Montagna: parola
per me magica.
Significa libertà,
aria, vento, rocce che sfidano il cielo, nevi che luccicano al sole...
terra di sogno.
15 agosto 2000
Sono le 7 del mattino. A Biella fa un caldo terribile.
Passo a prendere la mia "sorelline-adottiva", Alessia, e ci avviamo
al punto di incontro di quasi tutti i Biellesi: il Mattatoio, ovvero il
piazzale dell’ex-macello. I nostri "fratelli" adottivi sono già
lì ad attenderci insieme a Chiara, la terza sorella adottiva. Il
solito scambio di battute e frasi già fatte e sentite, ovvero "Che
caldo che fa!", oppure "Che sonno!", e "Ma Alberto dov’è?". Ecco,
siamo alle solite, abbiamo scoperto il ritardatario!
Chiara, si innervosisce un pochino, e comincia con "adesso gli telefono!
Ma dov’è? Avete visto chi è il ritardatario!" e simili. Dopo
un attimo arriva "lui", adducendo le solite scuse (...). Cmq, in breve
siamo pronti, abbiamo fatto gli "equipaggi" e siamo pronti a partire. L’idea
iniziale era di stare qui, nel Biellese e magari farci una tranquilla salita
al Lago della Vecchia. Ma il programma viene rivoluzionato e finiamo a
Graines, ridente frazione di Brusson, Val D’Ayas. La nuova meta diventano
i Laghi di Frudiere, posti sotto l’omonimo colle e in una valletta laterale,
parallela ai grandi valloni di Mascognaz. A destra del Colle c’è
il Mont Nery e la Punta Soleron.
Prima di giungere a Graines, la solita sosta pane-caffè è
d’obbligo. Ci fermiamo a Verrés, il paese a valle.
A Graines ci si arriva dopo 15 minuti di macchina da Verrés,
prendendo la deviazione segnalata dopo Arcesaz, prima di raggiungere Brusson.
La strada ripida ci porta ai 1367 mt della partenza della strada interpoderale,
che poi prosegue in sentiero. Graines ha un omonimo castello molto bello
e particolare, un po’ diroccato. La strada termina appena dopo il centro
abitato e un cartello vieta l’accesso (si fa per dire...). Parcheggiamo
poco prima del cartello e in breve siamo tutti (o quasi...) pronti a partire...
Ci aspettano un paio d’ore di salita. La strada è di quelle battute
per i proprietari degli alpeggi, posti poco più sopra. E si vede
che ci sono degli alpeggi: i prati sono curati, la strada è in ottime
condizioni, il torrente è ben incanalato e pulito e poi...le mosche!
Ce ne sono a nuvole!!!
In meno di mezzora arriviamo al termine della strada, ovvero all’alpeggio
di Restoly, che costeggiamo sotto lo sguardo del pastore. Ed ecco il sentiero:
ben lastricato e segnato. Conduce infatti ad altri alpeggi, l’ultimo dei
quali appena sotto il lago. E’ un sentiero inizialmente tra gli alberi,
ovvero stupendi pini che si innalzano al cielo e che spandono resina e
il loro tipico odore un po’ ovunque. Il sentiero costeggia un piccolo ruscello,
che viene poi scavalcato da un bel ponte in legno, per portarsi sui pascoli
poco più alti. Qui per un bel tratto di strada, passiamo in mezzo
a prati e poi di nuovo ad un alpeggio, prima di Chancharlec e poi di Frudiere.
Adesso ritorniamo nel bosco con un bel po’ di sali-scendi, per spuntare
sull’ultimo tratti, ormai solo più con pochi pini e poi rocce. Piccoli
arbusti affiancano il sentiero...ma sono mirtilli! E quanti! Una sosta
è più che d’obbligo... è necessaria!!! Perdiamo quindi
mezzora a mangiare, poiché raccoglierli per portarli a valle non
è possibile (finiscono prima nella "panza"!!!), a bere l’acqua presa
poco prima all’alpeggio. Ce ne sono cespuglio per un bel po’... e siamo
tutti piegati a raccogliere!
Riprendiamo a salire a malincuore... il sentiero ormai è su
pietraie. Ci aspetta un ultimo balzo ed ecco il primo laghetto. Sulle sue
rive si notano girini che nuotano... poco più in alto il Lago di
Frudiere, posto a 2039 mt. E’ posto in una conca. Si nota il sentiero che
conduce al Colle e quindi al secondo laghetto, posto appena sotto al Colle.
Proseguiamo, poiché qui c’è già troppa gente e sarebbe
interessante trovare un piccolo spiazzo per poterci fermare tutti insieme.
Lo troviamo poco più avanti, in riva al lago, con dei bei sassi
che utilizziamo per stendere le magliette fradice (fa caldo lo stesso,
18 gradi anche qui!) e sederci.
E’ bello andare in montagna con gli amici, si scambiano un po’ di opinioni,
si fanno progetti, si ride, si scherza... prepariamo i viveri all’arrembaggio:
come al solito c’è da mangiare per un esercito! E oggi c’è
anche una bella bottiglia di Cartizze, che viene immediatamente posta al
riparo di una roccia dentro al laghetto!:-D
Siamo tutti rilassati, con la risata pronta... poco distante una famiglia
un po’ extra-large (nell’aspetto!!!) fa un baccano incredibile: c’è
il padre e il nonno che stanno tentando inutilmente di pescare (le trote
se ne fanno un baffo dei pescatori della domenica!), le pargolette stanno
già azzannando due panini che sfamerebbero un gigante, nonostante
siano solo le 11! La nonna e la madre seguono le due pesti affamate, affannandosi
s proporgli pizzette, frittata, "no pocu de spuma"...meglio che in rosticceria!:-D
Sembra di stare sul Lido a Ostia!
Vincenzo è già pronto e parte per il suo giretto fotografico...
lui si che fa il fotografo serio! Non come la sottoscritta, che si mette
sulla riva del laghetto a osservare intorno e a chiacchierare con le mie
due sorelle!
Attendiamo comunque lui per iniziare l’abbuffata.
Intanto continua ad arrivare gente...acci! sembra di essere in centro!
Alcune nuvole giocano col sole, ora mettendo in ombra, ora abbagliando
il lago...
Tra battute serie e semiserie prepariamo i panini. Intanto il nostro
reporter è tornato. La famigliola poco distante continua con l’abbuffata:
già a noi sembrava ci fosse tanto (abbiamo anche una torta! Alessia
ha fatto un plumcake con pesche e albicocche favoloso!!!), ma loro non
la smettono di tirare fuori cibo!:-D
...ma alla faccia loro, stappiamo il Cartizze ormai fresco e ci facciamo
pure un brindisi!
Restiamo a oziare per un’oretta, ma poi è ora di scendere. Dopo
diventerebbe tardi e il traffico troppo intenso.
La discesa è infinita, sotto un sole fetente... altra fermata
ai cespugli di mirtilli e poi giù, fino alla macchina. Mentre scendiamo,
Chiara ed io iniziamo la nostra super-compilation di canzoncine: da Azzurro
a Heidi, da L’Ape Maya a Gig Robot d’acciaio...gli altri moolto carini,
si fermano poco più su e fanno finta di non conoscerci...saremo
stonate? Mah!
Gli ultimi alpeggi sono ormai in vista. Ecco la strada sterrata, polverosa
e terribilmente calda...ce la faremo ad arrivare alla macchina?
Finalmente all’orizzonte spunta il castello di Graines, e con lui l’ultima
svolta per arrivare al paese... posiamo gli zaini e ci togliamo gli scarponi...
che bello! Che sogno! Finalmente aria ai piedi!:-D
Prendiamo poi d’assalto il lavatoio, sia per bere che per passare i
piedi proprio sotto...