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Le avventurose storie dell'Adventure Club di Foggia:

I pellicani della pace - Raid: Mattinata - Lissa - Mattinata

Solidarietà sulla cresta dell'onda: 6 equipaggi con 18 uomini dell'Adventure Club Foggia, portano il primo saluto dell'occidente. Una mano di solidarietà ed amicizia al popolo Croato di Lissa, la bella isola che ci auguriamo possa tornare presto, con l'intero paese, a vivere periodi di serenità e pace (Marcello Cavallo).

Sono anni che noi - compagni di 1000 avventure dell'ADVENTURE CLUB FOGGIA - scorazziamo con i nostri fedeli gommoni in lungo e largo il Mediterraneo, ma sicuramente è la prima volta che nell'affrontare un "Viaggio" siamo costretti nostro malgrado a valutare 2 tipi di bollettini: il bollettino nautico (con quello abbiamo più confidenza), ed il bollettino di Guerra. Si proprio di Guerra, poiché la meta di questo Raid primaverile è dall'altra parte dell'Adriatico in Croazia e precisamente all'Isola di Lissa (Vis). Lo affrontiamo volutamente in uno dei momenti più delicati della crisi dell'ex Jugoslavia, quando la follia umana rifiuta un piano di pace, quando scatta l'embargo totale da parte dell'ONU e quando in Adriatico si respira una pesante aria di guerra. Ambedue i bollettini non prospettano nulla di buono ma contiamo come al solito sul favore degli Dei del Mare. Qualche equipaggio desiste all'ultimo momento, ma a mezzanotte del 29 Aprile il porticciolo di Mattinata si veste a festa e le 6 imbarcazioni (5 gommoni ed 1 barca) con 18 uomini di equipaggio sono pronte ad affrontare questa ennesima Avventura... il 1° RAID DELLA PACE - ITALIA CROAZIA da Mattinata via Vieste a Lissa per circa 100 miglia di cui oltre 70 in altura.
Un nauseabondo odore di sugo in scatola viene fuori dal Camper di Mimmo, la notte è lunga ed uno spaghetto improvvisato accompagnato da un buon bicchiere di vino fa rompere ogni indugio, ma ci fa soprattutto rimpiangere l'assenza delle nostre compagne, questa volta a casa con un pò di invidia e le dita incrociate. Il mare evoca da sempre una miriade di significati; quello della pace e della concordia tra i popoli che abitano sulle opposte sponde è senz'altro uno dei più suggestivi. Soprattutto quando gli orrori e le vicissitudini di una cruenta guerra civile spingono gli uomini a cercare un messaggio di fratellanza e di non violenza al di là della distesa marina. Proprio interpretando queste esigenze - particolarmente sentite in questo momento dal popolo Croato - è nata l'idea di questo "Viaggio". All'alba del 30 Aprile si salpano le ancore, molta emozione ed un pizzico di tensione vengono immediatamente cancellate durante le prime miglia di navigazione costiera in un paesaggio a noi familiare e tanto amato "il Gargano". I tenui colori dell'alba lo rendono ancor di più affascinante ed è sempre una emozione sfiorare le sue coste. Siamo a Vieste in un batter d'occhio, il tempo di imbarcare l'ultimo uomo del gruppo, un caffè caldo, una fu-mante scorta di pizza appena uscita dal forno di Cosimino ed un saluto agli amici pescatori che ci fanno le solite mille raccomandazioni ed ecco le prue dei nostri gommoni puntate a 0 gradi.
Al largo di Vieste il Maestrale ci accarezza il fianco sinistro mentre a dritta il sole fa capolino tra qualche nuvola. Vista l'ora non si prospetta una traversata facile, si decide così di deviare su Pelagosa per guadagnare un ridosso in caso di peggioramento delle condizioni meteo-marine. A circa 20 miglia da Vieste avvistiamo dei delfini, la leggenda del mare vuole che portino fortuna ai naviganti, anche questa volta la leggenda non viene sfatata e quando Pelagosa ci appare innanzi, il mare si bonaccia. Incrociamo una nave passeggeri e nient'altro, nessun peschereccio d'altura, nessuna petroliera, nessun cargo… strano davvero !
Lasciamo Pelagosa a dritta senza fermarci, il mare olio ed una leggera foschia rendono il paesaggio surreale, ogni tanto l'invisibile rombo di un aereo suscita in noi curiosità e ci pone domande che non hanno risposte. Siamo preoccupati di incrociare unità militari, abbiamo imparato la procedura del caso, sappiamo comunque che la cosa ci procurerà non poco imbarazzo. Navighiamo da circa 4 ore, il Loran ci indica 30 minuti per il way-point, quando si intuisce sulla nostra prua il contorno di Líssa. Incontriamo i primi pescatori Croati che con fierezza mostrano il bottino di una notte di pesca, dentici enormi, cernie e tante aragoste. L'eccitazione è alle stelle, una notte in bianco e 5 ore di navigazione appartengono ormai al passato remoto, non vediamo l'ora di fare qualche immersione, ma Lissa Radio ci riporta alla realtà e comunica che siamo attesi in porto. Ci vengono incontro una motovedetta della Policija e alcune barche di Líssani; con loro entriamo, nell'insenatura di Vis. Grande come un lago, protetta da tutti i venti, profumata di lavanda ed anice, è un vero e proprio porto naturale. Ma ciò che ci meraviglia maggiormente è l'inaspettata e calorosissíma accoglienza del Sindaco, la signora Katika Dilk. Ci siamo avvicinati all'isola con qualche perplessità, ma subito i nostri dubbi vengono fugati. Persino i bambini festeggiano il nostro arrivo riempiendo di fiori appena raccolti i gommoni. Siamo trattati egregiamente. Per il nostro soggiorno ci mettono a disposizione il moderno albergo Lissa. E' difficile pensare che a poco più di 50 chilometri, infuri ancora una guerra tremenda, che pare così lontana dall'epilogo. Ma la guerra non ha mai lambito direttamente l'isola.
Fino a due anni fa l'intero territorio era militarizzato e quindi off-limits al turismo. Gli abitanti hanno dato alle attività belliche un modesto ma significativo contributo, limitandosi a fornire aiuti e viveri alle martoriate città di Dubrovnik e Spalato durante il tremendo assedio delle milizie federali. L'isola è un luogo pacifico e tranquillo, nel quale è possibile soggiornare senza alcun pericolo, gustando le bellezze ancora intatte della natura. La nostra permanenza ne è certamente una testimonianza diretta. I Lissani sono gente orgogliosa, non cercano aiuti, ma solo fiducia e amicizia, e nell'animo di tutti loro c'è una gran voglia di tornare a vivere per costruire la neonata democrazia. All'inizio non riusciamo a capire, ci sentiamo spaesati, "eroi di niente", ma dopo quattro giorni capiamo di essere per loro una finestra sul futuro... "Le prime rondini della primavera di Lissa", come ci ha definiti un quotidiano di Zagabria.


L'isola è più estrema dell'arcipelago Dalmata, caratterizzata da una costa frastagliata piena di grotte marine, spiagge e palmeti che la rendono una perla rara dell'Adriatico.
Al suo interno, i famosi vigneti dove si producono grappa e vini d'eccezione come il "plavac" e il "vugava", famosi in tutto il mondo. La cittadina di Vis - reggia del mitico re Egeo - è il luogo più antico dell'isola, ricca di palme, carrubi e aranci, con le case dalla tipica architettura veneziana adagiate attorno al porto. In mezzo alla grande baia, la penisola di Prirovo con un monastero e con le tracce di un' antico teatro.
Nella parte Sud-Ovest di Vis, riposa un'altra perla, Komiza. Si tratta di un antico borgo medioevale a soli 10 km. da Vis, abitato da pescatori e facilmente raggiungibile con una strada panoramica, oppure costeggiando via mare l'isola per circa 15 miglia. Di fronte al pittoresco villaggio di Komiza, si trova l'isola di Bisevo, abitata da poche famiglie di pescatori, è rinomata per la famosa "Modra Spilja" (la grotta blu), frequentata, pare, da alcuni esemplari di foca monaca.


La navigazione attorno all'isola è resa ancor più affascinante oltre che dalle bellezze naturali anche dagli incontri che può riservare; nei pochi giorni di permanenza abbiamo avvistato alcune tartarughe, un branco di delfini e la sagoma inconfondibile di un pesce spada, per nulla preoccupato della nostra "rumorosa" presenza. I giorni di Lissa trascorrono velocemente; il cerimoniale prevede una gara di pesca subacquea in occasione del gemellaggio tra l'Adventure Club Foggia e il Club Subacqueo Lissano. Si gareggia a coppie, non gli uni contro gli altri ma insieme: un Italiano e un Croato.
Il campo gara è una secca a sud-est di Vis. In tre ore le 8 coppie in gara mettono a paiolo oltre 40 chili di prede valide (peso minimo 500 gr. e 5 kg. per le cernie) quasi tutti saraghi, corvine e scorfani, oltre a polipi, murene, granseole e una razza di oltre 30 kg. Una memorabile grigliata ed una zuppa di pesce indimenticabile bagnata da "plavac" e grappa isolana rende ancor più splendida la notte croata. Il tempo trascorre velocemente e l'ultima sera durante il "pranzo ufficiale" veniamo tutti premiati, è presente la Tv nazionale Croata e tutte le autorità civili e militari dell'Isola. Consegniamo le targhe del nostro Club e distribuiamo ai presenti le magliette del Raid ricordo di questi giorni, inoltre regaliamo a tutti le Colombe Pasquali (un po' malconce a dire il vero), spiegando che in Italia sono simbolo di pace e fratellanza. Una nuova alba - questa volta con un po' di tristezza - ci vede pronti per il rientro in Italia. In banchina ci sono tutti, un ultimo chiassoso giro della baia ed eccoci ormai proiettati sulla via del ritorno. Una tappa "clandestina" a Pelagosa per una furtiva pescata quando, nel tardo pomeriggio, l'imperiosa sagoma del faro di Vieste si staglia all'orizzonte e pone fine all'avventura.
Non c'è rammarico in noi, torneremo presto, siamo consapevoli di portare in noi il segreto di un paradiso vicino, abbiamo quasi paura di svelarlo ma siamo certi che quanti come noi amano il mare e vorranno ripercorrere questa rotta lo facciano con la stessa nostra discrezione, quasi in punta di piedi ' nel pieno rispetto dell'ambiente e delle diversità che un muro invisibile, ormai abbattuto, celava dall'altra parte dell'Adriatico.