Montagna: parola
per me magica.
Significa libertà,
aria, vento, rocce che sfidano il cielo, nevi che luccicano al sole...
terra di sogno.
24 agosto 2000
...lo so, sono una "lajana", ma non potevo di sicuro mancare alla gita!
Quei fenomeni dei miei fratelli adottivi oggi salivano al Chabod, in Valsavarenche,
al cospetto del Gran Paradiso. Così ho preso un giorno di ferie
dal lavoro (già, dopo 2gg, ci vanno le ferie!!!) e via!
Solito ritrovo, solita ora. Stavolta abbiamo anche i 2 corsi, direttamente
da Bonifacio con furore, Carla e Antonio!
Il quintetto si avvia per la Vallée con un sole soffocante al
massimo e neanche una nuvola in cielo... arriviamo ad Aosta presto, così
ci fermiamo anche già subito a prendere il pane.
Saliamo verso Pont, e ...altra sosta: il caffè!
Finalmente arriviamo alla partenza del sentiero: sono le 8.50, venticello
gelido e sole caldissimo!
Partiamo subito. Il sentiero ha molti tornanti in mezzo al bosco, si
alza di 350 metri subito, per fortuna tutto all’ombra! Quando siamo appena
sopra a un alpeggio abbandonato, sentiamo a sinistra una pianta muoversi...
restiamo col fiato sospeso, cosa sarà? Una pietra che rotola? Un
animale? Ed ecco che corrono velocissimi, a passo di carica 2 camosci:
uno piccolo (il cucciolo) e uno più grande (la madre)...oddio si
stanno dirigendo verso di noi!!!! All’ultimo momento ci scarta, passa tra
me e Leonardo, insomma a meno di mezzo metro!!! Poco sotto un terzo esemplare
ci stava già osservando, anche se lo notiamo solo dopo la fuga disperata
degli altri due! Che belli! Che incontro! Già questo basta per tutta
la gita... non mi era mai capitato di vederli così vicino. Il mantello
è bruno, scuro, con macchie nere sul muso e la pancia chiara. Le
corna piccole, aggraziate, come le zampe. Il loro saltellare è armonioso,
elegante. Purtroppo sono stati pochi attimi, forse un minuto al massimo,
e poi sono spariti nel bosco. È strano, così in basso...
proseguiamo commentando l’evento straordinario...è vero che siamo
nel parco, per cui sono tranquilli!
Il sentiero con ampie curve si alza fin sotto il pianoro del rifugio.
Alle sue spalle il Gran Paradiso luccica, il sole ogni tanto si vela di
nuvole e da all’ambiente un aspetto strano. Sono le 11 e siamo già
dentro al rifugio a chiedere un the caldo per dissetarci. Salendo abbiamo
discusso un po’ e alla fine si è deciso di fare la traversata al
Vittorio Emanuele, l’altro rifugio-base per le salite al GranPa. Per imboccare
il sentiero dobbiamo scendere di 150 metri e poi andare verso destra, verso
dei massi e camminare così, a mezzacosta, tra i 2400 e i 2650 metri
per circa un paio d’ore. Il gran Paradiso rimane immobile alla nostra sinistra,
accompagnandoci con i suoi ghiacci per un bel po’. Il sentiero non è
difficile, prosegue ben marcato fino al Vittorio Emanuele. Dobbiamo solo
tenerci a sinistra, non prendere le deviazioni a destra, altrimenti finiamo
molto più sotto e dobbiamo poi risalire. Dopo un po’ arriva la prima
salita un po’ "tosta": dobbiamo infilarci in uno stretto passaggio in cima
a un dosso. Ci passiamo tutti, ma che fatiche! Stretto e dritto...e poi
...che caldo!!!!
Siamo partiti dal rifugio alle 11.30 e ormai sono le 12.30 passate...e
non siamo che a metà!
Proseguiamo, avendo sempre a destra il fondovalle, dove scorgiamo prima
il parcheggio dove c’è l’auto e poi la frazione di Pont, col campeggio.
A sinistra invece la montagna un po’ scoscesa. Lungo tutto il sentiero
ci sono segni evidenti del passaggio di camosci o stambecchi, sia per le
impronte che per gli escrementi ancora freschi.
Il caldo è insopportabile, continuiamo a fare piccole soste
per bere... si prosegue e troviamo una bella pietraia, dove passare diventa
un po’ un’impresa...e chia ha le gambe tanto lunghe?!?!?
Con non poche difficoltà si passa (mi sa che le abbiamo avute
solo io e Carla le difficoltà, i signori maschietti hanno circa
20 cm di gambe in più!!!) e il sentiero sale...e poi scende...ma
dove diavolo è il rifugio? Ormai le 13 sono passate da quasi 20
minuti, eppure dovrebbe essere lì, dietro quelle pietre...invece...altra
pietraia! e il caldo ci sta cuocendo per bene...
finalmente spunta la forma a botte del rifugio, eccolo là, dai
in 10 minuti dovremmo esserci...errore! ci va di nuovo mezzora buona! Tra
il caldo e la fame (siamo dei fenomeni! Al Chabod abbiamo solo mangiucchiato
delle albicocche secche!) siamo tutti con la lingua fuori... che sollievo
appoggiarsi al muretto di fronte al rifugio! Non credevo di arrivarci più!
E sono le 14, quasi... in men che non si dica, fuori i panini e il companatico!
Abbiamo talmente fame che tutti fanno andare le mandibole senza neppure
dire una parola!
Un venticello freddo ci consiglia di cacciarci dentro al rifugio, almeno
per prendere un caffè caldo. Al di fuori intanto stanno arrivando
un po’ di alpinisti di ritorno dalle cime lì intorno. Da qui non
si vede il Gran Paradiso, la scena è tutta per il Ciarforon e la
Tresenta, più a destra la Becca di Monciair. Si vede solo una piccola
parte della salita per il GranPa.
Nel rifugio ci prendiamo un bel caffè caldo e visto che siamo..anche
un Herbetet (che da buone sorelle acquisite io e Carla ne dividiamo un
bicchiere a metà! Tutto intero avremmo poi visto il sentiero un
po’ a curve...). Vista l’ora ci tocca scendere, stavolta niente pennichella
al sole! Scendiamo tra gli urli delle famigliole (bambini, genitori, nonni...
ecc...tutto lo zoo insomma!) e il vento che sembra ricacciarci indietro.
La discesa è infinita, fa tantissimi tornanti, prima tutti allo
scoperto, così finiamo l’ustione in faccia e sulle gambe, e poi
nel bosco...che barba! Non finisce più! Le mie gambe stanno reclamando
vendetta...e i piedi, sotto la pianta, cominciano a farsi sentire...
Mentre scendiamo vediamo salire alpinisti carichi di corde, piccozze
e ramponi e ...odiose famigliole con le Superga! Orrore estremo!!!! C’è
una signora, che se scivola mi tira giù mezza montagna!!!!
Quando vedo che il sentiero si abbassa comincio ad avere più
speranze...forse ci siamo...appena il sentiero è sulle rive della
Dora, i bastoncini li ficco nello zaino e rimollo gli scarponi... comincio
ad essere stufa di averli addosso! Sono le 16.30 e siamo a Pont, alla fine
della gita. Purtroppo la macchina è parcheggiata 4 km più
sotto, e quindi ci aspetta ancora la scarpinata su asfalto fino laggiù!
Alle 16.55 finalmente tolgo gli scarponi...che sollievo l’aria fresca sui
piedi!!! Scendendo in macchina siamo tutti così stanche che restiamo
in silenzio ad ascoltare le stupide frasi di un dj qualsiasi che si lamenta
di una Milano afosa...
un po' di foto ... Il Gran Paradiso - Il Ciarforon