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Origini e storia

 


 

Fiumicino, l'antica Foce Micina, e' posta a cavallo del prolungamento verso il mare del canale fatto scavare dall'imperatore Traiano nell'anno 110 d.C. Attraverso i secoli l'abitato si e' spostato da una sponda all'altra del ramo artificiale del Tevere, secondo l'alternarsi delle vicende storiche e si e' pure spostato verso il lido del mare, man mano che questo si ritirava vinto dalla forza del fiume.Con la decadenza dell'impero di Roma, decadde anche lo splendore e l'importanza di Porto, il porto romano per antonomasia. Il grandioso porto di Claudio fini' completamente insabbiato, mentre quello di Traiano, il piu' sicuro rifugio per le navi che arrivavano a Roma, si trasformo' in un lago e la stessa fossa traiana divenne una successione di stagni paludosi, impedendo qualsiasi forma di navigazione. Dai documenti dell'epoca si e' potuto stabilire che la navigazione del Tevere, sul ramo portuense, era cessata del tutto intorno all'anno 1118. Prima i barbari, discesi alla conquista di Roma, e poi i pirati del Mediterraneo compirono numerose incursioni in Porto, rubando e distruggendo ogni testimonianza della passata grandezza ed uccidendo e deportando come schiavi i pochi abitanti del luogo. in due bolle papali, del primo agosto 1018 e del ventidue aprile 1050, rispettivamente, di Benedetto ottavo e di Leone nono, confermando le proprieta' ed i beni della Chiesa di Porto, vengono nominate, tra l'altro la Foce Micina e la localita' Pulverinula; un territorio sabbioso e deserto sulla riva destra della foce artificiale del Tevere. Il nome stesso, Pulverinula, designava le condizioni di un luogo in cui la forza del vento sollevava e spostava la sabbia della spiaggia formando e spostando in continuazione piccole dune tra i ginepri e la poca e bassa boscaglia che riusciva a crescere. Poche capanne di paglia erano sparse in Pulverinula e nella Isola Sacra e usate, per lo piu' in primavera ed in autunno da cacciatori e pescatori. Il territorio era esposto a qualsiasi assalto o prepotenza e la guarnigione armata, quando c'era, presso la Torre Boacciana non dava alcuna sicurezza. Pio secondo, imbarcatosi nel maggio del 1461 su una nave, presso l'Aventino, visito Ostia e Porto. Nei suoi Commentari il Papa ricorda che la chiesa di S. Ippolito era completamente abbandonata e la torre campanaria, senza campane, spiccava tra magnifici avanzi di marmi, di statue e di colonne che testimoniano il grandioso passato. anche il castello di Porto doveva essere ridotto assai male se il Vescovo dovette fare erigere delle tende per ospitare il Papa ed il suo seguito. Presso la Torre Boacciana si trovavano pochi soldati, originari della Dalmazia, per reprimere il contrabbando e per difendere il territorio dagli attacchi dei pirati. Accanto alla torre esisteva una locanda che serviva per i pochi viandanti che attraversavano il Tevere in barca e per fornire il vitto agli stessi soldati. Un secolo dopo le cose non erano cambiate di molto se Michele de Montaigne nel diario del suo viaggio in Italia, nel 1581, racconta la sua visita a Porto. Partito a cavallo dalla Porta Portuense, procedendo per una contrada ineguale giunse presso il Tevere in una grande pianura, lavorata a pascoli e preterie, dove si adagiavano le rovine di Porto. Il lago di Traiano  riceveva ben poca acqua dal Mar Tirreno e ancora meno quello di Claudio e le navi non vi entravano piu'. " La' (a Porto) passammo in barca in un piccolo ramo del Tevere ed entrammo nell'Isola Sacra, estesa circa una gran lega di Guascogna e piena di pascoli. Vi si trovano alcune rovine e colonne di marmo, come ce n'e' tante in quella localita' di Porto dove era l'antica citta' di Traiano; e il Papa ne faceva scavare ogni giorno per portarle a Roma". Traversata l' Isola c'ere ancora il Tevere da varcare e la barca presso la Torre Boacciana era cosi' piccola che poteva traghettare soltanto le persone e non i cavalli.

Nasce Fiumicino:

Gregorio tredicesimo, mentre era Vescovo di Porto il Cardinale Fulvio Corneo o della Corgna, venne nella determinazione di fare riscavare la fossa Traiana, dati i sempre bassi fondali e i venti di traversia che tormentavano la foce ostiense ed i pericolosi banchi di sabbia che ivi si formavano con estrema facilita'. Il lavoro venne affidato a Giovanni Fontana e furono condotti a buon punto, quando una straordinaria piena del Tevere, avvenuta nel 1958, insabbio', rovino' e distrusse quanto era stato faticosamente compiuto. Papa Paolo quinto, nel 1612, ordino' nuovamente di riprendere il lavoro di scavo, affidandolo ancora al Fontana e poi a Carlo Maderno che inizio' la costruzione di passonate di protezione lungo le sponde. In seguito numerosi editti e bandi vennero emessi per salvaguardare, proteggere e procurare il finanziamento per la manutenzione dell'opera. Nel volgere di pochi anni, la navigazione del Tevere passo' dalla foce ostiense a quella portuense e le navi, tirate da qualche dozzina di bufale espressamente adibite a questo servizio, poterono risalire di nuovo con i loro carichi fino a Ripa Grande a Roma. La guarnigione militare, la dogana e le autorita' del luogo si trasferirono dalla Torre Boacciana e da Ostia a Capo due Rami e poi, a seguito delle proteste dei naviganti, a Fiumicino, da dove venne stabilito che iniziasse il tiro delle bufale.

Le prime importanti costruzioni:

Nel 1662, Alessandro settimo fece costruire una nuova torre, in riva al mare, che , in suo onore, secondo l'uso, si chiamo' Torre Alessandrina. Torre ora incorporata nei fabbricati che successivamente vennero costruiti ai due lati, dalla Camera Apostolica e poi da alcuni privati cittadini. Per il comodo dei viandanti e dei marinai, nel 1787, il cardinale Ruffo fece erigere la Chiesa del SS. Crocefisso, sulla riva sinistra, nell'Isola Sacra. Intorno alla chiesa, la Reverenda Camera Apostolica fece poi costruire alcune case destinate agli ingegneri ed agli uomini assegnati alla conservazione delle passonate. Sulla stessa riva , alcuni anni prima, nel 1765, le famiglie Primoli e Giraud, avevano fatto costruire un palazzo di campagna, divenuto poi palazzo camerale. Nelle vicinanze si trova anche una torre, la cui origine e' incerta ma che alcuni studiosi fanno risalire all'epoca di Niccolo' quinto, nel 1450 e che meriterebbe senz'altro di essere meglio conservata e restaurata. Nel 1773, Clemente quattordicesimo faceva costruire la bella Torre Clementina, distrutta con la dinamite dall'esercito tedesco in ritirata nel 1944. In detta torre risiedeva il Castellano di Fiumicino che aveva cura dell'ingresso del porto canale, della sicurezza dei bastimenti e dell'adempimento delle leggi sanitarie. Sull'alto della torre, gia' nel 1852, era accesa una grossa lanterna che nella notte rischiarava ai naviganti il sovente malagevole ingresso al fiume. I disegni della torre sono custoditi presso l'archivio di Stato di Roma e numerose fotografie la mostrano in tutta la sua elegante imponenza. La torre venne costruita proprio sulla riva del mare, tanto che le cronache dell'epoca narrano che una violenta mareggiata distrusse le fondamenta, per cui dovettero rifarle nuovamente e sempre nello stesso punto. un dipinto della torre, con le onde del mare che battono contro le mura e' conservato nella sala del biliardo del palazzo pontificio di Castel Gandolfo. Il dipinto sull'abside della chiesa S Maria di Porto della Salute, fatto circa 70 anni dopo la costruzione della torre, la mostra invece gia' ad una certa distanza dal lido del mare. intorno al 1820, il Tesoriere Generale della Reverenda Camera Apostolica: mons. Belisario Cristaldi, poi cardinale, immagino' e promosse la costruzione di un nuovo borgo   a Fiumicino, tra la torre Alessandrina e la torre Clementina, lungo il fiume. Nell'anno 1823 ordino' la costruzione di una casa camerale al fianco destro della torre Alessandrina ed una nuova chiesa isolata al centro fra le due torri. a destra ed a sinistra della nuova chiesa vennero concessi i terreni ai privati per edificarvi delle case secondo il disegno dell'architetto camerale Fabbrizio Giorgi. Alla sinistra della torre Alessandrina , in linea obliqua, venne poi costruito un altro fabbricato fiancheggiante l'imbocco della nuova strada Portuense, aperta pure nel 1823,  che conduce, oggi come allora, in linea retta alla porta del Castello di Porto. Giovanni Battista Rasi, fiumicinese, Console Generale del Re di Sardegna  presso la Santa Sede, il 26 gennaio, scandagliando il fiume, per una delle sue solite proteste, scrive che il fondale del canale "incontro la nuova chiesa che si sta fabbricando" e' di soli 18 palmi.