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Ecologia per ricchi

E chi ricco non è?

La prima email dell'amico Adriano da Treviso esordiva così: "Il sito è una sorpresa perchè finalmente si parla di cose intelligenti." Che si fa in questi casi? Ci si schermisce un po' - un po' di modestia non guasta - ma intimamente si gongola.

L'email di Adriano continuava notando che il quattro tempi è bello ma che non tutti possono dirottare, dal proprio bilancio, le cifre necessaria per comprarlo, con relativo gommone abbastanza grosso da reggerlo: "E' bello fare della filosofia appollaiati su un gommone da 80 milioni con radar, lanciamissili e poltrona da combattimento."

Naturale che siano uscite, negli scambi epistolari, varie considerazioni che riprendono quelle già sviluppate e discusse qui e lì nel sito:

- E' ridicolo vivere la questione dell'inquinamento dai motori marini da un punto di vista morale. Nessuna persona dotata di buon senso si può proclamare salvatore dell'ambiente perchè usa un 4 tempi o un DFI. La discussione è pratica: fra ottimisti, che sperano di poter usare ancora il vecchio due tempi, e pessimisti, che temono che prima o poi il vecchio, semplice ed economico 2 tempi non sarà più utilizzabile causa divieti e si orientano verso altre soluzioni, ovviamente più costose (e meno affidabili), più o meno "ob torto collo". A lato ci sono poi le considerazioni sulla riduzione dei consumi, che hanno un reale significato solo per i pochi che (beati loro) fanno un uso intenso del gommone.

- Il mercato diportistico (italiano ma in genere di tutti i Paesi sviluppati) trascura la nautica economica. Le disponibilità economiche medie dei nostri concittadini spiegano perchè l'offerta si sta orientando sempre più verso megagommoni, trascurando il settore dei mezzi semplici ed economici, che pure possono dare molte soddisfazioni. E' probabilmente vero che gli Italiani, abbattuti i pesanti gravami fiscali che una volta pesavano sulla nautica, si sono orientati verso mezzi esagerati rispetto alle proprie necessità e capacità, ma cosa ci possiamo fare? Cultura nautica e vero amore per il mare sono l'unica cura per queste storture da "recupero della fame atavica".

- L'affidabilità (legata alla semplicità) dei motori in mare è un'esigenza non solo per chi fa navigazione d'altura. Adriano fa presente le difficoltà che si devono affrontare in caso di avaria all'estero, navigando vicino a coste disabitate ed inaccessibili, dove anche in pieno agosto non passano barche, dove il telefonino non funziona dappertutto e, anche se funziona, si hanno i numeri giusti, non si scaricano le pile nei tentativi, se ha il roaming, è difficile capirsi e farsi capire (se sai un pò d'inglese, spesso sono loro che non lo conoscono). E questo a parte le condizioni del mare e con il rischio che la motovedetta della Capitaneria sia in manutenzione. Non si può barattare l'affidabilità del motore con il satellitare, il CB, il VHF! Adriano consiglia a chi viaggia da solo di adottare la massima prudenza ed un motore classico o, se ha un motore sofisticato, di averne anche uno normale di riserva e sempre e comunque le scarpe da montagna (dotazione essenziale, da utilizzarsi per i guasti gravi, non per prendere a calci il motore ma per per arrampicarsi tra rocce e rovi per chilometri in cerca di aiuto....).

- Al "business ambientale" non ci si può opporre. Per vari motivi vede alleati ambientalisti, industriali e politici. E' una piena che travolge tutto: buttare il vecchio "non ecologico" per comprare il nuovo "più ecologico", poi ancora, etc....
Questo non significa che le nuove soluzioni non siano più ecologiche, anche se, sotto la pressione del business e grazie alla disinformazione della pubblica opinione si prendono decisioni allucinanti dal punto di vista costi-benefici. Già perchè, purtroppo, in questo campo le leggende metropolitane sono diventate certezze scientifiche!

- Se le mode difficilmente si possono combattere, si possono invece sfruttare. Evitando di nuotare a favore della corrente per arrivare primi, magari, finchè è possibile, si può nuotare un po' controcorrente. Questo non ci eviterà alla fine di essere trasportati dalla corrente, ma almeno di digerire meglio il fenomeno. Finchè li faranno circolare, per chi si orienta su un usato, meglio un motore classico a carburatori, chi invece decide per il nuovo deve per forza scegliere il due tempi DFI o il 4 tempi. Certo, per comportarsi così ci vuole una buona dose di inossidabilità, in parole povere bisogna avere il coraggio di non curarsi della moda, approfittando delle nicchie che lascia libere. Per esempio, a seguito del passaggio generalizzato dai 25 ai 40 CV, si sono create buone occasioni per gommoni da 4-4,5 col 25, a seguito dell'accastarsi delle dimensioni verso i 7,50 grazie al limite natanti, se ne sono create per i 5,5-6.5. Basta non farsi prendere da complessi di inferiorità....

Gabriele e Adriano ©

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