Quaderni di birdwatching Anno II - vol. 3 - aprile 2000

Recensioni

Atlante degli uccelli svernanti in Campania

di Roberto Garavaglia




 

     Il quadro degli atlanti regionali italiani si va completando. Questo atlante della Campania è stato pubblicato nell'ottobre del 1999; i dati sono stati raccolti nel periodo 1989-1995.

     I rilevamenti sono stati condotti secondo una metodologia basata sui punti di osservazione: per ogni quadrato della griglia UTM sono stati scelti, in numero variabile e in modo casuale, dei punti dai quali gli osservatori dovevano eseguire i conteggi, stazionando su ognuno di essi per un periodo di tempo prefissato di 15 minuti. Ogni quadrato è stato censito almeno una volta nel corso dell'indagine. Questi rilevamenti sono stati integrati con conteggi esaustivi degli acquatici nelle zone umide e con itinerari prefissati distribuiti omogeneamente sul territorio, per rilevare le specie difficilmente contattabili in modo casuale. Per gli uccelli marini sono stati effettuati censimenti lungo i tratti di costa.

     L'atlante si apre con una interessante introduzione sul territorio e sul clima della regione. Segue la presentazione di ciascuna specie, la quale non si sottrae allo schema standard che inizia con la litania "Specie politipica a corologia paleartico-paleotropicale-australasiana..." (questo per il Tuffetto) e prosegue descrivendo le preferenze di habitat e la fenologia della specie a livello europeo, nell'area mediterranea, in Italia e (finalmente!) nella regione campana. In questo modo, quasi una pagina viene usata per informazioni che sono già state stampate innumerevoli volte in innumerevoli altri testi. E ciò contribuisce in buona parte alla massiccia mole del volume.

     Molto buona è peraltro la presentazione dei dati che interessano direttamente, cioè quelli relativi alla regione, completata da grafici delle preferenze ambientali, della distribuzione per fasce di altitudine e nei diversi mesi. I dati sulle densità rilevate vengono estrapolati a tutta la superficie del territorio regionale, e questa elaborazione genera qualche perplessità. Ad esempio, avendo osservato il Grillaio in soli tre quadrati, così come il Lodolaio, affermare che si può stimare "una popolazione media presente in inverno di 280 individui" per il primo e di "circa 230" per il secondo mi sembra poco realistico. Invece, appare evidente che la "presenza giornaliera media …. di 2790 ind/kmq" citata per la Colombella può solo essere frutto di un errore di stampa.

     Il testo è completato da due appendici. La prima riporta i dati delle specie che durante i rilevamenti sono state contattate in meno di tre quadrati della griglia; l’altra elenca tutte le segnalazioni "storiche" a partire dalla fine dell’800, assieme a quelle effettuate durante il periodo della ricerca ma da autori che non facevano parte del team dell’A.S.O.I.M. E per queste ultime, non capisco quale sia stato il motivo di relegarle fuori dal testo principale, visto che la metodologia utilizzata era comunque la somma di diversi metodi di rilevamento.

     In conclusione, si può affermare che questo atlante, che non appare tra i meglio riusciti, assolve comunque al suo compito: quello di presentare un quadro dello svernamento in Campania.


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