Il direttore del trasporto locale FS, Dott. Sciarra, annuncia l'apertura fino a Monte Mario a partire dal 30 gennaio 2000 e risponde alla richiesta di treni diretti con

Rotture di carico

In una conferenza pubblica sull’avvenire della linea FS Roma – Viterbo (fm3), tenutasi su iniziativa della CGIL il 19 gennaio 2000 a Viterbo, il Direttore del Trasporto Locale FS, Dott. Sciarra, è intervenuto per illustrare il lavoro di ammodernamento della ferrovia e i programmi futuri sulla linea.

Elogiando il grande lavoro svolto per il raddoppio della tratta urbana e l’intera l’elettrificazione, egli ha sorvolato su i ritardi accumulati per la consegna dei lavori (l’intera linea avrebbe dovuto essere pronta per dicembre 1999), attribuendo le colpe per eventuali disservizi a ritardi storici nella gestione delle ferrovie. Ma questi lavori non sono iniziati quando era già in carica il dott. Sciarra?

E quale dirigenza FS ha avuto l’abilità di scegliere ditte così capaci da fallire di fronte al lavoro di raddoppio di una ferrovia? (i ritardi sulla consegna del tratto Monte Mario – S. Pietro sono dovuti essenzialmente al fallimento della ditta incaricata dei lavori). Era quella storica, prima dal profondo ammodernamento aziendale annunciato dal dott. Sciarra?

Non solo, il direttore ha enfatizzato l’istituzione dei servizi bus sostitutivi, fatto unico – secondo lui – nel panorama europeo. Infatti, solo la dirigenza FS poteva avere l’idea gloriosa di chiudere una ferrovia urbana per ben due anni, che contava 16.000 utenti giornalieri prima dell’interruzione, tutto questo in una città già fortemente stretta nella morsa del traffico e ignorando le proteste massicce dell’utenza. Forse il dott. Sciarra non lo sa, ma in altri paesi Europei nessuno si sognerebbe mai di chiudere una ferrovia urbana in pieno esercizio, perché i lavori di ammodernamento o raddoppio si fanno di notte, durante l’esercizio e nei fine settimana. Ma noi abbiamo avuto i pullman sostitutivi "gran turismo", ed anche in abbondanza, specialmente dove non servivano.

Vi ricordate le 22 corse di autobus nelle domeniche dell’estate 1999? 22 corse al fine settimana contro 18 fra treni e autobus durante la settimana (nello stesso periodo), peraltro quasi tutte limitate al tratto fra Viterbo e Cesano. A chi dovevano servire? Ed ora, che il treno arriva a La Storta, non appena giunge a Cesano, c’è un autobus parallelo che lo rincorre fino a La Storta, oltre a quello sostitutivo in partenza da La Storta. Un doppione del tutto inutile, infatti il treno viaggia quasi a vuoto, visto che c’è l’autobus e che il sostitutivo in coincidenza con il treno a La Storta parte a 400 m di distanza dalla stazione, sulla via Cassia (il parcheggio di scambio è rimasto chiuso per mancanza di "autorizzazioni"), magari senza aspettare il trasbordo dei passeggeri meno veloci.

Intanto il sostitutivo gran turismo, che di domenica dovrebbe portare alla stazione metro A di Cipro, non arriva mai lì, ma scarica i passeggeri in una strada a 200 m di distanza della fermata, di fronte ai cassonetti della nettezza urbana, parcheggiando in seconda fila (circolare agli autisti). Ovvio che non ci sono neanche indicazioni per chi arriva con la metro, per sapere dove prendere questo sostituivo.

Laddove il servizio sostitutivo sarebbe servito, le FS si sono affrettati a peggiorarlo, togliendo a fine dicembre corse di autobus molto ben frequentate fra Bracciano e Ladispoli, facendo saltare le coincidenze con i treni diretti della Roma - Pisa, e allungando di oltre 20 minuti le coincidenze fra treno e bus a Cesano per il servizio sostitutivo verso Prima Porta e Settebagni. Ma siamo sicuri che il sostitutivo è stato istituito per l’utenza? (che il dott. Sciarra continua a chiamare "clienti", anche se qualsiasi cliente scapperebbe se dovrebbe acquistare un tale servizio in un regime di libero mercato).

Ma c’è di più. Per alleggerire i disagi per gli utenti urbani di Pineta Sacchetti, Monte Mario, Ottavia e La Giustiniana e moltissimi della tratta extraurbana durante la chiusura della linea fra S. Pietro e Cesano, su richiesta del Comitato, le FS avevano ripristinato un tratto della linea di Vigna Clara (aperta una prima volta in occasione dei mondiali di calcio, per pochi giorni nel 1990 e successivamente lasciata in abbandono), costruendo un apposita fermata con parcheggio pullman nel parco del Pineto, adiacente Balduina.

Ebbene, il 19 gennaio il dott. Sciarra anunciava a sorpresa che questo tratto, percorso da treni provenienti da Ostiense e S. Pietro che nelle ore di punta portavano oltre 200 persone, veniva chiuso a partire dal 30 gennaio 2000, prima che la linea FS venisse completata e riaperta fino a S. Pietro. Se il problema era la galleria di Trastevere, il treno navetta poteva essere attestato a S. Pietro. Invece le FS hanno preferito di chiudere – non di aprire – quel poco di ferrovia urbana che era rimasto del servizio urbano della linea FS Roma - Viterbo (fm3), proprio nel periodo caldo del Giubileo, lasciando l’utenza allo sbaraglio: immaginatevi di dover proseguire da Cipro a S. Pietro con l’ATAC in una giornata di udienza del papa!

Dal 31 ottobre 1999 non è più possibile acquistare il biglietto in treno senza supplemento se si sale in una fermata senza biglietteria. Ebbene, le FS si adeguano ad una prassi già nota dagli autobus urbani e dalla metropolitana. Con la differenza che lì (nei capolinea ATAC e nelle fermate metro) sono state istallate biglietterie automatiche, mentre in molte fermate extraurbane non è possibile comprare il biglietto in anticipo, perché l’unico tabaccaio che li vende è chiuso per il giorno di riposo o perché è ora di pranzo o sera. Intanto, l’utente che non riesce ad acquistare il biglietto prima di salire sul treno paga supplementi salati, 10.000 Lire per solo 21 chilometri!

Da marzo del 1999 il Comitato Utenti ha chiesto l’istituzione di treni diretti tra Viterbo e Roma, presentando anche diversi studi di orario. Puntualmente le FS hanno escluso questa possibilità, argomentando che l’orario cadenzato non avrebbe lasciato spazio a questi servizi, anche di fronte ai studi evidenti che dimostrano il contrario. Peraltro, nei lavori di raddoppio è stato costruito un binario di precedenza nella stazione di La Storta, che serve proprio per far passare treni più veloci. Soltanto ora, che l’utenza di Viterbo protesta anche per bocca del suo sindaco per le percorrenze troppo lunghe fra Viterbo e Roma, il muro delle FS comincia a sbriciolare. E così, il dott. Sciarra ha annunciato che le FS sarebbero disposte a "studiare" la possibilità di treni più veloci, annunciando nel contempo con un termine abilmente tecnico "rotture di carico" per gli altri treni. In parole chiare: a Cesano si cambia, da treno a treno! E questo come soluzione definitiva, non per la durata (eterna?) di qualche lavoro!

Ma con questa rottura di carico il dott. Sciarra ha portato l’utenza al carico di rottura! Siamo stanchi della cattiva gestione dei lavori di ammodernamento, dalla mancanza di informazione, dalle vaghe promesse mai mantenute, dallo spreco delle risorse, dai servizi primari negati. L’utenza ha dato una risposta chiara, anche nel recente sondaggio, chiedendo a gran voce:

Gennaio 2000     La Segreteria del Comitato

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Confronto fra i tempi di percorrenza 1990-2000

1990

1990

1993

1993

1996

1996

2000

il più lento

il più veloce

il più lento

il più veloce

il più lento

il più veloce

tutti i treni

Monte Mario

18.26

14.43

6.10

14.45

6.07

14.53

5.31

Viterbo

20.00

15.46

7.52

15.55

7.51

16.10

6.55

tempo di percorrenza

1.34

1.03

1.42

1.10

1.44

1.17

1.24



Bracciano

14.42

7.28

6.33

8.18

13.45

7.30

5.40

Monte Mario

15.27

8.05

7.14

8.48

14.31

8.01

6.23

tempo di percorrenza

0.45

0.37

0.41

0.30

0.46

0.31

0.43