gommoni e gommonautiHonolulu arrivo!Homepage riflessioni ed esperienze gommonautichehomepage

Honolulu arrivo!

Consigli, avvertenze e modalità d'uso per gli scivoli e le operazioni di varo ed alaggio

Lo scivolo "buono"

Quale è il significato di aggettivi come agibile, comodo, facile applicati ad uno scivolo? Ovvio che molto dipende da cosa si vuole varare ed alare e con che cosa. Trovare scivoli "naturali" su fiumi, laghi, o (ma è più raro) sul mare, non è poi difficile quando si ha a che fare con un battello sui due-trecento chili, tutto compreso, il fondo è consistente e si è in due-tre piuttosto robusti. Ma ormai, con la maggior parte dei semirigidi, abbiamo a che fare con cinquecento, mille ed anche più chili. A questo punto, fondo, pendenza, larghezza, spazi di manovra diventano importanti, come è importante la vettura trainante. Se infatti, rispettando il Codice della Strada, non vi sono problemi su strada, le cose cambiano quando si deve partire da fermi su una salita ripida e scivolosa e con un un carico del genere appeso dietro. Aiutano, ma non sempre bastano, una-due persone sedute sul cofano anteriore (con una trazione anteriore). Non è un problema di potenza (o meglio di coppia) ma di aderenza = attrito. Un grosso fuoristrada diesel con le quattro ruote motrici è la ricetta migliore.

Dunque, uno scivolo "buono" è uno fatto a regola d'arte, con la giusta pendenza, non esagerata per ovvi motivi, ma neppure troppo bassa, altrimenti il gommone, invece di entrare in acqua, si appoggia sul fondo di cemento oppure si devono tenere in acqua le ruote del carrello, addirittura oltre il limite dei cerchioni. Praticamente in tutti gli scivoli, si determina, col tempo, un "gradino" dove finisce la gettata di cemento: per le operazioni di alaggio e varo non deve mai essere necessario superarlo con le ruote del carrello. Anzi, è il caso di non avvicinarsi mai troppo al gradino: l'erosione sotto la gettata può creare una mensola, ben poco resistente.

Se per la costruzione comincia a succedere che si seguono delle regole di buona pratica, quasi mai ci si preoccupa della manutenzione e, nella parte sempre immersa, il fondo è coperto di alghe. Il problema della scivolosità si estende anche alla zona di "battigia". Per i vari e gli alaggi questo significa che non si può proprio contare sul freno a mano del carrello, l'importante è però che si possa contare sulla tenuta delle ruote della vettura. Di qui, il consiglio pressante, di mettere "zeppe" dietro le ruote. Di solito, chi segue questa regola, si procura sul posto qualcosa. E', forse, quello che ha fatto l'amico che ci ha scritto:

E qui sono arrivati i problemi ! Infatti al momento dell'alaggio tutte e 4 le ruote della macchina, causa bassa marea, erano in zona precedentemente lambita dall'acqua e manco a dirlo a metà gommone alato l'auto, con tutti i suoi 22 qli è partita in direzione mare con tutte le ruote bloccate e con tanto di "tappo" che io metto sempre per abitudine........ Momenti che ti fanno dire "mamma svegliami da questo INCUBO!!!!! ". Consuntivo dei danni: ruote (4) del carrello completamente sommerse (no comment), auto che, indietreggiando con la porta aperta, la stessa è andata ad urtare contro i margini di cemento dello scivolo con ovvio accartocciamento !! Mi sento molto PIVELLO anche se in effetti era difficile prevedere uno scivolamento del genere con la macchina così bloccata. Se ne impara sempre una di nuova !!

A corollario dell'esperienza descritta, aggiungo che l'amico è un abituè dello scivolo incriminato, non è un pivello e che stiamo parlando di un grosso fuoristrada, che pesa il doppio del gommone! Non è consolante la spiegazione fisica che la resistenza d'attrito di primo distacco è molto più elevata di quella dell'attrito dinamico. In pratica: vettura e carrello sembrano perfettamente sicuri, ma, se appena cominciano a scorrere, non li fermi più. Stiamo parlando di ruote bloccate, che pattinano per il fondo scivoloso.

Dunque, quattro bei ceppi di legno a sezione triangolare o a quarto di cerchio, da tenere nel bagagliaio come dotazione. E inzepparli bene, non limitarsi ad infilarli sotto le gomme a vettura ferma. L'amico mi ha comunicato la sua soluzione:

d'ora in poi ceppo sagomato secondo i dettami con altri tre efficaci bei sassoni !!!!

I risalti trasversali sulla rampa, quando ci sono, servono a ridurre notevolmente questi problemi: attenzione però che col tempo si consumano e i ferri scoperti sono anch'essi scivolosi!

Carrello di breve durata

 

Evitiamo gli infortuni

Non credo si debbano fare inchieste statistiche per rendersi conto che la stragrande maggioranza degli infortuni è dovuta a scivolate. Ci sono casi in cui non si può proprio entrare in acqua senza pattinare sullo strato di vegetazione. L'unico aiuto può venire dal tientibene a festone del gommone o da cime assicurate a punti fissi e dall'essere preparati al fatto che, da un momento all'altro, qualunque cosa si calzi, piedi nudi compresi, si può perdere l'aderenza.

Vi sono però anche altre possibilità. In particolare, attenzione alla resistenza di cime e cavi metallici. Ci sono, infatti, momenti in cui le forze in gioco non sono affatto trascurabili, per esempio quando si tira su il gommone molto inclinato (col telaio basculante).

Sappiamo tutti che un cavetto d'acciaio ha una resistenza enorme, ma ricordiamoci della corrosione (soprattutto nella parte iniziale, che va sempre a finire nell'acqua). Lo dico perché mi è successo di vedere troncarsi di botto un cavo di un verricello di soli due anni. Era completamente mangiato dalla ruggine, cosa che, dall'esterno, non era evidente!

All'amico Gigi una cosa analoga è capitata anche con la fascia: tirando su il gommone, si è rotta la cucitura che unisce la cinghia piatta di alaggio con il gancio. Cinghia nuova, gancio originale, il tutto sempre tenuto al coperto dalla pioggia e dal sole!

Gabriele ORSINI ©