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Fuoribordo: le mie indecisioni

Attaccamento maniacale ai 2 tempi

Considerazioni generiche (di massima semplificazione) sui diversi tipi di motore a combustione interna ed i loro campi tipici di applicazione

Lungi dal voler entrare in considerazioni strettamente tecniche o, peggio ancora, termodinamiche, solo qualche riflessione su tre tipi di motore a combustione interna che vediamo ed usiamo quotidianamente per tante applicazioni.

I tipi sono ovviamente: i 2 tempi ed i 4 tempi a benzina ed il diesel. I loro campi di applicazione sono generalmente abbastanza "sedimentati" nel mercato e solo per alcuni periodi di tempo si assiste ad una reale concorrenza, con sovrapposizione di offerte per uno stesso utilizzo. Poi, la concorrenza rimane solo nelle zone di confine, che a loro volta possono evolvere; è il caso dei diesel automobilistici che hanno via via eroso il dominio dei 4 tempi a benzina a seguito di cambiamenti di esigenze degli utenti, dell'impiego dei turbocompressori e di altri miglioramenti tecnologici, quello dei 4 tempi che hanno eroso spazio ai 2 tempi anche nelle cilindrate minori (nelle più alte sono sempre stati predominanti) in campo motociclistico, etc.. Questi spostamenti avvengono solo in zone di marginalità e/o a seguito di decisioni "forti" (per esempio in relazione ad esigenze ambientali) del mercato o della normativa. In fondo, da bravi consumatori, non possiamo fare altro che acquistare quanto il mercato propone e, nelle zone di sovrapposizione, scegliere secondo il nostro carattere. C'è chi si fida di una marca, chi ama le novità. chi è legato al passato, chi è fortemente condizionato dal prezzo d'acquisto, ...

Niente di nuovo sotto il sole. Quindi, le riflessioni sopra riportate sono assolutamente banali. Meno banale può essere soffermarsi un attimo a ragionare sulla "densità energetica" dei motori (i rapporti peso/potenza) e la diversa importanza di questa nelle diverse applicazioni. Per farla breve e non ricadere in un lungo discorso forse pleonastico: bisogna riflettere su quanto un motore "costa" in termini di peso rispetto ad una certa applicazione (quanto incide il peso del motore su un TIR, su una vettura, su una moto, etc.).

Al volo: su una barca planante che pesa in tutto duecentocinquanta chili, passare sessanta ad ottanta chili di motore, come ne fa cambiare il comportamento? Una prima risposta potrebbe essere: se proprio serve, aumenteremo un po' la potenza di questo motore più pesante ed otterremo più o meno gli stessi risultati. Entro certi limiti, la risposta è valida, oltre, no. Problema risolto, allora: basta conoscere questi limiti entro cui la differenza di peso è ininfluente o è facilmente compensabile: 10-20-30%?

Vediamola in positivo: la vita è bella perché riserva sempre qualche sorpresa. Con le barche la vita è bella. Le variabili in gioco sono talmente tante che neppure Siro o Calpurnia, con le loro sfere di cristallo sapranno darvi un valore generale. Non occorrono particolari doti di preveggenza per capire, invece, che lo stesso cambio di motore su un gozzo dislocante non creerà problemi allo stesso livello!

Conclusioni (se ce ne possono essere)?

Forse è meglio riflettere sul titolo della pagina.

Quando ancora i costruttori di fuoribordo cercavano di difendere il fuoribordo 2 tempi dalle incalzanti spinte a metterlo fuori legge per motivi ambientali, molti hanno pensato malignamente che il loro principale motivo fosse la scarsa voglia di fare nuovi investimenti per produrre nuovi motori più complessi. A pensar male di solito ci si indovina ma stavolta vediamoci anche altri motivi. In alcune barche, il passaggio ad un motore più pesante, per esempio del 30%, non è indolore. La sollecitudine con cui i maggiori costruttori di fuoribordo hanno accolto proposte molto innovative e complesse, tra l'altro non ancora rodate dall'industria automobilistica, che rendono i due tempi "compatibili" con l'ambiente, ci dimostra che i parametri in gioco sono un po' di più di quelli che normalmente consideriamo quando esprimiamo giudizi...

Temo che, a livello pratico, il messaggio che vorrei dare non sia così chiaro. Prego perciò tutti gli amici di visitare le altre pagine, sperando che dalla lettura traggano spunti e criteri da applicare a scelte reali. Al solito, ogni commento, osservazione, critica, ben venga!

Gabriele Orsini ©