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Sicurezza ed educazione

Equipaggio o ospiti?

Il piacere di avere una barca consiste, in buona parte, nel condividerla con gli amici

Nella maggior parte dei casi, tarallucci e vino, ma, se qualcosa va storto (avaria, improvviso cambiamento del tempo)... i nostri amici sono passeggeri o equipaggio? Devono ubbidire alle nostre decisioni o hanno voce in capitolo? Insomma, comanda la maggioranza o noi, che assumiamo sul campo lo status di comandante? Ma è possibile che per una gitarella si devono instaurare rapporti da Bounty (quello dell'ammutinamento)? E' dura da digerire e far digerire ma, in teoria, a parte le pene corporali, la responsabilità sarebbe sempre del comandante e le sue decisioni legge.

Davanti al malumore degli amici per la mia decisione di tornare, quella volta non me la sono sentita di impormi più di tanto. La spiaggia era bellissima e solitaria, l'acqua limpida.

Eravamo arrivati sul posto alle dieci. Con poco più di mezz'ora di navigazione su un mare assolutamente piatto avevamo traversato il braccio di mare che separava il campeggio dall'isola, doppiato il suo capo meridionale ed avevamo individuato quella bellissima baia sulla costa est dove ci eravamo accampati. Due gommoni, sei adulti e quattro bambini.

Avevamo lasciato un gommone e gli amici per fare qualche immersione. Verso l'una ci eravamo resi conto che il vento stava rinforzando parecchio ed eravamo tornati alla spiaggia.

Protetti com'erano dall'alta costa rocciosa, non volevano credere alle nostre previsioni di un ritorno "agitato". Lì c'era ancora la stessa calma della mattina. "Si sta tanto bene. Adesso mangiamo, poi, magari...". In fondo si trattava di brezza, solo un po' più forte del normale, data la giornata così calda. "OK. Noi ve l'abbiamo detto, ma, visto che volete così, si parte alle tre!"

Alla fine, fra imbarchi, chiacchere, etc., la compagnia fu pronta per le quattro. Mi raccomandai che tutti indossassero le cerate e pretesi anche che i bambini si mettessero i giubbetti. Credo che solo a quel punto (ma il vento si cominciava a sentire ormai anche lì) presero la cosa un po' più sul serio. Ogni dubbio scomparve quando doppiammo il capo: il vento fischiava ed il mare biancheggiava.

Che si fa: si va o si torna indietro? A quel punto ero io che dovevo prendere la decisione, che nessuno avrebbe contestato.

"Tenetevi forte e controllate i ragazzi, si va!" Un'ora e mezzo di Purgatorio, la situazione non era così tragicaHo assistito a delle vere e proprie conversioni, con rinuncia al peccato e promesse varie!. Certo, fossimo partiti un paio d'ore prima...

Gabriele Orsini ©