Gli alimenti (e più genericamente gli organismi) geneticamente modificati (OGM) fanno male? Non fanno male? Sono dannosi? Non sono dannosi?
Si scatena subito la bagarre:
"No! No! Non sono dannosi! Sono completamente innocui!"
"Sì! Sì! Sono pericolosi, fanno malissimo!"
Ma... cos'è questa vocina fastidiosa che sento dietro l'orecchio? "Sei sicuro che il problema sia proprio questo? E se spostassimo il fuoco su un altro punto?"
Eh?!
L'informazione
Proviamo ad esaminare un esempio pratico:
Al supermercato, un consumatore sta per comprare una confezione di farina di polenta che è stata prodotta utilizzando mais geneticamente modificato.
In questo caso abbiamo due opzioni:
  1. Sull'etichetta non c'è scritto OGM. In questo caso abbiamo una sola opzione:
    1. Il consumatore compra il prodotto
  2. Sull'etichetta c'è scritto OGM. In questo caso abbiamo invece due opzioni:
    1. Il consumatore, o perché è convinto che l'OGM non è dannoso, o perché non gliene potrebbe fregare di meno, compra il prodotto
    2. Il consumatore (o perché è convinto che l'OGM sia dannoso, oppure non ne è convinto però non si fida, o perché è contrario per scelta religiosa alle manipolazioni contro natura, o perché odia le multinazionali che creano sementi che daranno frutti sterili e non utilizzabili per la semina dell'anno successivo, costringendo così l'agricoltore a comprare la semente da loro, anno dopo anno, o per centosedici altre ragioni) non compra il prodotto
Possiamo vedere un'asimmetria, uno sbilanciamento tra i due casi: nel primo manca una piccola cosa, una cosa che potrebbe sembrare insignificante e che invece nel secondo è presente.
La scelta
Nel secondo caso il consumatore può scegliere se comprare la polenta OGM oppure un'altra polenta.
Ma, dirai tu, che sei il produttore della polenta, se io informo il consumatore e gli lascio la scelta, poi va a finire che si spaventa e invece di vendere 100 sacchetti di polenta, ne vendo solo 53. E tutto questo per cosa? Per niente, perché l'OGM non è dannoso e non fa nessun male. Lo giuro.
E allora, rispondo io (che sono un bastian contrario), tu spiegagli che l'OGM non è dannoso. Se sei così sicuro, non dovresti aver problemi, no? Avrai fatto le tue prove, nei tuoi laboratori, no?
Come dici? Se ci prende l'abitudine? In che senso, "se ci prende l'abitudine"?
Sì, se si abitua a chiedere sempre spiegazioni prima di comprare qualcosa?
Eh?!
Sì, io non posso perdere del gran tempo a spiegare tutto quello che faccio: e se il pallone di cuoio l'ha cucito un bambino di sei anni, e quanti chicchi di riso ho pagato il tappeto fatto a mano, e quante ore di straordinario ci sono nella vernice metallizzata di questa macchina, e perché non ti ho detto che la nicotina dà assuefazione come la droga, e patatì e patatà... sono qui per vendere, io, mica per sport, cosa ti credi?
Oops!
E se poi, fra vent'anni, viene fuori che il fegato di chi consuma abitualmente la mia polenta, a contatto con una infinitesima quantità di iso-canfo-propan-acetil-fenol-ftalato, sviluppa una forma rara ed incurabile della sindrome di Schwartz-Endelbaum? Io gli avrei spiattellato già bell'e pronta una statistica [polente OGM vendute]ó[sindromi di Schwartz-Endelbaum manifeste]!. Col cakkien!
Vale a dire che se tu metti OGM sull'etichetta, potrebbe essere possibile risalire a quanto ne hai venduto? Ma di che ti preoccupi... non hai detto che è innocuo?
Certo che è innocuo! Lo giuro!... e poi, senti, francamente, non sarebbe ora di finirla con tutte queste Barriere Tecniche al Commercio?! Dobbiamo o non dobbiamo Globalizzarci?...

Continua...
"Per i globalizzatori un pallone è un prodotto
che si può rifiutare solo se è di cattiva qualità
e non se è fatto da piccoli schiavi."

- Dal Vangelo secondo il Mercato, 2.1 & 2.8 -

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