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Just for fun

Avviso: la seguente prova non si riferisce - per fortuna - ad alcun gommone e motore reale.

Ogni personaggio e nome è interamente frutto di fantasia.

Otello Profili, comunque, non ha mai vinto medaglie.

Pane al pane

La vostra rivista di nautica on line. Finalmente una prova oggettiva, che dice pane al pane e vino al vino. Abbiamo voluto inaugurarla con un modello che ha tutte le carte in regola per diventare il più diffuso sul mercato, grazie al prezzo contenuto ed alla genialità e marinità delle soluzioni proposte. Ma abbiamo anche voluto farne un'analisi estremamente critica, evidenziandone con chiarezza, quasi con cattiveria, limiti e difetti, senza peli sulla lingua.

Bertracchini 11/ 7.49: un 11 metri, ma natante

Grazie alle intelligenti soluzioni progettuali, è classificato come natante di 7 metri e 49. Arriva poi ad 11 con la delfiniera di 2 metri e le plancette poppiere. Questa la proposta per il diportista medio dei cantieri Bertracchini, da settanta anni stimatissimi produttori di componenti nel mondo dei gonfiabili, anche se poco noti al grande pubblico. Bisogna infatti sapere che quasi tutte le paperelle in PVC made in Taiwan sono copiate da un brevetto depositato da Carlo Alberto Bertracchini, capostipite della famiglia, nel lontano 1912, ma, come è noto, a Taiwan non riconoscevano i brevetti. Altro esempio noto a tutti è quello del semirigido, che sarebbe stato inventato senz'altro da Amintore Palmiro Bertracchini-Scorzza se non lo avesse prima inventato qualcun altro. Il nuovo management ha voluto dare una svolta alla sfiga che ha sempre caratterizzato questo storico cantiere entrando decisamente nel campo della produzione di gommoni e commercializzandoli direttamente col proprio marchio. Libero Benito Bettino, ultimo rappresentante della schiatta Bertracchini, sempre presente nella storia politica italiana degli ultimi anni, racconta di avere assunto questa omerica decisione nella Pizzeria del Baffo Rosso. Da allora, smettendo di fumare e bere, ha raccolto il capitale necessario per entrare, da titano, nel modo dei cantieri. Brutti tempi si preannunciano per la concorrenza… Pare infatti che la Bertracchini SpA si sia quotata nella borsa del Botswana, dove sarebbe stata sospesa per eccesso di rialzo a seguito dell'intervento del più importante gruppo israelo-iracheno, che ha riversato sulle azioni Betracchini tutti i suoi proventi derivanti dalla vendita di succo di mirtillo in Afghanistan.

Ma lasciamo da parte questi pur interessanti particolari finanziari (ho duecento azioni della Bertracchini che venderei a qualunque prezzo), vediamo il mezzo. Maneggevolissimo a terra grazie al geniale sistema di piegatura in due dello scafo, che consente di ridurre la lunghezza del traino a soli due metri e venti, il montaggio sul posto richiede appena 32 ore ed una comune attrezzatura per la saldatura ossiacetilenica. Marginale inconveniente è l'altezza di 5,1 metri, che provoca qualche piccolo problema di visibilità e di passaggio sotto i cavalcavia. Ma i tecnici della Bertracchini assicurano che nel modello definitivo anche questa dettaglio verrà superato: stanno infatti pensando ad una piegatura in quattro.

In una splendida settimana di alluvioni autunnali abbiamo seguito con interesse le operazioni di montaggio che, invece delle previste 32 ore, sono durate qualche ora di più, probabilmente per l'ancora scarsa preparazione tecnica dei raccoglitori di pomodori extracomunitari che costituivano la squadra di specialisti messaci gentilmente a disposizione dai Bertracchini. Cogliamo l'occasione per ringraziare il Comune di Rovignano Dolomitico (PZ) per aver rilasciato in tempi brevi la concessione edilizia che si è resa necessaria per il cantiere di montaggio e gli alloggi del personale. Un ringraziamento speciale anche alle FS, che hanno provveduto al trasporto del motore. Con il minimo aiuto di tutti i maschi validi del comune abbiamo quindi proceduto al varo di questo prototipo che, in virtù della sua vaga somiglianza con la corazzata Potemkin, può veramente dirsi un fuoriserie, fuorimisura, fuoritutto.

Un discorso a parte meritano le soluzioni costruttive ed i materiali impiegati, campi in cui lo sforzo è stato massimo, anche grazie alla progettazione con il computer affidata alla MIT (Marcella Irene Tiblecchi, futura nuora dei Bertracchini). Innanzi tutto, il tessuto gommato: rifiutando di ricorrere, come fanno quasi tutti, ad una ditta specializzata, il cantiere ha fatto la coraggiosa scelta di produrre in proprio un nuovo tessuto, a partire da prodotti naturali. Il "porkstrong" è infatti ottenuto rinforzando, con fibre aramidiche ed aramaiche importate direttamente dal Libano, una base di budello di maiale. In rispetto delle diverse convinzioni religiose, il cantiere può anche produrre tessuti a base di budello di vitello o di pecora. Per i vegetariani è allo studio un tessuto a base di cicoria, ma i tempi di consegna sono lunghi per la necessità di procedere a complesse operazioni di bollitura in pentola a pressione. Il risultato è sempre un tessuto con caratteristiche meccaniche ben superiori a quelle della carta velina, paragonabili a quelle della extra strong. Sono in corso le pratiche per il riconoscimento da parte del registro nautico del Bhutan e per la certificazione di qualità a Forcella. Innovativo e vantaggioso anche il processo d'incollaggio in quanto, utilizzando Coccoina bispalmata, i tempi di attesa si riducono notevolmente rispetto alle tradizionali colle bicomponenti. Sono anche in corso studi per passare alla colla di pesce, meno dannosa per l'ambiente, che avrebbe anche il vantaggio di attirare i pescasportivi, per i quali il cantiere ha sempre un occhio di riguardo.

Per lo scafo, il cantiere ha adottato un materiale non nuovo ma certamente insolito per un gommone, la latta, che offre ampie garanzie di robustezza, essendo attaccabile solo dagli apriscatole.

Un look innovativo, ma non solo quello, si è ottenuto con i tubolari a sezione ottagonale, a spigoli vivi ed affilati a mano. La lavorazione sarà presto completamente automatizzata grazie all'acquisto, con finanziamento dell'UE, di una bicicletta con mola da arrotino. Secondo il cantiere, i tubolari ottagonali, oltre ad avere una funzione estetica, hanno consentito di ridurre solo a 32 i pattini di tipo Hunt e, sollevando schizzi in tutte le direzioni, rendono più allegra la navigazione, comportando avarie all'impianto elettrico solo in rari casi.

Il cantiere ha fornito per la prova la motorizzazione minima prevista, il nuovissimo Mesujoeviha da 40 Cv 12 cilindri, dalla cilindrata contenuta in soli 7.200 cc con doppio compressore turbo e compressore volumetrico, derivato dal più potente 780 Cv. Dunque, un senza patente (basta cancellare uno zero della cilindrata sul libretto, operazione che però bisogna eseguire da soli perché pare che l'importatore si rifiuti di farla, anche se si gli si offre qualcosa per la scolorina). Nel generale rinnovamento di gamma, la multinazionale e pluriprovinciale leader dei motori marini ha annunciato che il prossimo anno, oltre al tradizionale spostamento della linea rossa sulla calandra viola, presenterà anche un modello ad elica, destinato nel tempo a sostituire le gloriose ed ultraffidabili ruote a pale delle serie Mississipi e Missouri. Il maggiore prezzo sarà contenuto in un 10-15% (elica esclusa), per cui dovrebbe aggirarsi attorno ai 112.000.000 per il 40 Cv (112.011.000 per il 720 Cv).

I piacevoli 169 dB dello scarico del motore al minimo ci fanno capire che il complesso è quanto di meglio si possa desiderare per una piacevole e tranquilla gita familiare. Dando tutto gas, in soli due minuti, dopo un accenno d'impennata (contenuto in 67° e 33' circa), si entra in planata. Abbiamo ottenuto questo soddisfacente risultato agendo appena sul trim (in a -60°) e legando la signora Bertracchini (107 Kg dopo la dieta) all'estremità della delfiniera, utilizzando le apposite cinghie (di serie).

Una rivoluzione nell'allestimento proposto di serie. A partire dalla prua, troviamo infatti prima un grande gavone di forma leggermente irregolare e forse penalizzato da uno sportello troppo piccolo (ma il cantiere ha assicurato che nel modello definitivo il portello verrà allargato a 19 cm), adatto a stivare, dunque, qualunque oggetto più stretto di 12 cm. In ogni caso, si tratta dell'unico gommone che abbia uno sportello di forma pentagonale, il che lo pone ai vertici della sua categoria.

Segue un altro gavone caratterizzato da uno sportello quadrato di 3 metri per 3, in compensato marino piombato, adatto quindi anche allo stivaggio di materiale radioattivo. Peccato che il cantiere non abbia pensato a dotarlo di un congegno oleodinamico che ne faciliti le operazioni di sollevamento. Noi non abbiamo avuto problemi avendo imbarcato anche Ettore Protili, olimpionico di sollevamento pesi, che, in tre tempi, è riuscito a sollevarlo di ben tre centimetri, consentendoci, finché è riuscito a tenercelo socchiuso, di introdurvi tutto quanto siamo riusciti a ridurre a quella dimensione. Abbiamo avuto modo di apprezzare ulteriormente le doti del motore quando, chiudendosi lo sportello sulle dita di Ettore, non abbiamo praticamente sentito le sue lamentele.

Proseguendo con la nostra analisi, troviamo un ampio spazio, nel quale si possono raggruppare fino a 22 extracomunitari in piedi (in caso di emigranti asiatici di taglia piccola, si potrebbe arrivare a 25, ma ricordiamo che l'omologazione RINA prevede un massimo di 23 persone) e quindi la consolle di guida, di generose dimensioni, larga 3 metri che lascia comunque ben 6 centimetri per un comodo passaggio a prua. La larghezza viene ben sfruttata con un mobile bar laccato rosso, un settimino e persino uno scrittoio estraibile in stile Luigi XII che funge egregiamente da tavolo da carteggio. Peccato che non resti spazio per la strumentazione. Ettore Profili ci ha gentilmente prestato il suo orologio da polso con bussoletta in plastica, che è servita egregiamente allo scopo finché non si è rotta. Da vero signore, Ettore non ha accettato le 1800 lire offertegli come rimborso dal signor Bertracchini. Abbiamo però potuto proseguire la nostra prova grazie al portachiavi parlante con telecomando per antifurto, GPS cartografico e cellulare trovato nell'uovo di Pasqua di mio figlio.

Ma proseguiamo puntigliosamente con la nostra analisi: il divanetto di guida rococò in velluto elegantemente arabescato consente a tutti i meno alti (di un metro e trentasei), in caso di campeggio nautico, di dormirvi comodamente; gli alti (oltre i 2 e sedici) troveranno invece estremamente comoda la guida da seduti, riuscendo anche a vedere qualcosa davanti. Salvo quei pochi minuti in cui il gommone, entrando in planata, assume un assetto un po' cabrato (rari sono i casi di ribaltamento), alti e bassi non avranno invece problemi nella guida in piedi, per la quale il cantiere fornisce di serie uno sgabello a tre zampe con sega per regolarne l'altezza. Questo dimostra il buon lavoro del cantiere, che, oltre ad effettuare studi teorici ergonomici, ha anche condotto una serie di esperimenti pratici usando bambole e bambolotti della figlia del titolare.

Ma ancora parecchio spazio resta dietro, ben sfruttato con il wc in vitreous china sormontato da cassetta di scarico con pulsante ergonomico. Nella politica del cantiere di fornire di serie tutto quanto effettivamente occorre per la navigazione diportistica, il signor Betracchini ha annunciato che verrà anche fornito, sempre di serie, il bidet; i rubinetti optional. Resterà sicuramente optional il paravento, in paglia in stile indiano, che consente un'invidiabile privacy a chi usa questi accessori. Sul fondo della padella di raccolta abbiamo notato una scritta che invita a non svuotarne il contenuto in mare. Applicazione concreta del principio del rispetto per l'ambiente, linea guida prioritaria della politica di sempre del cantiere. A Libero piace ricordare che, già nella cantina che fu la prima sede della ditta, suo nonno aveva appeso un cartello che vietava severamente ogni sorta di sputo.

Infine, le plancette poppiere, praticamente due trampolini, facilitano enormemente l'operazione di tuffo in mare e possono essere usate, grazie alla sciabola in dotazione (che trova alloggiamento a scomparsa sotto le stesse), per rivivere le storie dei pirati, punzecchiando l'ospite finché non cade. E' questo, forse, il particolare più riuscito del gommone, evidentemente pensato per risolvere tutti i problemi della famiglia media e dar loro il massimo comfort. Peccato che nostri mari siano così scarsi quanto a squali mangiatori di uomini.

libero ne ha approfittato per un bagno

In navigazione, il peso degli accessori si fa un po' sentire, in compenso il gommone ha un'eccezionale stabilità di rotta, richiedendo, a velocità di crociera, ben 4 miglia per deviare di un grado. Ottimo il comportamento sull'onda. Affrontando increspature ben oltre i 6 millimetri, grazie anche all'intervento dei tubolari, non si sono riscontrati a bordo effetti spiacevoli, a parte il mal di mare di Ettore e la rottura di tutti i bicchieri del mobile bar e delle bottiglie. Piacevole il tintinnio dei pendagli del lampadario di cristallo, perfettamente udibili grazie alle eccezionali doti di silenziosità del motore quando è spento. Avremmo preferito cristalli più piccoli per il dolore che si prova quando cadono sulla testa. La caffettiera di serie ha manifestato eccezionali qualità marine, riuscendo a produrre anche i cappuccini, seppure con troppa schiuma. Nelle prove di crash stop, l'acqua di riflusso non ha superato il livello delle ascelle dei passeggeri, a riprova che si tratta di un mezzo usabile con sicurezza anche per navigazioni impegnative, come il periplo del lago di Castelgandolfo.

Sul motore c'è poco da dire: robusto, affidabile, tosto. Grazie all'ormai decennale esperienza della Mesujoeviha nei motori a combustione interna, non si rimpiange più l'affidabilità proverbiale della precedente serie a vapore. Anche le rotture del nono pistone (quello in fondo a destra) non avvengono più nelle prime due ore di funzionamento e, comunque, 11 cilindri sono più che sufficienti per le esigenze del diportista medio. Bertracchini ha scelto questo motore per le sue caratteristiche ecologiche: grazie infatti all'innovativo sistema di iniezione solida del carburante (brevettato col nome di fuel-suppost), le emissioni di anidride solforosa sono del 19% inferiori a quelle di una stufa a kerosene spenta. Il produttore dichiara un consumo di soli 396 litri/ora, ma mente spudoratamente. Abbiamo così potuto raggiungere i 174 nodi, prima che il carburante imbarcato finisse. Prestazioni ancora migliori si potranno, verosimilmente, ottenere evitando di navigare con la delfiniera immersa, il che dovrebbe ottenersi slegando la signora Betracchini (cosa che noi abbiamo dimenticato). Poco sensibile all'azione del trim, una volta in planata, tende sempre ad assumere un assetto leggermente appruato, per cui è consigliabile non avventurarsi su fondali ove non si tocca. Ci riserviamo di verificare in una successiva prova se questo piccolo inconveniente possa superarsi legando un paio di passeggeri all'estremità delle plancette poppiere o adottando un motore più pesante dei 2.750 Kg del motore di prova.

Dunque, un'esperienza irripetibile, almeno speriamo. Unica nota stonata di una giornata passata all'aria aperta sotto un'acquazzone torrenziale a -2°C, l'inspiegabile comportamento di Ettore Profili che, dopo aver remato come un forsennato con le mani per due ore per farci tornare a terra, non ha voluto rifondere a Libero il costo (di fabbrica) dei remi che si erano spezzati al primo accenno di vogata e si è allontanato bofonchiando qualcosa.

Gabriele Orsini ©

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