Quaderni di birdwatching | Anno II - vol. 3 - aprile 2000 |
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Per realizzare un giardino o uno spazio verde dedicato in particolare agli uccelli, dobbiamo simulare o ricreare diversi ambienti ecotonali di transizione, cioè quelle fasce tra un habitat ed un altro che sono le più ricche di biodiversità e che ospitano pertanto la massima variabilità di organismi vegetali e conseguentemente di fauna. La transizione tra alberi, arbusti, prato e zona umida, con tutti gli spazi intermedi, offrono habitat alle specie tipiche di tutti questi ambienti spesso separati, così che molte specie animali possono pertanto convivere in spazi più ristretti. Il graduale passaggio tra un ambiente e l'altro, anche su aree limitate, arricchisce la variabilità ambientale offrendo contemporaneamente ampie differenti possibilità (nicchie ecologiche) a molteplici organismi interdipendenti. Nella scelta delle specie vegetali privilegiare certamente le autoctone, ma senza sottovalutare o scartare a priori quelle esotiche. Alcune piante hanno una ampia valenza ecologica ed un alto valore biologico, pertanto sono da privilegiare nella scelta, soprattutto per quanto riguarda gli arbusti e le piante erbacee. Gli alberi, per i quali è molto significativa l'età, l'approccio può essere simile tenendo conto che la piena potenzialità sarà espressa soltanto da una pianta matura, con tempi difficilmente paragonabili ai nostri. Ad esempio una quercia europea ha il massimo valore biologico tra le specie vegetali arboree, ospitando in vario modo una ineguagliabile varietà di organismi, ma questo valore si esprime interamente soltanto in un esemplare adulto, condizione che generalmente comincia dopo i 50 anni di vita della pianta. Ne consegue che la presenza di un albero già maturo rappresenta certo una fortuna ed un patrimonio biologico superiore.
Per quanto concerne la manutenzione del birdgarden, evitare trattamenti antiparassitari a base di prodotti di sintesi, l'uso eccessivo di concimi chimici, le potature durante la primavera-estate, il disturbo dei nidi durante l'intero ciclo riproduttivo, l'eccessiva "pulizia" dalle foglie secche a terra, dai rami morti, in pratica l'eccessivo ordine. Dimenticare un ammasso di rami secchi, un cumulo di foglie morte, qualche cespuglio troppo fitto, un angolo di ortiche, significherà contribuire ad accrescere la naturalità del giardino e l'accettazione per gli ospiti più disparati. Favorire la moltitudine di insetti, la varietà di ambienti, rispettare la naturalità del luogo, cercare di "arricchire" in sostanza la nostra area, aggiungendo particolari, piante e sistemazione atte ad aumentare la variabilità ambientale. Nella pratica, perciò, per avere le multicolori farfalle dovremo riservare angoli incolti del giardino ad ortiche e cardi spinosi; per osservare i cardellini occorrerà lasciare parte del prato non sfalciato; per ospitare la nidificazione dei piccoli uccelli insettivori saranno necessarie fitte siepi e vegetazione intricata. Questo, oltretutto, non contrasta affatto con lornamentalità che possiamo ottenere dal nostro spazio verde. Inoltre esistono ormai varietà di piante selvatiche selezionate in base a caratteristiche estetiche che comunque forniscono semi, bacche e frutti molto apprezzati dagli uccelli. Il giardino paesaggistico inglese si avvicina molto ad un tipico esempio di come realizzare un verde ornamentale compatibile e favorevole alla fauna, pur essendo solo apparentemente "naturale", mentre invece è in larga parte sapientemente "costruito". La cosiddetta vegetazione a parco, con alberi distanziati di diverse dimensioni e specie, alternati ad ampi spazi aperti, con prati soleggiati, ombrosi sottoboschi, siepi informali, gruppi di arbusti e presenza di acqua, è certo la sistemazione che contemporaneamente soddisfa le più alte esigenze estetiche, esprime una alta ornamentalità e fornisce habitat pressoché ideali allavifauna. La presenza di un prato è indispensabile per i turdidi, che amano cercare il loro nutrimento proprio saltellando sullerba rasata, così come gli alberi maturi sono preferiti da una moltitudine di specie diverse di uccelli.
Di fondamentale importanza quindi è la conoscenza quanto più approfondita delle specie vegetali autoctone, di quelle alloctone ed il loro utilizzo per luso ornamentale, oltre a possedere basi di biologia degli ecosistemi locali. Moltissime piante indigene possiedono un valore ornamentale pari, se non superiore, a quelle esotiche, ma è necessario osservarle con occhio diverso da quello a cui ci hanno abituato i vistosi colori delle piante da vivaio. Le specie vegetali autoctone e le loro cultivar offrono una gamma quasi infinita di possibilità per soddisfare ogni esigenza, sia estetica sia pratica, con il grande vantaggio di adattarsi meglio e più facilmente al nostro ambiente, e di richiedere quindi minore manutenzione rispetto alle specie di altra provenienza. Questo fa si che non si debba intervenire con trattamenti chimici di controllo per gli insetti fitofagi, attività che contrasta con una gestione autenticamente naturalistica del verde. Per contro possiamo abilmente inserire alcune piante esotiche sfruttando le specifiche caratteristiche di richiamo che esercitano su determinati insetti ed uccelli. Ad esempio pochissime altre piante sono in grado di attirare le farfalle diurne più dellasiatica Buddleia davidii, che quindi entra di diritto nel "giardino naturale" come tipico esempio di specie ad alto valore ornamentale e con peculiare valenza attrattiva per specie animali desiderate. Allo stesso modo i numerosissimi Cotoneaster offrono una quantità di bacche multicolori apprezzate dagli uccelli durante lintera stagione autunno-invernale. Così i numerosi rampicanti ornamentali da fiore di origine extraeuropea, offrono rifugio e siti adatti alla costruzione del nido a molti animali, allo stesso modo della nostra insostituibile Hedera, che oltretutto è possibile scegliere in tantissime forme diverse per colore, dimensioni e portamento.
Un particolare riguardo va riservato agli alberi molto vecchi o morti che rappresentano delle vere e proprie miniere di ogni forma di vita, fornendo cibo e rifugio a molti uccelli. Pertanto vanno gelosamente conservati e tutelati, magari facendovi crescere sopra un rampicante. Un arbusto che esemplifica le molteplici valenze di una pianta della nostra flora spontanea è il Biancospino Crataegus spp.: la fitta vegetazione spinosa offre siti ideali per la costruzione del nido; le foglioline sono apprezzate da innumerevoli specie di insetti senza che la pianta peraltro ne risenta sensibilmente; i bianchi fiori dal delicato profumo sono visitati dalle api e da molti altri insetti, mentre coprono ed ingentiliscono esteticamente tutto il cespuglio; le rosse e belle bacche autunnali offrono cibo agli uccelli. Inoltre la pianta cresce facilmente senza cure ed è resistente a molte malattie e parassiti. Ecco quindi che una semplice siepe di Biancospino è certo una scelta molto valida nellambito di un giardino naturale. Molte altre piante hanno simili caratteristiche. Anche gli alberi da frutto, soprattutto se di varietà non moderne e già di una certa età, sono estremamente decorativi durante la fruttificazione e la fioritura. Risultano molto apprezzati dagli uccelli, sia per i frutti sia per gli insetti che vengono attratti dai frutti stessi. In sostanza, i principi da adottare per una progettazione del verde sensibile allavifauna devono soddisfare contemporaneamente la duplice esigenza del giardino naturale, basandosi soprattutto su di unampia e solida conoscenza delle specie vegetali, con particolare riguardo a quelle autoctone. La creazione di spazi alberati alternati a quelli aperti, limpiego e la disposizione degli arbusti e delle specie erbacee perenni ed annuali, la presenza di fiori e di frutti graditi ai nostri occhi ed al palato degli animali, le sapienti proporzioni tra le specie sempreverdi e caducifoglie, sono i principi guida alla base di un corretto approccio alla progettazione naturalistica di uno spazio verde.
Una buona conoscenza naturalistica permetterà di capire tante cose, come ad esempio che un giardino con alberi vetusti è di per sé più ricco in termini di biodiversità di uno di nuovo impianto e, soprattutto, ci consentirà di costruire e personalizzare al meglio il nostro giardino animato, negli anni. Dovrà essere un ambiente vario, che offra molte e diverse fonti di cibo (insetti, semi, frutti), rifugio (cespugli, siepi, rampicanti), acqua (stagni, fossi, ruscelli) con differenziate situazioni, ricco di piante indigene nei diversi strati vegetazionali; un ambiente che simuli in pratica lhabitat multivariato, ad esempio, del limitare di un bosco, ricco di infinite opportunità biologiche. Questo rappresenta quanto di meglio possiamo auspicare sia per gli uccelli, sia per goderne, noi per primi, la bellezza. Un solo giardino isolato, mantenuto con criteri naturalistici, ovviamente non potrà svolgere una importante funzione globale di protezione delle specie, ma se la cultura del giardino naturale si diffondesse ampiamente, questi singoli, limitati spazi verdi contigui, potrebbero creare degli importanti corridoi naturali di vasta estensione, contribuendo concretamente alla tutela di diverse specie animali; non a caso, infatti, la maggiore densità di uccelli in Europa è spesso riscontrabile nei parchi suburbani. Lacquisizione comune di questa mentalità fornirebbe un valido e concreto aiuto alla salvaguardia diretta di molte specie, contribuendo indirettamente anche alla sensibilizzazione verso la protezione di quelle specie minacciate che necessitano di altri e più ampi habitat selvaggi. Nelle tabelle è riportato una ampio elenco di piante utili allavifauna, suddivise per ambiente, per facilitare la scelta. |
- nido = sp. che offre siti adatti alla costruzione del nido - habitat = sp. che concorre alla formazione di ambienti idonei - v. o. = valore ornamentale, sp. di particolare pregio estetico per giardini - note = origine, areali particolari, indicazioni specifiche, caratteristiche - sv = sempreverde - ssv = semi-sempreverde |
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