Dvorak



Antonķn Dvorįk nacque a Nelahozeves, villaggio non molto distante da Praga, l'8 settembre del 1841. Il padre, macellaio, gestiva una locanda e, come era abitudine diffusa nelle campagne di Boemia, strimpellava il violino e la cetra; il piccolo Antonķn, primo di otto figli, imparņ molto presto a suonare il violino e gią a otto anni suonava e cantava sotto la guida di Joseph Spitz, maestro di scuola e di musica del paese. Spesso prendeva parte ai balli e ai trattenimenti musicali, deliziando gli avventori della locanda patema con il suo violino.
Uno degli aspetti tipici della civiltą musicale popolare ceca era dunque ben radicato nell'infanzia di quello che sarebbe diventato uno dei maggiori esponenti della scuola nazionale, scuola che secondo un fenomeno nato dal Romanticismo - nutriva la musica colta con fermenti del folclore.
A dodici anni Dvorįk lasciņ l'ambiente campagnolo di Nelahozeves e fu mandato dal padre a Zlorģice per continuare gli studi; qui divenne allievo di Anton Liehrnann, che univa l'attivitą di direttore d'orchestra a quella di insegnante di tedesco, lingua che i sudditi dell'Impero asburgico dovevano conoscere. Fu quello il suo primo vero maestro; con lui studiņ pianoforte, organo e viola. Successivamente Liehmann lo indirizzņ alla scuola organistica di Praga: qui gli studi erano severamente ancorati ai classici ed erano esclusi gli autori contemporanei, soprattutto Wagner, considerato un corruttore del gusto. Tanto bastņ perché il giovane Dvo'rįk volesse conoscere e studiare per conto proprio la musica di Wagner, rimanendo profondamente suggestionato dalle novitą tecniche e dalla potenza espressiva del compositore tedesco.
A Praga si guadagnņ da vivere suonando la viola nell'orchestra da ballo 'Komzįk' e pił tardi in quella del Teatro Nazionale Ceco, allora diretta da Bedrich Smetana, il patriarca della musica nazionale boema; mantenne questo impiego sino al 187 1, dedicandosi poi all'insegnamento privato. Nel frattempo aveva terminato i corsi alla Scuola Organistica, distinguendosi per una forte tendenza a usare procedimenti poco ortodossi, e aveva cominciato a comporre ispirandosi dapprima soprattutto a Mozart e a Schubert, pił tardi a Liszt e a Wagner, in seguito a Brahms, mentre si faceva sempre pił forte l'influsso della musica popolare ceca, sulla via del movimento propugnato da Smetana.
Nel 1873 Dvorįk sposņ Anna Cermįkovį, stimato contralto, dalla quale ebbe sei figli, e ottenne il posto di organista nella chiesa di S. Adalberto di Praga. Proprio in questi anni una crisi creativa lo portņ a bruciare parecchie sue composizioni, non risultandogli pił adeguate ai suoi ideali artistici, evolutisi nel fratternpo. Nello stesso 1873 un suo inno patriottico per coro e orchestra era stato accolto con molto favore, dandogli un'improvvisa notorietą, ma prima di questo il musicista aveva gią composto, tra l'altro, due sinfonie (la Prima in do minore, dette Le campane di Ztonice, e la Seconda in si bemolle maggiore, entrambe del 1865 e salvate dal rogo) e il Concerto in la maggiore per violoncello (cui sarebbe, seguito molto pił tardi il celebre Concerto per violoncello in si minore, op. 104). Dal 1876, grazie ai Duetti moravi e alla prima serie delle Danze slave per pianoforte a quattro mani, poi orchestrate, Dvorįk attrasse l'attenzione di due autoritą musicali della capitale dell'Impero: Johannes Brahms e il critico Eduard Hanslick: il loro parere contava moltissimo a Vienna e ciņ gli valse una borsa di studio dell'Imperial Regio Governo; Brahrns ottenne inoltre che l'editore Sirnrock pubblicasse quelle composizioni, ben presto richieste anche da editori tedeschi e inglesi. La simpatia e la stima di Brahms erano tali che il compositore giunse a invitare Dvorįk a Vienna offrendogli ospitalitą e, con signorile riserbo, aiuto economico ("... accompagnare la signora a far compere sarą per me un grande piacere ... ").
L'inizio della fortuna per Dvorak coincise dunque con il nascere e l'evolversi della vena nazionale nella sua musica, che traeva dal folclore ritmi ed elementi di stile pur senza riprodurne i motivi autentici, ma inventandone con geniale freschezza su ritmi di danza come il furiant boemo e la dumka ucraina.
E fu ben presto la celebritą: l'Inghilterra chiamņ il maestro boemo ben nove volte a dirigere musiche sue (nel 1884 lo Stabat Mater), nel 1890 gli conferģ la laurea honoris causa a Cambridge. Nel 1891 fu invitato a New York, dove nel 1892 gli fu dato l'incarico di direttore del Conservatorio. A quella slava si aggiunse cosģ una nuova vena di ispirazione folclorica, quella americana con riflessi ed echi della musica negra e indiana. Negli Stati Uniti Dvorįk trascorse giorni felici, dimostrandosi ottimo organizzatore didattico e creando e dirigendo nuovi lavori: culmine del successo fu la prima esecuzione della Sinfonia n. 9 'Dal Nuovo Mondo' alla Carnegie Hall nel 1893. Ritornato in patria, nel 1901 Dvorįk venne nominato direttore del Conservatorio di Praga, dove gią aveva insegnato composizione. Intanto direttori come Richter e Mahler diffondevano le sue musiche nel mondo. La sua vita venne troncata bruscamente da una trombosi cerebrale il I' maggio del 1904. La fama di Dovrak oggi č affidata specialmente al Quartetto in fa maggiore per archi 'Americano', alle variegate e brillanti Danze slave, alla Serenata per archi, op. 22, al Concerto per violino, op. 53 e al Concerto per violoncello, op. 104, al Trio Dumky, per pianoforte, violino e cello e, soprattutto, alla Sinfonia n. 9 'Dal Nuovo Mondo'. In essa convivono il folclore ecco e quello americano, innervati in una costruzione che nella forma unisce una buona robustezza classica a colorita fantasia, grande abilitą orchestrale e un'inventiva sempre felice e immediata.
Minor fortuna ebbero i poemi sinfonici che occuparono l'ultimo periodo produttivo di Dvorįk, in un ritmo a influssi lisztiani. La melodia del tempo centrale della Sinfonia 'Dal Nuovo Mondo', dopo essere stata creduta erroneamente un motivo originale indiano, č entrata nel patrimonio popolare americano: singolare, felice cammino a ritroso per un musicista che dei patrimoni popolari si era nutrito.