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Gommopolemiche: Cronaca: cattiva stampa e rischio furti

Migliore stampa

Da vecchio - ed acciaccato - motociclista, ho una certa cognizione di cosa significhi circolare su un mezzo guardato con sospetto

- Le signore anziane ti guardano con apprensione stringendosi al petto le borsette ed accelerano il passo.
- Durante le campagne tipo "ferragosto sicuro" vieni fermato dalle polizie - di stato, municipale, carabinieri - per controllo documenti tre volte consecutive in un giorno.
- Se vieni coinvolto in un incidente, la presunzione di colpa è la norma.
- Solo passando davanti al luogo di un incidente in cui è coinvolto un due ruote, vieni apostrofato in malo modo.
- Vieni redarguito da pedoni ed automobilisti pure se cadi da fermo sul ghiaccio.
- Vieni redarguito dal medico se vai a curarti, soprattutto se è stato investito da un motociclo mentre attraversava sulle strisce o se ha la guerra in casa col figlio che vuole il motorino.
- Torni a casa ed i servizi televisivi enumerano morti, feriti, costi sociali e mostrano infrazioni e manovre spericolate.

Le due ruote possono però difendersi abbastanza bene: si tratta di un'industria di rilievo, la cui penalizzazione porterebbe a serie ripercussioni occupazionali e, poi, nelle grandi città, è evidente che le due ruote contribuiscono non poco ad evitare la paralisi completa del traffico. Male necessario?
Meno santi in terra ed in paradiso può vantare il gommone, le cui industrie produttrici (italiane) non hanno grandi dimensioni ed il cui uso fondamentale è per diporto (NON per il trasporto di extra-comunitari o per lo scarico delle merci di contrabbando!), che ha sempre dato luogo a lamentele. Ergo: rischio più elevato di qualche ... discriminazione razziale.
Cosa possiamo fare per migliorare l'immagine pubblica del gommone e del gommonauta? La prima, ovvia, risposta è: mantenere un comportamento tale da non destare lamentele (soprattutto dei bagnanti: tanto per avere un'idea, dare un'occhiata a
libro aperto nel sito della Guardia Costiera). Purtroppo, anche se è essenziale che la categoria comprenda l'importanza di un comportamento corretto per la sua stessa sopravvivenza, sappiamo tutti che bastano poche "mele marce" per vanificare gli sforzi di tutti gli altri. Per contenere questo fenomeno non resta, purtroppo, che inventarsi un permesso di guida.
- Dico "
inventarsi" perchè non mi riferisco all'estensione generalizzata della patente nautica, ma a qualcosa di molto meno burocratico e più semplice: una specie di permesso che si possa ottenere senza esami ed accertamento di requisiti, magari semplicemente dichiarando di avere preso visione delle norme che regolano la navigazione da diporto e di impegnarsi al loro rispetto. Un permesso, dunque, da dare assolutamente a tutti, però "personale", che, in casi gravi, può essere sospeso o addirittura ritirato, nel qual caso ... Mi sembra una soluzione possibile, più efficace di qualunque minaccia penale o pecuniaria e che qualche effetto porterebbe sul comportamento delle mele marce, per il semplice fatto che, prima o poi, finirerebbero "fuori del cesto".
- Dico "
purtroppo" perchè vedo il rischio che una proposta del genere degeneri in una tassa, in una penalizzazione della nautica da diporto, che di ulteriori penalizzazioni non ha certo bisogno. Ma non è meglio che la proposta venga dai diportisti piuttosto che da altre parti, con intenti davvero punitivi?
Altri modi per migliorare l'immagine sono in mano ai club ed alle riviste di settore e mi sembra che facciano un buon lavoro. Soprattutto, è interessante l'iniziativa del
CVSM che, quando andrà a regime e potrà vantare casi concreti e numeri, dovrebbe essere adeguatamente valorizzata sui media di informazione generale, che dedicano alla nautica un po' più di attenzione rispetto al passato. E, perchè no, la Guardia Costiera Ausiliaria?

I comportamenti scorretti offrono ulteriori scuse a chi vuole impedirci di godere le bellezze del nostro mare. I consigli di Francesco Vittiello, estratti dal sito Arcipelago della Maddalena ed altri parchi.Consigli da un gommonauta