Platinum vs. Metal

di
Matteo Fulgheri

 

Permettetemi di cominciare con una domanda; è quasi una domanda retorica, tanto è semplice, eppure per taluni insidiosa nella sua teorica immediatezza.
Qual’è il punto di forza del Macintosh? Un sistema operativo snello, moderno, potente ed allo stesso tempo semplice da usare? Errore: quello si chiama BeOS.
La piattaforma hardware, moderna e veloce? Be’, con l’uscita dei G4 Sawtooth (modelli a 450 e 500 MHz) il prossimo mese di Novembre pare proprio che le cose si stiano mettendo bene; ma non è sempre stato così… Allora forse è l’interfaccia grafica?
Centro! O almeno, fino ad un certo punto. Già, perché la cara vecchia GUI (Graphical User Interface, o Interfaccia Grafica Utente) dei System fino al 7.6.1, evolutasi poi in “Platinum” a partire dal Mac OS 8, sta andando in pensione.
E chi dovremmo ringraziare per questo? Be’, provate un po’ ad indovinare…

20 anni di duro lavoro…
Ovviamente Steve Jobs! Forse ad alcuni sembrerà che io nutra un qualche tipo di odio represso nei confronti dell’iCEO di Apple: nulla di più sbagliato. Come tutti i veri geni, anche Jobs è un folle (ricordate lo spot Think Different?); ed in quanto al contempo genio e folle egli è capace di colpi di genio sorprendenti come di vere e proprie pazzie terrificanti.
Una di queste pazzie è la sua evidente volontà di voler “buttare al vento” (e a questo ci limitiamo…) 20 anni (mesetto più, mesetto meno) di duro lavoro sulla GUI del Mac OS; anni di duro lavoro che hanno consentito da un lato la nascita di una squallida scopiazzatura chiamata Windows (molti dicono che Apple è in effetti il settore Research & Development di Microsoft…), e dall’altro hanno fatto si che il System prima ed il Mac OS poi splendessero come sovrani indiscussi nel regno delle interfacce grafiche.
In questi vent’anni l’interfaccia del Mac è nata, si è evoluta, si è perfezionata, si è fatta sempre più intuitiva, accattivante e soprattutto coerente. È insomma giunta ad essere (comunque parecchi anni fa) la migliore GUI disponibile. E senza possibilità d’appello per nessun altro.
È sempre stato un dato di fatto: anche nei momenti più neri nella storia del Mac, quando le tecnologie dei PC ci sorpassavano ed il destino della nostra cara piattaforma sembrava segnato, abbiamo sempre avuto dalla nostra la certezza di poter usufruire e godere della migliore interfaccia del mondo.
Apple ha addirittura messo insieme una guida, chiamata “Human Interface Guidelines” che fornisce agli sviluppatori una sicura referenza che permettesse loro di sviluppare applicazioni nel pieno rispetto della GUI standard del Mac OS. Le HIG sono una vera e propria Bibbia: esse stanno alla base di quella che è da decenni universalmente riconosciuta come la Macintosh User Experience. Sono le direttive che hanno reso in questi anni il nostro lavoro più produttivo, semplificando l’utilizzo del computer in ogni suo aspetto, e che tutt’ora permettono a diverse applicazioni (ma purtroppo non a tutte) di poter coesistere coerentemente in un unico ambiente di lavoro, con le stesse caratteristiche estetiche e funzionali.

QuickTime 4
Il primo campanello d’allarme fu QuickTime 4. Devo ammettere che io stesso sono rimasto colpito (per i primi giorni) dal nuovo look and feel di QT4; è un’interfaccia che invoglia ad essere toccata, tenuta in mano ed anche semplicemente contemplata.
Poi, finita anche l’esaltazione generata dal promo di Star Wars: Episode One, mi sono accorto che, come il mouse tondo, soddisfa l’occhio ma non la mano. L’interfaccia “Metal” di QuickTime 4 Player è inutilizzabile, assolutamente incoerente con tutto il resto del Mac OS e con tutte le applicazioni per Mac OS attualmente esistenti.
Le caratteristiche negative od incoerenti sono innumerevoli; segue una lista quanto più concisa possibile:

gli spigoli delle finestre sono tondi; questo richiama senza motivo l’aspetto dei vecchi accessori di scrivania pre-System 7 (avete presente la Calcolatrice?)

non esiste una barra del titolo; l’intero contorno della finestra si comporta, sotto alcuni aspetti, come barra del titolo, permettendo di spostarla cliccando su ogni lato o addirittura al centro di essa

facendo doppio clic su quella che sembra la barra del titolo, la finestra non si contrae, secondo il metodo Window Shade; questo aspetto genera confusione in quanto tutte le altre finestre supportano ormai questo tipo di comportamento

il controllo del volume “a rotella” ben si adatta ad un walkman o ad un discman, per ragioni sia ergonomiche (si adatta alla perfezione ai movimenti del pollice) sia elettroniche, in quanto agisce direttamente sul resistore; gestire lo stesso meccanismo via mouse è cosa ben più dolorosa…

lo slide di controllo richiama l’aspetto di un display a cristalli liquidi, e a prima vista non sembra essere un controllo, ma semplicemente un indicatore; così non è, e purtroppo questo nuovo slide si dimostra molto più impreciso della vecchia barra di scorrimento

i due pulsanti play e pause sono separati, anziché riuniti in un unico pulsante (come ad esempio nell’Apple CD Audio Player), sprecando in questo modo molto spazio che avrebbe potuto essere utilizzato in modi ben più funzionali

il controllo per il “cassetto” dei favorites si attiva sia tramite doppio clic che tramite trascinamento; sfortunatamente, un doppio clic lo fa aprire di quanto basta per vedere solo alcuni dei favorites, nascondendo alla vista gli altri; inoltre se la finestra si trova vicina al bordo inferiore dello schermo, e non vi è quindi spazio sufficiente per aprirsi, un doppio clic sul controllo sortisce come unico effetto un quack d’errore. Sfortunatamente queste sono limitazioni comprensibili nel nostro spazio fisico di tutti i giorni, mentre male si adattano allo spazio virtuale della scrivania di un computer

la piccola icona a forma di speaker ha alcune limitate, e poco visibili, funzioni di controllo volume: un clic azzera il volume; sarebbe logico supporre che un doppio clic lo riporti al livello di prima, ma così non è

la piccola icona Apple in basso a sinistra ha lo stesso aspetto dell’icona a forma di speaker, per cui è logico aspettarsi che abbia qualche funzione particolare; quest’icona ha invece funzioni solamente decorative, confondendo ulteriormente le idee all’utente

il pulsante con la “i” ( ), a destra, serve per mostrare informazioni sul filmato aperto; più del 99% dei filmati in mio possesso (e non sono pochi) recitano “no information available”; anche qui resta oscuro il motivo dell’esistenza di un controllo così inutile, che prima era accessibile tramite menu

il pulsante a forma di “bottone per camicia” ( ), inspiegabilmente, serve a far apparire una serie di controlli audio e video; questi controlli sono riuniti in uno spazio ristretto, e ad un utente meno esperto potrebbe sembrare che le frecce in alto siano i controlli degli indicatori in basso. La prima fila di frecce invece non ha nulla a che vedere con gli altri controlli sottostanti; in alto trovano posto i controlli Indietro e Avanti Veloce, Indietro e Avanti Lento, Inizio e Fine. La parte bassa di questo pannello contiene invece i controlli audio; i pulsanti contrassegnati da L ed R e + e - non sono semplici indicatori, come a prima vista potrebbe sembrare, ma controlli attivi che rispondono ad un clic del mouse

Ricordo perfettamente che appena fu resa pubblica la beta di QuickTime 4 andai a visitare una message board del sito Apple, creata per stabilire un contatto tra gli utenti ed Apple. Ebbene, questa message board era piena zeppa di messaggi di gente che chiedeva a gran voce il ritorno dell’interfaccia classica nel nuovo QuickTime Player. Il motto comune era follow your own giudelines, ovvero “seguite le vostre stesse direttive”.
Sfortunatamente non ho mai visto alcun messaggio da parte di Apple o da parte di qualcuno dei suoi sviluppatori che anche solo riconoscesse l’esistenza di una problematica del genere. Erano ovviamente direttive che venivano dall’alto…

Sherlock II
Con lo sviluppo di Sonata, una nuova applicazione è entrata nel purgatorio dell’interfaccia Metal: si tratta di Sherlock II, ultima incarnazione dell’ormai potentissimo search engine di Apple. Anche qui vale quanto già detto per QuickTime, con qualche aggiunta:

il pulsante che dovrebbe recitare “Search” o “Cerca” è ora tondo, e mostra l’icona di una lente d’ingrandimento, in stile molto reminiscente delle vecchie icone NeXT; questo pulsante non è evidenziato in nessun modo, e non è immediato pensare che esso possa essere attivato dal tasto return

nel passaggio da un tipo di ricerca ad un altro (diciamo da ricerca su disco a ricerca su internet) la finestra di Sherlock II cambia i suoi contenuti; la “novità” sta nel fatto che questo cambiamento avviene tramite una serie di piccole animazioni (campi che cambiano dimensione, parti della finestra che si sollevano…) che, lo dico sinceramente, mi fanno venire il mal di mare

Metal OS X?
È molto triste pensare a quante ore di lavoro ed a quanti talenti siano andati sprecati nello sviluppo di queste corbellerie…
Da alcuni mesi circolano voci che lasciano intendere che questa interfaccia Metal potrebbe essere un componente fondamentale di Mac OS X. Ma quanto fondamentale?
Sfortunatamente, la versione distribuita agli sviluppatori di Mac OS X è essenzialmente ancora uguale all’obsoleto Rhapsody, e manca un Finder che possa dare un’idea di quello che sarebbe logico aspettarsi dalla versione definitiva. Non posso far altro che augurarmi che queste “riforme dall’alto” cessino al più presto, o che tutt’al più diventino non già dei passaggi obbligati, ma facoltativi: sarebbe più sensato offrire all’utente una scelta, anziché imporgli dal nulla una nuova interfaccia ed una nuova user experience.
Sinceramente, l’idea di un Finder X tutto Metal mi spaventa e mi colma d’orrore più dello stesso famigerato Windows 2000…

 

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