Cè un Sogno antifascista, coraggioso comandante
partigiano, mitico eroe di Radio Londra, medaglia doro della
Resistenza. Glielhanno concesso anche gli avversari e, del
resto, come negarlo? Coraggioso fino al limite estremo dellincoscienza,
si cimentò anche in imprese impossibili, come la liberazione
di Ferruccio Parri a Milano. Unavventura che si sarebbe
certamente conclusa con luccisione di Sogno, se non fosse
stata tentata in un momento in cui i tedeschi, ormai in difficoltà,
erano pronti anche ad accettare e cercare scambi con gli Alleati.
Ma per capire il comandante della Franchi è necessario
uscire dalla scala di valori di quella cultura europea che si
è costruita sullasse fascismo-antifascismo. Sogno
è fascista? è antifascista? Ha poco senso porre
così la domanda. Su un altro asse egli si muove e compie
le sue scelte cruciali: lasse Occidente-Comunismo. Sogno
(come altri personaggi del suo contesto: lYves Guerin
Serac dellAginter Press, per esempio; o il Carlo
Fumagalli che come Sogno è stato insignito dagli Alleati
della Bronze Star, e poi negli anni Settanta ha costituito in
Valtellina leversivo Movimento Armato Rivoluzionario) è
innanzitutto un guerriero dellOccidente, un combattente
atlantico, un irriducibile nemico del Comunismo. Fascismo e antifascismo
non sono per Sogno scelte di civiltà, ma strumenti da usare
o da riporre, di volta in volta, a seconda delle convenienze storiche
contingenti. Così il giovane Sogno inaugura la sua avventurosa
vita combattendo come volontario a fianco di falangisti e fascisti,
nella guerra civile spagnola scatenata da Francisco Franco
contro la legittima Repubblica che era stata scelta dai cittadini
con il voto: senza Franco, la Spagna sarebbe uscita dal campo
occidentale e scivolata nel campo comunista sovietico, dunque
per Sogno era utile e anzi necessaria una forzatura armata, anche
contro la legittima volontà popolare che si era espressa
nelle urne. E così lultimo atto pubblico della vita
di Sogno sarà la sua candidatura nelle liste elettorali
degli ex fascisti di Alleanza Nazionale. Tra queste due esperienze,
la parentesi della Resistenza: ma non in nome dellantifascismo,
quanto invece della lealtà allOccidente, che aveva
deciso di sconfiggere la Germania dellantioccidentale Hitler.
Suoi punti di riferimento durante lesperienza partigiana
della Franchi sono la monarchia sabauda e, ancor più, gli
alti comandi alleati. Gli inglesi sono i suoi referenti immediati,
hanno sempre un messaggio speciale per lui nelle trasmissioni
di Radio Londra e privilegiano la sua formazione armata con numerosi
e ricchi lanci di armi e materiali. Quanto al fascismo, Sogno
non lo ha mai sentito come radicalmente diverso da sé.
Tanto da dichiarare, negli anni Settanta, che «il primo
squadrismo fascista del 19 e del 20 è degno
di encomio, in quanto fu capace di rintuzzare la tracotanza rossa».
Ma perfino il nazismo, alla fine, non lo inorridiva troppo, tanto
che nel 1999 Sogno si presentò a Torino al processo contro
Theo Saevecke, lufficiale tedesco responsabile delleccidio
dei martiri di piazzale Loreto a Milano e di tanti altri crimini
contro partigiani, civili, ebrei: Sogno fu testimone della difesa
di Saevecke, che poi per i suoi delitti fu condannato allergastolo.