzato al primo posto delle classifiche dei libri più venduti con il suo The Life of Birds, nato dalla fortunata serie televisiva della BBC. Questo evento la dice lunga sulle conoscenze ornitologiche inglesi e in generale sull'atteggiamento verso la natura dei popoli dei paesi nord europei. Magari fosse così anche in Italia. Noi siamo tra i popoli che meno comprano e leggono libri, in generale; se poi si tratta di libri di natura.... Ciò vale ancor di più per i libri sul birdwatching e l'ornitologia e fa sì che l'Italia non rappresenti un mercato appetibile per gli editori specializzati nell'argomento. È per questo che non si trovano in commercio le traduzioni italiane di guide e manuali anche molto diffusi all'estero: chi si imbarcherebbe nell'impresa di tradurre in italiano e pubblicare un volume destinato a vendere, se va bene, cento/duecento copie? Quindi, noi birdwatcher italiani siamo sempre più spesso costretti a ricorrere ai testi in lingua inglese, anche se essa può rappresentare un ostacolo per molti.

    Di solito, il birdwatcher si avvicina alla cultura ornitologica iniziando a comperare la prima guida da campo, per poi capire che, per riconoscere gli uccelli, sono indispensabili anche altri testi, più o meno specializzati, alcuni dei quali possono non essere delle guide da campo, ma volumi che nessuno probabilmente metterà mai nello zaino.

    Cercherò di iniziare i nuovi entusiasti di questo nostro hobby a come mettere insieme una biblioteca ornitologica e crearsi così una cultura nel campo dell'osservazione degli uccelli in natura, cultura che il birdwatcher, oltre a farsela sul campo, deve per forza di cose ricercare anche tra i libri. E sarò obbligato a parlare quasi esclusivamente di libri in lingua inglese, a parte i pochi che l'editoria italiana ci mette a disposizione.

    Vediamo per prime le guide da campo, quelle che sono state il primo acquisto di tutti noi, iniziando con quelle rare tradotte in italiano.

 

    Il primo posto lo merita senza dubbio la storica Guida degli uccelli d'Europa, Muzzio editore; l'autore Roger T. Peterson è stato, ancora negli anni '50, l'inventore delle field guides. Purtroppo l'edizione italiana non è stata più aggiornata dopo gli anni '80, a differenza dell'edizione inglese che ha avuto nuove mappe e più tavole di disegni. Altra guida che ha fatto crescere più di una generazione di birdwatcher è il Bruun & Singer: Uccelli d'Europa di Mondadori, ancora oggi pubblicata con gli aggiornamenti di Delin, Svensson e Zetterstrom. Entrambe sono limitate solo agli uccelli europei e, personalmente, le considero ormai obsolete; sono superate nei disegni, nelle descrizioni e nelle mappe dalle guide uscite in questi ultimi anni, che trattano uccelli anche non europei e molte delle sottospecie.

    Una piccola guida che mi sento di consigliare ai principianti è Uccelli, dell'editore Vallardi, della serie "Guide per riconoscere"; l'autore è Peter Hayman un grande disegnatore naturalistico.

    Anzianotta ma sempre valida la Collins Pocket Guide to Birds of Britain and Europe with North Africa & the Middle East di Heinzel, Fitter & Parslow; la prima edizione apparve nel 1972, ma è stata recentemente aggiornata nel 1996 e riporta in maniera completa tutte le specie del Paleartico Occidentale, incluse quelle accidentali e introdotte, con moltissime sottospecie illustrate, pregio pressoché unico tra tutte le guide da campo..

    Una guida molto ben fatta, che secondo i più resta ancora la migliore del lotto, è il Jonsson: Birds of Europe with North Africa and the Middle East, editore Helm. Con illustrazioni davvero molto belle e accurate, forse un po' troppo artistiche in qualche caso, ma con descrizioni dettagliate e mappe aggiornate: in pochi anni è diventato un classico. La copia del Jonsson in mio possesso è l'edizione rilegata, forse un po' troppo pesante, mentre l'ultima edizione in brossura è molto più maneggevole.


    Pochi mesi fa è uscito The Handbook of Bird Identification for Europe and the Western Palearctic di Mark Beaman & Steve Madge, editore Helm. È uno di quei libri che solo gli inglesi sanno far nascere, ideato nel lontano1984, ho un catalogo di un bookcenter inglese che prendeva gli ordini per la primavera del 1985 a 7.90 sterline; è uscito dopo 15 anni ne costa ben 65. Il volume era pronto da alcuni anni ma gli autori ne hanno sempre rimandato l'uscita per aggiornare e completare i dati, col risultato che poi non so chi se lo porterà in giro, perché pesa come un mattone. HBI, così gli inglesi chiamano questa guida, presenta 900 specie del Paleartico Occidentale e numerosissime rarità, è illustrata splendidamente da grandi disegnatori e riporta dati aggiornati al 1996. È stata tradotta anche in altre lingue europee. [Recensione]

    La Macmillan Field Guide to Bird Identification, di A. Harris, L. Tucker & K. Vinicombe, editore Macmillan Press, tratta in grande dettaglio circa 200 specie "difficili" di uccelli europei riunite per gruppi simili, a ciascuno dei quali viene dedicato un vero e proprio articolo di identificazione, corredato da precisi e particolareggiati disegni.

    Dallo stesso editore, nel 1996, ci è arrivata la Macmillan birder's guide to European and Middle Eastern birds, di Harris, Shirihai & Christie che, con lo stesso criterio, copre in 50 tavole altre 208 specie di difficile identificazione delle zone medio-orientali ed europee.

    Una guida uscita nel 1991 e dedicata alle rarità e agli accidentali osservati in Europa è: A field guide to the rare birds of Britain and Europe di Alstrom, Colston & Lewington, editore Collins. Offre testi molto completi con le statistiche delle osservazioni fatte nei vari paesi Europei e i magnifici i disegni di Jan Lewington.

    Per chi è intenzionato a viaggiare nei paesi medio orientali, Field guide to the birds of the Middle East, autori Porter, Christensen, Schiermacker & Hansen, editore Poyser, è la più recente e senza dubbio la migliore guida per questa area geografica, con ottime illustrazioni.

    E questo è tutto, a mio avviso, per quanto riguarda le guide di identificazione.

 

    Venendo all'ornitologia in generale, un'opera fondamentale sia per l'ornitologo che per il birdwatcher evoluto, che desideri conoscere veramente a fondo gli uccelli del Paleartico Occidentale (cioè dalle isole Azzorre ai monti Urali, con l’Europa nel mezzo) è il Cramp, dal nome dell'ornitologo coordinatore dell'opera, che nel 1977 le ha dato il via mettendo insieme ornitologi, i migliori illustratori naturalistici e gli editori della Oxford University Press e riuscendo, nel corso di venti anni, a pubblicare i nove volumi della monumentale opera completa. Handbook of the Birds of Europe the Middle East and North Africa. The Birds of the Western Paleartic è destinato a restare la pietra miliare dell'ornitologia europea per i prossimi decenni. Nel 1998 ne è stata messa in commercio la versione multimediale su CD-ROM, arricchita con foto, filmati e suoni e con le infinite possibilità di ricerca ed elaborazione dei dati che ci offre la moderna informatica. Cramp, purtroppo, decedeva prima di vedere realizzata completamente l'opera da lui ideata. Alla fine del 1997 il suo collaboratore Snow pubblicava The Birds of the Western Paleartic - Concise Edition, sempre per la O.U.P., un'edizione ridotta del Cramp, compressa in soli due volumi, ma con nuovi disegni e aggiornamenti, molto più consona agli interessi del semplice birdwatcher e soprattutto meno costosa rispetto all'improponibile opera in nove volumi.

    Per gli uccelli di tutto il mondo, sta uscendo, da parte di Linx Edicions, un illuminato quanto lungimirante editore iberico, Handbook of the Birds of the World. I primi quattro volumi sono già usciti e a luglio sarà pronto il quinto volume che va dai gufi ai colibrì. L'opera completa è prevista in dodici volumi e, finora, è stata mantenuta la prevista cadenza di pubblicazione di un volume ogni diciotto mesi; se non ci saranno ritardi, ne vedremo la fine non prima del 2010.

    Un'opera fondamentale per chi vuole conoscere lo status e i problemi di conservazione delle specie europee è Birds in Europe - Their Conservation Status, preparato da BirdLife International.


    Esistono poi le check-list, cioè liste, più o meno commentate, delle specie dell'avifauna del mondo o della nostra regione zoogeografica. Con Distribution and Taxonomy of the Birds of the World di uscita nel 1990, e il successivo aggiornamento A Supplement to Distribution and Taxonomy of the Birds of the World (entrambi editi da Yale University Press) gli autori Sibley & Monroe hanno gettato lo scompiglio nella tassonomia tradizionale presentando la loro classificazione basata sugli studi sul DNA. L'opera, di cui esiste anche una interessante versione software distribuita da Thayers Birding Software, fornisce dettagli sulla distribuzione, l'habitat, lo status e le sottospecie di tutte le 9.946 specie di uccelli riconosciute. Per la sola regione Paleartica, è stato pubblicato Paleartic Birds: A Cheklist of the birds of Europe, North Africa and Asia di Mark Beaman.

    Venendo all'avifauna italiana, il testo principale (anche perché l'unico) è: Fauna d'Italia - Aves - Uccelli I curato da Brichetti, De Franceschi & Baccetti, della casa editrice Calderini. Primo volume di una serie, espone tutte le conoscenze sugli uccelli del nostro paese, dalle strolaghe ai fagiani. Siamo in attesa dei successivi volumi, che ritardano ormai da alcuni anni.

    Un libro che il birdwatcher dovrebbe avere nella sua biblioteca è Il Manuale Pratico di Ornitologia di Brichetti & Gariboldi, edito nel 1997 da Edagricole, che fornisce una quantità di informazioni, che vanno dalla storia dell'ornitologia italiana alla classificazione, dallo studio degli habitat alla conservazione, e infine il chi è degli ornitologi.

    Un altro volume italiano, sempre di carattere generale, che ho trovato di piacevole lettura è: Uccelli e Paesaggio in Sicilia alle soglie del Terzo Millennio, di Lo Valvo, Massa & Sarà, numero speciale della rivista Il Naturalista Siciliano. Presenta l'atlante dei nidificanti e svernanti della regione, la fenologia delle specie e l'avifauna di molti ambienti siciliani, con capitoli sui rapaci e altri contenuti ancora.

    Esistono poi un gran numero di guide monografiche su particolari famiglie o gruppi di uccelli. Comincio con quelle disponibili in lingua italiana, edite da Zanichelli e tutte, guarda caso, dedicate ai rapaci.

    La Guida ai Rapaci Diurni d'Europa, Nord Africa e Medio Oriente, di Benny Gensbol, non è solo una field guide, è anche un ottimo libro divulgativo su questa affascinante famiglia.

    Un testo sui rapaci diurni che ho sempre visto usare dai birdwatchers nordeuropei è Guida all'Identificazione dei Rapaci Europei in Volo di Porter, Willis e altri; nato nel lontano 1974, con disegni e fotografie solo in bianco e nero, ha già avuto diverse riedizioni ma rimane sempre attuale. Semmai, scende a un tale livello di dettaglio da diventare parecchio ostico per i meno che esperti.

 

    La Guida ai Rapaci Notturni di Chiavetta mette a fuoco tutte le specie del Paleartico Occidentale.

    Passando ai libri inglesi e restando sullo stesso argomento, da poco, dopo lunghissima gestazione, l'editore Poyser ha lanciato il tanto osannato The Raptors of Europe and the Middle East di Dick Forsman, massimo esperto nell'arte dell'identificazione dei rapaci, corredato da oltre 700 ottime foto. [Recensione]

    Sempre Poyser pubblica Owls of Europe di H. Mikkola, la migliore opera sugli Strigiformi del continente, uno studio dettagliato delle 17 specie che vi vivono.

    Per chi è appassionato di limicoli, c'è A Field Guide to the Waders of Britain and Europe, scritto da P. Colston e disegnato da P. Burton, edito da Hodder & Stoughton, una guida da campo che tratta tutte le specie del Paleartico Occidentale, incluse quelle localizzate e accidentali.

    Vi sono poi due case editrici inglesi, la Helm e la Pica Press, che negli ultimi anni hanno infoltito i loro cataloghi con una nutrita serie di monografie dedicate a singole famiglie ornitiche. Le due serie di pubblicazioni sono molto simili sia come aspetto grafico che come impostazione generale e, intelligentemente, si dividono gli argomenti in modo da evitare duplicazioni. La trattazione approfondita e la qualità delle illustrazioni hanno creato una nicchia di acquirenti appassionati, quasi dei collezionisti. Solo che, a lungo andare, la loro offerta è diventata così abbondante che ha forse inflazionato il mercato: impossibile seguire il ritmo incalzante delle nuove pubblicazioni. Comunque, tra di esse ve ne sono alcune che sono irrinunciabili, come Shorebirds An identification guide to the waders of the world, di Peter Hayman, John Marchant & Tony Prater, editore Helm, oppure Shrikes A Guide to the Shrikes of the World di Norbert Lefranc e Tim Worfolk, per i tipi della Pica Press. Anche il glorioso capostipite della serie, Seabirds an identification guide scritto e disegnato da Peter Harrison ed edito sempre da Helm, è ancora validissimo nella sua edizione riveduta, pur se le illustrazioni risentono degli anni che hanno. Altri volumi di queste serie, anche se pressoché inutili per il birdwatcher che non viaggia per tutto il mondo, meritano l'acquisto solo per il piacere di guardare le illustrazioni (ma attenzione che tra i tanti non mancano i passi falsi, bruttini).

    Per quanto riguarda i Silvidi, cioè Silvie, Luì, Canapini, Cannaiole, ecc., la guida migliore a mio parere resta ancora la piccola e vecchia A Guide to the Warblers of the Western Palaearctic, di Tim Parmenter & Clive Byers, pubblicata nel 1991 da Bruce Coleman Books. Le librerie inglesi l’hanno messa in svendita a metà prezzo, perché sembrava destinata a venire surclassata da una nuova guida della Helm, uscita nel 1998; invece la pretenziosa novità si è rivelata una delusione, almeno relativamente alle illustrazioni e, ancora una volta, Davide ha battuto Golia.


    Per i gabbiani, che di problemi di identificazione ne offrono a iosa, c’è Gulls a guide to identification, di P.J. Grant, edito da Poyser. Anche lui abbastanza datato (la prima edizione è del 1982, con foto solo in bianco e nero), tratta ancora come sottospecie molte di quelle che ora sono riconosciute come specie buone, ma è tuttora insuperato per il loro riconoscimento.

    Un'altra categoria di guide, che si rivelano spesso utilissime, sono quelle del tipo "dove, come e quando osservare gli uccelli". Per l'Italia, la LIPU e l'editore Muzzio hanno pubblicato (tradotto dall'inglese!) Il birdwatching in Italia, dove sono elencati 104 tra i siti più importanti, in molti casi, ma non sempre, con mappe dettagliate.

    Per chi viaggia in Europa le guide della Helm, con la serie Where to Watch Birds in.... sono insostituibili. C’è un volume praticamente per ogni contea inglese e per molti dei paesi europei; personalmente ho trovato preziosissime Where to Watch Birds in Scotland,....in Southern Spain,....in France, in altrettante occasioni di viaggio. Più di recente, la casa editrice Mitchel Beazley ha dato inizio ad una serie analoga, che copre altre aree in Europa: Where to Watch Birds in Scandinavia, ....in Turkey, Greece and Cyprus, ....in Holland, Belgium and Northern France, .... in Eastern Europe. E la lista è destinata ad allungarsi pressoché senza fine. E mentre è ancora in commercio il capostipite di tutte quante, Where to Watch Birds in Britain and Europe, scritto da John Gooders nei lontani anni ’70 e da allora più volte riveduto e aggiornato, si cominciano a trovare in giro anche quelle relative ad Asia, Africa e paesi sudamericani.

    Un libro che non è possibile portarsi appresso, perché troppo voluminoso è: Birdwatching i 26 migliori itinerari in Europa del fotografo naturalista italiano Angelo Gandolfi, tradotto dall’originale inglese dell’editore White Star. Descrive molto dettagliatamente le zone, con mappe, informazioni generali, ambienti, itinerari e uccelli da osservare.

 

    Da ultimo, vorrei parlare di quei libri che io chiamo "sommersi" perché pubblicati da enti, istituti o amministrazioni pubbliche e mai messi in vendita, e distribuiti invece (spesso anche gratuitamente) solo attraverso canali misteriosi, che il più delle volte li portano ad arenarsi negli archivi di uffici, assessorati, ecc., il che li rende difficilissimi da reperire per l’appassionato. Uno di questi, quello che più mi ha fatto sudare per riceverlo, è Guida ai rapaci di Sardegna pubblicato dalla Regione Autonoma della Sardegna e che valeva tutta la pena che mi sono dato. Altro bel volume sullo stesso soggetto, edito dalla provincia di Cosenza e che gentilmente l'amministrazione mi ha fatto avere è Gli uccelli rapaci nella provincia di Cosenza. Il "sommerso" è poi il caso tipico degli atlanti provinciali e regionali (per non parlare di quello nazionale dei nidificanti): la loro pubblicazione è affidata quasi sempre alle amministrazioni pubbliche e, per conoscerne il contenuto, non resta che cercarli nelle biblioteche o nelle sedi delle associazioni protezionistiche.

    Forse avremo modo di parlare di atlanti faunistici una prossima volta; intanto io sono a disposizione per chiunque volesse maggiori informazioni.






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