Quaderni di birdwatching | Anno II - vol. 3 - aprile 2000 |
di Luca Baghino |
Nella prima decade di maggio, i primissimi giorni possono essere ancora significativi per molte delle specie sopra citate, e il transito dei Falchi pecchiaioli prende a cresce in modo progressivo. I Gruccioni mostrano il periodo di massimo passaggio alla fine di questo periodo, insieme a migratori tardivi come lAverla piccola. Nella seconda, si ha il picco nella migrazione del Falco pecchiaiolo (picco medio 1985-1994: 13 maggio; Baghino, 1996) e tra gli altri rapaci si osservano ancora Nibbi bruni, Falchi cuculi e Lodolai. Nella terza si assiste ad una marcata diminuzione della migrazione visibile: oltre a possibili "code" nel passaggio del Pecchiaiolo, solo qualche giovane di Nibbio bruno e Falco di palude savvista ancora fin verso il 25. La prima decade di giugno segna la fine vera e propria della migrazione prenuziale. Migrazione postnuziale: il mese di agosto può offrire la possibilità di osservare qualche Nibbio bruno tra il 10 e il 15, e ancora pochi Falchi pecchiaioli dopo il 25. I primi giorni di settembre rappresentano linizio del periodo relativamente migliore per la migrazione visibile, che tuttavia si situa tra il 12 e il 25 del mese: Falchi pecchiaioli e Bianconi savvicendano temporalmente in modo graduale, seguiti dal Falco di palude. Ottobre vede qualche isolato individuo di Aquila minore e Albanella reale. Si possono trarre alcune indicazioni (Baghino, 1999):
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1) Località Agueta e Curlo: si tratta dello spiazzo in cui si suggerisce di lasciare lauto. Larea, caratterizzata da coltivi termofili e boscaglie termo-mesofile, accoglie tra i nidificanti lAssiolo, il Succiacapre, la Sterpazzolina e lo Zigolo Nero. Fra i migratori, sono osservabili tutte le specie di Passeriformi che transitano o fanno scalo nella zona in primavera (nella prima decade di maggio, con un po di fortuna, anche la Bigia grossa in sosta migratoria), ma particolarmente Motacillidi, Irundinidi, Muscicapidi, Turdidi, Silvidi, Lanidi; è utile anche per valutare lentità del passaggio, nonché per comprendere le rotte seguite dai migratori, prima di proseguire. Continuando sulla strada asfaltata per 300 metri si arriva al serbatoio di Curlo, situato in notevole postazione panoramica verso sud. Esiste unarea attrezzata per il pic-nic a fianco della strada. 2) Valle del rio Lissolo: è una vallecola, meno profondamente incisa delle due maggiori valli laterali, quella del Lerone, ad ovest, e del Cantarena, ad est. Restando sulla strada che nel frattempo diventa sterrata o imboccando il sentiero FIE ("doppio cerchio rosso pieno"), la si percorre inizialmente sul versante idrografico sinistro. Lhabitat è quello delle Lande secche, prima citate, con Saltimpali, Magnanine, Zigoli muciatti, Cince dal ciuffo. Si supera una sbarra nei pressi di due ex-case forestali (località Vaccà), circondate da una fitta e innaturale boscaglia dimpianto artificiale (vivai del CFS), che attirano in aprile e maggio molti Passeriformi in sosta migratoria. Il poggio che si trova ad ovest delle case forestali (Bric Cravieu, 499 m), si caratterizza per le eccellenti condizioni climatiche ed è quindi utilizzato da varie specie insettivore per le loro soste (Falchi cuculi, Gruccioni e raramente Ghiandaie marine, Averle piccole e capirosse). La strada, che compie diversi tornanti, è da qui in avanti prevalentemente panoramica e offre ottime opportunità per scorgere i rapaci migratori: ci si trova infatti in unarea centrale per le loro rotte. Naturalmente vale per tutti questi siti la regola che tali rotte e quindi laltezza, la distanza e la direzione stessa, in parte, dei migratori sono condizionate dallaltezza della copertura nuvolosa, dalla forza e dalla direzione del vento. |
3) Passo della Gava: volendo proseguire lungo la strada sterrata per circa unora a piedi oltre la sbarra si perviene al Passo della Gava (m 752 s.l.m.), valico molto ben visibile a distanza dal Levante savonese. Si domina, sulla sinistra, la magnifica Val Lerone, tuttavia ci si allontana progressivamente dalla zona collinare e submontana che comprende i migliori punti dosservazione; la valle tende a restringersi e quindi a chiudersi, con effetti anche sulle possibilità di avvistamento. Si attraversano luoghi di nidificazione adatti al Codirossone e della Pernice rossa, nonché vaste zone detritiche frequentate dinverno dal Sordone e dal Picchio muraiolo. 4) Oasi faunistica del Monte Dente. LOasi faunistica provinciale del Monte Dente è gestita dal 1997 dalla LIPU. E estesa per 969 ettari e comprende vaste superfici di territorio montuoso dellAppennino ligure occidentale lungo il confine tra le province di Genova e Savona. E unarea molto aspra e selvaggia, priva di infrastrutture e a densità abitativa nulla. E attraversata dallo spartiacque principale appenninico, che determina una netta diversità morfologica e ambientale: si osserva una forte compressione dei piani altitudinali lungo il versante marino, ove prevalgono praterie rocciose a Sesleria-Brachypodium, arbusteti di nocciolo ed Erica sp. e pietraie; sul versante padano, dominato dal Monte Dente (1107 m), i rilievi sono più dolci e arrotondati, ricoperti da fitte boscaglie di faggio e di latifoglie orofile. Dal punto di vista avifaunistico, è interessante la popolazione di Codirossone, forse una delle più consistenti dellAppennino ligure; vi nidifica il Calandro, il Merlo acquaiolo, il Tordo bottaccio, la Magnanina, il Luì bianco, il Ciuffolotto, il Fanello, lo Zigolo muciatto, il Corvo imperiale. Ricca la presenza dei Falconiformi, soprattutto migratori che lattraversano in primavera nella parte più meridionale, al di qua del Passo della Gava, ma anche nidificanti. La Valle del torrente Cerusa, il cui bacino idrografico individua lOasi a sud, è percorsa in autunno da flussi migratori di piccoli Passeriformi, che la risalgono per superare la linea di spartiacque. Sempre in questa stagione è da segnalare la regolarità, temporale e spaziale, delle soste del Piviere tortolino sulla dorsale arrotondata che va dal Passo del Faiallo al Monte Argentea a quote comprese tra i 1050 e i 1150 metri. NellOasi sono state segnalate finora 106 specie di uccelli (Baghino, in pubbl.). LOasi può essere raggiunta con lautostrada A26 Genova Voltri-Gravellona Toce, uscendo al casello di Masone (GE). Si prende la Statale 456 in direzione Genova Voltri, superando il paese di Masone. Giunti al valico del Turchino, si imbocca la galleria e si svolta subito a destra, sulla SP 73 del Faiallo, percorrendola per circa 7 chilometri. Qui, sotto la cima del Monte Dente, in uno spiazzo panoramico in direzione nord e sud (Sella del Barné, 890 m) si può parcheggiare lauto. Un altro punto adatto per entrare nellOasi e scegliere una delle varie possibilità escursionistiche (compreso il celebre percorso dellAlta Via dei Monti Liguri), è quello del Passo del Faiallo, al confine provinciale tra Savona e Genova (1061 m), dove si trova unampia area pic-nic. Il terzo punto dingresso è rappresentato, allestremo meridionale, dal Passo della Gava, già menzionato a proposito del sito n. 3. Sul fronte della conservazione, vale infine la pena di ricordare che larea Beigua-Turchino è stata recentemente individuata dalla Regione Liguria come Zona a Protezione Speciale per gli uccelli (Direttiva 79/409/CEE "Uccelli"). La Val Lerone e la zona dellOasi figurano anche tra le aree campione, allinterno del Parco del Beigua, degli interventi previsti da un Progetto LIFE Natura ("Beigua: interventi urgenti per habitat prativi prioritari"), promosso dalla LIPU con il cofinanziamento dellEnte Parco. |
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