Abies nebrodensis Mattei

 


Abies nebrodensis Mattei vive in appena 23 esemplari nel Vallone Madonna degli Angeli sulle Madonie. Si tratta di una forma di adattamento di Abies alba alle condizioni calde determinatesi durante gli interglaciali. E' una importante componente della fascia della vegetazione colchica in incombente pericolo di estinzione.

Abies nebrodensis (Lojac.) Mattei in Boll. Ort. Bot. Palermo, 7: 64 (1908)
Descrizione morfologica [basata su osservazioni personali, LOJACONO (1904), PIGNATTI (1982) e SILBA (1986)]: Albero alto 10-15 m, con circonferenza fino a 1 m, con rami principali in verticilli e disposizione orizzontale degli stessi, a lunghezza via via minore all’aumentare dell’altezza del punto di attacco sul fusto, sì da assumere un portamento piramidale. Corteccia a placche squamose e con fessurazioni non profonde. Rami secondari opposti. Gemme ovoidali-coniche, resinose, di colore rossiccio-pallido, larghe 7-9 mm. Foglie spesso in gruppi di 2, lineari-rigide e scanalate di sopra, verde scuro superiormente e glauche inferiormente, lunghe circa 1-2 cm, con peduncolo alla base dilatato in piccolo umbone, all’apice arrotondate o retuse. Strobilo lungo 10-15 cm e largo 4 cm, con squame fertili finemente pubescenti al margine e obovate e con squame copritrici sporgenti e riflesse.
Pendii aridi (calc. ). (1300- 1950 m). - Fi. VI-VII - Endem.
Sic. sulle Madonie e Nebrodi: C.
Protologo: Lojacono Pojero M., 1904, Fl. Sic. 2(2): 401
Basionimo: Abies pectinata (Lam.) DC. var. nebrodensis Lojac.
Sinonimi: Abies pectinata (Lam.) DC. var. nebrodensis Lojac.; A. alba Mill. var. nebrodensis (Lojac.) Svoboda; A. alba Mill. subsp. nebrodensis (Lojac.) Nitz.; A. pectinata Guss. non Gilib.
Nome volgare: Abete dei Nebrodi
Forma biologica
: P scap
 

Iconografia: FARJON (1990); in CONTI et al. 1992: 65.
Numero cromosomico: sconosciuto
Ecologia
: Vive a 1600-1800 m di quota su calcare dove insieme a Quercus petraea (Mattuschka) Liebl., Fagus sylvatica L. e Ilex aquifolium L. costituisce boschi radi.
Comportamento fitosociologico
: Abies nebrodensis sulle Madonie entra come importante elemento nella fascia di vegetazione colchica (a dominanza di laurofille; vedi PIGNATTI 1979). A quote elevate (circa 1500 m s.l.m.), quali sono quelle del Vallone Madonna degli Angeli, questa vegetazione è già priva delle specie accentuatamente termofile (come Laurus nobilis L. o Rhamnus lojaconoi Raimondo), ma mantiene Ilex aquifolium L., Daphne laureola L., etc. e acquisisce Abies nebrodensis (assente alle quote più basse). In essa entrano Quercus petraea (Mattuschka) Liebl., Fagus sylvatica L., Sorbus torminalis (L.) Crantz, Ulmus glabra Hudson, etc. provenienti da fasce vegetazionali di quote più elevate. Si tratta di una vegetazione relitta, probabilmente ampiamente diffusa nelle attuali aree di clima mediterraneo durante gli interglaciali e nel Pliocene recente. Oggi essa sulle Madonie, pur occupando aree discretamente estese, assume un carattere extra-zonale.
Inquadramento sintassonomico
: la formazione a Quercus petraea, Fagus sylvatica, Ilex aquifolium, e Abies nebrodensis non è mai stata inquadrata sintassonomicamente.
Distribuzione
: Taxon a distribuzione puntiforme, presente solo nelle contigue località di Vallone Madonna degli Angeli e Monte Scalone sulle Madonie (Sicilia, prov. di Palermo). In queste due stazioni si contano appena 23 individui, tutti adulti; non si riscontra ivi la presenza di plantule. Questo fatto potrebbe essere indicativo di scarsa fertilità della popolazione, causata dalla sua esiguità numerica.
Rischi e fattori di minaccia: Il principale fattore di rischio è dovuto alla esiguità della popolazione e quindi alla scarsa variabilità genetica. Ciò rende estremamente vulnerabile la popolazione che potrebbe non essere in grado di rispondere adeguatamente a stress dovuti a malattie e oscillazioni climatiche (intensificata aridità, aumentato rigore del freddo invernale, riscaldamento estivo, etc.). Già oggi in certe annate si osservano sensibili e preoccupanti attacchi di coleotteri, assenti nelle popolazioni dell’affine Abies alba coltivata (oss. personale).
Misure di protezione: Non esiste attualmente una normativa di carattere regionale o nazionale a specifica protezione del taxon, all’infuori della generica indicazione contenuta nella direttiva comunitaria Habitat 92/43. L'area dove la specie è presente è tuttavia inclusa in Riserva naturale della Regione (la Riserva Faggeta Madonia), e ciò certamente giova alla salvaguardia delle popolazioni. Di fatto il Corpo Forestale ha provveduto, sulla base di intuizioni empiriche, a effettuare per ciascun individuo spallette in pietrame anti-dilavamento di non provata efficacia.
Categoria UICN: E=Endangered
Convenzione di Berna: inclusa.
Categoria Biotaly: P=prioritaria.
Tecniche di conservazione e/o riproduzione esistenti: Il Corpo Forestale (Azienda Forestale per il Demanio Regionale della Sicilia) è attivo in tentativi di riproduzione da seme, che pare ottengano un buon successo. Non è tuttavia ancora accertato che il polline fecondante gli strobili non provenga per via anemofila dai numerosissimi individui di Abies alba di impianto artificiale sparsi per le Madonie. Se ciò fosse vero ci troveremmo al cospetto di giovani abeti ascrivibili non già a Abies nebrodensis ma a forme ibride di A. nebrodensis e A. alba. Occorrerebbe dunque approfondire il problema con l’uso di tecniche genetiche appropriate, mirando a ottenere plantule provviste del genoma A. nebrodensis puro.