Relazione di Claudio Bosio - Segretario Generale Fisascat Cisl Sanremo - Imperia:

Turismo: Realta' e Prospettive per il 2000

Il turismo, industria del tempo libero e del relax, è l’attività, secondo recenti studi, che nel prossimo decennio avrà un notevole sviluppo. I flussi passeranno da 621 milioni di persone ad oltre un miliardo (circa + il 75%), il fatturato crescerà dagli attuali 3.800 miliardi ad 8.100 miliardi (+115%).

Gli addetti diventeranno 432 milioni a fronte degli odierni 261 milioni (+ 65,5 %)[Fonte Il Sole 24 Ore]. I trend positivi di questo settore e le conseguenze sul mondo del lavoro confermano quanto asserito dal Parlamento Europeo nella seduta del 10/11/1993 dedicata a queste problematiche: " ogni volta che un turista spende una sterlina, una peseta o uno escudo l’industria a sua volta spende metà di detto importo per acquistare beni e servizi da altri settori e ogni posto di lavoro creato nel settore turistico ne genera un altro in un diverso settore".

L’Italia è il 4° paese per arrivi, presenze e fatturato dopo la Spagna, la Francia e gli USA, tuttavia al fine di evitare facili entusiasmi va evidenziato che la nostra penisola è di riflesso la Provincia di Imperia negli anni sta subendo una perdita costante che indica una tendenza negativa; le rendite di posizione, come esistevano fino ad alcuni anni fa e dalle quali tutti hanno tratto notevoli vantaggi, vanno progressivamente esaurendosi. Il fenomeno è generato da vari fattori: concorrenza elevata, attitudini più colte del turista, richiesta di servizi moderni, qualità dell’ambiente, vacanze personalizzate… .

Oggi si tende a frazionare in più periodi le ferie ed il tempo libero per soddisfare molteplici esigenze. Nel bacino del mediterraneo le fasce medie dei turisti sono attirate da Spagna, Turchia e Grecia, Paesi che hanno avviato una politica aggressiva al fine di conquistare il mercato. Mercato che vive già il processo di globalizzazione insieme a nuove tecnologie con la segmentazione e la flessibilità del prodotto ed una più stretta relazione fra qualità e prezzo. In termini finanziari il comparto produce il 7% del PIL (Italia) ed occupa un unmilioneottocentomila addetti sviluppando un fatturato di 23 mila miliardi. Possiamo dire che il turismo è passato dalla micro-economia spontanea alla macro-economia industriale.

In provincia ha avuto uno sviluppo diversificato da Diano a Ventimiglia in un contesto ambientale estremamente eterogeneo. Un tempo era turismo di elite prevalentemente invernale e anche di tipo elioterapico. Dopo un periodo di stasi è iniziata una lenta discesa che ha portato

alla chiusura di molti alberghi, si è passati da circa 600 strutture recettive nel ’90 alle 401 nel ’96. Abbiamo perso circa 200 strutture, 1/3 dell’offerta. Alberghi che, va detto con dispiacere, sono stati chiusi e abbandonati, lasciati alla speculazione edilizia e al rimpianto di quanto hanno rappresentato in termini di economia ed immagine.

Oggi si comprende che per rilanciare il comparto occorre applicare al turismo nuove e più articolare analisi economiche e adeguate strutture organizzative, concepire piani di sviluppo industriale e commerciale, fare sinergia fra i vari comparti produttivi (es. offerta alberghiera abbinata a quella commerciale, alle iniziative culturali, alle manifestazioni sportive…). Solo così si possono attirare e raggiungere i consumatori, qualificare il prodotto e determinare i flussi turistici. L’auspicio è quello di avere una classe imprenditoriale turistica che veda la propria impresa con un visione di prospettiva e non di guadagno immediato. Si tratta di creare, a tutti i livelli, una coscienza del turismo. Gli imprenditori per la loro parte, le maestranze per la loro professionalità, gli amministratori per la loro responsabilità.

Non critici ma razionali nel ritenere che una forte spinta di innovazione, qualificazione, ristrutturazione è necessaria alla nostra offerta turistica per realizzare questi obiettivi ed affrontare alla base gli aspetti che incidono negativamente sul turismo balneare e montano, nicchie di mercato ormai maturo. Occorre quindi acquisire nuove quote di mercato per collocare il nostro Paese al 1° posto nel mondo (penso al grande patrimonio archeologico italiano che potrebbe incentivare il turismo culturale e ambientale).

In Italia l’impresa turistica è stata per tradizione identificata con le strutture recettive e resta oggi uno dei punti nodali dell’offerta turistica italiana. Con la sua storia e le sue peculiarità essa gestisce un mercato limitato ed in grado di offrire servizi e prezzi contenuti. Oggi i grandi cambiamenti che stanno modificando il comparto evidenziano la fragilità di questa offerta, nel settore alberghiero per esempio su 34.549 imprese solo 77 sono a cinque stelle, 2.992 a quattro stelle, 11.466 a tre stelle, 10.945 a due stelle e 9.516 ad una stella. Tutto ciò evidenzia uno standard carente nei servizi, molto parcellizzato e quindi incapace di fare sistema. Contemporaneamente a livello mondiale si è avviato un forte processo tendente ad organizzare il turismo come una vera industria, basti pensare che la più grande catena, la Cedent Corp, ha 540 mila camere, e la Jolly Hotel, prima in Italia con 6.000 camere, nella classifica mondiale occupa la 84ª posizione. Si ipotizza, quindi, che in pochi anni l’applicazione delle tecnologie nel settore determineranno l’orientamento dei flussi turistici. Le imprese del comparto dovranno affrontare non pochi problemi nel futuro; occorre quindi fare un salto di qualità apportando i dovuti e necessari adeguamenti strutturali che la legge impone ma che, soprattutto, il mercato chiede.

In un mondo che cambia velocemente, insieme ai gusti e ai bisogni, si deve avviare un processo virtuoso che favorisca non solo innovazione ma anche associazionismo e costruzione di sistemi di impresa. L’imprenditore deve conoscere le sue ragioni d’essere ed il marketing settoriale, investendo nella gestione degli impianti e nel servizio, nella selezione e nel reclutamento del personale. Occorre non solo appropriarsi di strumenti e tecniche aziendali ma anche di maggiore formazione e addestramento del personale.

In un mercato in cui contano le grandi imprese e le disponibilità economiche, in un contesto nazionale che vede la rete alberghiera costituita, come abbiamo visto, da piccole unità occorre un impegno straordinario di tutti per competere con i grandi colossi turistici. Un ulteriore aspetto del problema è rappresentato dal fatto che molti operatori del settore non essendo proprietari degli immobili hanno difficoltà ad intervenire per apportare migliorie. Agire, quindi, sulla piccola e media struttura significa coinvolgere oltre gli operatori turistici i proprietari degli immobili con opere di restyling, adeguamento alle normative… impegni necessari per il buon funzionamento di questo segmento.

Per fare un salto di qualità la nostra provincia deve porsi degli obiettivi. A mio avviso i principali sono: la cura degli arenili, la viabilità, lo smaltimento dei rifiuti, l’utilizzo delle acque, la programmazione urbanistica, il piano delle coste, la portualità da diporto, la creazione di centri sportivi polivalenti che consentano di dare un servizio ad utenti di più comuni della costa e dell’entroterra. Realizzare e gestire queste opere in modo comprensoriale permette risparmi, sinergie, aumenti di utenti, soddisfazione dei cittadini e soprattutto possibilità di dare un servizio che diversamente non potrebbe essere dato.

I piani turistico commerciali devono prestare la stessa attenzione sia alle esigenze della costa che dell’entroterra, oggi assistiamo, a causa del sistema di distribuzione commerciale, alla penalizzazione di parte della popolazione. Purtroppo la Provincia di Imperia è carente di infrastrutture di vario genere (es. un palazzo per i Congressi in grado di ospitare un numero consistente di persone in occasioni di manifestazioni, meeting, convegni…).

Auspichiamo che l’agognato raddoppio ferroviario venga completato al più presto, non dimentichiamo che l’attuale linea ferroviaria è quella costruita 130 anni fa. L’aereoporto di Genova è lontano, non esistono ancora convenzioni con Nizza pertanto è eccessivamente cara, forse Albenga potrà in futuro rappresentare una soluzione. Siamo convinti che la Legge Quadro, in discussione al parlamento, vada a colmare un vuoto istituzionale, riconoscendo al comparto un ruolo strategico per la crescita culturale ed economica del Paese definendo al suo interno gli

 

 

 

 

 

strumenti atti a garantire uno sviluppo equilibrato che salvaguardi e valorizzi i patrimoni ambientali, dando le linee di indirizzo politiche alle regioni e ai comuni a vocazione turistica. La stessa dovrà, a nostro avviso, riconoscere il valore sociale delle attività ricreative, stimolare le politiche intersettoriali atte al miglioramento dell’offerta inserire il tutto in un processo di integrazione europea a tutela del turista.

Non vado oltre ma credo finalmente che occorre dare avvio ad interventi che consentano, a livello locale, di far decollare i bisogni coniugandoli con le nuove esigenze ed opportunità. Ribadisco tuttavia che le iniziative per risolvere i problemi del settore hanno bisogno di più attori (enti locali, imprenditori, associazioni).

Le Amministrazioni comunali devono attivare lo sportello unico per le imprese, per velocizzare i tempi di realizzazione delle opere e permettere che gli investimenti siano produttivi nel più breve tempo possibile.

Il momento storico che stiamo attraversando è estremamente delicato, l’Italia sarà uno degli undici paesi europei che dal 01/01/2002 avranno una moneta unica, compiendo da un lato un balzo in avanti di portata straordinaria e dall’altro avendo l’esigenza di mantenere l’allineamento dell’economia a quella degli altri paesi. Non vi sarà più il vantaggio della svalutazione monetaria. La competitività dei prodotti e dei servizi si giocherà su altri fattori: qualità dell’offerta, promozione, formazione del personale, interesse turistico …

L’ingresso nella nuova moneta sicuramente modificherà ulteriormente i mercati, varierà le convenienze soprattutto di quei paesi che per effetto di una forte convenienza economica sceglievano la nostra provincia in alternativa ad altre realtà. Mi riferisco, per esempio, alla vicina Costa Azzurra che ha da tempo una politica turistica a tutto campo. A mio avviso le politiche di indirizzo del territorio imperiese devono prevedere una reale integrazione con il Nizzardo, al fine di promuovere un prodotto alla borsa internazionale del turismo denominato Costa Azzurra - Riviera dei Fiori.

Ringrazio i partecipanti al convegno ai quali lascio doverosamente la parola. Mi auguro che queste mie riflessioni trovino la concretizzazione in organismo che chiamerei "Forum per il Turismo" della nostra Provincia. Un tavolo concertativo con vari soggetti: Imprese, Associazioni Sindacali dei lavoratori e dei datori di lavoro, A.P.T., Camera di Commercio, Provincia, Comuni e Comunità Montana. L’auspicio è di far diventare il turismo un volano per lo sviluppo e l’occupazione.

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