L'amico Giorgio Reggiani, sollevando il problema di razzi e fuochi scaduti (Magnetotermico per VHF e razzi scaduti), in qualche modo, mi ha rincuorato. Temevo infatti di essere l'unico a porsi il problema.

Devo ammettere che finora, che io sappia, le soluzioni di smaltimento sono state: sparo a Capodanno, sparo di giorno o consegna al cantiere (di rimessaggio) perché li smaltissero (correttamente? boh, speriamo!).

Certo, metterli nel cassonetto tal quali NON si può assolutamente consigliare perché, oltre alle preoccupazioni di Giorgio (rischio di incendi e di inquinamento), avrei anche quella che possano essere causa di lesioni. Mi ero riservato, al prossimo cambio, di verificare se, acquistando la nuova dotazione, accettavano di riprendersi indietro la vecchia, quindi non so, onestamente, se questa - logica - soluzione sia "attiva". Giorgio però mi ha comunicato che, almeno dalle sue parti, non è così, infatti alla sua domanda "è stato risposto che pure loro non sanno come fare. I loro fornitori non li prendono indietro e non sanno indirizzarli verso uno smaltitore regolare."

Penso che sia opportuno ricordare che non è neppure il caso di tamponare il problema mettendo "da parte" i razzi scaduti ed aspettando tempi migliori. Se infatti possiamo stare abbastanza tranquilli per i fuochi, che, scaduti o no, possiamo aggiungere alle dotazioni valide, non altrettanto vale per i razzi, la cui miscela propellente, nel tempo, tende a divenire instabile. Non è il caso, dunque, di tenerli in un cassettone. Se proprio non si sa che fare, penso sia il caso di immergerli in acqua per qualche ora.

Attualmente l'unica soluzione legittima e praticabile (e qualcosa del genere ho sentito in proposito) mi sembra quella di una festa della sicurezza. Con un'autorizzazione della PS, magari su iniziativa della locale CP o di qualche club nautico, si possono invitare i diportisti a portare i loro segnali pirotecnici scaduti in un luogo dove possano essere usati in sicurezza, col duplice scopo di "inertizzarli" e di far sì che i diportisti stessi prendano confidenza con queste dotazioni. Il discorso si potrebbe estendere ad estintori e apparecchi galleggianti. Se può stupire il fatto che non si sappia dove e come smaltire queste dotazioni, stupisce ancora di più che per queste dotazioni monouso e da usare, in teoria, solo in caso di emergenza, non si possano fare prove pratiche di utilizzo. Le istruzioni, ammesso che siano leggibili e chiare, in momenti di eccitazione, non sono sufficienti per assicurare un corretto uso (o scongiurare incidenti). Forse sono imbranato io, ma la prima volta che ho provato un estintore a polvere semiscarico, mi sono mangiato un bel po' di polvere (rimbalzo del getto). Per esempio, avrei un autogonfiabile scaduto nell'87 da provare, così, tanto per vedere come funziona...

Dato però che iniziative del genere sono piuttosto rare, mi domando e domando: finora come si è fatto, come fanno in Paesi più civili?

Beh, una ricerca su intenet era d'obbligo.

La ricerca continua; ho trovato comunque qualcosa nel sito Pat's Boating in Canada. Purtroppo, non mi sembra di aver fatto un grande passo avanti: In Canada i segnali pirotecnici vanno cambiati dopo 3 anni e mezzo. Per il loro smaltimento si consiglia di donare i segnali alla Guardia Costiera, che poi li possono usare per i loro corsi di addestramento (temo che in Italia una richiesta del genere...), bruciare i fuochi a mano in un luogo sicuro (sono quelli che danno meno problemi), chiedere alla polizia locale o ad artificieri (ari-temo che in Italia...). Ci si raccomanda, giustamente, di non gettarli a mare, di non usarli in mare o a terra dando l'allarme, di non gettarli nei cassonetti. Dunque, niente di particolarmente nuovo. Un aiuto dagli amici gommonauti?

Razzi & batterie DECRETO MINISTERIALE 29 settembre 1999, n. 387 (Segnali di soccorso) Disavventure pirotecniche di una povera moglie