Robert Schumann





Zwickau, una delle tipiche piccole cittadine della Sassonia ai primi dell'Ottocento: a specchio di un fiume, con un ginnasio, una Markplatz (piazza del Mercato), una chiesa dall'alta facciata, qualche palazzo nobile, uno sciame di case borghesi. Ma anche nascosta in tanta casereccia tranquillità, una fucina di letture arditamente lanciate dalla classicità greca all'inquietudini di Shakespeare, alle accensioni di Byron, alle recenti fantasiose pagine dei primi Romantici: la libreria editrice dei fratelli Schumann; la venivano scelti e pubblicati i classici di tutto il mondo, in edizione tascabile, un'iniziativa di grande merito. Un caratteristico scorcio di culture umanistica tedesca; né poteva mancare là intorno la musica: come in tutte le case borghesi tedesche si suonava e si cantava.
Quinto figlio di august Schumann e di Johanna Schnabel, Robert Alexander nacque l'8 giugno 1810; tra i suoi studi, poco dopo sei anni, entrò anche la musica, con l'organista Kuntsch, ma senza particolare profondità. Una prima scossa rivelatrice la provò a 9 anni: condotto a Karlsbad per ascoltare il celebre pianista Ignaz Moscheles, desiderò di poter diventare anche lui un virtuoso della tastiera. Al ginnasio, frequentato dal 1820, Robert si dedicò anche alla poesia con pari entusiasmo; il padre avrebbe voluto che studiasse musica nientemeno che con Carl Maria von Weber: ma non fu possibile. Tuttavia, il giovane Schumann cominciò a tentare di comporre; il fascino di Agnes Carus, una giovane signora che cantava Lieder di Schubert, lo indusse a scriverne, ma forte in lui era anche la tentazione letteraria. Nel 1828, sempre più irrequieto, scriveva: "Che cosa io sia veramente, non lo so ancora con chiarezza... Se io sia o no un poeta lo decideranno i posteri". A queste fiammate non era estraneo il fascino degli scritti di Jean Paul Richter.
Tra inquietudini, lutti (perse la sorella, malata di mente, e il padre), viaggi, tentativi di poemi e di romanzi, coposizioni di Lieder, Schumann conseguì la maturità e si iscrisse alla facoltà di giurisprudenza di Lipsia. Qui conobbe Heinrich Heine, il grande scrittore e poeta, ma entrò in contatto anche con un ambiente musicale pregevole. Conobbe Henrich Marschener - che aveva appena composto l'opera romantica Il vampiro - e, soprattutto, Friedrich Wieck, autorevole didatta del pianoforte, e divenne suo allievo. Con Wieck e con la figlia Clara, allora bambina, entrò nella vita di schumann un destino fatale: da Wieck avrebbe ricevuto molto della sua preparazione musicale, ma anche inimicizie feroci, da Clara l'amore più raro, degno di essere stato immaginato nel clima fiabesco caro alla poesia romantica.
A Francoforte Schumann vide ed udì suonare Paganini: con il suo virtuosismo geniale e l'aura tra il magico ed il democretico, sembreva egli pure creatura nata dalla letteratura romantica e il giovane, letteralmente soggiogato, decise che si sarebbe dato alla musica.
Studiò composizione con Kupsch e Dorm; le sue prime pagine pianistiche piacquero: le Variazioni sul nome ABEGG e in particolare i Papillons, immagine dove le ali delle farfalle sembrano alludere alla mutevolazza della maschera e all'ambiguità misteriosa del sosia, motivi cari ai poeti romantici, che Schumann non aveva mai abbandonato. Quei motivi li avrebbe ritrovati in Jean Paul e nel poliedrico Hoffmann, scrittore e musicista, creatore dell'immaginario maestro Johann Kreisler, fonte di nuove, sottili ispirazioni.
Purtroppo, condizionato dai nervi fragili e 'fissato' nel voler diventare un grande virtuoso della tastiera, si rovinò completamente una mano con assurdi esperimenti (un dito legato all'altro per renderlo più agile). Nel 1831 fu invitato a scrivere nella paludata rivista Allgemeine Musikalische Zeitung, ma il velebre articolo sul genio dell'ancor ingnoto Chopin gli costò la collaborazione; ed ecco fondare la Neue Zeitschrift für Musik, esempio unico di critica romantica, con le celebri firme-pseudomini: lui stesso è Esebius il riflessivo e Florestan l'impestuoso, mentre Wieck è Meister Raro, Chiarina è Clara Wieck, Mendelssohn sarà F. Meritis. In quelle pagine il mondo musicale oppone i Davidsbündler (Compagni di David), ossia i Romantici aperti al nuovo e alla poesia, ai gretti Filistei. Dopo un fuggevole amore con Ernestine von Fricken, Schumann è attratto irresistibilemente da Clara. Ma Qieck non ammette che la figlia, avviata al concertismo, si sposi: vorrà con ogni mezzo, anche sleale, allontanarla da Schumann, ricorrendo perfino a false accuse in tribunale: soltanto nel 1840 Clara e Robert potranno unirsi in matrimonio. In questi anni nasceva l'amicizia con Mendelssohn, venuto a Lipsia come direttore dell'orchestra del Gewandhaus, e nascevano sempre nuove composizioni, dapprima pianistiche, nel segno di una sapienza tecnica che si tramuta in messaggio segreto.
Intanto Clara, concertista ormai celebre, girava il mondo eseguendo, accanto a Beethoven e Chopin, le composizioni di Schumann; fra esse il Concerto il la minore per pianoforte e orchestra: direttore l'illustre Joachim.
La morte precoce di Mendelssohn colpì duramente Schumann; a ciò si sommarono quelle che erano parse inquietudini di un ipersensibile e che si rivelarono poi come indizi di uno squilibrio mentale. Si aggiunga l'insuccesso come direttore d'orchestra a Düsseldorf. Benché ammirato dall'Europa musicale più viva, Schumann cadde preda di una gravissima crisi e tentò di uccidersi gettandosi nel Reno (1854); appena due anni dopo, 29 luglio del 1856, si spegneva in una clinica psichiatrica a Endenich.
La sua eredità di fantasia, di sapienza e di generosità passava a Johannes Brahms, suo protetto, e a Clara, splendida figura di donna e di artista, che gli sopravvisse dino al 1896.