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LA CINEPITTURA

La ricerca estetica, la musica cromatica e i film astratti di A. Ginna e B. Corra (1910-1912)

1. Arnaldo Ginna e Bruno Corra: note biografiche

Uno dei primi interessi che Arnaldo Ginna (5) manifesta per l’arte è quello verso la pittura. Nel 1908 realizza Nevrastenia, uno dei primi quadri astratti conosciuti in Italia. Dal 1910, insieme al fratello Bruno, inizia la pubblicazione di una serie di scritti di carattere esoterico e spiritualista. Si occupa contemporaneamente di fotografia e nel 1912 teorizza, dopo ripetuti esperimenti, la cinepittura realizzando una serie di sei cortometraggi sperimentali: Accordo di colore, Studio di effetti tra quattro colori, L’arcobaleno, La danza e due studi, sempre cinematografati, l’uno di "traduzione e riduzione" cromatica della romanza senza parole di Felix Mendelssohn-Bartholdy, Canto di primavera, e l’altra di "traduzioni di colori" da una poesia di Stéphane Mallarmé, Les Fleurs.

Nel giugno del 1916 Ginna firma il suo primo manifesto futurista La scienza futurista, insieme a Corra, Chiti, Settimelli, Carli, Mara e Nannetti (6). Nello stesso anno realizza il film Vita Futurista e firma il manifesto sulla cinematografia. Inizia poi un’attività giornalistica che lo porterà a collaborare con la rivista L’Italia Futurista (di cui per un periodo è co-direttore), Futurismo, Oggi e domani e L’Impero.

Nel 1919 Ginna pubblica, presso l’editore Facchi di Milano, una serie di racconti "protosurrealisti" dal titolo Le locomotive con le calze . Scriverà, in seguito, anche delle pièces di teatro sintetico: Alterazione di carattere e Uno sguardo dentro di noi, in sintonia con le relative esperienze di Marinetti, Settimelli e Corra

Dopo l’adesione del movimento futurista al fascismo, Ginna si adegua al nuovo corso rimanendo a fianco di Marinetti con cui firmerà nel 1938 un secondo manifesto sulla cinematografia. Dopo la caduta del fascismo e la seconda guerra mondiale Ginna ricopre un incarico di funzionario alla Direzione Generale della Cinematografia di Roma.

In quanto a Bruno Corra (7), egli condivide con Arnaldo i primi anni di attività firmando i testi A. B. C. Metodo, Vita Nova e Arte dell’avvenire, tutti del 1910. Negli scritti che pubblicherà da solo, Proposte del 1910 e Musica cromatica del 1912, Corra ricalca le esperienze occultiste e spiritualiste condotte congiuntamente al fratello. Pubblicherà, negli stessi anni, dal 1911 al 1914, Con mani di vetro, Madrigali e grotteschi e nel 1915 Sam Dunn è morto, che verrà definito uno dei primi romanzi ‘sintetici’.

I primi contatti con il movimento futurista risalgono al 1913. Sarà il poeta Francesco Cangiullo a darne testimonianza nel suo romanzo Le serate futuriste.

"...Bruno Corra dai capelli d’oro e la cornea perlacea come il cavo del guscio dell’ostrica" (8).

Questa nota Cangiullo la scrive a Catania quando, con Corra, organizza il lancio di volantini rossi senz’alcuna stampigliatura, per reclamizzare la serata futurista al Teatro San Giorgio.

Nel 1914 Bruno Corra partecipa con Settimelli alla stesura del suo primo manifesto futurista: Pesi, Misure e Prezzi del Genio Artistico; mentre nel 1915 firma con Marinetti e Settimelli il manifesto Il Teatro Futurista Sintetico. Nel 1916 è co-direttore della rivista L’Italia Futurista ed è firmatario dei manifesti: La Scienza Futurista e La cinematografia futurista. Nello stesso anno Corra prosegue l’attività giornalistica con la pubblicazione dell’articolo Creare il teatro italiano.

Nel 1919 Corra cura la seconda edizione di Madrigali e grotteschi che comprende i citati Con mani di vetro e Sam Dunn è morto, più I zig-zag della realtà e Parole scritte su fogli inzuppati di origano, redatti nel 1916.

Bruno Corra comincia a dare "segni di stanchezza verso il futurismo" nella seconda metà degli anni venti dandosi ad una letteratura "per bene", "redditizia" e "commerciale". Di qui il romanzo Il passatore del 1929. Ma non si stacca del tutto dal futurismo e nel 1938 firma con Marinetti il manifesto Contro il teatro morto Contro il romanzone analitico Contro il negrismo musicale.

Dopo la seconda guerra mondiale non si definirà più futurista ritenendo il suo periodo avanguardista del tutto finito.

NOTE:

5) A. Ginna: Ravenna l880-Roma 1982. Si rimanda per notizie più dettagliate sulla vita di Arnaldo Ginna e di Bruno Corra alle note redatte in due studi: M. Verdone, Manifesti futuristi.., cit. e in M. Verdone, Cinema e letteratura del futurismo, Roma, Bianco e Nero, 1968.

6) Tutti i dati dei manifesti citati di seguito nel testo sono tratti da: F. T. Marinetti, Teoria e invenzione futurista, a cura di L. De Maria, Milano 1983; L. Caruso (a cura di), Manifesti proclami interventi e documenti teorici del futurismo, 1909-1944, Firenze, 1980; L. Scrivo, Sintesi del futurismo. Storia e documenti, Roma, 1968 e dall’antologia di M.Verdone, Manifesti futuristi..., cit.

7) Bruno Corra: Ravenna 1892-Varese 1976.

8) F. Cangiullo, Le serate futuriste, Milano, 1961, p. 68.


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