Quaderni di birdwatching Anno II - vol. 3 - aprile 2000

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Titolo

testo e tavole di Matteo Lausetti

        Nel numero scorso dei Quaderni di Birdwatching ho presentato la prima parte di questi miei appunti, dove ho trattato le Berte europee di piccole dimensioni.

        In questa seconda parte dell’articolo prenderò in considerazione le altre tre specie che ancora mancano: la Berta maggiore, la Berta dell’Atlantico e la Berta grigia.


Berta maggiore
Calonectris diomedea

        Esistono due sottospecie estremamente simili fra loro: C. d. diomedea che nidifica sulle isole del Mediterraneo, dall'Egeo fino alla Spagna e C. d. borealis che nidifica nell'Atlantico alle Azzorre, Madeira, Selvagens, Canarie e Berlengas, più una terza sottospecie, trattata ormai dai più come specie autonoma, C. d. edwardsii che nidifica alle Isole di Capo Verde.

Berta maggiore
Calonectris diomedea

(disegno © Matteo Lausetti)

        La sottospecie nominale al termine della stagione riproduttiva si disperde per il Mediterraneo e nell'Atlantico al largo delle coste di Spagna e Marocco per poi spostarsi lungo le coste dell'Africa occidentale fino a raggiungere i quartieri invernali nelle acque antistanti il Sudafrica e la Namibia, tuttavia alcuni esemplari (per esperienza personale non sembrerebbero nemmeno pochissimi) si fermano a svernare nel Mediterraneo e lungo le coste atlantiche del Marocco (Paterson 1997, Thibault et al. 1988).

        La sottospecie borealis, dopo una prima dispersione nell'Atlantico centro-settentrionale, si trasferisce per lo svernamento nelle acque del Sudamerica, al largo delle coste tra Brasile e Argentina (Maugin et al. 1988, Cantos & Gomez - Manzaneque 1996).

        Nonostante questa spiccata segregazione tra le due sottospecie durante il periodo invernale, non è assolutamente scontato che una Berta Maggiore osservata nel Mediterraneo sia per forza una diomedea o viceversa. Ci sono alcune segnalazioni di borealis addirittura nidificanti nel Mar Mediterraneo. Una coppia di C. d. borealis, il cui maschio era stato inanellato come pullus a Selvagens, ha nidificato nel 1992-93 a Columbrates, in Spagna, in una colonia di diomedea (Sanchez Codoner 1994, Thibault & Bretagnolle 1998). Una femmina non nidificante, inanellata sempre a Selvagens, è stata rinvenuta a Linosa nelle Isole Pelagie (Lo Valvo & Massa 1988). Un altro caso riguarda un maschio di borealis che tra il 1993 e il 1996 ha nidificato con una femmina di diomedea sull'isolotto della Giraglia in Corsica. In quest'ultimo caso vi è comunque il dubbio, visti alcuni dati biometrici anomali, che si trattasse a sua volta di un ibrido di prima generazione fra le due sottospecie (Thibault & Bretagnolle 1998).

Berta maggiore
Calonectris diomedea

(disegno © Matteo Lausetti)

        Aspetto generale. E' una berta di grandi dimensioni (110 - 120 centimetri di apertura alare), con ali lunghe e larghe, dalla punta piuttosto arrotondata.

        L'aspetto è decisamente massiccio, con testa grande e bulbosa e il corpo piuttosto pesante.

        Il volo è nel suo complesso tranquillo e non da la minima impressione di essere affrettato o sforzato, è condotto in modo molto regolare e in qualche modo addirittura ipnotico nell'alternanza di volo battuto e di lunghe planate.

        Le ali sono tenute decisamente rigide piuttosto sollevate e rivolte leggermente all'indietro, con la mano arcuata verso il basso anche durante il volo battuto. Generalmente anche le condizioni di vento più estreme non modificano in modo significativo il suo modo di volare.

        Le sue lunghe planate spesso si trasformano, più o meno all'improvviso, in rapidi cambi di direzione ed ampi volteggi.

        Parti superiori. Di colore prevalentemente marrone grigiastro con un contrasto abbastanza evidente tra la mano dell'ala e il resto delle parti superiori. Le copritrici mostrano un area scura che va dalla base delle terziarie all'angolo carpale, formando una banda trasversale sull'ala che può essere più o meno evidente a seconda delle condizioni di luce. Le aree chiare ai lati del collo e del groppone sono molto ridotte e spesso invisibili. Le timoniere sono scure e contrastano in modo deciso con le copritrici del sopracoda che sono molto lunghe e formano con la loro punta biancastra una più o meno evidente "U" chiara alla base della coda. Sulla testa è visibile un contrasto abbastanza netto tra la faccia, in particolare le redini, scura ed il resto della testa.

        Parti inferiori. Bianche uniformi, molto brillanti, senza nessuna parte scura ad eccezione delle remiganti e delle timoniere.

        La demarcazione con le parti superiori è poco netta e offre poco contrasto.

Calonectris diomedea borealis

La sottospecie borealis è di dimensioni maggiori rispetto alla diomedea, anche se sul campo questo carattere è assolutamente privo di utilità senza un confronto diretto.
In generale l'aspetto è più pesante con becco più massiccio, che gli conferisce un'espressione più corrucciata e ali più lunghe, che di conseguenza appaiono più strette e affilate. Anche la colorazione presenta delle differenze significative, le parti superiori sono più scure e mostrano una maggiore uniformità tra copritrici, mantello e testa ed un contrasto sicuramente più deciso con le parti inferiori.
In ogni caso il carattere più utile per separare le due sottospecie in natura è il disegno delle parti inferiori dell'ala. Nella diomedea la parte interna delle primarie più esterne (generalmente le prime 7) presenta una parte chiara più estesa che ne raggiunge quasi la punta dando alla parte centrale chiara dell'ala un aspetto appuntito e decisamente più esteso e rendendo la zona scura di dimensioni piuttosto limitate e dal margine sfumato. Nella borealis le primarie sono quasi completamente scure, limitando la parte chiara dell'ala alle sole copritrici e facendole assumere dimensioni più contenute e un aspetto più netto e decisamente arrotondato se non addirittura squadrato.
Anche il volo risulta leggermente diverso tra le due sottospecie, in special modo nella frequenza dei battiti d'ala, a causa delle diverse proporzioni e sagoma delle ali ma queste sono considerazioni troppo sfumate per potere essere colte sul campo.
        Il margine anteriore dell'ala mostra una distinta area più scura formata dalle copritrici marginali.

        Becco. La colorazione, la struttura e le dimensioni del becco sono assolutamente caratteristiche.

        Il becco è molto massiccio e piuttosto lungo e presenta una colorazione chiara, decisamente unica tra le berte presenti regolarmente nelle acque europee, che può andare dal rosa pallido al giallo acceso, contrastando in modo deciso con la faccia scura dell'uccello. Questo carattere può a volte essere evidentissimo anche a grandissima distanza e apparire come se il becco fosse illuminato di luce propria.

        E' presente anche una banda subterminale scura più o meno evidente.

        Generalmente, durante il volo, il becco è tenuto inclinato più verso il basso di quanto non facciano le altre berte di grandi dimensioni, ma sfido chiunque a valutare l'inclinazione del becco di un uccello che vola ad un miglio di distanza.


Berta dell'Atlantico
Puffinus gravis

        Nidifica sulle isole dell'Atlantico meridionale in colonie molto numerose, in special modo a Tristan da Cunha e Gough Island. Alla fine del periodo riproduttivo sale verso nord lungo le sponde occidentali dell'Oceano Atlantico fino al Canada e al nord degli Stati Uniti, dove può raggiungere concentrazioni veramente impressionanti, nel tardo autunno sono stati avvistati stormi di più di 200.000 esemplari al largo di Cape Cod nel Massachussetts (Powers & Van Os, 1979). Successivamente si disperde verso oriente, per poi compiere la migrazione di ritorno verso sud. E' proprio in questo periodi (tra settembre e novembre) che alcuni esemplari compaiono con una certa regolarità lungo le coste atlantiche europee, con rare segnalazioni fino alla Scandinavia e al Mare del Nord.

Berta dell'Atlantico
Puffinus gravis

(disegno © Matteo Lausetti)

        Aspetto generale. E' piuttosto grande (110 - 115 centimetri di apertura alare) con ali lunghe e strette e più appuntite che nella Berta Maggiore.

        Il volo è potente ma meno "controllato" di quanto non lo sia nella specie precedente, dà l'impressione di essere condotto con più fretta e meno sicurezza.

        I battiti d'ala sono piuttosto rapidi, compiuti con ali rigide e prive della dolce curvatura visibile nella Berta Maggiore.

        Il Volo della Berta dell'Atlantico viene influenzato in modo evidente dalle condizioni atmosferiche e tende a diventare più rapido e nervoso con l'aumentare della forza del vento. Generalmente con vento molto forte sembra spostarsi solo in volo battuto; in realtà, questo è dovuto al fatto che le planate, comunque presenti, avvengono all'interno del cavo dell'onda dove il soggetto non è visibile, mentre le sequenze di battiti d'ala avvengono sulla cresta dell'onda, il tutto compiuto mantenendo più o meno costante la distanza dalla superficie dell'acqua e senza mostrare gli ampi archi, i cambi di quota e gli spostamenti laterali della Berta Maggiore.

        Le sequenze di volo battuto sono abbastanza prolungate con 4 - 7 rapidi battiti d'ala, contro i 2 - 3 più lenti della specie precedente.

        Parti superiori. Le parti superiori assomigliano per certi versi a quelle della Berta Maggiore. Il mantello, le scapolari, le copritrici e il groppone sono marrone grigiastro e contrastano in modo deciso con la mano dell’ala, che ha le timoniere grigio scure.

        Le copritrici delle secondarie mostrano una banda trasversale scura che attraversa l 'ala. Le copritrici del sopracoda formano una distinta "U" bianca generalmente più evidente che nella specie precedente.

        A distanza molto ravvicinata può essere evidente il disegno a squame formato dai margini chiari delle penne delle parti superiori, carattere, questo, molto variabile a seconda dello stato di abrasione del piumaggio.

Berta dell'Atlantico
Puffinus gravis

(disegno © Matteo Lausetti)

        Sulla testa è presente un netto cappuccio scuro di colore marrone (in mare solitamente appare nero) dai margini privi di sfumatura che scende fino a coprire le copritrici auricolari e ad oscurare completamente l'occhio e le redini. Posteriormente al cappuccio è visibile un collarino biancastro che, salendo fino a chiudersi sulla parte superiore del collo, separa completamente la testa dal mantello grigiastro. Questo carattere risulta sempre abbastanza visibile anche a grandi distanze, pur se alcuni esemplari privi di separazione tra cappuccio e mantello e con parte superiore del collo scura, sono stati fotografati alle Isole Bermudas (Kellow) e rimangono comunque eccezioni da tenere presenti ma da non ritenere troppo significative durante le osservazioni in mare.

        In alcuni casi anche la Berta Maggiore può presentare un accenno di cappuccio scuro ma in questi casi risulta sempre molto sfumato, poco evidente e mai nettamente isolato dal resto delle parti superiori.

        Parti inferiori. Le parti inferiori sono quelle che presentano il maggior numero di caratteri distintivi dalla Berta Maggiore. Di base mostrano una colorazione bianca, sulla quale spiccano le copritrici del sottocoda grigie, la parte posteriore e centrale dell'addome scura che forma una macchia grigio nerastra distinta e ben visibile, le ascellari e alcune copritrici del sottoala che presentano una macchiettatura scura che forma delle bande trasversali irregolari, discontinue ma ben visibili, nella parte centrale dell'ala.

        La pagina inferiore delle primarie è più scura che nella specie precedente e la parte centrale chiara dell'ala formata dalle copritrici delle primarie e dalla base di queste appare più stretta e di sagoma più appuntita.

        Becco. Il becco è piuttosto fine ed allungato e di colore scuro, più simile a quello delle berte di piccole e medie dimensioni piuttosto che a quello della specie precedente.


Berta grigia
Puffinus griseus

        Si tratta di un visitatore autunnale nelle acque europee, presente normalmente da agosto a novembre, in numero anche abbastanza cospicuo, lungo le coste di Spagna, Portogallo, Francia occidentale e settentrionale ed Isole Britanniche.

        L'areale di nidificazione è situato nell'emisfero australe e comprende l'estrema parte meridionale del Sud America, la parte meridionale dell'Australia, la Tasmania e la Nuova Zelanda.

        Fuori dal periodo riproduttivo si sposta verso nord compiendo, almeno nell'Oceano Atlantico, spostamenti simili a quelli della Berta dell'Atlantico, raggiungendo il Circolo Polare Artico.

Berta grigia
Puffinus griseus

(disegno © Matteo Lausetti)

        Aspetto generale. Di dimensioni abbastanza grandi (95 - 110 centimetri di apertura alare), completamente scura, con ali molto lunghe e sottili, tenute generalmente con la mano piegata all'indietro in modo evidente, con un angolo molto accentuato.

        Il corpo è piuttosto pesante.

        Il volo è potente e diretto, formato da serie di battiti d'ala accompagnati da aumenti di quota, seguiti da lunghe planate verso il basso. Il ritmo e la velocità di queste sequenze aumentano proporzionalmente all'intensità del vento.

        Parti superiori. Uniformemente scure, color caffè che a distanza può apparire nero.

        Il leggero contrasto tra le remiganti e le copritrici appare quasi impossibile da valutare almeno in condizioni di osservazione normali.

        Parti inferiori. Anche le parti inferiori appaiono uniformemente scure anche se la gola e la parte anteriore del collo sono in realtà leggermente più chiare.

        La parte inferiore delle ali è scura con solamente una banda grigio argento di dimensioni ed intensità cromatica molto variabili, formata dalle copritrici delle primarie e parte delle copritrici delle secondarie. La percezione di questo carattere varia molto con le condizioni di luce e con la distanza che possono rendere questa banda trasversale chiara incredibilmente evidente in alcuni casi, come totalmente inapprezzabile in altri, facendo apparire l'ala interamente scura, al punto che, su varie decine di esemplari osservati personalmente nel nord della Francia, solo una manciata di volte sono riuscito a vedere la tanto decantata banda grigia.


Tabella Riassuntiva
dello Status delle Berte Europee in Italia
da Check-List of Italian Birds Updated to December 1997
di Pierandrea Brichetti & Bruno Massa
[aggiornata con dati successivi]
Berta minore mediterranea Puffinus (yelkouan) yelkouan Migratore regolare, Nidificante, Svernante parziale, (Sedentario nidificante parziale?)
Berta delle Baleari Puffinus (yelkouan) mauretanicus Accidentale (A-3) 1
Berta minore fosca Puffinus assimilis Accidentale (A-3)
Berta maggiore Calonectris diomedea Migratore regolare, Nidificante, Svernante parziale
Berta dell'Atlantico Puffinus gravis Accidentale (A-1)
Berta grigia Puffinus griseus Accidentale (A-6)

1: Lo scarso numero di segnalazioni di Berta delle Baleari è probabilmente da attribuirsi al fatto che fino all'edizione precedente (dic 1995) della check-list questa specie era ancora considerata come sottospecie di Puffinus yelkouan e quindi non riportata, oltre, probabilmente, alla scarsa attenzione prestata dai birdwatcher italiani all'identificazione di questa specie.


Bibliografia

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  • Beaman M. & Madge S. 1998. The Handbook of Bird Identification for Europe and the Western Paleartic. Helm
  • Brichetti P. 1999 Aves - Guida elettronica per l'ornitologo - Avifauna Italiana. su CD EDAsoft.
  • Brichetti P. & Massa B. 1997. Check-List of Italian Birds Updated to December 1997.
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  • Enticott J. & Tipling D. 1997. Photographic Handbook of the Seabirds of the World. New Holland ltd
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  • Harrison P. 1987. Seabirds of the World: a Photographic Guide. Helm
  • McGeehan A. 1995. The Secret's Out. Birdwatch 32: 20
  • McGeehan A. 1995. A Little Help. Birdwatch 39: 38 - 42
  • McGeehan A. & Gutiérrez R. 1997. Dark Secrets. Birdwatch 61: 26 - 30
  • McGeehan A. & Gutiérrez R. 1998. Great Dilemmas. Birdwatch 73: 32 - 36

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