L'evoluzione del terziario
Il Terziario nel suo complesso è’ caratterizzato sia nei
settori tradizionali (Commercio, Turismo e Servizi) che nei settori ad alto
contenuto tecnologico (Terziario avanzato), da una apprezzabile espansione
dell’occupazione (salvo le crisi aziendali che si concentrano in alcuni settori)
che continua però a confermare la polverizzazione strutturale dei posti di
lavoro: in alcuni segmenti infatti si registrano medie sotto all’unita’ per
azienda (0.8), in riferimento al lavoro dipendente.
Tale
situazione strutturale fa si’ che le aree di sindacalizzazione e di tutela sono
limitate a porzioni minoritarie di lavoro dipendente, collocate nelle aziende
sostanzialmente al di sopra dei 35/15 dipendenti, che non sono assolutamente le
più numerose.
Con
particolare riferimento al Commercio, se è vero che negli ultimi anni
abbiamo assistito ad una corposa espansione della grande distribuzione, dove si
registrano dimensioni aziendali che consentono l’esercizio dei diritti
sindacali, per contro negli ultimissimi periodi sono nate decine di catene di hard-discount,
con dimensioni ridottissime, caratterizzate da ampie aree di frachising, da una
forte presenza del Part-Time e da margini ridottissimi che non consentono di
sviluppare in modo apprezzabile la contrattazione di 2° livello, se non a
livello territoriale.
Nel
Turismo, a parte i dipendenti occupati nelle Grandi Catene Alberghiere e
quelli dei settori della ristorazione autostradale, ristorazione veloce e
collettiva, prevale ancora la piccola dimensione aziendale, spesso a conduzione
familiare, come pure nel settore delle agenzie di viaggi.
Anche
nel terziario avanzato, dopo la realizzazione di alcune grandi
concentrazioni aziendali, si sta assistendo ad una continua ed iperbolica
creazione di micro-aziende che gestiscono singole particelle di processi
produttivi terziarizzati attraverso lo sviluppo tecnologico.
Lo
stesso fenomeno della terziarizzazione è presente per antonomasia nel settore
dei servizi.
Il
lavoro che cambia...... e nel terziario cambia ad una velocità incredibile:
l’innovazione tecnologica produce continuamente cambiamento e ciò che fino a
ieri poteva essere considerato un "pezzo di fantascienza", diventa
realtà e diventa diversa opportunità di occupazione, attraverso nuove formule,
come ad esempio il telelavoro. "Con
il lavoro a distanza il luogo preposto per lavorare è paradossalmente ovunque,
diventando un " non luogo ".
Il telelavoro, in un’epoca in cui la distanza
diventa un termine di minor importanza rispetto al passato, può pertanto essere
definita come una attività professionale svolta a distanza rispetto all’azienda
o alle aziende di riferimento, attraverso un uso predominante ma non esclusivo
di tecnologie telematiche-informatiche e rivolta alla produzione -
manipolazione di idee e di informazioni digitalizzabili."
Da
questo panorama si ricava una previsione: nel terziario il lavoro nei prossimi
anni probabilmente ci sarà, ma le forme dell’impiego, l’orario di lavoro, la
flessibilità delle prestazioni, il contenuto tecnologico e professionale
saranno totalmente diversi.
Il
compito principale del Sindacato è e resta quello della contrattazione, a
fianco alle azioni a sostegno della confederalità e della solidarietà, ma come
potrà il nostro sindacato sviluppare una azione incisiva per tutti i lavoratori
dei vari settori e con quali strumenti ci attrezzeremo per realizzare il
sindacato partecipativo in un ambito così parcellizzato?
Il
Sindacato partecipativo realizza la propria strategia contrattuale a partire
dal nuovo sistema di relazioni sindacali e dai livelli di confronto che
derivano dalla prassi contrattuale.
Mutano
i livelli contrattuali, cambiano le materie, inizia a delinearsi la
partecipazione dei lavoratori anche alle scelte produttive delle aziende,
attraverso la contrattazione di una parte del salario legata alle dinamiche
economiche e della gestione della organizzazione del lavoro.
E'improrogabile
la realizzazione - soprattutto nelle aziende di servizi - la realizzazione
dell'azionariato dei dipendenti, come espressione piu' avanzata della
partecipazione.
Nello
scenario di settore il Sindacato ha necessita’ di concreti strumenti per
svolgere la propria azione, oltre ai momenti contrattuali:
si individuano - per esempio - gli Enti
Bilaterali, frutto di una importante intuizione degli anni ‘80, che dovranno
essere sempre piu' strumenti per proiettare l'azione oltre il ruolo
tradizionale.
Nei settori del terziario,commercio, dei
servizi e del turismo esistono opportunità di sviluppo occupazionali - che sono
confermate dalle tendenze del mercato - ma non sono sfruttate fino in fondo
dall’iniziativa imprenditoriale e pubblica.
·
Una politica di sviluppo
del terziario reclama il superamento di carenze di politiche pubbliche (e
contraddizioni del mercato) che devono impegnarci a portare anche il sindacato
dove c’è il lavoro, quali che siano le forme individuali di rapporto di lavoro
subordinato, le sedi lavorative, le nuove professionalità;
·
la nostra iniziativa nel
terziario è "obbligata" dalla evoluzione dei servizi: se già
evidenziavamo qualche anno fa che su 20 milioni di occupati 12 erano dipendenti
e 8 autonomi; nel 1997 erano 10 e 10; e ora si parla di "sorpasso" da
parte del lavoro autonomo.
·
il processo di
terziarizzazione è continuato con l’avvento della società informatica, delle
conoscenze e dei "saperi";
·
le attività terziarie,
nonostante l’evoluzione tecnologica, rimangono quelle a più alta intensità di
lavoro e per questo confermiamo la nostra vocazione a candidarci come
"sindacato del terziario" .
I
lavoratori delle piccole aziende
- la difesa strenua dei diritti fondamentali
anche per gli addetti delle piccole aziende - che ha visto la Fisascat
all’avanguardia per molti anni - conserva tutta la sua validità specie a fronte
delle velleitarie tentazioni "riduzionistiche" sorte ai margini del
dibattito sui diritti dei lavoratori;
- è
inaccettabile proporre di diminuire le tutele per i meno protetti con la scusa
di favorire quelli più svantaggiati, nel tentativo di accattivarsi i ceti medi
e l’opinione pubblica disorientata;
Nel nostro Paese, accanto alle nuove forme
di lavoro che avanzano esistono ancora molti problemi irrisolti per i
lavoratori più deboli, per i lavoratori delle piccole aziende, del
"polverizzato" , di quei segmenti del lavoro nei quali ancora esiste
una larga fascia di lavoro nero, di lavoratori sottopagati, di aziende dove non
è possibile esercitare i diritti sindacali più elementari.
E’ la realtà più difficile da tutelare e
da avvicinare al Sindacato: il nostro dovere è però quello di tentare
"tutte le strade" per farlo.
P.R.