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Esperienze istruttive

Per i "bischeri" un c'è Paradiso

Da Silvia e Paolo l'esperienza della prima uscita

La prima uscita con il nostro nuovo battello. Pensateci…… come vi sentireste? Entusiasmo alle stelle, tutto provato e riprovato mille e mille volte, finalmente il rumore dell'acqua sotto la carena ed il brontolio tranquillizzante del motore al primo giro di chiave. Quel "mozzo di Nelson" non era nessuno nel momento in cui stavamo uscendo dal porto e ancor meno valeva nel momento in cui la planata ci ha consentito, per la prima volta, di viaggiare in assoluta tranquillità a 30 nodi di crociera.
Tutto funziona perfettamente, tutto come lo avevamo immaginato per un inverno intero. Battello e motore sono ben proporzionati, la potenza non manca (abbiamo toccato i 43 nodi!!!!!), i pesi sono ben equilibrati, niente schizzi a bordo, niente cavitazione, gli strumenti funzionano perfettamente, insomma, un sogno, un sogno realizzato. Ma la sfortuna (o la stupidaggine) erano in agguato.

Forti delle stupende e soprattutto rassicuranti sensazioni che il battello riusciva a trasmetterci, decidiamo di raggiungere l'isola d'Elba. Meno di 30 minuti di navigazione!! Dio, siamo a bordo di un missile!! Attracchiamo nel porticciolo di Rio Marina e decidiamo di festeggiare il varo in un ristorantino sul porto (il gommone è a vista). Complice qualche bicchiere di troppo decidiamo di rimanere in paese e di dormire a bordo. Naturalmente, marinai fino in fondo, ascoltiamo il meteo sul VHF e scopriamo che il vento girerà da Maestrale a Scirocco, previsti 3 nodi di vento da sud, sereno o poco nuvoloso, mare poco mosso. Stanotte proveremo anche questa. Ma…….mai fidarsi troppo del meteo.

Durante la notte lo Scirocco sale fino a 20 nodi e le previsioni danno mare molto mosso. Il forte vento ci costringe a cambiare attracco, fino a che troviamo riparo dietro ad un frangiflutti privato. Ascoltiamo di nuovo il meteo e le notizie sono tutt'altro che buone.

Poco dopo l'alba (come nei migliori romanzi di avventura), dopo aver smontato la tenda notte, decidiamo di tentare una sortita: il mare è veramente grosso ma, nonostante il vento che rinforza, l'onda rimane lunga e non frange, si può fare, non ci sono rischi. Dopo aver percorso poche miglia ci prendiamo gusto, sembra di essere sulle montagne russe dove salite e discese si inseguono una dietro l'altra. Il nostro BAT cavalca le onde come non avevamo nemmeno sperato e anche se la prua spesso "precipita" nel cavo delle onde, a volte "troppo profondo", ci divertiamo da matti. Anzi, per essere sincero fino in fondo, mi diverto da matti, perché Silvia, a causa dello sbattimento, approfitta per darmi un completo promemoria di tutto ciò che aveva trangugiato la sera precedente.
Nonostante tutto, l'entusiasmo era a mille e mi vedevo già all'ingresso in porto, accolto da una folla spaventata solo all'idea di uscire con questo mare, magari con qualcuno che applaude per la perfetta manovra di ingresso nel canale della fiumara del Puntone di Scarlino, forse dei fiori e sicuramente il mio nome scritto nella storia accanto a quello del mitico Straulino. Ma la realtà è stata ben diversa.

Poco dopo aver doppiato l'isolotto di Cerboli, senza chiedere nemmeno se il momento era quello giusto, il motore si spenge. Non solo, ma quello stupido motore non da nessun segno di vita quando provo a girare la chiave dell'accensione. Con il mare al traverso l'onda ci prende sulla murata e ci trascina per molti metri in attesa dell'onda successiva. Mi precipito nel gavone dove tengo quell'ancora galleggiante (mi ero sempre chiesto se avevo buttato dei soldi acquistandola) e la filo di prua, ottenendo il rassicurante risultato di mettere la prua al mare. Cerco di ostentare una calma che non ho per non impressionare Silvia (che nel frattempo approfitta della forzata sosta per un altro promemoria) e mi attacco al VHF. Mi rendo conto di dire una sciocchezza, ma sembra impossibile che in quella situazione qualcuno risponda, ti sembra più probabile non sentire ne suoni ne rumori o, al massimo, qualcuno che ti dice, in tono secco: "…….ti ci sei messo da solo in questa situazione……….. arrangiati!!!". Ma non è andata così. Dal VHF è uscita miracolosamente la voce di un uomo della CdP di Piombino. Dio mio, ma allora non servono soltanto per farci degli odiosi verbali (meditate Gente, meditate).

Tempo pochi minuti ben due (dico due) Calafuria degli ormeggiatori del porto di Piombino erano da noi (la barca della C.d.P. era in avaria). Siamo stati rimorchiati in porto dove, al posto della folla inneggiante, abbiamo trovato un Ufficiale della CdP ad aspettarci. Questo Signore, assicuratosi che stavamo bene, ci ha controllato anche i p….. del c…… Mi perdonerete la volgarità ma credo che nessuna espressione renda meglio l'idea. Tra le altre cose ha voluto verificare anche la quantità di benzina che avevamo a bordo perché, nel caso fossimo rimasti senza, io, come Comandante, sarei incorso in un reato penale. E' andata bene, tutto ok.

Il guasto consisteva in una banalissima, stupida, insignificante mollettina della pompa della benzina che aveva deciso di prepensionarsi prima del dovuto. Ma la strizza (a Firenze definiamo così quella cosa che ti prende lo stomaco e ti fa fare i "promemoria" di Silvia) aveva fatto il resto e al momento del tentativo di riaccensione del motore, questo non dava cenni di vita perché………………… ovviamente, si era spento con la marcia ingranata, condizione nella quale non arriva tensione alla chiave di accensione.

Morale…….. pensateci Voi, traete le conclusioni che ritenete più opportune, noi a Firenze diciamo:
"Per i bischeri un c'è Paradiso".

Silvia & Paolo ©