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- Enrico Frattaroli ha firmato uno spettacolo elegante,
che si segue tutto d'un fiato e che alla fine si applaude con
piacere e convinzione.
(Claudia Allasia, la Repubblica, settembre 1995)
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- Il Tamburo di fuoco in versione scenico-concertistica
ha avuto suggestionante resa interpretativa, grazie innanzitutto
alla voce recitante di Franco Mazzi.
(Gastone Geron, il Giornale, ottobre 1995)
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- Molto opportunamente Enrico Frattaroli
ha trattato il testo (assai più impressionista che sintetico-futurista
a dire dallo stesso Marinetti) come una pura partitura sonora,
intrecciandone capillarmente effetti e suoni a quelli delle musiche
per percussione e soprano e imponendo ai cinque interpreti un'assoluta
immobilità; il solo movimento è quello delle luci,
assai ben calibrate da Mario Serandrea.
e non ha davvero
molta importanza che delle avventurose ed eroiche vicende
non si capisca praticamente niente. Anzi, meglio così
... trasformati in ascoltatori "disinteressati" possiamo
apprezzare al meglio le qualità fonico-espressive dell'evento
e la disciplina, l'impegno, la bravura degli esecutori.
(Giovanni Raboni, Corriere della sera, ottobre 1995)
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nel suo gusto di mescolare i piani della rappresentazione e le
lingue (italiano, ceco, francese), si ritrova una capacità
di ricreare immagini che ... non possono non colpire. ... Enrico
Frattaroli ... si confronta in modo originale con quel momento
importante nella storia delle avanguardie che è stato
il futurismo italiano."
(Maria Grazia Gregori, l'Unità, ottobre 1995)
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- Le
cinquanta fonti di luce che disegnavano la scena nel flusso vocale
e sonoro dei corpi attoriali e delle percussioni, hanno incantato
il pubblico di Villa Trabia. [...] uno spettacolo di grande fascinazione
che pone in termini di godibilità il difficile tema della
drammaturgia del suono."
(Piero Longo, Giornale di Sicilia, settembre 1996)
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- Una nota iperbole dice che la parola è musica
e la voce è uno strumento. Nello spettacolo Tamburo
di fuoco
l'iperbole diventa realtà.
Enrico Frattaroli ha tolto Marinetti dall'impressionismo e lo
ha restituito all'avanguardia, con un risultato che forse lo
stesso Marinetti non avrebbe osato sperare, e lo ha fatto prendendo
dal futurismo i suggerimenti che più coincidono con la
sua poetica e che gli hanno permesso di perfezionare il discorso,
che persegue da anni con ammirevole coerenza, sull'interaziene
fra voce recitante, musica e colore.
Franco Mazzi, fondatore,
insieme a Frattaroli, della compagnia Stravagario Maschere e
da sempre suo insostituibile collaboratore, ha interpretato il
ruolo di Kabango con un vigore mai prevaricante che emerge anche
attraverso i toni estenuati che la situazione a volte richiede.
Il volto scolpito e lo sguardo che luccica dalla profondità
delle orbite accentuano la sua autorevolezza e lo connotano subito
come capo.
In questo spettacolo
l'equilibrio fra
le parti è calibrato in maniera perfetta, come raramente
succede."
(Gianna Gelmetti, Sipario, luglio 1997)
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- Ed è questo aspetto "divino"
ad emergere con forza dalla riscrittura di Frattaroli, l'aspetto
divino della capacità umana nel concepire l'inconcepibile,
nel realizzare l'irrealizzabile, nel dare corpo al pensiero."
(Roberta D'Errico, www.mclink.it/arte/artet.htm - dicembre 1996)
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