gommoni e gommonautiResoconti gommonautici homepagehomepage

Con Gianni a Giannutri

Rivedendo una vecchia cassetta...

Col vecchio videoregistratore la cassetta si era inceppata ed il nastro si era masticato un po'. Temevo che ormai fosse inservibile ma, col nuovo, ci ho provato lo stesso.

E' andata abbastanza bene. La qualità non era eccelsa e c'era ovviamente un pezzo invedibile ma quello che mi interessava era poter rivivere il ricordo. Risale, infatti, ad una quindicina d'anni fa ed è la documentazione di un'uscita di test dei lavori fatti, gentile omaggio di Gianni, allora precursone della videocamera.

Meta: Giannutri.

Come accadeva in quasi tutte le "uscite di prova" di sabato, Flora era impegnata con la scuola ed avevo formato l'equipaggio con mia sorella Laura, da sempre curiosa di capire il motivo della mia passione gommonautica, e con l'amico Gianni.

Meglio così, perchè i bagagli di Gianni quel giorno superarono ogni aspettativa: al normale corredo di asciugamani e filri a protezione delle scottature solari si aggiunsero borsa della telecamera e quella della radio amatoriale portatile.

Quando ancora si poteva fare

Rispettando l'orario antelucano che ci eravamo imposti per la partenza. prima delle 9 uscivamo dall'Aurelia diretti verso Porto Ercole. L'inaspettata coda ad Orbetello ci costò un'ora ma riuscimmo comunque a varare il mezzo ad un'ora accettabile dallo scivolo, al centro del paese, che presto sarebbe stato praticamente inagibile (Porto Ercole).

Con un coraggio oggi da non imitare, dopo aver parcheggiato la vettura correttamente, abbandonai il carrello sulla spiaggetta accanto allo scivolo, in compagnia con vari altri, e partimmo. La stagione era appena agli inizi ma di barche ce n'erano parecchie e si stavano tutte muovendo. Ci scappò pure l'incontro con la nave scuola Palinuro. Giornata splendida, visibilità buona (Giannutri ben visibile), traversata veloce.

Si diceva che a Giannutri ci fosse l'acqua più pulita del Tirreno e verificammo il vero dell'asserto. Devo però ammettere che la cosa che mi impressionò di più fu il moletto, con delle colonne a far da bitta che sembrano proprio romane! Notizie raccolte prima della partenza: circa 260 ettari, praticamente disabitataBeh, si fa per dire: d'estate varie costruzioni, più o meno nascoste nella macchia, sono piuttosto abitate..., con le rovine della villa dei Domizi Enobarbi (I-II secolo D.C:).

D'obbligo il giro dell'isola: anche se piccola, grazie alla sua forma a spicchio di luna, il suo perimetro è notevole e ci sono molte calette, spesso formate dalla caduta del tetto delle grotte. Non ci sono praticamente spiagge, salvo a Cala dello Spalmatoio e a Cala Maestra.
Evidentemente un paradiso per le immersioni. Gianni ci raccontò la storia di un aereo che era precipitato lì negli anni Cinquanta e tentammo di indivuare il punto. Con quell'acqua cristallina sicuramente lo avremmo visto sul fondo ma le sue informazioni erano troppo vaghe.
Nonostante che la temperatura dell'acqua non fosse il massimo dell'invitante, ci scapparono vari tuffi in acqua. Ma il tempo perso nel traffico d Orbetello ci costrinse ad accelerare il periplo, anche perchè volevamo fare una scappata a terra.

La discesa a terra ci portò qualche sorpresa: non immaginavamo ci fossero tante case! Altro che disabitata... Gianni, come al solito informatissimo, ci racconta dei casotti buttati con l'elicottero al Giglio. Ma quelle che vediamo sono case, belle villette, anche se abbastanza nascoste. Onore ai fortunati che ci hanno pensato per tempo. Chissà come se la cavano ora col parco? Probabilmente meglio di prima. L'interdizione vale per gli ... altri.
La seconda sorpresa il prezzo di un panino e di una bibita per un tardo, frugale, pasto nell'unico posto di ristoro.
L'ultima, stavolta piacevole, fu la possibilità di visitare la villa romana.

Ritorno con mare appena mosso, arrivo in garage in serata, stanchi e un po' scottati dal primo sole.