Il plastico di Val Pambiana |
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di Andrea De Regis |
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Dalla stazione ombra di Pontelungo (in galleria) si giunge al borgo di
Pietramarina, centro di pesca e
traffico marinaro. Non manca la chiesa, il ristorante tipico (molto frequentato), lo scalo al porto ove
scaricano e caricano piccole navi e chiatte.
Dopo Pietramarina la linea elettrificata sale con un percorso scavato per la gran parte in galleria e dopo
aver attraversato anche campi coltivati e vigneti giunge a Bucchese, il primo dei paesi situati nella valle.
Sebbene le industrie conserviere assorbano molta mano d'opera, molti cittadini di Bucchese lavorano a
Pietramarina, sicchè c'è un discreto traffico pendolare ben sopportato dai treni della linea, puntuali e ad orari
coincidenti con le necessità degli utenti.
Da Bucchese la linea prima della guerra raggiungeva Pietrasecca
ma i danni dell'ultimo conflitto non hanno consentito la ripresa del traffico in
tale direzione. Bucchese è perciò divenuta stazione di testa dalla quale si
origina la linea che prosegue, salendo, lungo il corso del fiume che nei
millenni ha scavato quella che oggi è la Val Pambiana. La strada ferrata, non
elettrificata, sale per diversi kilometri, prima tra campi ridenti e vigneti,
poi ai fianchi di un'alta montagna (Monte Morello) fortificato nel tardo Medio
Evo con numerosi castelli di cui oggi rimangono le vestigia.
L'ardita linea ha necessità di opere d'arte di qualche importanza per giungere, nuovamente tra campi ridenti e ben coltivati, a
Pambiano. Tale località
ha subito nel secondo dopoguerra un importante sviluppo industriale con un mobilificio che richiede un discreto traffico
merci, ma ancor di più con le Officine Meccaniche Pambianesi che sviluppano un traffico merci pesante e costante, tanto da
richiedere lo stazionamento di una macchina da manovra.
Ma la località che genera il maggior traffico ferroviario merci della valle si trova ancora più in alto, a Monte Sant'Alberto,
sede delle più importanti industrie della zona: il Molino Cooperativo Pambianese e la Cartiera
Valpambiana. Il primo richiede
settimanalmente numerosi carri tramoggia carichi di grano mentre la seconda origina un notevole traffico di carri carichi di
legname in arrivo e carri chiusi per i prodotti cartacei in partenza.
Anche il traffico viaggiatori è andato aumentando negli ultimi anni di pari passo con l'aumento del numero delle maestranze
impiegate nelle industrie locali. A Monte Sant'Alberto si è dovuta perciò costruire una fermata per il migliore servizio di
questi viaggiatori. Per contro nei giorni festivi, quando gli impianti non lavorano, il traffico su quest'ultima parte della
linea è pressoché nullo.
Il plastico è stato presentato sulla rivista I Treni (Editrice Trasporti su Rotaie-Salò)
sul n° 44 (novembre 1984) e sul n° 196 (settembre 1998) ai quali si rimanda per ulteriori informazioni.
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