Bicicletta in treno

in preparazione

Che cos'è?

In molti paesi Europei già una realtà da tanti anni, si sta facendo strada anche in Italia un nuovo modo di viaggiare: treno + bici! Nata come proposta del fine settimana per gli escursionisti della bicicletta, la possibilità di portarsi appresso la bicicletta torna utilissima anche negli spostamenti per lavoro, anche se per ora la mancanza di spazi attrezzati sulle vetture TAF ostacola ancora l'uso quotidiano di questa modalità.

Modalità e tariffe
tratto dal sito della FIAB (Federazione Italiana Amici dela Bicicletta)

Novità in arrivo sulla fm3
Ciclisti, in carrozza!
(Articolo del 1-3-2000 tratto dal settimanale L'espresso)

Buone notizie dalle Ferrovie dello Stato
Dall’estate 2000, via libera alla bici su tutti i treni “verdi”. Anteprima d’una svolta finalmente in arrivo

di Sandro Magister

Cari amici della bicicletta, anche questo nostro umile sito ha rimediato il suo scoop! E la notizia in anteprima è la seguente: dal 28 maggio 2000 le Ferrovie dello Stato liberalizzeranno il trasporto delle bici. Quella che fino a oggi è stata una concessione limitata a pochi treni, da quella data sarà regola su tutti i treni “verdi”. Che di sabato e di domenica comprendono tutti i convogli metropolitani, diretti, regionali e interregionali. Sui treni “verdi” i titolari della “Carta Amicotreno” (lire 99.000 anno) hanno diritto a uno sconto del 50 per cento sul prezzo del biglietto, applicabile anche a un accompagnatore. Il supplemento bici giornaliero costa 7.000 lire, ridotte a 5.000 con la “Carta Amicotreno”. Il supplemento annuo 80.000 lire. Inoltre, nelle domeniche di chiusura del traffico stradale, una al mese regione per regione, le Fs prevedono di offrire il trasporto gratuito delle bici. L’esperimento comincia nel Lazio già questo mese di marzo, per essere poi esteso al resto d’Italia.

La notizia ci è stata confermata dal direttore della Divisione trasporto regionale delle Fs, Ingegner Giancarlo Laguzzi. La decisione è stata presa a fine febbraio e diverrà operativa col prossimo orario estivo. In pratica da lì in poi sarà possibile caricare la bici su tre quarti dei treni circolanti in Italia. Compresi, di sabato e di domenica, i Taf, i nuovi convogli ad alta frequentazione che stanno entrando in servizio sulle principali tratte metropolitane.

Questo dei Taf è l’emblema della svolta in atto. A dispetto della loro modernità, sono stati progettati privi di spazi adatti al trasporto bici, anche per servire regioni, dal Lombardoveneto all’Emilia Romagna, dove l’uso della bicicletta è diffusissimo e fa parte del vivere quotidiano. Consentendo ora di caricarvi ugualmente le bici, i dirigenti delle Fs riconoscono l’errore. E implicitamente stabiliscono che in futuro i convogli vecchi e nuovi saranno tutti dotati di spazi attrezzati. Una riprova del cambio d’indirizzo sono le nuove locomotive E464, tutte dotate di spazio bici. Le prime 50 entreranno in servizio entro il 2000.

Le nuove norme per il trasporto bici saranno accompagnate da istruzioni. Sui treni privi di spazio attrezzato, gli utenti collocheranno le bici nei vestiboli, curando che non si spostino ed evitando che intralcino i passaggi. Inoltre, avranno l’avvertenza di non caricare la bici su convogli superaffollati, nelle ore di punta dei pendolari oppure su particolari corse festive: ad esempio i treni che la domenica sera rientrano su Milano dalla Valtellina o su Genova dalla Riviera. Ma il buon senso, si sa, è virtù che non fa difetto tra chi combina la bici col treno: sia esso il pendolare che raggiunge il luogo di lavoro, oppure il cicloamatore in uscita.

La svolta viene incontro a forti attese. La Fiab, federazione italiana amici della bicicletta, per essa si è molto battuta. E anche questo nostro sito bici ha fatto la sua parte. Nella posta trovate il carteggio intercorso mesi fa con il presidente delle Fs, Professor Claudio Dematté, e l’amministratore delegato, Ingegner Giancarlo Cimoli. Il 14 aprile 1999, Dematté ci assicurò che la questione treno più bici era «allo studio» e promise una «soluzione positiva in tempi rapidi». Il 5 maggio successivo, Cimoli ci fece rispondere che anche per i Taf si pensava di rendere «possibile il trasporto di bici al seguito da tenere a mano nei vestiboli», almeno «nei giorni festivi e prefestivi».

Ma si sapeva che nelle Fs c’era chi continuava a ostacolare questa svolta. Ancora il 3 febbraio 2000, il responsabile della Direzione relazioni esterne delle Fs, Gian Franco Lepore Dubois, ci informava per lettera che tutto era bloccato e l’estensione del trasporto bici a Taf e simili «non può essere accolta».

Negli stessi giorni, però, l’Ingegner Laguzzi ci anticipava che la decisione di liberalizzare il trasporto bici era alla stretta finale, con serie speranze di passare. «Io stesso», aggiungeva, «ne sono convinto sostenitore».

Con questa decisione, le Fs si mettono così al passo con altri paesi europei. Certo, al confronto con la Svizzera l’Italia arranca con distacco. Siamo lontani dalle strabilianti combinazioni bici più treno (e battello, e autobus, e funivia) in atto in questo paese: perché ne abbiate un’idea, cliccate qui e poi qui. Anche l’Austria e la Germania sono parecchio avanti. Ma adesso che finalmente l’Italia s’è decisa a entrare in corsa, si riporti sotto, e pedali! (1 marzo 2000)


Infine va segnalato che la regione attraversata dalla fm3 può essere visitata anche a piedi. Vedi l'ottimo sito
Naturalmente - 100 itinerari a piedi nella Tuscia Meridionale