Montagna: parola
per me magica.
Significa libertà,
aria, vento, rocce che sfidano il cielo, nevi che luccicano al sole...
terra di sogno.
27 agosto 2000
Stamani alle 6.15 il cielo è ancora buio, ma si intravedono
delle nuvole nere nere... mi preparo lo stesso. Molte volte qui nel biellese
il tempo è brutto, ma appena si scavalca la Serra, il cielo si apre
e c’è il sole. Così partiamo. Siamo il gruppetto "forza minima",
ovvero i soliti 3! Tra mille indecisioni, si propone i laghetti Blu e Verde
dietro il Gabiet, sotto lo Stolemberg. E’ una gita semplice, corta, tanto
per far girare le gambe dopo la faticaccia dell’altro giorno.
Arriviamo a Gressoney, e la strada bagnata ci dice che la pioggia è
appena passata di qua. Le tipiche case Walser appaiono tra le nebbie, col
loro legno scuro e i balconi pieni di gerani colorati. Ci fermiamo a prendere
un caffè, intanto discutiamo sul da farsi...salire lo stesso? Non
si vede in alto, il Monte Rosa è tutto coperto dalle nebbie. Possiamo
provare e poi al massimo, se piove, prendiamo gli impianti fino alla Capanna
Gugliemina e andiamo a mangiare una polenta! Ci decidiamo e così
andiamo a Stafal, frazione di Grssoney Trinitè conosciutissima,
da qui partono le due cabinovie: una va a Gabiet, e poi da qui ai Salati
e l’altra sale dalla parte opposta verso la Bettaforca. Insomma, siamo
proprio al centro del comprensorio del MonteRosa Ski. Una locandina all’interno
degli impianti ci annuncia che per il 2001 le piste da sci saranno aperte
fino al 17 aprile... riusciamo a entrare in una di queste cabinovie. Le
odio. Mi mettono apprensione, mi sembra sempre di cadere...non fosse che
per salire al Gabiet a piedi il sentiero è brutto e inutile, avrei
evitato la cabinovia!
C’è un pezzo ripidissimo, per i primi 4 piloni si è proprio
in alto, la terra è piccola e i cavi cono dritti...poi diventa un
po’ più piana, per risalire nel tratto finale, dopo la pietraia...
finalmente siamo su! Quando scendo tiro un sospiro di sollievo! Qua c’è
un po’ di sole e cielo blu, anche se le nubi di nebbia bianca stanno salendo.
Ci dirigiamo verso il Col d’Olen. Il sentiero passa vicino agli alberghi
e poi prosegue all’ombra dell’ovovia. Camminiamo su una larga strada, poco
sopra ci sono degli alpeggi e fino lì arrivano della jeep che passano
su una strada interpoderale. Una marmotta ci scappa nel prato. Sono già
belle cicce, rotondette...si stanno preparando per l’inverno. Il pelo è
già più scuro, tendente al grigio/nero, non ha più
le sfumature dorate. Proseguiamo. Eppure non mi convince. Dalla cartina
il sentiero girava subito a sinistra, dopo l’albergo, dopo un grosso masso.
E qui siamo troppo avanti. È già quasi un’ora che camminiamo.
Sulla sinistra sale una strada, verso una piccola collina che da sulla
valle a sinistra, dove dovrebbero esserci i laghi. Decidiamo di salire,
almeno per vedere dove siamo. Tra le rocce altre marmotte (o "raton" come
le soprannominiamo noi!) scappano, o addirittura attraversano la strada.
Da sopra vediamo un alpeggio e un laghetto..e questo cos’è? Mah!
Scendiamo per dare un’occhiata. L’acqua è azzurra, color anice.
C’è una piccola chiusa e poi dall’altra parte una cascata, che scende
da un promontorio. Le nubi in cielo si stanno coprendo, sono tutte grigie.
Lo so, le previsioni davano acqua, ma non sembra così brutto. Ritorniamo
sui nostri passi. Abbiamo deciso di riscendere verso la funivia e cercare
il sentiero per il lago. Tant’è sono le 10 del mattino... scendiamo,
poi giriamo verso il laghetto del Gabiet, a destra degli impianti. Poi
passiamo di fianco al rifugio... poi, infine ci dirigiamo verso una strada
larga, proprio sotto all’albergo del ponte... e sorpresa! Su una pietra
appare finalmente un "6a", ovvero IL sentiero! Ci inoltriamo un po’, si
sale e poi si scende...e dove arriviamo? Dove eravamo circa un’ora e mezzo
prima!!!! Argh! Ci saremmo mangiati le mani!!!! Vabbè, visto che
un raggio di sole è apparso, ci fermiamo a magiare qualcosa...neanche
a farlo apposta, si rannuvola di nuovo. Un bel venticello freddo spinge
su nuvole di nebbia...ci sbrighiamo a mangiare e poi giù, verso
gli impianti. Alle 12.30 siamo sulla cabinovia di ritorno, mentre alcune
gocce iniziano a scendere... a Stafal incontriamo un gruppo di alpinisti
tedeschi che si stanno apprestando a salire. Non so dove vadano, poiché
da qui si sale sia verso il Quintino Sella che verso il Mantova e la Gnifetti.
Infatti la funivia di Punta Indren a Alagna è chiuso, e per salire
al Monte Rosa non resta che andare fino ai Salati e poi salire per circa
un paio d’ore a piedi...
noi raggiungiamo la macchina e in breve siamo sulla strada di ritorno...un
paio di acquazzoni ci sorprendono nei paesi a valle, ma il vento spinge
in su...siamo fortunati, se fossimo restati ancora al Gabiet, avremmo preso
acqua di sicuro!!!