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Esperienze istruttive

Non tutte le ciambelle....

Una coproduzione con Liviano Bagaglini, Presidente del club Gli Argonauti di Latina: Una brutta avventura, ma una buona esperienza per capire che il mare è molto più grande di noi

Il mezzo:
Sacs Madras 750 - motore Evinrude 225 Hp Ocean Pro. Mezzo preparato per i soccorsi in mare, ampiamente collaudato, in collaborazione con la Capitaneria di Porto locale, in interventi rapidi e soprattutto con mare grosso.
N.B.: ho applicato un brackett di circa 85 centimetri e dell'allestimento originale è rimasto ben poco.

L'itinerario:
Con un mezzo del genere, quando Alberto mi chiede se sono in grado di accompagnarlo in Sardegna col gommone, la risposta non può che essere: "in ogni momento, comunque, no problem!"
Porto canale di Rio Martino - Porto Cervo. Miglia da effettuare per il primo rifornimento: 154 miglia.
Mi controllo bene il gommone e mi pongo seriamente il problema dell'autonomia. Il motore consuma circa due litri a miglio ad un alto regime di giri: circa 300 litri di carburante dovrebbero essere sufficienti; per logica prudenza ne carico 540.
Col carico previsto posso contare su una velocità di punta di 34 nodi.
Quando vuoi, Alberto!

L'equipaggio:
Comandante: Liviano
Capitano in seconda: Alberto
Rosalia, Silvia, Dario, Teresa ed Elena.

Il comandante - foto di AlbertoL'equipaggio - foto di Alberto

E uno!
4 Luglio, ore 3:00 del mattino. Partiamo dal porto canale di Rio Martino.
Le previsioni meteo marine non sono le migliori, ma, dopo le mie affermazioni…
Alberto ha già prenotato l'appartamento, dobbiamo partire ugualmente.
All'uscita del canale, dei pescatori, vedendoci uscire, ci esternano la loro preoccupazione: "Ma do ca…. andate che il mare è mosso?"
"Facciamo un giro e torniamo!!!"
Mare 3 - 3 e mezzo, venti da Sud-Est.
Dopo otto miglia di navigazione i problemi: l'allarme del motore inizia a suonare, avvertendoci che qualcosa non va.
Eseguo un rapido controllo ma non vengo a capo di nulla. Ripartiamo e di nuovo l'allarme si innesca, il motore perde potenza.
Cause possibili: non arriva benzina a sufficienza, problemi con l'olio (spero proprio di no!), scherzi di elettricità.
Non posso approfondire i controlli per via del mare mosso e l'oscurità. Non ci resta che rientrare.

Cos'era?
Dopo lo sbarco Alberto ed io ci impegniamo a risolvere il rebus.
Effettuo tutti i controlli possibili prima di arrivare finalmente alla soluzione: il serbatoio da 300 litri posto in carena, col mare formato si è spostato verso poppa, schiacciando uno dei due tubi del carburante.
Risolto il problema, decidiamo di partire il giorno successivo.

Due!
Stesso appuntamento alle 3:00 del mattino, stesso equipaggio.
Il mare, 2 e mezzo - 3, non promette niente di buono, ma sappiamo di avere un gommone affidabile, siamo esperti, adulti (quasi tutti) e vaccinati. Cinque - sei ore di navigazione dura non ci spaventano.
Dopo le prime due ore di navigazione la fiducia non viene meno ma è chiaro che il mare è in aumento. Dopo altre due ore di navigazione cominciamo tutti ad avere qualche dubbio, ma nessuno parla.

Delfino - foto di AlbertoNavigazione ... tranquilla - foto di Alberto

Un branco di delfini rompe il nostro silenzio. Non potendo prendere le telecamere per le condizioni del mare facciamo qualche foto, qualche risata e poi si continua.
In breve, torna il silenzio a bordo.
Il VHF è sempre acceso e dà notizie una peggio dell'altra. Proviamo più volte a contattare Civitavecchia Radio o Roma Radio, con esito negativo.
Dopo 4 ore e 53 minuti , miglia percorse 46 mg, Elena, anni 17, comincia a sentirsi poco bene. Presto la madre la imita. Non è un leggero malessere, è un tremendo mal di mare.
In effetti, il mare non ci dà tregua, abbiamo onde alte circa 7-8 m. Tutto in peggioramento.
Devo ammettere che non mi ero mai trovato con un mare così alto e non conoscevo le conseguenze cui andavo incontro.
Salendo e scendendo dalle onde, il cartografico mi conferma che il gommone fa dai 9 ai 12 nodi. Mi fermo più volte per vedere se ho preso qualche busta: niente! Una corrente contraria di 22-25 nodi?
Le previsioni dal VHF: "Tirreno Centrale burrasca forza 6-7 in peggioramento - Mare di Liguria forza 7 con rinforzi dalle bocche di Bonifacio forza 8"
E' caso di fermarsi a fare qualche calcolo: miglia effettuate 55 mg in 6 ore e 30 minuti, consumi astronomici (5 litri a miglio anziché 2). Conclusione: se per 55 mgl abbiamo consumato circa 270 litri (metà scorte), non avevamo alcuna speranza di arrivare a destinazione, distante ancora 100 miglia!
Non c'è bisogno di parlare: l'avventura è andata in fumo.
Decisione obbligata, accolta con evidente sollievo dalle donne e dai ragazzi, esausti. Invertiamo la rotta per l'isola di Palmarola, che dista 58 miglia.
Questa volta, con il mare di poppa, la navigazione è più veloce dolce, sui 30 nodi. D'altra parte non posso scendere sotto i 25, altrimenti l'onda non superata ci risucchia e non riusciamo a scapolarla.
Dopo un'ora e mezza di questa navigazione, un'isola a prua. Gridiamo tutti insieme "Terra in vista, terra in vista!". Ricominciamo a dire qualche parola, a scherzare.
Mi accorgo che c'è però qualcosa non va: o il cartografico comincia a fare qualche scherzo oppure l'isola che vediamo sta camminando. Impossibile che la corrente ci porti cosi fuori rotta! Alberto accende il Garmin 12, inserisce le coordinate di Palmarola e mi conferma che la rotta che sto seguendo è esatta. Allora, che cavolo di isola è quella?
Incuriositi, guardiamo con più attenzione e qualcuno esclama: quest'isola ha le ruote!!!! L'isola è un grosso cargo!
Finalmente, dopo un ora e mezza di navigazione, il mare allenta la morsa. Si forma un'onda gonfia ma lunga, che per noi, a questo punto, è un divertimento.
Avvistiamo Palmarola (quella vera) ed in breve siamo a ridosso dell'isola.
Sono le 11:00 di mattina. Per queste 58 miglia abbiamo impiegato solo 2 ore e 45 minuti. Ci fermiamo per rilassarci e mangiare qualcosa, alle 13:00 raggiungiamo Ponza.

Ma non finisce qui
Troviamo un alloggio, ci possiamo riprendere. Ma il nostro orgoglio di maschietti è indomito: mentre le donne manifestano la loro ferma intenzione di restare a terra, Dario, Alberto ed io siamo altrettanto fermamente intenzionati a chiuderla in bellezza la nostra giornata di mare: un po' di apnea per rimediare la cena.

Palmarola - foto di AlbertoPonza - foto di Alberto

Prima, però facciamo rifornimento al distributore di Ponza. 500 mila di carburante, eravamo proprio a secco. Quindi dalla parte opposta di Ponza. La pescata va bene, la cena è rimediata. Tutto sommato, non tutto è andato così male!
Partiamo. Il motore comincia a singhiozzare, un piccolo controllo, ripartiamo ma il motore non va più come prima. Un dubbio di Alberto: acqua nella benzina? Non ci credo ma, per scrupolo controllo ugualmente.
Ho montato un decantatore di 11 litri circa in acciaio inox, fatto artigianalmente dal mio caro amico Luca. Usciva solo acqua, di carburante solo l'odore. Un paio di litri di acqua! Spurghiamo i carburatori e rientriamo al porto di Ponza.
Alberto ed io stiamo ancora decidendo a quale santuario portare il gommone prima della prossima avventura.

Liviano Bagaglini e Gabriele Orsini ©

Liviano Bagaglini è responsabile del distaccamento CVSM corpo volontario di soccorsi in mare di Foce Verde - Lido di Latina.