Quaderni di birdwatching Anno II - vol. 3 - aprile 2000

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Titolo

di Marco Guerrini

(foto © Marco Guerrini)

        La Riserva Naturale delle Torbiere del Sebino, situata sulla sponda meridionale del lago d’Iseo nei comuni di Provaglio d’Iseo, Cortefranca ed Iseo (BS), è stata istituita con la delibera del Consiglio regionale n.1846 del 19/12/1984 ai sensi della L.R. n. 86 del 30/11/1983. La sua estensione è di circa 360 ha con un’altitudine di 185 m. s.l.m.

        L’oasi è caratterizzata da tre ambienti differenti: ampi specchi d’acqua con una florida vegetazione palustre costituiscono la cosiddetta "Lama"; ampi canneti e pochi "chiari" a contatto diretto con il lago d'Iseo formano la cosiddetta "Lametta" e infine, adiacente alle Torbiere, si trovano le ex cave di estrazione dell’argilla, caratterizzate da acqua sorgiva e pulita con profondità anche sino ad 8-10 m. Le prime due zone, citate anche per la preziosità del patrimonio vegetale, costituiscono le aree più indicate per la sosta e la riproduzione dell'avifauna delle Torbiere.


 LE VISITE

        L’ingresso all’area è libero a tutti, ma fino ad un massimo di 6 persone, per i gruppi più numerosi si deve richiedere l’autorizzazione al Consorzio di gestione della Riserva, al numero 030 9823141, il quale provvederà ad assegnare una guida delle associazioni locali.

        Trattandosi di un'area protetta, esistono normative a tutela della Riserva; risulta pertanto vietato entrare con cani, anche al guinzaglio, biciclette, moto, auto, raccogliere o danneggiare la vegetazione, pescare, cacciare e disturbare gli animali.

        Le associazioni locali sono "La Schiribilla", "Amici delle Torbiere d’Iseo" e "Amici dei Parchi e delle Riserve Naturali". E’ consigliabile l’uso di scarponcini o meglio ancora, dopo le piogge, di stivali.

Piro piro piccolo (Actitis hypoleucos)
(foto © Marco Guerrini)

        L’entrata principale delle "Lame" è sita in località "il Fontanì", da qui, parte il sentiero centrale che attraversa la Riserva e costeggia la zona sud passando dal Monastero di S. Pietro tornando all’inizio; oppure si può percorrere un tracciato alternativo, imboccando dopo l’entrata a destra per gli ex magazzini della torba costeggiando la zona nord della riserva per raggiungere il nuovo sentiero ad ovest ancora da ultimare, che però non permette ancora di compiere un giro anulare.

        Le "lamette" invece non sono accessibili, ma osservabili dall’alto (consigliabile l'uso del cannocchiale); ovvero da una sinuoso profilo morenico, che separa le due zone; per raggiungerle si consiglia di seguire le indicazioni per la trattoria "Cascina Doss".

        Per coloro che vogliono coniugare aspetti naturalistici e culturali, si suggerisce una visita al Monastero di S. Pietro in Lamosa o l’itinerario molto panoramico del monte della Madonna del Corno 506 m (seguire le indicazioni dal centro di Provaglio d’Iseo per la chiesetta della Madonna del Corno), da cui si possono osservare la Franciacorta, le Torbiere ed il lago d’Iseo.

        La vicinanza alla celebre Franciacorta, consente di gustare menù eno-gastronomici assai prelibati in svariate trattorie e ristoranti; inoltre negli ultimi anni proprio la presenza di uno scenario agro-viticolo ha favorito la nascita di diversi complessi agrituristici, nei quali è possibile associare la degustazione di ottimi vini e spumanti alla possibilità di escursioni di trekking, mountain-bike e trekking equestri.


 FLORA E FAUNA

        Fra la vegetazione ripariale assai varia, sono presenti Cannucce palustri, Giunchi, Equiseti, Tife e Ninfee, Nannufari, Ottonia palustre e Lenticchia d’acqua. Fra gli alberi si trovano il Pioppo, il Salice, il Platano, il Sanguinello, la Robinia e l’Indaco.

        Abbondanti l’ittiofauna con il Luccio, il Persico trota, il Persico reale, il Persico sole, il Carassio, il Triotto, la Scardola, la Tinca, la Carpa, l’Alborella, il Pesce gatto e purtroppo recentemente per mano di qualche incauto anche l’alloctono Siluro.

        Scarsi i mammiferi con la Donnola, il Moscardino, lo Scoiattolo.


 UNA RICCA AVIFAUNA
Martin pescatore (Alcedo atthis)
(foto © Marco Guerrini)

        La fusione dei dati storici alle recenti osservazioni hanno permesso di stilare un check-list della riserva di oltre 170 specie diverse. La sua posizione ai piedi delle Prealpi bresciane, facilita l’osservazione anche di specie non particolarmente legate all’ambiente palustre. Tutte le stagioni sono gratificanti per l’osservazione; l’inverno in particolare per gli anatidi e i laridi, la primavera e l’autunno per i migratori. Anche il periodo estivo può regalare soddisfazioni come la recente nidificazione del Moriglione con due coppie nel 1999 e dell’Airone cenerino con una coppia nello stesso anno.

        Tra le specie più facili da avvistare indichiamo lo Svasso maggiore, molto comune e capace di regalare splendide parate nuziali, mentre della stessa famiglia ricordiamo la presenza del più schivo Tuffetto.

        Gli anatidi stanno incrementando notevolmente il contingente di svernati negli ultimi anni, specialmente Moretta, Moriglione e Mestolone, raggiungendo concentrazioni nei periodi più favorevoli di diverse centinaia di individui. Oltre al Germano reale sono regolari anche la Canapiglia, l’Alzavola, il Fistione turco, il Quattrocchi e la Pesciaiola, irregolarmente la Moretta tabaccata e la grigia. Durante i passi si possono osservare la Marzaiola, il Fischione, il Codone, la Moretta tabaccata e grigia. Sono state osservate anche l’Oca selvatica, granaiola e lombardella, raramente lo Smergo maggiore e minore.

        Scarsi i limicoli per la mancanza di ambienti idonei, mentre durante i mesi invernali è facile osservare grosse concentrazioni di Cormorano, con recenti casi di estivazione di alcuni individui.

Tarabusino (Ixobrychus minutus)
(foto © Marco Guerrini)

        Autentico protagonista nell'intrico dei canneti risulta essere l'elusivo Tarabuso; di cui sono stati contati ben 10 ind. contemporaneamente nel febbraio di quest’anno; l'impenetrabilità di alcuni tratti di canneto ne hanno favorito la recente l'estivazione. Tra gli altri ardeidi si osservano anche la Sgarza ciuffetto, la Garzetta e l’Airone bianco maggiore ma alcuni aironi, trovando condizioni idonee, hanno scelto la Torbiera anche per riprodursi: il Tarabusino, la Nitticora, l’Airone rosso e recentemente l’Airone cenerino.

        In questo splendido scenario naturale, non potevano mancare i rapaci; tra questi è stata accertata la nidificazione di 2/3 coppie di Falco di palude e di una coppia di Nibbio bruno. Regolari anche i rilevamenti della Poiana e dello Sparviere che nidificano nelle zone limitrofe. La stagione invernale invece può riservarci l'avvistamento dell'Albanella reale, mentre durante i periodi migratori si può osservare il Falco pescatore.

        Anche il Pellegrino frequenta la Torbiera (specialmente al mattino e al tramonto, garantisce acrobatici spettacoli mentre preda gli Storni); in diversi periodi non mancano il Gheppio, il Falco cuculo e il Lodolaio.

        Anche i rallidi sono ben rappresentati con nidificanti la Gallinella d’acqua, la Folaga, il Porciglione, il Voltolino e forse la Schiribilla.

        La Torbiera ospita diverse coppie nidificanti di Gabbiano comune mentre per il Gabbiano reale si sono raccolti indizi di riproduzione. Numerosissimi i laridi nel periodo invernale che sostano nelle Torbiere durante il loro pellegrinaggio fra i luoghi di alimentazione ed il dormitorio sito sul lago d'Iseo, non lontano dalla riserva. Numerose anche le specie che si riescono a censire: il Gabbiano comune, il Gabbiano reale, la Gavina e lo Zafferano. Durante i passi il Gabbianello, il Gabbiano corallino, il Mignattino ed il Mignattino piombato.

        Per coloro che attraversano le passerelle in legno sui tratti di palude è facile imbattersi nel colorato Martin pescatore e durante i periodi di transito migratorio non mancano osservazioni di Gruccioni. E' stata segnalata persino la Ghiandaia marina nei pressi dei vigneti, che dolcemente sovrastano la palude.

        Numerosi i passeriformi, con punte massime durante i passi migratori. Tra i nidificanti, troviamo la Cannaiola, la Cannaiola verdognola, il Cannareccione, la Salciaiola, l’Usignolo di fiume, il Basettino, il Pendolino, lo Scricciolo, la Capinera, il Pigliamosche, il Codibugnolo, la Cinciallegra, il Fringuello, il Verdone, il Cardellino, il Verzellino ed il Migliarino di palude, oltre a cornacchie, passeri, merli e storni.

        La riduzione degli incendi ai canneti e la tutela offerta dall'area protetta, ha favorito l'incremento di diverse specie.

        Un'ultima sorpresa; per coloro che non vogliono mai posare il binocolo; esiste una possibilità supplementare. Davanti all'entrata della Riserva (ove si parcheggiano le auto), consigliamo di scrutare le pareti rocciose, dirupi scoscesi con vegetazione xerofila, che in differenti stagioni ospitano presenze di grande interesse quali il Sordone, il Passero solitario, il Picchio muraiolo, lo Zigolo muciatto e l’Occhiocotto.


COME ARRIVARE

Per chi proviene da Milano, dalla A4 uscire al casello di Rovato e seguire le indicazioni per il lago d’Iseo, dopo Cremignane si costeggerà la riserva sulla destra, si dovrà quindi seguire le indicazioni per Provaglio d’Iseo finché si vedrà sulla destra l’entrata (località il Fontanì) segnalata da un cartello, di fronte si potrà parcheggiare l’auto ai piedi del monte.
Per chi proviene da Venezia dalla A4 può uscire ai caselli di Brescia centro, Brescia ovest o Ospitaletto e seguire le indicazioni per il lago d’Iseo. Arrivati a Camignone (si vedrà una collina sulla destra), si segue a destra le indicazioni per Provaglio d’Iseo. Attraversato Provaglio, seguendo per Iseo si potrà parcheggiare in prossimità del Monastero di S. Pietro in Lamosa sulla sinistra, oppure 500 mt più avanti in località il Fontanì.
Le Torbiere sono raggiungibili anche in treno, usufruendo della linea Brescia-Iseo-Edolo e scendendo alla stazione di Provaglio d’Iseo-Timoline.



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