Conferenza Nazionale Turismo 2000

Intervento di Pierangelo Raineri

FISASCAT-CISL

 

Qualche giorno fa, assistendo a una trasmissione televisiva della RAI, sostanzialmente dedicata all’Enel, che ha dato il via ad un programma di illuminazione di Pompei, ho fatto alcune riflessioni.

Tutti noi sappiamo che storicamente il turismo nel mondo è nato a Pompei. Purtroppo abbiamo impiegato - consentitemi la battuta - 2013 anni per illuminarla. Questo è emblematico di ciò che si fa nel nostro Paese per il grande patrimonio artistico che abbiamo. In tutto il mondo questo patrimonio viene utilizzato, valorizzato in senso propulsivo per il turismo, nel nostro Paese purtroppo non sempre succede, ed è significativo di come l’approccio al sistema economico del turismo sta andando avanti in Italia.

Molti altri interventi hanno trattato in particolare della necessità che il turismo viva una fase di sviluppo concreta, anche al di là di come è andato avanti per anni nel nostro Paese. Per molti anni, purtroppo, da parte di non poche persone il settore del turismo è stato ritenuto di rendita parassitaria, per cui io credo che vadano superati alcuni schemi mentali e politici rispetto a questa materia.

Forse nei prossimi mesi molti si cimenteranno a inserire nei loro programmi ciò che s’intende per sviluppo del turismo; oggi abbiamo avuto anche l’opportunità di avere a questa Conferenza il Ministro francese del Turismo, che ha avuto parole di fratellanza per noi e ci ha invitati a forme di collaborazione. Io penso, però, che il Ministro del Turismo francese ci abbia voluto evitare qualche dispiacere, per esempio comparando la competitività del turismo francese alla nostra. Tutt’al più dovremmo avere la capacità di integrare i ragionamenti che facciamo.

Parlare di turismo significa parlare di sistema economico turistico, di sistema integrato di trasporti, significa analizzare, ad esempio, come in altri Paesi europei, quale la Francia, si sono operate scelte negli anni verso il trasporto aereo, dando efficienza agli aeroporti. È esemplare il caso di Nizza, che si è dotata di un aeroporto fortemente caratterizzato per la capacità turistica e che movimenta in un anno tanti utenti quasi quanto quelli della nostra compagnia di bandiera.

Il sistema ferroviario del nostro Paese è molto carente; non dimentichiamoci che in alcune zone, addirittura al confine Nord-Ovest, il collegamento avviene su un solo binario, con tutta una serie di problematiche che rendono meno competitivo il nostro sistema. Per non parlare, poi, dei costi del nostro sistema di vettori.

Sarebbero molti gli argomenti da analizzare, e certo non si possono esaurire in una Conferenza. Io mi auguro che da questa Conferenza si esca non come da un teatrino greco, in cui ognuno recita la sua parte, per cui magari l’imprenditoria chiede più flessibilità ed il sindacato fa il soggetto un po’ più retrò. Io su questo ruolo non sono d’accordo.

Secondo me, in occasioni come questa, ma in tutte le occasioni possibili, è necessario parlare delle problematiche di settore. Se vogliamo parlare di flessibilità, ad esempio, le organizzazioni sindacali credo non possano assumere un ruolo negativo. Certo, esse chiedono di trattare insieme alcuni argomenti, uno dei quali è la flessibilità; ma per flessibilità non si può intendere solo quella della mano d’opera, perché occorre anche parlare di flessibilità dell’impresa. Quando si parla fiscalità, occorre parlare della necessità di creare veri differenziali da settore a settore, per consentire lo sviluppo anche di settori in fieri, come quello del turismo, significa capire perché al Sud il turismo non si sviluppa, significa capire che probabilmente non è la stessa cosa realizzare un impianto turistico là dove gli acquedotti sono carenti e dove il sistema ferroviario è insufficiente, per cui anche il sistema fiscale deve essere differenziato per aree del Paese. Questo potrebbe essere un altro argomento da discutere, pur con tutte le difficoltà poste in questo senso dall’Unione Europea. Ma sarà uno dei temi da affrontare prossimamente, insieme a quello della competitività, legata al sistema formativo, che era l’argomento originario di questo panel.

Anche io mi sono permesso di debordare dal tema, così come hanno fatto altri relatori. Ritengo che su questo tema specifico dovremo sviluppare confronti concreti, perché non esiste competitività in campo turistico se non in funzione della capacità di offrire servizi efficienti. Il turismo è un settore di servizio, per cui va sviluppata al massimo la professionalità degli addetti.

Già altri colleghi hanno sottolineato l’importanza della bilateralità in questo senso; la consapevolezza di tale importanza deve essere acquisita anche dalle istituzioni. La discussione dell’argomento formazione non potrà essere disgiunta da quella sul mercato del lavoro, altrimenti si seguiterà con il vecchio sistema di andare avanti ognuno per proprio conto, portando avanti le proprie idee.

Io credo che nel sistema turistico vadano valorizzati gli strumenti. È emblematico quanto si è detto con riguardo all’ENIT, che è uno degli strumenti italiani di promozione. Ad esso sarà necessario dare un ruolo sempre più concreto e condiviso dalle parti, perché possa operare proficuamente nell’ambito del turismo.