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Tuning:

Qualche considerazione ed un esempio sul tuning da un amico che lo fa per mestiere.

Da Aurelio Ortolani

Sinceramente che sono contrario a modifiche sulla meccanica del motore, ma sono senz'altro favorevole alla ottimizzazione del rendimento del complesso motore/gommone.

Un esempio: ho avuto per qualche tempo un LOMAC 3000 vtr, senz'altro una delle carene più riuscite e dalla quale sono derivate poi nel corso degli anni altre carene sempre al top delle prestazioni. Come motore avevo un 737 con modifica normale 41 Hp, carburatori prima serie.

Bene, questa carena può tenere la piastra anticavitazione 4 (quattro) centimetri sopra il calcagnolo di poppa, senza nessuna cavitazione.

Ho montato le lamelle al carbonio, poi con il frullino e la scartavetratrice orbitale ho affilato come un coltello la parte immersa del piede, ho ottimizzato la carburazione, ho montato un'elica 17 pollici inox della Evinrude.

Risultato: 31,6 nodi con due persone, con un incremento di 2,6 nodi. Planava in un attimo e, con il classico filo di gas, andava che era un piacere, consumando a media andatura un 8-10% in meno.

Queste si che sono le modifiche che mi piacciono.

Oggi la tendenza è quella di montare potenze sproporzionate, quasi sempre le massime ammesse per il battello acquistato. Questo, se non per impieghi particolri, è un errore.

Qualche tempo fa ho provato un 960 Lomac con due motori da 200 cv, che toccava anche i sessanta nodi. Lo stesso battello con due 150 Mariner Magnum, eliche Laser 4 pale, ne fa 58. Da notare che i 150 Mariner costano solo 20.000.000 l'uno, sono i più affidabili della casa e i più longevi e sul mercato hanno una buona valutazione, anche da usati, e consumano il 33% in meno di quelli montati nella prima prova.

Penso che la quasi totalità degli acquirenti fa un uso veramente irrisorio del mezzo e spesso è poco pratica: andare a 50 nodi, magari con un 550 e con i bambini inginocchiati sul pozzetto dell'ancora, mi fa accapponare la pelle.

Aurelio Ortolani

il troppo...Pejus abundare