gommoni e gommonautiLa Turchia di Sonia e ClaudioResoconti gommonautici homepagehomepage

La Turchia di Sonia e Claudio:

1° viaggio

1° VIAGGIO

Caricati i gommoni (due Zodiac da 3.20 m, motore 15 cv) sul tetto delle automobili, riempite le valigie con magliette, calzoncini e crema solare, siamo partiti (Claudio, Sonia, Furio, Nives) col traghetto da Ancona in direzione Marmaris, cabina interna per 4 persone.

noi

Tre giorni e mezzo di viaggio in mare aperto senza scalo, una noia mortale. L'arrivo a Marmaris però è splendido, da non perdere. Quel che non è per niente splendido è lo sbarco, perché dovete sapere che esiste un paese dove la burocrazia è peggio di quella italiana e questo paese è la Turchia.
Dunque 4 ore sotto il sole a riempire moduli, pagare visti (5 dollari a testa), aspettare in fila, passare da un funzionario all'altro. Alla fine si esce dal porto e si va a cambiare. Appena sbarcati bisogna fare attenzione al traffico che è infernale. Non ho mai capito come riescano a fare tanto casino in una città così piccola. Ma è lo stesso dappertutto, l'argomento
"Il traffico e la guida in Turchia" meriterebbe un capitolo a parte. Alla fine, con i portafogli pieni di lire turche e fatto il pieno alle auto e ai serbatoi dei gommoni si va a cercare avventure in Datca. Ma in Datca dove?
La Datca è una penisola lunga e stretta a ovest di Marmaris (a Marmaris non ci siamo neanche sognati di restare, sembra Rimini a ferragosto...). Così, andando un po' a naso siamo capitati a Hisaronu, un piccolo villaggio situato alla radice della penisola (penisola Datca di qua e penisola Resadiye di là) e abbiamo trovato da dormire in un piccolo motel annesso ad un campeggio con la spiaggia a pochi metri.

datca, la spiaggia il 4 di agosto alle 10 di mattina

Ragazzi, è un paradiso! Lungo tutta la parte sinistra del golfo (lato Resadiye) ci sono baie e baiette da leccarsi i baffi. Ce n'è una che ha in mezzo a mo' di penisola una secca a pelo d'acqua dove ci siamo divertiti un sacco a fare pagliacciate.

Datca 2

Più avanti c'è la grande baia di Selimiye con un isolotto in mezzo e tante belle spiaggette.

Datca 1

Ci sono pure dei ristorantini dove riposare le stanche membra cotte dal sole e papparsi qualche specialità turca. Vicino a Hisaronu c'è pure una marina con benzina sul molo e meccanici, come abbiamo scoperto quando a Furio s'è guastato il motore. Meccanici sì, ma pezzi di ricambio no, si devono andare a prendere a Marmaris a prezzi esagerati.
Lungo la parte destra (lato Datca) la costa è più alta con insenature e baie. Purtroppo con i nostri piccoli gommoncini non abbiamo potuto visitare tutta la penisola, ma prossimamente cercheremo via terra una base più avanzata (cioè un villaggio, una pensioncina o qualcosa del genere) per proseguire le esplorazioni.
Nel golfo di Hisaronu ci sono delle isolette (Koca Adasi e Kameniye Adasi sono le più grandi) con delle rovine (da visitare, è facile arrivarci ma bisogna mettersi scarpe da ginnastica).

Datca 3

Dopo aver assaggiato la Datca siamo partiti verso Bodrum ed abbiamo scoperto che la cittadina è molto bella e piena (stracolma) di turisti. Rapida ritirata e posizionamento della nuova base in una pensioncina vicino a Guvercinlik, dove abbiamo ritrovato della gente del posto conosciuta nel giro di ispezione. Bella zona anche questa con isole e baie incantevoli, ma ormai il motore di Furio aveva deciso di scioperare ad oltranza. Così gli amici turchi ci hanno messo su una barca a motore e ci hanno fatto fare dei bei giri in mare. Abbiamo preso nota di tutto quello che vedevamo e
purtroppo ci siamo accorti che il golfo di Gulluk è troppo esposto per i nostri gommoncini e spesso il mare tira su delle onde che noi non potevamo affrontare con i nostri gusci di noce, faceva fatica perfino la barca degli amici che proprio piccola non era. Però qui ci ritorneremo di sicuro perché la gente è simpatica ed ormai siamo diventati amici.
Dopo qualche giorno di giri a sbafo abbiamo fatto le valigie (gli ospiti sono come i pesci no? dopo 3 giorni ....è meglio che vadano). Saluti, baci, abbracci, solenni promesse di ritornare l'anno prossimo, e via verso Kusadasi dove di lì a qualche giorno dovevamo reimbarcarci per tornare in Italia. Ormai un gommone era fuori uso e con l'altro in quattro avremmo potuto fare solo "put put" lungo qualche spiaggia, così abbiamo deciso di trovare da dormire non a Kusadasi (altra famosa località turistica e quindi piena di turisti) bensì nei paraggi, vicino al Millipark della Dilek Yarimadasi, e cioè in un paesino chiamato Guzelcamli. Millipark significa "parco nazionale". Per entrare si paga una cifra irrisoria, si può girare in auto, è stracolmo di magnifiche spiaggette e, siccome è anche parco marino, non ci si può andare in gommone. Per chi vuole riposare un po' non conosciamo niente di meglio.

Kusadasi 1 Kusadasi 2

Kusadasi è comunque una bella cittadina e merita una visita. Ha un bellissimo mercatino (la merce ha il cartellino del prezzo, non si contratta, se siete simpatici al commerciante vi fa lo sconto) e così ci abbiamo speso un'intera giornata a fare acquisti. Altra simpatica scoperta è stato il ristorante Cynar a metà strada fra Kusadasi e Guzelcamli.
All'apparenza sembrava un po' sgangherato e inalberava un'insegna che diceva "kuzu cevirme, kemerde pilic" (ma cosa avete capito? Significa "capretto allo spiedo, pollo arrosto") ma giuriamo su quello che ci è più caro che capretto e pollo erano semplicemente squisiti e anche meglio erano gli antipastini (mezeler). Un assortimento impressionante di mezer, che abbiamo ingurgitato (doppia razione) fino a scoppiare tanto erano buoni. Il nostro gradimento è stato così evidente che il cameriere ci ha portato un'ulteriore porzione di tutto quanto, offerta dalla Casa. Li abbiamo mangiati tutti
anche quelli....
Il giorno dopo ci siamo imbarcati per il ritorno e abbiamo cominciato, da subito, a progettare le ferie in Turchia per l'anno dopo.

Sonia e Claudio