Parco Nazionale del Cilento

Presentazione

Istituzione: D.L. 394/91;

Ubicazione: Provincia di Salerno, Regione Campania;

Estensione:181.048 ha

Riconoscimenti: Patrimonio mondiale dell'umanità (UNESCO); Riserva mondiale di Biosfera (UNESCO), Unico Parco in Italia tutelato sotto due profili: Culturale-antropologico oltre che Naturalistico;

Simbolo del Parco: Primula Palinuri (specie endemica, localizzata e a forte rischio di estinzione);

Fiumi: Alento, Bussento, Mingardo, Calore;

Monti: M.Cervati 1898 m, M.Alburno 1742 m, M.Gelbison 1705 m;

Balneabilità: 99% della costa;

Bandiere Blu 2001: 8 (Agropoli, Castellabate, Pisciotta, Centola, Pollica, Camerota, Vibonati, Sapri);

Aspettativa di vita: 3 anni superiore alla media nazionale;

Poli a forte attrazione turistica: 3 (Velia, Paestum, Certosa di Padula) su cinque riconosciuti alla Regione Campania;

Complessi speleologici rilevanti: Grotte di Pertosa, Grotte di Castelcivita (due dei quattro complessi speleologici italiani inseriti nel circuito internazionale dei più rilevanti al mondo.

Altri Siti da segnalare: Cippo di Carlo Pisacane, Santuario del Gelbison, Monte della Stella (l'antico Monte Cilento donde il nome al territorio circostante), Gole del Calore (Oasi WWF), Gole del Bussento (Oasi WWF), Roscigno vecchia (Paese disabitato), San Severino vecchia (Paese disabitato), Sito archeologico di Roccagloriosa (insediamento Lucano), Grotte di Palinuro, Grotte di Castelcivita, Grotte di Pertosa, Molpa (insediamento pre-romano), Monumento dell'Antece (scultura rupestre del IV secolo a.c.), Insediamenti Preistorici di Camerota, Castelcivita, Pertosa, Dimora di GiovanBattista Vico a Vatolla (senza alcuna pretesa di esaustività!);

Musei: 13 ("Naturalistico degli Alburni"-Corleto Monforte, "Paleontologia"-Scario, "Valle delle Orchidee"-Sassano, "Erbe e Viridarium" e "Usi e tradizioni del Vallo di Diano"-Teggiano, "Vallivona"-Sanza, "Etnografico"-Morigerati, "Archivio storico Eleùsa"-San Mauro Cilento, "Percezione ambientale"-Celle di Bulgheria, "Civiltà contadina"-Roscigno, Moio della Civitella, Vatolla e Montecorice); 

Comunità Montane interessate: 8 (Alburni, Alento-Monte Stella, Bussento, Calore Salernitano,Gelbison e Cervati, Lambro e Mingardo, Vallo di Diano, Tanagro);

Comuni interessati (interamente o con parte del territorio): 80 (Agropoli, Aquara, Ascea, Auletta, Bellosguardo, Buonabitacolo, Camerota, Campora, Cannalonga, Capaccio, Casal Velino, Casalbuono, Casaletto Spartano, Caselle in Pittari, Castel San Lorenzo, Castelcivita, Castellabate, Castelnuovo Cilento, Celle di Bulgheria, Centola, Ceraso, Cicerale, Controne, Corleto Monforte, Cuccaro Vetere, Felitto, Futani, Gioi, Giungano, Laureana Cilento, Laurino, Laurito, Lustra, Magliano Vetere, Moio della Civitella, Montano Antilia, Monte San Giacomo, Montecorice, Monteforte Cilento, Montesano sulla Marcellana, Morigerati, Novi Velia, Omignano, Orria, Ottati, Perdifumo, Perito, Petina, Piaggine, Pisciotta, Polla, Pollica, Postiglione, Roccadaspide, Roccagloriosa, Rofrano, Roscigno, Sacco, Salento, San Giovanni a Piro, San Mauro Cilento, San Mauro la Bruca, San Pietro al Tanagro, San Rufo, Sant'Angelo a Fasanella, Sant'Arsenio Santa Marina, Sanza, Sassano, Serra Mezzana, Sessa Cilento, Sicignano degli Alburni, Stella Cilento, Stio, Teggiano, Torre Orsaia, Tortorella, Trentinara, Valle dell'Angelo, Vallo della Lucania);

Raggiungibilità: Autostrada: A3 Salerno-Reggio Calabria, Treno: Linea Napoli-Battipaglia-Reggio Calabria e Linea Napoli-Battipaglia-Lagonegro, Aereo: Napoli Capodichino ( a breve Pontecagnano SA);

 

Storia e cultura

 

Le 50 Meraviglie del Parco:

Elea-Velia

Non è un caso che abbia scelto di illustrare le meraviglie del Parco partendo da Velia (Elea per i Greci), ritengo infatti che percorrendo le strade che udirono le lezioni di Parmenide e Zenone, affacciandosi dall'acropoli che faceva sospirare Cicerone, sedendosi nell'agorà, esempio lontano di vera democrazia, ascendendo verso la superba e imperiosa Porta Rosa si provino emozioni difficilmente chiosabili in poche righe di testo. La bellezza di Velia è data non solo da fattori puramente archeologici e storici (basterebbero ampiamente a giustificare una sortita!), ma si lega all'aura di mistero che circonda una città in buona parte sconiosciuta (la scoperta di una necropoli romana è storia di sei mesi orsono).  Si tenga ben presente, è doveroso ricordarlo, che la prima scuola di Medicina al mondo nacque qui per poi dare vita alla più nota scuola medica salernitana. Con tutta probabilità lo stesso Augusto dimorò nel municipio velino per curarsi nelle famose terme, che accoglievano sovente l'amico Cicerone. Non nascondo il rammarico di non poter gustare la maestosità del tempio di Athena (abbattuto per far posto a una torre medievale) o la inviolabilità del golfo velino (prosciugato dal ritrarsi del mare). Tuttavia i sentieri delle terrazze sacre, la vista del monte Sacro affievolita dal tepore delle luci del tramonto, l'infrangersi delle acque di questo mare tanto azzurro e quieto da sembrar finto......tradiscono la mia penna e confesso che queste righe sono state scritte qui, sullo scranno della dimora che fu di Parmenide. Umile Caronte io sono tra lo splendore di questo scenario e voi.

Palinuro

Non ha bisogno di presentazioni per la sua vocazione turistica riconosciuta a livello mondiale. Palinuro però non è solo mare e sole. Palinuro è soprattutto il mito del nocchiero di Enea, evocato dal Cenotafio (tomba monumentale vuota) nella vicina Caprioli, la Primula Palinuri, specie floreale endemica simbolo del Parco, la Grotta Azzurra con una moltitudine di altri antri, emersi e non, visitabili, il castelluccio risorgimentale, l'arco naturale, lo scoglio del coniglio, le risalite del fiume Mingardo a cavallo, la circumnavigazione del Capo in canoa........se poi volete sprecare una vacanza a Palinuro solo per andare a prendere il sole fate pure, ma non dite che non vi avevamo avvertiti.

Oasi WWF di Morigerati

Il lettore potrebbe chiedersi in mezzo a quale bosco sperduto voglio mandarlo, per vedere un'oasi WWF, invece ci troviamo a 10 minuti di macchina da Sapri e a 20 da Palinuro. Del resto è questo il bello di questo Parco, si può passare in mezz'ora dal prendere il sole in spiaggia al rischiare di incontrare un Lupo a 1700 metri di altitudine! L'oasi di Morigerati è determinata dal fiume Bussento che, dopo aver percorso un tratto sotterraneo di 6 km, riemerge da una grotta in mezzo a due costoni rocciosi a strapiombo sul suo letto. La portata non è eccessiva, tanto da permettervi di accompagnare il fiume per centinaia di metri passando su ponti di legno e ammirando la rigogliosa vegetazione. Nel punto di massima ampiezza del sentiero approntato rimarrete, spero, costernati come è successo a me nel vedere una sorgente di acqua dolce zampillare da un anfratto roccioso in un idromassaggio naturale, che forma un rivolo di pochi metri per poi gettarsi nel fiume in una spumeggiante cascata. Ne vale la pena signori, ne vale davvero la pena!

Pisciotta

Un presepe naturale diroccato su una rupe e apparentemente sostenuto solo dai secolari ulivi che fanno da contorno. Così mi è capitato di sentir definire questo borgo medievale abitato da 1500 anime, e credo non si fosse lontani dal vero. Qui rischierete veramente di perdervi nei meandri di un vicoletto labirintico degno della Napoli cinquecentesca, oppure di ammirare un tramonto sul mare con la compagnia di qualche gufo in cerca di un rifugio tra le feritoie del palazzo baronale. Attenzione però perchè non vi dovrete meravigliare di imbattervi in qualche vecchietta che, disinvoltamente, porta sul suo capo una cesta di ciliege appena colte e miracolosamente immobili ad assecondare il passo cadenzato e leggero. Non starete sognando quando vi diranno di sostare perchè è in corso il "palio del ciuccio", né quando il lunedì di pasqua vi proporranno un bagno al mare con visi già abbronzati (state pur certi che non sarà una "lampada"). Insomma se un giorno crederete di essere in un altro emisfero ma non ricorderete di aver preso l'aereo.....beh il suo nome è Pisciotta!

Roccagloriosa-Fistelia

Sconosciuta anche agli amministratori locali, quasi interamente sepolta da secoli, nell'alta valle del fiume mingardo, a 15 minuti di auto da Palinuro, vi è l'insediamento lucano di Fistelia. Città del V-VI sec. a.c., Fistelia ebbe un ruolo importante come alleata di Annibale nelle guerre puniche, fu denominata Orbitania dai romani, che poi, fondando Buxentum (l'odierna Policastro Bussentino) la fecero decadere, privandola dello sbocco a mare. Visitare l'attuale sito archeologico non è particolarmente stimolante perchè non si riesce ad avere che una sommaria cognizione della città sepolta. Parziale attenuante è la struttura urbanistica dei Lucani, che nella loro "TOUTA" cioè insediamento, comprendevano vari nuclei abitativi attorno ad uno principale. Solo quest'ultimo è stato riportato, in parte, alla luce di Fistelia. Non si può tuttavia non sollecitare iniziative atte a recuperare in toto un patrimonio ancora ignorato e che potrebbe innescare un turismo più qualificato ed esteso alle aree interne del parco. Per ora ci resta l'ebbrezza di passeggiare per sentieri che potrebbero celare risorse archeologiche inestimabili, di tentare di ricostruire idealmente abitati in cui non si è mai cimentato alcun archeologo e la piacevole sensazione che un giorno diremo: quando ci sono stato per la prima volta era un mucchio di pietre sparse!

Molpa

Distante 2 Km da Palinuro, si presenta  come una solitaria collina scavata dallo scorrere di due fiumi:  il Lambro  e il Mingardo. Fin dal VI sec. a.c. questo posto, così naturalmente difeso da ogni incursione, fu approdo dei greci di Sibari. La città che si sviluppò sull'altopiano fu federata con la vicina Palinuro e con essa coniò moneta, simbolo  di potenza economica. Lucani, greci eleati, bizantini abitarono questo luogo. Pressochè completamente distrutto durante la guerra greco-gotica, l'insediamento seguì le sorti alterne del mercimonio feudale fino ad essere  definitivamente distrutto dai Saraceni nel 1464. I suoi abitanti andarono ad ingrandire l'abitato della vicina Pisciotta. Lo scenario naturalistico non è meno attraente della memoria storica e delle vestigia archeologiche: le essenze più tipiche della macchia mediterranea qui si sposano con un contorno paesaggistico da incanto. Da un lato il lungo sperone roccioso che cala a picco sulla "Cala del Cefalo", dall'altro l'imperioso Capo Palinuro, ai piedi lo scoglio del "Coniglio", l'isoletta dell'Arco naturale, quest'ultimo, perfettissimo esempio di "architettura naturale". Ai fianchi, come detto, i letti dei due fiumi che hanno forgiato questa scultorea collina. La sua figura è stata, in passato, interpretata come una sirena addormentata sulle acque del golfo. Di sicuro la suggestione di questo luogo, specie al tramonto, quando gli orizzontali raggi del sole cadono perpendicolari sul costone a picco sulle acque del mare, induce a metafore che immortalino una scena che si vorrebbe avere sempre davanti agli occhi.

Grava di Vesalo

Tra i paesi di Campora e Laurino uno spettacolare fenomeno di carsismo attrae i visitatori: la Grava di Vesalo. Un piccolo torrente, quasi un ruscello, si getta in un inghiottitoio di dieci metri di diametro senza più dare traccia di sè e senza alcun rumore. L'interno della grava, esplorato in minima parte dagli speleologi, ha mostrato laghetti sotterranei, enormi stalattiti e stalagmiti, grotte ed impressionanti giochi di luce. Il tutto in una cornice costituita da una fittissima faggeta. Siamo a poco più di 1000m di altitudine. L'ennesima dimostrazione di un Cilento interno che ha ben poco da invidiare a quello costiero. Peccato che visitino questo posto più bovini, suini, caprini che uomini....

Punta Licosa

Stento a trovare parole adeguate e come Joyce vorrei, senza punteggiatura, esternare di getto tutte le emozioni che ho provato in questo luogo. 5 Km circa di costa incontaminata e frastagliata, un lungo bosco di Pini d'Aleppo piegati dal vento di Maestrale, un sentiero immerso nella vegetazione ed al centro l'isoletta dominata dal faro. Il nome viene da Leucosia, una sirena. E' raro trovare un così grande lembo di terra ancora vergine da contaminazioni e deturpamenti umani. Le acque sono cristalline, in quella che a breve sarà una riserva marina.

Porto Infreschi

A circa tre miglia marine da Marina di Camerota, in direzione sud, troviamo il porticciolo naturale e la conseguente baia di Infreschi. Un breve braccio di mare rompe l'alto fronte della costa che porta a Scario e al golfo di Policastro. Le acque al suo interno sono incredibilmente pulite (a breve la riserva marina) e vengono disturbate solo dall'ombra della vegetazione che dalla riva si sporge sull'acqua e da una sorgente di acqua dolce che vi si immette. Questa prende origine da una delle numerose grotte site all'interno della baia. Sul versante nord si trova la chiesetta di San Lazzaro ed un antico riparo di pescatori. Sulle pareti intorno alla spiaggia praterie della rarissima Primula Palinuri, dorata piantina assurta a simbolo del Parco.

Punta Tresino

Procedendo da Agropoli verso sud, in direzione di S. Maria di Castellabate, il tratto di costa che si incontra è tra i più spettacolari del Parco. Al centro v'è Punta Tresino. Il nome deriva dal latino Tres Sinus, ad indicare i tre approdi conosciuti nell'antichità e dominati dal monte Tresino. Altra tesi porta ai Greci Trezeni che pure frequentarono queste plaghe. Sulla punta prospiciente il mare del Monte Tresino sono visibili i resti di una torre costiera, antico avamposto contro le scorrerie dei saraceni della vicina Agropoli. La costa alterna tratti bassi a tratti impervi, ma le acque conservano sempre lo stesso nitore. Nelle vicinanze numerosi casali di campagna e i resti di una villa romana. Da notare il "Vallone" ampia rientranza bagnata da un torrente e ricca di vegetazione.

Borgo abbandonato di San Severino.

Distante 6 Km da Palinuro, nella stretta gola del diavolo formata dal corso del fiume Mingardo tra le scoscese pendici del Monte Bulgheria, v'è il villaggio medievale abbandonato di San Severino. La stretta rupe calcarea è divisa in due da una sella. Da un lato il castello, che fu dapprima una torre quadrata, dall'altro l'abitato con le case, basse e raramente accompagnate da piccoli orticelli, costituenti una naturale cinta muraria. Dominano l'abitato l'imponente palazzo baronale, la chiesa, parzialmente crollata, di S Maria degli Angeli e la cappella di S. Severino ancor oggi funzionante. Dinanzi a quest'ultima si apre uno spiazzo che permette di ammirare l'invidiabile posizione di controllo del borgo, con un raggio visuale che va dal frourion eleatico di Castelluccio, nel comune di Pisciotta, passando per il Monte Antilia e Roccagloriosa-Fistelia, per arrivare all'imponente cortina del M. Bulgheria. Il paese, risalente nelle sue più antiche vestigia al X-XI sec., è stato abbandonato dai suoi residui 400 abitanti nell'immediato dopoguerra. Il nuovo paese sorge a valle. Salendo lungo l'unico asse stradale, via S. Severino, si può percepire l'evoluzione del borgo, permeato di influssi longobardi, angioini, aragonesi. Soprattutto risaltano le strutture d'inizi novecento che danno al visitatore danno l'impressione di un repentino salto nel tempo. Di notte, dorato dalle luci che  sapientemente lo illuminano, San Severino appare come un preziosissimo custode dell'abitata valle e la speranza che sia messo in sicurezza da possibili ulteriori effetti deleteri del tempo è pressante in chi apprezza tali bellezze.

 

 

Poesie:

 

Palinuro

Eterea plaga ch'Eolo fe' ritroso

mirabil  opra di cotanto fattor,

scorgesti l'ir pel mare nostro 

del decantato figliuol d'Anchise;

reclamando allor del mito i fasti 

Morfeo avocasti pe' suoi servigi,

Palinuro, nocchiero incauto

aura immortale ti consacrò.

 

Sì alta genesi pochi ebben mai

ma tu lustro giammai le desti,

coll'amica Melpie icona forgiasti

e alla diaspora Augustea rifugio fornisti.

 

Parca messe pe' tuoi natali

 

sì che tanto dato

repentina man sottrasse,

di Pandora ella venne

e funesto dazio impose.

 

Di tua gloria, tua virtute

privarci il fato volle

ma l'alba d'ogni tempo 

di te menzion non sdegna.

 

                                                    

                                                                        

                                                                                Francesco  D'Amato

 

 

 

 

Immagini

Ambiente

Itinerari

Itinerario "chiusa"-Pisciotta

Itinerario "Porto Infreschi"-Marina di Camerota

Itinerario "Torri costiere"-Pisciotta

Itinerario "Castelluccio"-Pisciotta

Itinerario "S.Iconio"-Marina di Camerota

Itinerario "Punta Tresino"-Agropoli

Prodotti tipici e ricette

 

Prodotti Tipici:

-Fichi secchi ripieni ("Ficu siccate e 'mbuttunate"):

 

1)    Raccogliere i Fichi (meglio se Fichi bianchi "dottati" del Cilento dop)

2)    Tagliarli longitudinalmente e farli ad essiccare al sole

3)    Completata l'essiccazione lavare i fichi in acqua bollente aromatizzata (con finocchietto selvatico essiccato, olio, sale, foglie di Lauro)

4)    Fare asciugare i fichi al sole per altri 3gg

5)    Richiudere i fichi con ripieno di Noci e scorza di Limone

6)    Dorare  in forno a legna per pochi minuti (ca.5 minuti)

7)    Ricoprire i fichi ancora caldi con un velo di zucchero, cannella in polvere e scorza di limone grattugiata.

8)    Attendere un paio di giorni e poi mangiare con la passione determinata da tanta cura!

 

 

Ricette:

 Melanzane imbottite ("Mulignane 'mbuttunate"):

1)    Cavare le melanzane privandole della parte interna molle (senza gettarla via)

2)    Cospargere il tutto con del sale e attendere 10 minuti (le melanzane così perderanno il sapore amarognolo)

3)    Soffriggere l'interno delle melanzane con abbondante olio, prezzemolo, aglio e pomodori freschi

4)    Preparare il ripieno mischiando il soffritto raffreddato con uova, formaggio grattato (meglio se di capra), sale e pasta piccola cruda

5)    In altra pentola soffriggere con olio, sale, pomodorini e cipolla i Fagiolini freschi

6)    Rosolati bene i Fagiolini coprirli d'acqua e, a bollitura, aggiungere le melanzane ripiene

7)      A cottura ultimata ricoprire con basilico tritato fresco.

 

Chiacchiere al limone "rodiane":

ingredienti per sei persone:

2 uova

2 pezzi di lievito di birra

1 bicchiere di latte

100 gr di burro

250 gr di zucchero

farina quanto basta

3 limoni della costiera cilentana

un pizzico di sale

Procedimento:

Disporre la farina sul piano di lavoro e impastare con essa le uova e il lievito sciolto nel bicchiere di latte.

Aggiungere il burro precedentemente sciolto in un tegame e il sale.

Stendere con il mattarello ( u' laganature) fino ad ottenere una sfoglia sottile.

Grattugiare le scorze di limone e mescolarle con lo zucchero in una ciotola, poi cospargere la sfoglia con il composto ottenuto.

Arrotolare la sfoglia a mò di rondelle ( molto stretta però, altrimenti fuoriuscirebbe lo zucchero e il risultato sarebbe compromesso!).

Tagliare i lunghi rotoli ottenuti a rondelline di un centimetro.

Friggere in olio bollente della varietà "pisciottana" e poi.......

BUON APPETITO!!!