Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia

Edilizia

 

INDICE

 

PARTE I – Attività edilizia

TITOLO I -Disposizioni generali

Capo I- Attività edilizia

Art. 1 (L)- Ambito di applicazione

Art. 2 (L) – Competenze delle regioni e degli enti locali

Art. 3 (L)- Definizioni degli interventi edilizi

Art. 4 (L) – Contenuto necessario dei regolamenti edilizi comunali

Art. 5 (R) -Sportello unico per l’edilizia

TITOLO II- Titoli abilitativi

Capo I – Disposizioni generali

Art. 6 (L) – Attività edilizia libera

Art. 7 (L) – Attività edilizia delle pubbliche amministrazioni

Art. 8 (L) – Attività edilizia dei privati su aree demaniali

Art. 9 (L) Attività edilizia in assenza di pianificazione urbanistica

Capo II – Permesso di costruire

Sezione I -Nozione e caratteristiche

Art. 10 (L) -Interventi subordinati a permesso di costruire

Art. 11 (L) -Caratteristiche del permesso di costruire

Art. 12 (L) – Presupposti per il rilascio del permesso di costruire

Art. 13 (L) - Competenza al rilascio del permesso di costruire

Art. 14 (L) – Permesso di costruire in deroga agli strumenti urbanistici

Art. 15 (R) - Efficacia temporale e decadenza del permesso di costruire

Sezione II - Contributo di costruzione

Art. 16 (L) - Contributo per il rilascio del permesso di costruire

Art. 17 (L) - Riduzione o esonero dal contributo di costruzione

Art. 18 (L) - Convenzione-tipo

Art. 19 (L) - Contributo di costruzione per opere o impianti non destinati alla residenza

Sezione III - Procedimento

Art. 20 (R) - Procedimento per il rilascio del permesso di costruire

Art. 21 (R) – Interventi

Capo III - Denuncia di inizio attività

Art. 22 (L) - Interventi subordinati a denuncia di inizio attività

Art. 23 (R) - Disciplina della denuncia di inizio attività in materia edilizia

TITOLO III - Agibilità degli edifici

Capo I - Certificato di agibilità

Art. 24 (L) - Certificato di agibilità

Art. 25 (R) - Procedura per il rilascio del certificato di agibilità

Art. 26 (L) – Dichiarazione di inagibilità

TITOLO IV - Vigilanza sull’attività urbanistico-edilizia, responsabilità e sanzioni

Capo I - Vigilanza sull’attività urbanistico-edilizia e responsabilità

Art. 27 (L) - Vigilanza sull’attività urbanistico-edilizia

Art. 28 (L) - Vigilanza su opere di amministrazioni statali

Art. 29 (L) - Responsabilità del titolare della concessione, del committente, del costruttore e del

direttore dei lavori, nonché anche del progettista per le opere subordinate a denuncia di inizio

attività

Capo II- Sanzioni

Art. 30(L) - Lottizzazione abusiva

Art. 31 (L) – Interventi eseguiti in assenza di concessione, in totale difformità o con variazioni

essenziali

Art. 32 (L) – Determinazione delle variazioni essenziali

Art. 33 (L) – Interventi di ristrutturazione edilizia in assenza di permesso di costruire o in totale

difformità

Art. 34 (L) – Interventi eseguiti in parziale difformità dal permesso di costruire

Art. 35 (L) – Interventi abusivi realizzati su suoli di proprietà dello Stato o di enti pubblici

Art. 36 (L) – Accertamento di conformità

Art. 37 (L) - Interventi eseguiti in assenza o in difformità dalla denuncia di inizio attività e

accertamento di conformità

Art. 38 (L) – Interventi eseguiti in base a permesso di costruire annullato

Art. 39 (L) - Annullamento del permesso di costruire da parte della Regione

Art. 40(L) – Sospensione o demolizione di interventi abusivi da parte della Regione

Art. 41 (L) – Demolizione di opere abusive

Art. 42 (L) – Ritardato od omesso versamento del contributo afferente al permesso di costruire

Art. 43 (L) - Riscossione

Art. 44 (L) – Sanzioni penali

Art. 45 (L) – Norme relative all’azione penale

Art. 46 (L) - Nullità degli atti giuridici relativi ad edifici la cui costruzione abusiva sia iniziata

dopo il 17 marzo 1985

Art. 47 (L) - Sanzioni a carico dei notai

Art. 48 (L) - Aziende erogatrici di servizi pubblicio sostitutivo regionale

Capo III – Disposizioni fiscali

Art. 49 (L) - Disposizioni fiscali

Art. 50 (L) – Agevolazioni tributarie in caso di sanatoria

Art. 51 (L) - Finanziamenti pubblici e sanatoria

PARTE II – Normativa tecnica per l’edilizia

Capo I - Disposizioni di carattere generale

Art. 52 (L) – Tipo di strutture e norme tecniche

Art. 53 (L) - Definizioni

Art. 54 (L) – Sistemi costruttivi

Art. 55 (L) – Edifici in muratura

Art. 56 (L) – Edifici con struttura a pannelli portanti

Art. 57 (L) – Edifici con strutture intelaiate

Art. 58 (L)- Produzione in serie in stabilimenti di manufatti in conglomerato normale e

precompresso e di manufatti complessi in metallo

Art. 59 (L)- Laboratori

Art. 60 (L)- Emanazione di norme tecniche

Art. 61 (L) – Abitati da consolidare

Art. 62 (L) – Utilizzazione di edifici

Art. 63 (L) – Opere pubbliche

Capo II Disciplina delle opere in conglomerato cementizio armato, normale e precompresso e a

struttura metallica

Sezione I - Adempimenti

Art. 64 (L) – Progettazione, direzione, esecuzione, responsabilità

Art. 65 (R) – Denuncia dei lavori di realizzazione e relazione a struttura ultimata di opere di

conglomerato cementizio armato, normale e precompresso e a struttura metallica

Art. 66 (L) – Documenti in cantiere

Art. 67 (L - R) – Collaudo statico

Sezione II Vigilanza

Art. 68 (L) - Controlli

Art. 69 (L) – Accertamenti delle violazioni

Art. 70 (L) – Sospensione dei lavori

Sezione III Norme penali

Art. 71 (L) – Lavori abusivi

Art. 72 (L) – Omessa denuncia dei lavori

Art. 73 (L) – Responsabilità del direttore dei lavori

Art. 74 (L) – Responsabilità del collaudatore

Art. 75 (L) – Mancanza del certificato di collaudo

Art. 76 (L ) – Comunicazione della sentenza

Capo III - Disposizioni per favorire il superamento e l’eliminazione delle barriere

architettoniche negli edifici privati, pubblici e privati aperti al pubblico

Sezione I - Eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati

Art. 77 (L) - Progettazione di nuovi edifici e ristrutturazione di interi edifici

Art. 78 (L) - Deliberazioni sull’eliminazione delle barriere architettoniche

Art. 79 (L) - Opere finalizzate all’eliminazione delle barriere architettoniche realizzate in deroga

ai regolamenti edilizi

Art. 80 (L) - Rispetto delle norme antisismiche, antincendio e di prevenzione degli infortuni

Art. 81 (L) - Certificazioni

Sezione II - Eliminazione o superamento delle barriere architettoniche negli edifici pubblici e

privati aperti al pubblico

Art. 82 (L ) - Eliminazione o superamento delle barriere architettoniche negli edifici pubblici e

privati aperti al pubblico

Capo IV – Provvedimenti per le costruzioni con particolari prescrizioni per le zone sismiche

Sezione I – Norme per le costruzioni in zone sismiche

Art. 83 (L) - Opere disciplinate e gradi di sismicità

Art. 84 (L) - Contenuto delle norme tecniche

Art. 85 (L) - Azioni sismiche

Art. 86 (L) - Verifica delle strutture

Art. 87 (L) - Verifica delle fondazioni

Art. 88 (L) - Deroghe

Art. 89 (L) - Parere sugli strumenti urbanistici

Art. 90 (L) - Sopraelevazioni

Art. 91 (L) - Riparazioni

Art. 92 (L) - Edifici di speciale importanza artistica

Sezione II - Vigilanza sulle costruzioni in zone sismiche

Art. 93 (R)- Denuncia dei lavori e presentazione dei progetti di costruzioni in zone sismiche

Art. 94 (L) - Autorizzazione per l'inizio dei lavori

Sezione III - Repressione delle violazioni

Art. 95 (L) - Sanzioni penali

Art. 96 (L) - Accertamento delle violazioni

Art. 97 (L) - Sospensione dei lavori

Art. 98 (L) – Procedimento penale

Art. 99 (L) - Esecuzione d'ufficio

Art. 100 (L) - Competenza del presidente della giunta regionale

Art. 101 (L) - Comunicazione del provvedimento al competente ufficio tecnico della regione

Art. 102 (L) - Modalità per l'esecuzione d'ufficio

Art. 103 (L) - Vigilanza per l'osservanza delle norme tecniche

Sezione IV - Disposizioni finali

Art. 104 (L) - Costruzioni in corso in zone sismiche di nuova classificazione

Art. 105 (L) - Costruzioni eseguite col sussidio dello Stato

Art. 106 (L) - Esenzione per le opere eseguite dal genio militare

Capo V - Norme per la sicurezza degli impianti

Art. 107 (L) - Ambito di applicazione

Art. 108 (L) - Soggetti abilitati

Art. 109 (L) - Requisiti tecnico-professionali

Art. 110 (L - R) - Progettazione degli impianti

Art. 111 (R) – Misure di semplificazione per il collaudo degli impianti installati

Art. 112 (L) - Installazione degli impianti

Art. 113 (L) - Dichiarazione di conformità

Art. 114 (L) - Responsabilità del committente o del proprietario

Art. 115 (L) - Certificato di agibilità

Art. 116 (L) - Ordinaria manutenzione degli impianti e cantieri

Art. 117 (R) - Deposito presso lo sportello unico della dichiarazione di conformità o del certificato

di collaudo

Art. 118 (L) - Verifiche

Art. 119 (L) - Regolamento di attuazione

Art. 120 (L) - Sanzioni

Art. 121 (L) - Abrogazione e adeguamento dei regolamenti comunali e regionali

Capo VI - Norme per il contenimento del consumo di energia negli edifici

Art. 122 (L) - Ambito di applicazione

Art. 123 (L) - Progettazione, messa in opera ed esercizio di edifici e di impianti

Art. 124 (L) - Limiti ai consumi di energia

Art. 125 (L - R) - Denuncia dei lavori, relazione tecnica e progettazione degli impianti e delle

opere relativi alle fonti rinnovabili di energia, al risparmio e all’uso razionale dell’energia

Art. 126 (R) - Certificazione di impianti

Art. 127 (R) - Certificazione delle opere e collaudo

Art. 128 (L) - Certificazione energetica degli edifici

Art. 129 (L) - Esercizio e manutenzione degli impianti

Art. 130 (L) - Certificazioni e informazioni ai consumatori

Art. 131 (L) - Controlli e verifiche

Art. 132 (L) - Sanzioni

Art. 133 (L) - Provvedimenti di sospensione dei lavori

Art. 134 (L) - Irregolarità rilevate dall'acquirente o dal conduttore

Art. 135 (L) - Applicazione

PARTE III – Disposizioni finali

Capo I – Disposizioni finali

Art. 136 (L-R) - Abrogazioni

Art. 137 (L) – Norme che rimangono in vigore

Art. 138 (L) – Entrata in vigore del testo unicoSchema di decreto del Presidente della Repubblica recante il testo unico delle disposizioni

legislative e regolamentari in materia edilizia.

 

TESTO UNICO DELLE DISPOSIZIONI LEGISLATIVE E REGOLAMENTARI IN

MATERIA EDILIZIA.

 

PARTE I – Attività edilizia

TITOLO I

Disposizioni generali

Capo I

Attività edilizia

Articolo 1 (L)

Ambito di applicazione

1. Il presente testo unico contiene i principi fondamentali e generali e detta disposizioni

per la disciplina dell’attività edilizia.

[. . . ]

2. Restano ferme le disposizioni in materia di tutela dei beni culturali e ambientali contenute

nel decreto legislativo 29 ottobre 1999, n. 490, e le altre normative di settore aventi

incidenza sulla disciplina dell’attività edilizia.

3. Sono fatte salve altresì le disposizioni di cui agli articoli 24 e 25 del decreto legislativo 31

marzo 1998, n. 112, ed alle relative norme di attuazione, in materia di realizzazione,

ampliamento, ristrutturazione e riconversione di impianti produttivi.

Articolo 2 (L)

Competenze delle regioni e degli enti locali

1. Le regioni esercitano la potestà legislativa concorrente in materia edilizia nel rispetto dei

principi fondamentali della legislazione statale desumibili dalle disposizioni contenute nel

testo unico.

2. Le regioni a statuto speciale e le province autonome di Trento e di Bolzano esercitano la

propria potestà legislativa esclusiva, nel rispetto e nei limiti degli statuti di autonomia e

delle relative norme di attuazione.

3. Le disposizioni, anche di dettaglio, attuative dei principi introdotti dal testo unico operano

direttamente nei riguardi delle regioni a statuto ordinario, fino a quando esse non si

adeguano ai principi medesimi.

4. I comuni, nell’ambito della propria autonomia statutaria e normativa di cui all’art. 3 del

d.lgs. 18 agosto 2000 n. 267, disciplinano l’attività edilizia.

5. In nessun caso le norme del presente testo unico possono essere interpretate nel senso della

attribuzione allo Stato di funzioni e compiti trasferiti, delegati o comunque conferiti alle

regioni e agli enti locali dalle disposizioni vigenti alla data della sua entrata in vigore.

Articolo 3 (L) Definizioni degli interventi edilizi

(Legge 5 agosto 1978, n. 457, art. 31)

1. Ai fini del presente testo unico si intendono per:

a) “interventi di manutenzione ordinaria”, […]gli interventi edilizi che riguardano le

opere di riparazione, rinnovamento e sostituzione delle finiture degli edifici e quelle

necessarie ad integrare o mantenere in efficienza gli impianti tecnologici esistenti;

b) “interventi di manutenzione straordinaria”, le opere e le modifiche necessarie per

rinnovare e sostituire parti anche strutturali degli edifici, nonché per realizzare ed

integrare i servizi igienico-sanitari e tecnologici, sempre che non alterino i volumi e le

superfici delle singole unità immobiliari e non comportino modifiche delle destinazioni

di uso;

c) “interventi di restauro e di risanamento conservativo”, […]gli interventi edilizi rivolti

a conservare l'organismo edilizio e ad assicurarne la funzionalità mediante un insieme

sistematico di opere che, nel rispetto degli elementi tipologici, formali e strutturali

dell'organismo stesso, ne consentano destinazioni d'uso con essi compatibili. Tali

interventi comprendono il consolidamento, il ripristino e il rinnovo degli elementi

costitutivi dell'edificio, l'inserimento degli elementi accessori e degli impianti richiesti

dalle esigenze dell'uso, l'eliminazione degli elementi estranei all'organismo edilizio;

d) “interventi di ristrutturazione edilizia”, gli interventi rivolti a trasformare gli

organismi edilizi mediante un insieme sistematico di opere che possono portare ad un

organismo edilizio in tutto o in parte diverso dal precedente. Tali interventi

comprendono il ripristino o la sostituzione di alcuni elementi costitutivi dell'edificio,

l’eliminazione, la modifica e l'inserimento di nuovi elementi ed impianti. Nell’ambito

degli interventi di ristrutturazione edilizia sono ricompresi anche quelli consistenti

nella demolizione e successiva fedele ricostruzione di un fabbricato identico,

quanto a sagoma, volumi, area di sedime e caratteristiche dei materiali, a quello

preesistente, fatte salve le sole innovazioni necessarie per l'adeguamento alla

normativa antisismica.

e) “interventi di nuova costruzione”, quelli di trasformazione edilizia e urbanistica

del territorio non rientranti nelle categorie definite alle lettere precedenti. Sono

comunque da considerarsi tali:

e.1) la costruzione di nuovi edifici fuori terra o interrati, ovvero l’ampliamento di

quelli esistenti all’esterno della sagoma esistente;

e.2) gli interventi di urbanizzazione primaria e secondaria realizzati da soggetti

diversi dal Comune;

e.3) la realizzazione di infrastrutture e di impianti, anche per pubblici servizi, che

comporti la trasformazione in via permanente di suolo inedificato;

e.4) l’installazione di torri e tralicci per impianti radio-ricetrasmittenti e di

ripetitori per i servizi di telecomunicazione;

e.5) l’installazione di manufatti leggeri, anche prefabbricati, e di strutture di

qualsiasi genere, quali roulottes, campers, case mobili, imbarcazioni, che siano

utilizzati come abitazioni, ambienti di lavoro, oppure come depositi, magazzini e

simili, e siano diretti a soddisfare esigenze durature nel tempo;

e.6) gli interventi pertinenziali che le norme tecniche degli strumenti urbanistici,

in relazione alla zonizzazione e al pregio ambientale e paesaggistico delle aree,

qualifichino come interventi di nuova costruzione, ovvero che comportino la

realizzazione di un volume superiore al 20% del volume dell’edificio principale;

e.7) la realizzazione di depositi di merci o di materiali, la realizzazione di impianti

per attività produttive all'aperto ove comportino l'esecuzione di lavori cui

consegua la trasformazione permanente del suolo inedificato;

f) gli “interventi di ristrutturazione urbanistica”, […]quelli rivolti a sostituire l'esistente

tessuto urbanistico - edilizio con altro diverso, mediante un insieme sistematico di

interventi edilizi, anche con la modificazione del disegno dei lotti, degli isolati e della

rete stradale.

2. Le definizioni di cui al comma 1 prevalgono sulle disposizioni degli strumenti urbanistici

generali e dei regolamenti edilizi. Resta ferma la definizione di restauro prevista

dall’articolo 34 del decreto legislativo 29 ottobre 1999, n. 490.

Articolo 4 (L)

Contenuto necessario dei regolamenti edilizi comunali

(Legge 17 agosto 1942, n. 1150, art. 33)

1. Il regolamento che i Comuni adottano ai sensi dell’articolo 2, comma 4, deve contenere la

disciplina delle modalità costruttive, con particolare riguardo al rispetto delle normative

tecnico-estetiche, igienico-sanitarie, di sicurezza e vivibilità degli immobili e delle

pertinenze degli stessi.

2. Nel caso in cui il Comune intenda istituire la Commissione edilizia, il regolamento

indica gli interventi sottoposti al preventivo parere di tale organo consultivo.

Articolo 5 (R)

Sportello unico per l’edilizia

(decreto legge 5 ottobre 1993, n. 398, art. 4, commi 1, 2, 3, 4, 5 e 6, convertito con modificazioni

dalla legge 4 dicembre 1993, n. 493; art. 220, R. D. 27 luglio 1934, n. 1265)

1. Le amministrazioni comunali, nell’ambito della propria autonomia organizzativa,

provvedono, anche mediante esercizio in forma associata delle strutture ai sensi del Capo

V del d.lgs. 18 agosto 2000, n. 267, ovvero accorpamento, disarticolazione, soppressione di

uffici o organi già esistenti, a costituire un ufficio denominato Sportello unico per

l’edilizia, che cura tutti i rapporti fra il privato, l’amministrazione e, ove occorra, le altre

amministrazioni tenute a pronunciarsi in ordine all’intervento edilizio oggetto della

richiesta di permesso o di denuncia di inizio attività.

2. Tale ufficio provvede in particolare :

a) alla ricezione delle denunce di inizio attività e delle domande per il rilascio di permessi

di costruire e di ogni altro atto di assenso comunque denominato in materia di attività

edilizia, ivi compreso il certificato di agibilità, nonché dei progetti approvati dalla

Soprintendenza ai sensi e per gli effetti degli articoli 36, 38 e 46 del decreto legislativo

29 ottobre 1999, n. 490;

b) a fornire informazioni sulle materie di cui al punto a), anche mediante predisposizione

di un archivio informatico contenente i necessari elementi normativi, che consenta a chi

vi abbia interesse l’accesso gratuito, anche in via telematica, alle informazioni sugli

adempimenti necessari per lo svolgimento delle procedure previste dal presente

regolamento, all’elenco delle domande presentate, allo stato del loro iter procedurale,

nonché a tutte le possibili informazioni utili disponibili;

c) all’adozione, nelle medesime materie, dei provvedimenti in tema di accesso ai

documenti amministrativi in favore di chiunque vi abbia interesse ai sensi dell’articolo

22 e seguenti della legge 7 agosto 1990, n. 241, nonché delle norme comunali di

attuazione;

d) al rilascio dei permessi di costruire, dei certificati di agibilità, nonché delle

certificazioni attestanti le prescrizioni normative e le determinazioni provvedimentali a

carattere urbanistico, paesaggistico-ambientale, edilizio e di qualsiasi altro tipo

comunque rilevanti ai fini degli interventi di trasformazione edilizia del territorio;

e) alla cura dei rapporti tra l’amministrazione comunale, il privato e le altre

amministrazioni chiamate a pronunciarsi in ordine all’intervento edilizio oggetto

dell’istanza o denuncia, con particolare riferimento agli adempimenti connessi

all’applicazione della parte II del testo unico.

3. Ai fini del rilascio del permesso di costruire o del certificato di agibilità, l’ufficio di cui al

comma 1 acquisisce direttamente, ove questi non siano stati già allegati dal richiedente:

a) il parere dell’ASL nel caso in cui non possa essere sostituito da una autocertificazione

ai sensi dell’articolo 20, comma 1;

b) il parere dei vigili del fuoco, ove necessario, in ordine al rispetto della normativa

antincendio.

4. L’ufficio cura altresì […], gli incombenti necessari ai fini dell’acquisizione, anche mediante

conferenza di servizi ai sensi degli articoli 14, 14-bis, 14-ter, 14-quater della legge 7 agosto

1990, n. 241, degli atti di assenso, comunque denominati, necessari ai fini della realizzazione

dell’intervento edilizio. Nel novero di detti assensi rientrano, in particolare:

a) le autorizzazioni e certificazioni del competente ufficio tecnico della regione, per le

costruzioni in zone sismiche di cui agli articoli 61, 94 e 62;

b) l’assenso dell’amministrazione militare per le costruzioni nelle zone di salvaguardia

contigue ad opere di difesa dello Stato o a stabilimenti militari, di cui all’articolo 16 della

legge 24 dicembre 1976, n. 898;

c) l’autorizzazione del direttore della circoscrizione doganale in caso di costruzione,

spostamento e modifica di edifici nelle zone di salvaguardia in prossimità della linea

doganale e nel mare territoriale, ai sensi e per gli effetti dell’articolo 19 del decreto

legislativo 8 novembre 1990, n. 374;

d) l’autorizzazione dell’autorità competente per le costruzioni su terreni confinanti con il

demanio marittimo, ai sensi e per gli effetti dell’articolo 55 del codice della navigazione;

e) gli atti di assenso, comunque denominati, previsti per gli interventi edilizi su immobili

vincolati ai sensi degli articoli 21, 23, 24, e 151 del decreto legislativo 29 ottobre 1999, n.

490, fermo restando che, in caso di dissenso manifestato dall’amministrazione preposta

alla tutela dei beni culturali, si procede ai sensi dell’articolo 25 del decreto legislativo n.

29 ottobre 1999, n. 490;

f) il parere vincolante della Commissione per la salvaguardia di Venezia, ai sensi e per gli

effetti dell’articolo 6 della legge 16 aprile 1973, n. 171, e successive modificazioni, salvi i

casi in cui vi sia stato l’adeguamento al piano comprensoriale previsto dall’articolo 5

della stessa legge, per l’attività edilizia nella laguna veneta, nonché nel territorio dei centri

storici di Chioggia e di Sottomarina e nelle isole di Pellestrina, Lido e Sant’Erasmo;

g) il parere dell’autorità competente in tema di assetti e vincoli idrogeologici;

h) gli assensi in materia di servitù viarie, ferroviarie, portuali ed aeroportuali;

 

i) il nulla-osta dell’autorità competente ai sensi dell’articolo 13 della legge 6 dicembre

1991, n. 394, in tema di aree naturali protette.

TITOLO II

Titoli abilitativi

Capo I

Disposizioni generali

[…]

Articolo 6 (L)

Attività edilizia libera

(Legge 28 gennaio 1977, n. 10, art. 9, lett. c) ; legge 9 gennaio 1989, n. 13, art. 7, commi 1 e 2 ;

decreto legge 23 gennaio 1982, n. 9, art. 7, comma 4, convertito in legge 25 marzo 1982, n. 94)

1. Salvo diverse disposizioni previste dalla disciplina regionale e dagli strumenti

urbanistici, e comunque nel rispetto delle altre normative di settore aventi

incidenza sulla disciplina dell’attività edilizia e, in particolare, delle disposizioni

contenute nel decreto legislativo 29 ottobre 1999, n. 490, i seguenti interventi

possono essere eseguiti senza titolo abilitativo:

a) interventi di manutenzione ordinaria;

b) interventi […]volti all’eliminazione di barriere architettoniche che non comportino

la realizzazione di rampe o di ascensori esterni, ovvero di manufatti che alterino la

sagoma dell’edificio;

c) opere temporanee per attività di ricerca nel sottosuolo che abbiano carattere

geognostico o siano eseguite in aree esterne al centro edificato.

Articolo 7 (L)

Attività edilizia delle pubbliche amministrazioni

(Legge 17 agosto 1942, n. 1150, art. 31, comma 3; decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, art.

34; D.P.R. 24 luglio 1977, n. 616, art. 81; D.P.R. 18 aprile 1994, n. 383; decreto legge 5 ottobre

1993, n. 398, art. 4, comma 16, convertito con modificazioni dalla legge 4 dicembre 1993, n. 493)

1. Non si applicano le disposizioni del presente titolo per:

a) opere e interventi pubblici che richiedano per la loro realizzazione l’azione integrata e

coordinata di una pluralità di amministrazioni pubbliche allorché l’accordo delle

predette amministrazioni, raggiunto con l’assenso del comune interessato, sia

pubblicato ai sensi dell’articolo 34, comma 4, del decreto legislativo 18 agosto 2000,

n. 267;

b) opere pubbliche, da eseguirsi da amministrazioni statali o comunque insistenti su aree

del demanio statale e opere pubbliche di interesse statale, da realizzarsi dagli enti

istituzionalmente competenti, ovvero da concessionari di servizi pubblici, previo

accertamento di conformità con le prescrizioni urbanistiche ed edilizie ai sensi del

decreto del Presidente della Repubblica 18 aprile 1994, n. 383, e successive

modificazioni; c) opere pubbliche dei comuni deliberate dal consiglio comunale, ovvero dalla giunta

comunale, assistite dalla validazione del progetto, ai sensi dell’art. 47 del d.P.R. 21

dicembre 1999, n. 554. […]

Articolo 8 (L)

Attività edilizia dei privati su aree demaniali

(legge 17 agosto 1942, n. 1150, art. 31, comma 3)

1. La realizzazione da parte di privati di interventi edilizi su aree demaniali è disciplinata dalle

norme del presente testo unico.

Articolo 9 (L)

Attività edilizia in assenza di pianificazione urbanistica

(legge n. 10 del 1977, art. 4, u.c.; legge n. 457 del 1978, art. 27, ultimo comma)

1. Salvi i più restrittivi limiti fissati dalle leggi regionali e nel rispetto delle norme previste dal

decreto legislativo 29 ottobre 1999, n. 490, nei comuni sprovvisti di strumenti urbanistici

sono consentiti:

a) gli interventi previsti dalle lettere a), b), e c) […]del primo comma dell'articolo 2 che

riguardino singole unità immobiliari o parti di esse […];

b) fuori dal perimetro dei centri abitati, gli interventi di nuova edificazione nel limite della

densità massima fondiaria di 0,03 metri cubi per metro quadro; in caso di interventi a

destinazione produttiva, la superficie coperta non può comunque superare un

decimo dell’area di proprietà.

2. Nelle aree nelle quali non siano stati approvati gli strumenti urbanistici attuativi previsti

dagli strumenti urbanistici generali come presupposto per l’edificazione, oltre agli

interventi indicati al comma 1, lettera a), sono consentiti gli interventi di cui alla lettera d)

del primo comma dell'articolo 2 del presente testo unico che riguardino singole unità

immobiliari o parti di esse. Tali ultimi interventi sono consentiti anche se riguardino

globalmente uno o più edifici e modifichino fino al 25 per cento delle destinazioni

preesistenti, purché il titolare del permesso si impegni, con atto trascritto a favore del

comune e a cura e spese dell'interessato, a praticare, limitatamente alla percentuale

mantenuta ad uso residenziale, prezzi di vendita e canoni di locazione concordati con il

comune ed a concorrere negli oneri di urbanizzazione di cui alla sezione II del capo II

del presente titolo. Capo II

Permesso di costruire

Sezione I

Nozione e caratteristiche

Articolo 10 (L)

Interventi subordinati a permesso di costruire

(Legge n. 10 del 1977, art. 1; legge 28 febbraio 1985, n. 47, art. 25, comma 4)

1. Costituiscono interventi di trasformazione urbanistica ed edilizia del territorio e sono

subordinati a permesso di costruire :

a) gli interventi di nuova costruzione;

- […]

b) gli interventi di ristrutturazione urbanistica;

c) gli interventi di ristrutturazione edilizia che comportino aumento di unità immobiliari,

modifiche del volume, della sagoma, dei prospetti o delle superfici, ovvero che,

limitatamente agli immobili compresi nelle zone omogenee A, comportino mutamenti

della destinazione d’uso.

2. Le regioni stabiliscono con legge quali mutamenti, connessi o non connessi a

trasformazioni fisiche, dell’uso di immobili o di loro parti, sono subordinate a permesso di

costruire o a denuncia di nuova attività.

3. Le regioni possono altresì individuare con legge ulteriori interventi che, in relazione

all’incidenza sul territorio e sul carico urbanistico, sono sottoposti al preventivo rilascio del

permesso di costruire . La violazione di queste norme regionali non comporta l’applicazione

delle sanzioni di cui all’articolo 44.

- […]

Articolo 11 (L)

Caratteristiche del permesso di costruire

(Legge 28 gennaio 1977, n. 10, art. 4, commi 1, 2 e 6;

legge 23 dicembre 1994, n. 724, art. 39, comma 2, come sostituito dall’art. 2, comma 37, della

legge 23 dicembre 1996, n. 662)

1. Il permesso di costruire è rilasciato al proprietario dell’immobile o a chi abbia titolo per

richiederlo.

2. Il permesso di costruire è trasferibile, insieme all’immobile, ai successori o aventi causa.

Esso non incide sulla titolarità della proprietà o di altri diritti reali relativi agli immobili

realizzati per effetto del suo rilascio. E’ irrevocabile ed è oneroso ai sensi dell’articolo 16.

3. Il rilascio del permesso di costruire non comporta limitazione dei diritti dei terzi.

Articolo 12 (L)

Presupposti per il rilascio del permesso di costruire

(Legge 3 novembre 1952, n. 1902)

1. Il permesso di costruire è rilasciato in conformità alle previsioni degli strumenti

urbanistici, dei regolamenti edilizi e della disciplina urbanistico-edilizia vigente.

2. In caso di contrasto dell’intervento oggetto della domanda di permesso di costruire con le

previsioni di strumenti urbanistici adottati, è sospesa ogni determinazione in ordine alla

domanda. La misura di salvaguardia non ha efficacia decorsi tre anni dalla data di

adozione dello strumento urbanistico, ovvero cinque anni nell’ipotesi in cui lo strumento

urbanistico sia stato sottoposto all’amministrazione competente all’approvazione entro un

anno dalla conclusione della fase di pubblicazione.

3. A richiesta del sindaco, e per lo stesso periodo, il presidente della giunta regionale, con

provvedimento motivato da notificare all'interessato, può ordinare la sospensione di

interventi di trasformazione urbanistica ed edilizia del territorio che siano tali da

compromettere o rendere più onerosa l'attuazione degli strumenti urbanistici.

Articolo 13 (L)

Competenza al rilascio del permesso di costruire

(Legge 28 gennaio 1977, n. 10, art. 4, comma 1; decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, art.107

e 109; legge 17 agosto 1942, n. 1150, art. 41 –quater)

1. Il permesso di costruire è rilasciato dal dirigente o responsabile del competente ufficio

comunale nel rispetto delle leggi, dei regolamenti e degli strumenti urbanistici.

2. La regione disciplina l'esercizio dei poteri sostitutivi di cui all’articolo 20, comma 10, per il

caso di mancato rilascio del permesso di costruire entro i termini stabiliti.

Articolo 14 (L)

Permesso di costruire in deroga agli strumenti urbanistici

(Legge 17 agosto 1942, n. 1150, art. 41-quater, introdotto dall’art. 16 della legge 6 agosto

1967, n. 765; decreto legislativo n. 267 del 2000, art. 42, comma 2, lett. b); legge 21 dicembre

1955, n. 1357, art. 3)

1. Il permesso di costruire in deroga agli strumenti urbanistici generali è rilasciato

esclusivamente per edifici ed impianti pubblici o di interesse pubblico, previa

deliberazione del consiglio comunale, nel rispetto comunque delle disposizioni

contenute nel decreto legislativo 29 ottobre 1999, n. 490 e delle altre normative di

settore aventi incidenza sulla disciplina dell’attività edilizia.

2. Dell’avvio del procedimento viene data comunicazione agli interessati ai sensi

dell’articolo 7 della legge 7 agosto 1990, n. 241.

3. La deroga, nel rispetto delle norme igieniche, sanitarie e di sicurezza, può riguardare

esclusivamente i limiti di densità edilizia, di altezza e di distanza tra i fabbricati di cui

alle norme di attuazione degli strumenti urbanistici generali ed esecutivi, fermo

restando in ogni caso il rispetto delle disposizioni di cui agli articoli 7, 8 e 9 del

decreto ministeriale 2 aprile 1968, n. 1444.

Articolo 15 (R)

Efficacia temporale e decadenza del permesso di costruire

(Legge 28 gennaio 1977, n. 10, art. 4, commi 3, 4 e 5; legge 17 agosto 1942 n. 1150, art. 31,

comma 11)

1. Nel permesso di costruire sono indicati i termini di inizio e di ultimazione dei lavori.

2. Il termine per l’inizio dei lavori non può essere superiore ad un anno dal rilascio del

titolo; quello di ultimazione, entro il quale l’opera deve essere completata non può

superare i tre anni dall’inizio dei lavori. Entrambi i termini possono essere prorogati,

con provvedimento motivato, per fatti sopravvenuti estranei alla volontà del titolare

del permesso. Decorsi tali termini il permesso decade di diritto per la parte non

eseguita, tranne che, anteriormente alla scadenza venga richiesta una proroga. La

proroga può essere accordata, con provvedimento motivato, esclusivamente in

considerazione della mole dell'opera da realizzare o delle sue particolari

caratteristiche tecnico-costruttive, ovvero quando si tratti di opere pubbliche il

cui finanziamento sia previsto in più esercizi finanziari.

3. I lavori non ultimati nel termine stabilito, sono realizzati previo rilascio di nuovo

permesso per la parte non ultimata, salvo che le opere da eseguire non rientrino tra

quelle realizzabili mediante denuncia di inizio attività ai sensi de ll’articolo 22. Si

procede altresì, ove necessario, al ricalcolo degli oneri del permesso.

4. Il permesso decade con l’entrata in vigore di contrastanti previsioni urbanistiche,

salvo che i lavori siano già iniziati e vengano completati entro il termine di tre anni

dalla data di inizio.

Sezione II

Contributo di costruzione

Articolo 16 (L)

Contributo per il rilascio del permesso di costruire

(Legge 28 gennaio 1977 n. 10, artt. 3; 5, comma 1; 6, commi 1, 4 e 5; 11; legge 5 agosto 1978, n.

457, art. 47; legge 24 dicembre 1993, n. 537, art. 7; legge 29 settembre 1964, n. 847, artt. 1,

comma 1, lettere b) e c), e 4; legge 22 ottobre 1971, n. 865, art. 44; legge 11 marzo 1988, n. 67,

art. 17; decreto legislativo 5 febbraio 1997, n 22, art. 58, comma 1; legge 23 dicembre 1998, n.

448, art. 61, comma 2)

1. Salvo i casi di gratuità previsti all'articolo 17, comma 3, il rilascio del permesso di

costruire avviene previa corresponsione di un contributo commisurato all’incidenza

degli oneri di urbanizzazione nonché al costo di costruzione.

2. La quota di contributo relativa agli oneri di urbanizzazione va corrisposta al comune

all'atto del rilascio del permesso di costruire e, su richiesta dell’interessato, può essere

rateizzata. A scomputo totale o parziale della quota dovuta, il titolare del permesso può

obbligarsi a realizzare direttamente le opere di urbanizzazione con le modalità e le

garanzie stabilite dal comune, con conseguente acquisizione delle opere realizzate al

patrimonio indisponibile del comune.

3. La quota di contributo relativa al costo di costruzione, determinata all'atto del

rilascio, è corrisposta in corso d'opera, con le modalità e le garanzie stabilite dal

comune, non oltre sessanta giorni dalla ultimazione della costruzione

 

4. L'incidenza degli oneri di urbanizzazione primaria e secondaria è stabilita con

deliberazione del consiglio comunale in base alle tabelle parametriche che la

regione definisce per classi di comuni in relazione:

a) all'ampiezza ed all'andamento demografico dei comuni;

b) alle caratteristiche geografiche dei comuni;

c) alle destinazioni di zona previste negli strumenti urbanistici vigenti;

d) ai limiti e rapporti minimi inderogabili fissati in applicazione dall'articolo 41-

quinquies, penultimo e ultimo comma, della legge 17 agosto 1942, n. 1150, e

successive modifiche e integrazioni, nonché delle leggi regionali.

5. Nel caso di mancata definizione delle tabelle parametriche da parte della regione e

fino alla definizione delle tabelle stesse, i comuni provvedono, in via provvisoria,

con deliberazione del consiglio comunale.

6. Ogni cinque anni i comuni provvedono ad aggiornare gli oneri di urbanizzazione

primaria e secondaria, in conformità alle relative disposizioni regionali, in

relazione ai riscontri e prevedibili costi delle opere di urbanizzazione primaria,

secondaria e generale.

7. Gli oneri di urbanizzazione primaria […]sono relativi ai seguenti interventi: strade

residenziali, spazi di sosta o di parcheggio, fognature, rete idrica, rete di distribuzione

dell'energia elettrica e del gas, pubblica illuminazione, spazi di verde attrezzato.

8. Gli oneri di urbanizzazione secondaria sono relativi ai seguenti interventi: asili nido e

scuole materne, scuole dell’obbligo nonché strutture e complessi per l’istruzione

superiore all’obbligo, mercati di quartiere , delegazioni comunali, chiese e altri edifici

religiosi, impianti sportivi di quartiere, aree verdi di quartiere , centri sociali e

attrezzature culturali e sanitarie. Nelle attrezzature sanitarie sono ricomprese le opere, le

costruzioni e gli impianti destinati allo smaltimento, al riciclaggio o alla distruzione dei

rifiuti urbani, speciali, pericolosi, solidi e liquidi, alla bonifica di aree inquinate.

9. Il costo di costruzione per i nuovi edifici è determinato periodicamente dalle regioni

con riferimento ai costi massimi ammissibili per l'edilizia agevolata, definiti dalle

stesse regioni a norma della lettera g) del primo comma dell'art. 4 della L. 5 agosto

1978, n. 457. Con lo stesso provvedimento le regioni identificano classi di edifici con

caratteristiche superiori a quelle considerate nelle vigenti disposizioni di legge per

l'edilizia agevolata, per le quali sono determinate maggiorazioni del detto costo di

costruzione in misura non superiore al 50 per cento. Nei periodi intercorrenti tra le

determinazioni regionali, ovvero in eventuale assenza di tali determinazioni, il costo

di costruzione è adeguato annualmente, ed autonomamente, in ragione

dell'intervenuta variazione dei costi di costruzione accertata dall'Istituto nazionale

di statistica (ISTAT). Il contributo afferente al permesso di costruire comprende

una quota di detto costo, variabile dal 5 per cento al 20 per cento, che viene

determinata dalle regioni in funzione delle caratteristiche e delle tipologie delle

costruzioni e della loro destinazione ed ubicazione.

10. Nel caso di interventi su edifici esistenti il costo di costruzione è determinato in

relazione al costo degli interventi stessi, così come individuati dal comune in base ai

progetti presentati per ottenere il permesso di costruire . Al fine di incentivare il

recupero del patrimonio edilizio esistente, per gli interventi di ristrutturazione edilizia di

cui all'articolo 3, comma 1, lettera d), i comuni hanno comunque la facoltà di deliberare

che i costi di costruzione ad essi relativi non superino i valori determinati per le nuove

costruzioni ai sensi del comma 6.

Articolo 17 (L)

Riduzione o esonero dal contributo di costruzione(Legge 28 gennaio 1977 n. 10, artt. 7, comma 1; 9; decreto legge 23 gennaio 1982, n. 9, artt. 7 e 9,

convertito in legge 25 marzo 1982, n. 94; legge 24 marzo 1989, n. 122, art. 11; legge 9 gennaio

1991, n. 10, art. 26, comma 1; legge 662 del 1996, art. 2, comma 60)

1. Nei casi di edilizia abitativa convenzionata, relativa anche ad edifici esistenti, il

contributo afferente al permesso di costruire è ridotto alla sola quota degli oneri di

urbanizzazione qualora il titolare del permesso si impegni, a mezzo di una convenzione

con il comune, ad applicare prezzi di vendita e canoni di locazione determinati ai sensi

della convenzione-tipo prevista dall’[…]articolo 18.

2. Il contributo per la realizzazione della prima abitazione è pari a quanto stabilito per la

corrispondente edilizia residenziale pubblica, purché sussistano i requisiti indicati dalla

normativa di settore.

3. Il contributo di costruzione non è dovuto:

a) per gli interventi da realizzare nelle zone agricole, ivi comprese le residenze, in

funzione della conduzione del fondo e delle esigenze dell’imprenditore agricolo a

titolo principale, ai sensi dell’articolo 12 della legge 9 maggio 1975, n. 153;

b) per gli interventi di ristrutturazione e di ampliamento, in misura non superiore al 20%, di

edifici unifamiliari;

c) per gli impianti, le attrezzature, le opere pubbliche o di interesse generale realizzate dagli

enti istituzionalmente competenti nonché per le opere di urbanizzazione, eseguite anche da

privati, in attuazione di strumenti urbanistici;

d) per gli interventi da realizzare in attuazione di norme o di provvedimenti emanati a

seguito di pubbliche calamità;

e) per i nuovi impianti, lavori, opere, modifiche, installazioni, relativi alle fonti rinnovabili

di energia, alla conservazione, al risparmio e all'uso razionale dell'energia, nel rispetto delle

norme urbanistiche, di tutela artistico-storica e ambientale.

4. Per gli interventi da realizzarsi su immobili di proprietà dello Stato il contributo di

costruzione è commisurato alla incidenza delle sole opere di urbanizzazione.

Articolo 18 (L)

Convenzione-tipo

(Legge 28 gennaio 1977, n. 10, art. 8; legge 17 febbraio 1992, n. 179, art. 23, comma 6)

1. Ai fini del rilascio del permesso di costruire relativo agli interventi di edilizia abitativa di cui

all’articolo 17, comma 1, la regione approva una convenzione-tipo, con la quale sono stabiliti i

criteri nonché i parametri, definiti con meccanismi tabellari per classi di comuni, ai quali debbono

uniformarsi le convenzioni comunali nonché gli atti di obbligo in ordine essenzialmente a:

a) l'indicazione delle caratteristiche tipologiche e costruttive degli alloggi;

b) la determinazione dei prezzi di cessione degli alloggi, sulla base del costo delle aree, così come

definito dal comma successivo, della costruzione e delle opere di urbanizzazione, nonché delle

spese generali, comprese quelle per la progettazione e degli oneri di preammortamento e di

finanziamento;

c) la determinazione dei canoni di locazione in percentuale del valore desunto dai prezzi fissati per

la cessione degli alloggi;

d) la durata di validità della convenzione non superiore a 30 e non inferiore a 20 anni.

2. La regione stabilisce criteri e parametri per la determinazione del costo delle aree, in misura tale

che la sua incidenza non superi il 20 per cento del costo di costruzione come definito ai sensi

dell’articolo 16.

3. Il titolare del permesso può chiedere che il costo delle aree, ai fini della convenzione, sia

determinato in misura pari al valore definito in occasione di trasferimenti di proprietà avvenuti nel

quinquennio anteriore alla data della convenzione.

4. I prezzi di cessione ed i canoni di locazione determinati nelle convenzioni ai sensi del primo

comma sono suscettibili di periodiche variazioni, con frequenza non inferiore al biennio, in

relazione agli indici ufficiali ISTAT dei costi di costruzione intervenuti dopo la stipula delle

convenzioni medesime.

5. Ogni pattuizione stipulata in violazione dei prezzi di cessione e dei canoni di locazione è nulla

per la parte eccedente.

Articolo 19 (L)

Contributo di costruzione per opere o impianti non destinati alla residenza

(Legge 28 gennaio 1977, n. 10, art. 10)

1. Il permesso di costruire relativo a costruzioni o impianti destinati ad attività

industriali o artigianali dirette alla trasformazione di beni ed alla prestazione di servizi

comporta la corresponsione di un contributo pari alla incidenza delle opere di

urbanizzazione, di quelle necessarie al trattamento e allo smaltimento dei rifiuti solidi,

liquidi e gassosi e di quelle necessarie alla sistemazione dei luoghi ove ne siano

alterate le caratteristiche. La incidenza di tali opere è stabilita con deliberazione del

consiglio comunale in base a parametri che la regione definisce con i criteri di cui al

comma 4, lettere a) e b) dell’articolo 16, nonché in relazione ai tipi di attività

produttiva.

2. Il permesso di costruire relativo a costruzioni o impianti destinati ad attività

turistiche, commerciali e direzionali o allo svolgimento di servizi comporta la

corresponsione di un contributo pari all'incidenza delle opere di urbanizzazione,

determinata ai sensi dell’articolo 16, nonché una quota non superiore al 10 per cento

del costo documentato di costruzione da stabilirsi, in relazione ai diversi tipi di attività,

con deliberazione del consiglio comunale.

3. Qualora la destinazione d'uso delle opere indicate nei commi precedenti, nonché di

quelle nelle zone agricole previste dall’articolo 17, venga comunque modificata nei

dieci anni successivi all'ultimazione dei lavori, il contributo di costruzione è dovuto

nella misura massima corrispondente alla nuova destinazione, determinata con

riferimento al momento dell’intervenuta variazione.

Sezione III

Procedimento

Articolo 20 (R)

Procedimento per il rilascio del permesso di costruire

(decreto legge 5 ottobre 1993, n. 398, art. 4, commi 1, 2, 3 e 4, convertito con modificazioni dalla

legge 4 dicembre 1993, n. 493)

1. La domanda per il rilascio del permesso di costruire, sottoscritta da uno dei soggetti

legittimati ai sensi dell’articolo 11, va presentata allo sportello unico corredata da

un’attestazione concernente il titolo di legittimazione, dagli elaborati progettuali richiesti

dal regolamento edilizio, e quando ne ricorrano i presupposti, dagli altri documenti

previsti dalla parte II, nonché da un’autocertificazione circa la conformità del progetto

alle norme igienico-sanitarie nel caso in cui il progetto riguardi interventi di edilizia

residenziale ovvero la verifica in ordine a tale conformità non comporti valutazioni

tecnico-discrezionali.

2. Lo sportello unico comunica entro dieci giorni al richiedente il nominativo del

responsabile del procedimento ai sensi degli articoli 4 e 5 della legge 7 agosto 1990, n.

241, e successive modificazioni. L’esame delle domande si svolge secondo l’ordine

cronologico di presentazione.

3. Entro sessanta giorni dalla presentazione della domanda, il responsabile del procedimento

cura l’istruttoria, acquisisce, avvalendosi dello sportello unico, i prescritti pareri dagli

uffici comunali, nonché i pareri di cui all’articolo 5, comma 3, e, valutata la conformità

del progetto alle normativa vigente, formula una proposta di provvedimento, corredata

da una dettagliata relazione, con la qualificazione tecnico giuridica dell’intervento

richiesto.

4. Il responsabile del procedimento, qualora ritenga che ai fini del rilascio del permesso di

costruire sia necessario apportare modifiche di modesta entità rispetto al progetto

originario, può, nello stesso termine di cui al comma 3, richiedere tali modifiche,

illustrandone le ragioni. L’interessato si pronuncia sulla richiesta di modifica entro il

termine fissato e, in caso di adesione, è tenuto ad integrare la documentazione nei

successivi quindici giorni. La richiesta di cui al presente comma sospende, fino al relativo

esito, il decorso del termine di cui al comma 3.

5. Il termine di cui al comma 3 può essere interrotto una sola volta dal responsabile del

procedimento, entro quindici giorni dalla presentazione della domanda, esclusivamente

per la motivata richiesta di documenti che integrino o completino la documentazione

presentata e che non siano già nella disponibilità dell’amministrazione o che questa non

possa acquisire autonomamente. In tal caso, il termine ricomincia a decorrere dalla data

di ricezione della documentazione integrativa.

6. Nell’ipotesi in cui, ai fini della realizzazione dell’intervento, sia necessario acquisire atti

di assenso, comunque denominati, di altre amministrazioni, diverse da quelle di cui

all’articolo 4, comma 3, il competente ufficio comunale convoca una conferenza di

servizi ai sensi degli articoli 14, 14-bis, 14-ter, 14-quater della legge 7 agosto 1990, n.

241, e successive modificazioni. Qualora si tratti di opere pubbliche incidenti su beni

culturali, si applica l’articolo 25 del decreto legislativo 29 ottobre 1999, n. 490.

7. Il provvedimento finale, che lo sportello unico provvede a notificare all’interessato, è

adottato dal dirigente o dal responsabile dell’ufficio, entro quindici giorni dalla proposta

di cui al comma 3, ovvero dall’esito della conferenza di servizi di cui aDell’avvenuto rilascio del permesso di costruire è data notizia al pubblico mediante

affissione all’albo pretorio.

8. I termini di cui ai commi 3 e 5 sono raddoppiati per i comuni con più di 100.000 abitanti,

nonché per i progetti particolarmente complessi secondo la motivata risoluzione del

responsabile del procedimento.

9. Decorso inutilmente il termine per l’adozione del provvedimento conclusivo la domanda

di permesso di costruire si intende rifiutata.

10. Il procedimento previsto dal presente articolo si applica anche al procedimento per

il rilascio del permesso di costruire in deroga agli strumenti urbanistici, a seguito

dell’approvazione della deliberazione consiliare di cui all’articolo 14.

Articolo 21 (R)

Intervento sostitutivo regionale

(decreto legge 5 ottobre 1993, n. 398, art. 4, commi 5 e 6, convertito con modificazioni dalla

legge 4 dicembre 1993, n. 493)

1. In caso di mancata adozione, entro i termini previsti dall’articolo 20, del provvedimento

conclusivo del procedimento per il rilascio del permesso di costruire, l’interessato può, con

atto notificato o trasmesso in piego raccomandato con avviso di ricevimento, richiedere allo

sportello unico che il dirigente o il responsabile dell’ufficio di cui all’articolo 13, si

pronunci entro quindici giorni dalla ricezione dell’istanza. Di tale istanza viene data notizia al

sindaco a cura del responsabile del procedimento. Resta comunque ferma la facoltà di

impugnare in sede giurisdizionale il silenzio-rifiuto formatosi sulla domanda di permesso

di costruire.

2. Decorso inutilmente anche il termine di cui al comma 1, l’interessato può inoltrare richiesta di

intervento sostitutivo al competente organo regionale, il quale, nei successivi quindici giorni,

nomina un commissario ad acta che […] provvede nel termine di sessanta giorni. Trascorso

inutilmente anche quest’ultimo termine, la domanda di intervento sostitutivo si intende

rifiutata.

l comma 6. Capo III

Denuncia di inizio attività

Articolo 22 (L)

Interventi subordinati a denuncia di inizio attività

(decreto legge 5 ottobre 1993, n. 398, art. 4, commi 7, 8, convertito con modificazioni dalla legge 4

dicembre 1993, n. 493, come modificato dall'art. 2, comma 60, della legge 23 dicembre 1996, n.

662, nel testo risultante dalle modifiche introdotte dall'art. 10 del decreto legge 31 dicembre 1996,

n. 669; decreto legge 25 marzo 1997, n. 67, art. 11, convertito con modifiche dalla legge 23

maggio 1997, n. 135; decreto legislativo 29 ottobre 1999, n. 490, in part. artt. 34 ss, e 149)

1. Sono realizzabili mediante denuncia di inizio attività gli interventi non riconducibili all’elenco

di cui all’articolo 10.

2. Sono altresì sottoposte a denuncia di inizio attività le varianti a permessi di costruire che

non incidono sui parametri urbanistici e sulle volumetrie, che non modificano la

destinazione d'uso e la categoria edilizia, non alterano la sagoma dell’edificio e non violano

le eventuali prescrizioni contenute nel permesso di costruire.

3. La realizzazione degli interventi di cui ai commi 1 e 2 che riguardino immobili sottoposti a

tutela storico-artistica o paesaggistica-ambientale, è subordinata al preventivo rilascio del parere

o dell’autorizzazione richiesti dalle relative previsioni normative. Nell’ambito delle norme di

tutela rientrano, in particolare, le disposizioni di cui al decreto legislativo 29 ottobre 1999, n.

490[…].

4. Le regioni individuano con legge le tipologie di intervento assoggettate ad oneri, definendo

criteri e parametri per la relativa determinazione.

5. E’ comunque salva la facoltà dell’interessato di chiedere il rilascio di permesso di costruire

per la realizzazione degli interventi di cui al comma 1. In questo caso la violazione della

disciplina urbanistico-edilizia non comporta l’applicazione delle sanzioni di cui all’articolo 44.

Articolo 23 (R)

Disciplina della denuncia di inizio attività in materia edilizia

(Legge 24 dicembre 1993, n. 537, art. 2, comma 10, che sostituisce l’art. 19 della legge 7 agosto

1990, n. 241; decreto legge 5 ottobre 1993, n. 398, art. 4, commi 8-bis, 9, 10, 11, 14, e 15, come

modificato dall'art. 2, comma 60, della legge 23 dicembre 1996, n. 662, nel testo risultante dalle

modifiche introdotte dall'art. 10 del decreto legge 31 dicembre 1996, n. 669)

1. Il proprietario dell’immobile o chi abbia titolo per presentare la denuncia di inizio

attività, almeno trenta giorni prima dell'effettivo inizio dei lavori, presenta allo sportello

unico la denuncia[…], accompagnata da una dettagliata relazione a firma di un progettista

abilitato e dagli opportuni elaborati progettuali, che asseveri la conformità delle opere da

realizzare agli strumenti urbanistici adottati o approvati ed ai regolamenti edilizi vigenti,

nonché il rispetto delle norme di sicurezza e di quelle igienico-sanitarie.

2. La denuncia di inizio attività è corredata dall'indicazione dell'impresa cui si intende

affidare i lavori ed è sottoposta al termine massimo di efficacia pari a tre anni. I lavori

non ultimati entro tale termine sono realizzati previa nuova denuncia. L'interessato è

comunque tenuto a comunicare allo sportello unico la data di ultimazione3. Qualora l’intervento oggetto di denuncia di inizio attività sia sottoposto ad un vincolo la

cui tutela compete, anche in via di delega, alla stessa amministrazione comunale, il

termine di trenta giorni di cui al comma 1 decorre dal rilascio del relativo atto di assenso.

Ove tale atto non sia favorevole, la denuncia è priva di effetti.

4. Qualora l’intervento oggetto di denuncia di inizio attività sia sottoposto ad un vincolo

la cui tutela non compete all’amministrazione comunale, il competente ufficio

comunale convoca una conferenza di servizi ai sensi degli articoli 14, 14-bis, 14-ter,

14-quater, della legge 7 agosto 1990, n. 241. Il termine di trenta giorni di cui al

comma 1 decorre dall’esito della conferenza. In caso di esito non favorevole, la

denuncia è priva di effetti.

5. La sussistenza del titolo è provata con la copia della denuncia di inizio attività da cui

risulti la data di ricevimento della denuncia, l'elenco di quanto presentato a corredo

del progetto, nonché l’attestazione del professionista abilitato.

[. . . ]

6. Il dirigente o il responsabile del competente ufficio comunale, ove entro il termine

indicato al comma 1 sia riscontrata l'assenza di una o più delle condizioni stabilite, notifica

all’interessato l'ordine motivato di non effettuare il previsto intervento, e, in caso di

falsa attestazione del professionista abilitato, informa l'autorità giudiziaria e il consiglio

dell'ordine di appartenenza. E’ comunque salva la facoltà di ripresentare la denuncia

di inizio di attività, con le modifiche o le integrazioni necessarie per renderla

conforme alla normativa urbanistica ed edilizia.

7. Ultimato l’intervento, il progettista o un tecnico abilitato rilascia un certificato di

collaudo finale, che va presentato allo sportello unico, cTITOLO III

Agibilità degli edifici

Capo I

Certificato di agibilità

Articolo 24 (L)

Certificato di agibilità

(R.D. 27 luglio 1934, n. 1265, artt.220; 221, comma 2,come modificato dall'art. 70, D.Lgs. 30

dicembre 1999, n. 507; D.Lgs. 18 agosto 2000, n. 267, articoli 107 e 109)

1. Il certificato di agibilità attesta la sussistenza delle condizioni di sicurezza, igiene, salubrità,

risparmio energetico degli edifici e degli impianti negli stessi installati, […]valutate secondo quanto

dispone la normativa vigente.

2. Il certificato di agibilità viene rilasciato dal dirigente o responsabile del competente ufficio

comunale con riferimento ai seguenti interventi:

a) nuove costruzioni;

b) ricostruzioni o sopraelevazioni, totali o parziali;

c) interventi sugli edifici esistenti che possano influire sulle condizioni di cui al comma 1.

3. Con riferimento agli interventi di cui al comma 2, il soggetto titolare del permesso di

costruire o il soggetto che ha presentato la denuncia di inizio attività, o i loro successori o

aventi causa, sono tenuti a chiedere il rilascio del certificato di agibilità. La mancata presentazione

della domanda comporta l’applicazione della sanzione amministrativa pecuniaria da lire

centocinquantamila a novecentomila.

- […]

4. Le opere ultimate entro la data del 17 marzo 1985 che non siano state iscritte al catasto, ovvero le

variazioni non registrate, devono essere denunziate, ai sensi degli articoli 3 e 20 del Regio Decreto

Legge 13 aprile 1939, n. 652 e successive modificazioni e integrazioni, entro novanta giorni dalla

data di entrata in vigore del presente testo unico, previa corresponsione dei diritti dovuti nella

misura vigente.

Articolo 25 (R)

Procedimento di rilascio del certificato di agibilità

(D.P.R. 22 aprile 1994, n. 425; legge 5 novembre 1971, n. 1086, artt. 7 e 8)

1. Entro quindici giorni dall’ultimazione dei lavori di finitura dell’intervento, il

soggetto di cui all’articolo 24, comma 3, è tenuto a presentare allo sportello unico

la domanda di rilascio del certificato di agibilità, corredata della seguente

documentazione:

a) richiesta di accatastamento dell’edificio, sottoscritta dallo stesso richiedente il

certificato di agibilità, che lo sportello unico provvede a trasmettere al catasto;

b) […] dichiarazione sottoscritta dallo stesso richiedente il certificato di agibilità di

conformità dell’opera rispetto al progetto approvato, nonché in ordine alla avvenuta

prosciugatura dei muri e della salubrità degli ambienti;

c) dichiarazione dell’impresa installatrice che attesta la conformità degli impianti

installati negli edifici adibiti ad uso civile alle prescrizioni di cui agli articoli 113 e

on il quale si attesta la

conformità dell'opera al progetto presentato con la denuncia di inizio attività.

 dei lavori.

127, nonché all’articolo 1 della legge 9 gennaio 1991, n. 10, ovvero certificato di

collaudo degli stessi, ove previsto, ovvero ancora certificazione di conformità degli

impianti prevista dagli articoli 111 e 126 del presente testo unico.

2. Lo sportello unico comunica al richiedente, entro dieci giorni dalla ricezione della

domanda di cui al comma 1, il nominativo del responsabile del procedimento ai sensi

degli articoli 4 e 5 della legge 7 agosto 1990, n. 241.

3. Entro trenta giorni dalla ricezione della domanda di cui al comma 1, il dirigente o

il responsabile del competente ufficio comunale, previa eventuale ispezione

dell’edificio, rilascia il certificato di agibilità verificata la seguente documentazione:

a) certificato di collaudo statico di cui all’articolo 67;

b) certificato del competente ufficio tecnico della regione, di cui all’articolo 62,

attestante la conformità delle opere eseguite nelle zone sismiche alle disposizioni di

cui al capo IV della parte II;

c) la documentazione indicata al comma 1;

d) dichiarazione di conformità delle opere realizzate alla normativa vigente in materia

di accessibilità e superamento delle barriere architettoniche di cui all’articolo 77,

nonché all’articolo 82.

4. Trascorso inutilmente il termine di cui al comma 3, l’agibilità si intende attestata

nel caso sia stato rilasciato il parere dell’ASL di cui all’articolo 4, comma 3, lettera a).

In caso di autodichiarazione, il termine per la formazione del silenzio assenso è di

sessanta giorni.

5. Il termine di cui al comma 3 può essere interrotto una sola volta dal responsabile

del procedimento, entro quindici giorni dalla domanda, esclusivamente per la

richiesta di documentazione integrativa, che non sia già nella disponibilità

dell’amministrazione o che non possa essere acquisita autonomamente. In tal caso, il

termine di trenta giorni ricomincia a decorrere dalla data di ricezione della

documentazione integrativa.

Articolo 26 (L)

Dichiarazione di inagibilità

(R.D. 27 luglio 1934, n. 1265, art. 222)

1. Il rilascio del certificato di agibilità non impedisce l’esercizio del potere di dichiarazione di

inagibilità di un edificio o di parte di esso ai sensi dell’articolo 222 del regio decreto 27 luglio 1934,

n. 1265.

TITOLO IV

Vigilanza sull’attività urbanistico-edilizia, responsabilità e sanzioni

Capo I

Vigilanza sull’attività urbanistico-edilizia e responsabilità

Articolo 27 (L)

Vigilanza sull’attività urbanistico-edilizia

(Legge 28 febbraio 1985, n. 47, art. 4; decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, art.107 e 109)

1. Il dirigente o il responsabile del competente ufficio comunale esercita, anche secondo le

modalità stabilite dallo statuto o dai regolamenti dell'ente, la vigilanza sull'attività

urbanistico-edilizia nel territorio comunale per assicurarne la rispondenza alle norme di

legge e di regolamento, alle prescrizioni degli strumenti urbanistici ed alle modalità

esecutive fissate nei titoli abilitativi.

2. Il dirigente o il responsabile, quando accerti l'inizio di opere eseguite senza titolo su aree

assoggettate, da leggi statali, regionali o da altre norme urbanistiche vigenti o adottate, a

vincolo di inedificabilità, o destinate ad opere e spazi pubblici ovvero ad interventi di

edilizia residenziale pubblica di cui alla legge 18 aprile 1962, n. 167, e successive

modificazioni ed integrazioni, provvede alla demolizione e al ripristino dello stato dei

luoghi. Qualora si tratti di aree assoggettate alla tutela di cui al R.D. 30 dicembre 1923, n.

3267, o appartenenti ai beni disciplinati dalla legge 16 giugno 1927, n. 1766, nonché delle

aree di cui al decreto legislativo 29 ottobre 1999, n. 490, il dirigente provvede alla

demolizione ed al ripristino dello stato dei luoghi, previa comunicazione alle

amministrazioni competenti le quali possono eventualmente intervenire, ai fini della

demolizione, anche di propria iniziativa.

3. Ferma rimanendo l'ipotesi prevista dal precedente comma 2, qualora sia constatata, dai

competenti uffici comunali d’ufficio o su denuncia dei cittadini, l'inosservanza delle norme,

prescrizioni e modalità di cui al comma 1, il dirigente o il responsabile dell’ufficio, ordina

l'immediata sospensione dei lavori, che ha effetto fino all'adozione dei provvedimenti

definitivi di cui ai successivi articoli, da adottare e notificare entro quarantacinque giorni

dall'ordine di sospensione dei lavori.

4. Gli ufficiali ed agenti di polizia giudiziaria, ove nei luoghi in cui vengono realizzate le opere

non sia esibito il permesso di costruire, ovvero non sia apposto il prescritto cartello, ovvero

in tutti gli altri casi di presunta violazione urbanistico-edilizia, ne danno immediata

comunicazione all'autorità giudiziaria, al competente organo regionale e al dirigente del

competente ufficio comunale, il quale verifica entro trenta giorni la regolarità delle opere e

dispone gli atti conseguenti..

Articolo 28 (L)

Vigilanza su opere di amministrazioni statali

(Legge 28 febbraio 1985, n. 47, art. 5; ; decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, art.107 e 109)

1. Per le opere eseguite da amministrazioni statali, qualora ricorrano le ipotesi di cui all’articolo 27,

il dirigente o il responsabile del competente ufficio comunale, ai sensi dell'articolo 81 del decreto

del Presidente della Repubblica 24 luglio 1977, n. 616, informa immediatamente la regione e il

 

Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, al quale compete, d'intesa con il presidente della

giunta regionale, la adozione dei provvedimenti previsti dal suddetto articolo 27.

Articolo 29 (L)

Responsabilità del titolare del permesso di costruire, del committente, del costruttore e del

direttore dei lavori, nonchè anche del progettista per le opere subordinate a denuncia di inizio

attività

(Legge 28 febbraio 1985, n. 47, art. 6; decreto legge 23 aprile 1985, n. 146, art. 5-bis, convertito,

con modificazioni, in legge 21 giugno 1985, n. 298; decreto legge 5 ottobre 1993, n. 398, art. 4,

comma 12, convertito con modificazioni dalla legge 4 dicembre 1993, n. 493; ; decreto legislativo

18 agosto 2000, n. 267, art.107 e 109)

1. Il titolare del permesso di costruire , il committente e il costruttore sono responsabili, ai fini e

per gli effetti delle norme contenute nel presente capo, della conformità delle opere alla

normativa urbanistica, alle previsioni di piano nonché, unitamente al direttore dei lavori, a

quelle del permesso e alle modalità esecutive stabilite dal medesimo. Essi sono, altresì, tenuti

al pagamento delle sanzioni pecuniarie e solidalmente alle spese per l'esecuzione in danno, in

caso di demolizione delle opere abusivamente realizzate, salvo che dimostrino di non essere

responsabili dell'abuso.

2. Il direttore dei lavori non è responsabile qualora abbia contestato agli altri soggetti la

violazione delle prescrizioni del permesso di costruire , con esclusione delle varianti in corso

d'opera, fornendo al dirigente o responsabile del competente ufficio comunale contemporanea

e motivata comunicazione della violazione stessa. Nei casi di totale difformità o di variazione

essenziale rispetto al permesso di costruire , il direttore dei lavori deve inoltre rinunziare

all'incarico contestualmente alla comunicazione resa al dirigente. In caso contrario il dirigente

segnala al consiglio dell'ordine professionale di appartenenza la violazione in cui è incorso il

direttore dei lavori, che è passibile di sospensione dall'albo professionale da tre mesi a due

anni.

3. Per le opere realizzate dietro presentazione di denuncia di inizio attività, il progettista assume

la qualità di persona esercente un servizio di pubblica necessità ai sensi degli articoli 359 e

481 del codice penale. In caso di dichiarazioni non veritiere nella relazione di cui all'articolo

23, comma 1, l'amministrazione ne dà comunicazione al competente ordine professionale per

l'irrogazione delle sanzioni disciplinari.

Capo II

Sanzioni

Articolo 30 (L)

Lottizzazione abusiva

(Legge 28 febbraio 1985, n. 47, art. 18; decreto legge 23 aprile 1985, n. 146, artt. 1, comma 3-bis,

e 7-bis; ; decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, art.107 e 109)

1. Si ha lottizzazione abusiva di terreni a scopo edificatorio quando vengono iniziate opere che

comportino trasformazione urbanistica od edilizia dei terreni stessi in violazione delle prescrizioni

degli strumenti urbanistici, vigenti o adottati, o comunque stabilite dalle leggi stasenza la prescritta autorizzazione; nonché quando tale trasformazione venga predisposta attraverso

il frazionamento e la vendita, o atti equivalenti, del terreno in lotti che, per le loro caratteristiche

quali la dimensione in relazione alla natura del terreno e alla sua destinazione secondo gli strumenti

urbanistici, il numero, l'ubicazione o la eventuale previsione di opere di urbanizzazione ed in

rapporto ad elementi riferiti agli acquirenti, denuncino in modo non equivoco la destinazione a

scopo edificatorio.

2. Gli atti tra vivi, sia in forma pubblica sia in forma privata, aventi ad oggetto trasferimento o

costituzione o scioglimento della comunione di diritti reali relativi a terreni sono nulli e non

possono essere stipulati né trascritti nei pubblici registri immobiliari ove agli atti stessi non sia

allegato il certificato di destinazione urbanistica contenente le prescrizioni urbanistiche riguardanti

l'area interessata. Le disposizioni di cui al presente comma non si applicano quando i terreni

costituiscano pertinenze di edifici censiti nel nuovo catasto edilizio urbano, purché la superficie

complessiva dell'area di pertinenza medesima sia inferiore a 5.000 metri quadrati.

3. Il certificato di destinazione urbanistica deve essere rilasciato dal dirigente o responsabile del

competente ufficio comunale entro il termine perentorio di trenta giorni dalla presentazione della

relativa domanda. Esso conserva validità per un anno dalla data di rilascio se, per dichiarazione

dell'alienante o di uno dei condividenti, non siano intervenute modificazioni degli strumenti

urbanistici.

4. In caso di mancato rilascio del suddetto certificato nel termine previsto, esso può essere sostituito da

una dichiarazione dell'alienante o di uno dei condividenti attestante l'avvenuta presentazione della

domanda, nonché la destinazione urbanistica dei terreni secondo gli strumenti urbanistici vigenti o

adottati, ovvero l'inesistenza di questi ovvero la prescrizione, da parte dello strumento urbanistico

generale approvato, di strumenti attuativi.

5. I frazionamenti catastali dei terreni non possono essere approvati dall'agenzia del territorio se non

è allegata copia del tipo dal quale risulti, per attestazione degli uffici comunali, che il tipo

medesimo è stato depositato presso il comune.

6. I pubblici ufficiali che ricevono o autenticano atti aventi per oggetto il trasferimento, anche senza

frazionamento catastale, di appezzamenti di terreno di superficie inferiore a diecimila metri quadrati

devono trasmettere, entro trenta giorni dalla data di registrazione, copia dell'atto da loro ricevuto o

autenticato dal dirigente o responsabile del competente ufficio del comune ove è sito l'immobile.

7. Nel caso in cui il dirigente o il responsabile del competente ufficio comunale accerti l'effettuazione

di lottizzazione di terreni a scopo edificatorio senza la prescritta autorizzazione, con ordinanza da

notificare ai proprietari delle aree ed agli altri soggetti indicati nel comma 1 dell'articolo 29, ne

dispone la sospensione. Il provvedimento comporta l'immediata interruzione delle opere in corso ed

il divieto di disporre dei suoli e delle opere stesse con atti tra vivi, e deve essere trascritto a tal fine

nei registri immobiliari.

8. Trascorsi novanta giorni, ove non intervenga la revoca del provvedimento di cui al comma 7, le aree

lottizzate sono acquisite di diritto al patrimonio disponibile del comune il cui dirigente o

responsabile del competente ufficio deve provvedere alla demolizione delle opere. In caso di inerzia

[…] si applicano le disposizioni concernenti i poteri sostitutivi di cui all'articolo 31, comma 8.

9. Gli atti aventi per oggetto lotti di terreno, per i quali sia stato emesso il provvedimento previsto dal

comma 7, sono nulli e non possono essere stipulati, né in forma pubblica né in forma privata, dopo

la trascrizione di cui allo stesso comma e prima della sua eventuale cancellazione o della

sopravvenuta inefficacia del provvedimento del dirigente o del responsabile del competente ufficio

comunale.

10. Le disposizioni di cui sopra si applicano agli atti stipulati ed ai frazionamenti presentati ai

competenti uffici del catasto dopo il 17 marzo 1985, e non si applicano comunque alle divisioni

ereditarie, alle donazioni fra coniugi e fra parenti in linea retta ed ai testamenti, nonché agli atti

costitutivi, modificativi od estintivi di diritti reali di garanzia e di servitù.tali o regionali o

Articolo 31 (L)

Interventi eseguiti in assenza di permesso di costruire, in totale difformità o con variazioni

essenziali

(Legge 28 febbraio 1985, n. 47, art. 7; decreto legge. 23 aprile 1985, n. 146, art. 2, convertito, con

modificazioni, in legge 21 giugno 1985, n. 298; decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, art.107

e 109)

1. Sono interventi eseguiti in totale difformità dal permesso di costruire quelli che comportano la

realizzazione di un organismo edilizio integralmente diverso per caratteristiche tipologiche,

planovolumetriche o di utilizzazione da quello oggetto del permesso stesso, ovvero l'esecuzione di

volumi edilizi oltre i limiti indicati nel progetto e tali da costituire un organismo edilizio o parte di

esso con specifica rilevanza ed autonomamente utilizzabile.

2. Il dirigente o il responsabile del competente ufficio comunale, accertata l'esecuzione di

interventi in assenza di permesso, in totale difformità dal medesimo, ovvero con variazioni

essenziali, determinate ai sensi dell’articolo 32, ingiunge al proprietario e al responsabile

dell’abuso la rimozione o la demolizione, indicando nel provvedimento l’area che viene

acquisita di diritto, ai sensi del comma 3.

3. Se il responsabile dell'abuso non provvede alla demolizione e al ripristino dello stato dei luoghi

nel termine di novanta giorni dall'ingiunzione, il bene e l'area di sedime, nonché quella necessaria,

secondo le vigenti prescrizioni urbanistiche, alla realizzazione di opere analoghe a quelle abusive

sono acquisiti di diritto gratuitamente al patrimonio del comune. L'area acquisita non può

comunque essere superiore a dieci volte la complessiva superficie utile abusivamente costruita.

4. L'accertamento dell'inottemperanza alla ingiunzione a demolire, nel termine di cui al precedente

comma, previa notifica all'interessato, costituisce titolo per l'immissione nel possesso e per la

trascrizione nei registri immobiliari, che deve essere eseguita gratuitamente.

5. L'opera acquisita è demolita con ordinanza del dirigente o del responsabile del competente ufficio

comunale a spese dei responsabili dell'abuso, salvo che con deliberazione consiliare non si dichiari

l'esistenza di prevalenti interessi pubblici e sempre che l'opera non contrasti con rilevanti interessi

urbanistici o ambientali.

6. Per gli interventi abusivamente eseguiti su terreni sottoposti, in base a leggi statali o regionali, a

vincolo di inedificabilità, l'acquisizione gratuita, nel caso di inottemperanza all'ingiunzione di

demolizione, si verifica di diritto a favore delle amministrazioni cui compete la vigilanza

sull'osservanza del vincolo. Tali amministrazioni provvedono alla demolizione delle opere abusive

ed al ripristino dello stato dei luoghi a spese dei responsabili dell'abuso. Nella ipotesi di concorso

dei vincoli, l'acquisizione si verifica a favore del patrimonio del comune.

7. Il segretario comunale redige e pubblica mensilmente, mediante affissione nell'albo comunale, i

dati relativi agli immobili e alle opere realizzati abusivamente, oggetto dei rapporti degli

ufficiali ed agenti di polizia giudiziaria […]e delle relative ordinanze di sospensione e trasmette i

dati anzidetti all'autorità giudiziaria competente, al presidente della giunta regionale e, tramite

l’ufficio territoriale del governo, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti.

8. In caso d'inerzia, protrattasi per quindici giorni dalla data di constatazione della inosservanza

delle disposizioni di cui al comma 1 dell'articolo 27, ovvero protrattasi oltre il termine stabilito dal

comma 3 del medesimo articolo 27, il competente organo regionale, nei successivi trenta giorni,

adotta i provvedimenti eventualmente necessari dandone contestuale comunicazione alla

competente autorità giudiziaria ai fini dell'esercizio dell'azione penale.

9. Per le opere abusive di cui al presente articolo, il giudice, con la sentenza di condanna per il reato

di cui all'articolo 44, ordina la demolizione delle opere stesse se ancora non sia stata altrimenti

eseguita.

Articolo 32 (L)

Determinazione delle variazioni essenziali

(Legge 28 febbraio 1985, n. 47, art. 8)

1. Fermo restando quanto disposto dal comma 1 dell’articolo 31, le regioni stabiliscono quali siano

le variazioni essenziali al progetto approvato, tenuto conto che l'essenzialità ricorre esclusivamente

quando si verifica una o più delle seguenti condizioni:

a) mutamento della destinazione d'uso che implichi variazione degli standards previsti dal decreto

ministeriale 2 aprile 1968, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 97 del 16 aprile 1968;

b) aumento consistente della cubatura o della superficie di solaio da valutare in relazione al progetto

approvato;

c) modifiche sostanziali di parametri urbanistico-edilizi del progetto approvato ovvero della

localizzazione dell'edificio sull'area di pertinenza;

d) mutamento delle caratteristiche dell'intervento edilizio assentito;

e) violazione delle norme vigenti in materia di edilizia antisismica, quando non attenga a fatti

procedurali.

2. Non possono ritenersi comunque variazioni essenziali quelle che incidono sulla entità delle

cubature accessorie, sui volumi tecnici e sulla distribuzione interna delle singole unità abitative.

3. Gli interventi di cui al comma 1, effettuati su immobili sottoposti a vincolo storico, artistico,

architettonico, archeologico, paesistico ed ambientale, nonché su immobili ricadenti sui parchi o in

aree protette nazionali e regionali, sono considerati in totale difformità dal permesso, ai sensi e per

gli effetti degli articoli 31 e 44. Tutti gli altri interventi sui medesimi immobili sono considerati

variazioni essenziali.

Articolo 33 (L)

Interventi di ristrutturazione edilizia in assenza di permesso di costruire o in totale difformità

(Legge 28 febbraio 1985, n. 47, art. 9; decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, art.107 e 109)

1. Gli interventi e le opere di ristrutturazione edilizia di cui all’articolo 10, comma 1, eseguiti in

assenza di permesso o in totale difformità da esso, sono rimossi ovvero demoliti e gli edifici

sono resi conformi alle prescrizioni degli strumenti urbanistico-edilizi entro il congruo termine

stabilito dal dirigente o del responsabile del competente ufficio comunale con propria ordinanza,

decorso il quale l'ordinanza stessa è eseguita a cura del comune e a spese dei responsabili

dell'abuso.

2. Qualora, sulla base di motivato accertamento dell'ufficio tecnico comunale, il ripristino dello

stato dei luoghi non sia possibile, il dirigente o il responsabile dell’ufficio irroga una sanzione

pecunaria pari al doppio dell'aumento di valore dell'immobile, conseguente alla realizzazione

delle opere, determinato, con riferimento alla data di ultimazione dei lavori, in base ai

criteri previsti dalla legge 27 luglio 1978, n. 392, con la esclusione, per i comuni non tenuti

all'applicazione della legge medesima, del parametro relativo all'ubicazione e con

l'equiparazione alla categoria A/l delle categorie non comprese nell'articolo 16 della

medesima legge. Per gli edifici adibiti ad uso diverso da quello di abitazione la sanzione è pari

al doppio dell'aumento del valore venale dell'immobile, determinato a cura dell'agenzia del

territorio.

3. Qualora le opere siano state eseguite su immobili vincolati ai sensi del decreto legislativo 29

ottobre 1999, n. 490, l'amministrazione competente a vigilare sull'osservanza del vincolo, salva

l'applicazione di altre misure e sanzioni previste da norme vigenti, ordina la restituzione in

pristino a cura e spese del responsabile dell'abuso, indicando criteri e modalità diretti a

ricostituire l'originario organismo edilizio, ed irroga una sanzione pecuniaria da lire un milione

a lire dieci milioni.

4. Qualora le opere siano state eseguite su immobili, anche non vincolati, compresi nelle zone

omogenee A, di cui al decreto ministeriale 2 aprile 1968, n. 1444, il dirigente o il

responsabile dell’ufficio richiede all'amministrazione competente alla tutela dei beni culturali ed

ambientali apposito parere vincolante circa la restituzione in pristino o la irrogazione della

sanzione pecuniaria di cui al precedente comma. Qualora il parere non venga reso entro

centoventi giorni dalla richiesta il dirigente o il responsabile provvede autonomamente.

5. In caso di inerzia, si applicano la disposizione di cui all'articolo 31, comma 8.

6. È comunque dovuto il contributo di costruzione di cui agli articoli 16 e 19.

Articolo 34 (L)

Interventi eseguiti in parziale difformità dal permesso di costruire

(Legge 28 febbraio 1985, n. 47, art. 12; ; decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, art.107 e 109)

1. Gli interventi e le opere realizzati in parziale difformità dal permesso di costruire sono rimossi

o demoliti a cura e spese dei responsabili dell'abuso entro il termine congruo, e comunque

non oltre centoventi giorni, fissato dalla relativa ordinanza del dirigente o del responsabile

dell’ufficio. Decorso tale termine sono rimossi o demoliti a cura del comune e a spese dei

medesimi responsabili dell'abuso.

2. Quando la demolizione non può avvenire senza pregiudizio della parte eseguita in conformità, il

dirigente o il responsabile dell’ufficio applica una sanzione pari al doppio del costo di

produzione, stabilito in base alla legge 27 luglio 1978, n. 392, della parte dell'opera realizzata

in difformità dal permesso di costruire , se ad uso residenziale, e pari al doppio del valore

venale, determinato a cura della agenzia del territorio, per le opere adibite ad usi diversi da

quello residenziale.

Articolo 35 (L)

Interventi abusivi realizzati su suoli di proprietà dello Stato o di enti pubblici

(Legge 28 febbraio 1985, n. 47, art. 14; decreto legge 13 maggio 1991, n. 152, art.17-bis,

convertito in legge 12 luglio 1991, n. 203; ; decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, art.107 e

109)

1. Qualora sia accertata la realizzazione, da parte di soggetti diversi da quelli di cui all’articolo 28,

di interventi in assenza di permesso di costruire , ovvero in totale o parziale difformità dal

medesimo, su suoli del demanio o del patrimonio dello Stato o di enti pubblici, il dirigente o il

responsabile dell’ufficio, previa diffida non rinnovabile, ordina al responsabile dell'abuso

la demolizione ed il ripristino dello stato dei luoghi, dandone comunicazione all'ente

proprietario del suolo.

2. La demolizione è eseguita a cura del comune ed a spese del responsabile dell'abuso.

3. Resta fermo il potere di autotutela dello Stato e degli enti pubblici territoriali, nonché quello

di altri enti pubblici, previsto dalla normativa vigente.

Articolo 36 (L)

Accertamento di conformità

(Legge 28 febbraio 1985, n. 47, art. 13)

1. In caso di interventi realizzati in assenza di permesso di costruire, o in difformità da

esso, fino alla scadenza dei termini di cui agli articoli 31, comma 3, 33, comma 1, 34,

comma 1, e comunque fino all’irrogazione delle sanzioni amministrative, il responsabile

dell’abuso, o l’attuale proprietario dell’immobile, possono ottenere il permesso in

sanatoria se l’intervento […] risulti conforme alla disciplina urbanistica ed edilizia vigente sia

al momento della realizzazione dello stesso, sia al momento della presentazione della

domanda.

2. Il rilascio del permesso in sanatoria è subordinato al pagamento, a titolo di oblazione, del

contributo di costruzione in misura doppia, ovvero, in caso di gratuità a norma di legge, in

misura pari a quella prevista dall'articolo 16. Nell’ipotesi di intervento realizzato in

parziale difformità, l'oblazione è calcolata con riferimento alla parte di opera difforme

dal permesso.

3. Sulla richiesta di permesso in sanatoria il dirigente o il responsabile del competente ufficio

comunale si pronuncia con adeguata motivazione, entro sessanta giorni decorsi i quali la

richiesta si intende respinta.

Articolo 37 (L)

Interventi eseguiti in assenza o in difformità dalla denuncia di inizio attività e accertamento di

conformità

(articolo 4, comma 13 del d.l. n. 398 del 1993; articolo 10 della l. n. 47 del 1985)

1. La realizzazione di interventi edilizi di cui all’articolo 22, in assenza della o in difformità dalla

denuncia di inizio attività comporta la sanzione pecuniaria pari al doppio dell'aumento del

valore venale dell'immobile conseguente alla realizzazione degli interventi stessi e comunque in

misura non inferiore a lire un milione.

2. Quando le opere realizzate in assenza di denuncia di inizio attività consistono in interventi

di restauro e di risanamento conservativo, di cui alla lettera c) dell’articolo 3, eseguiti su

immobili comunque vincolati in base a leggi statali e regionali, nonché dalle altre norme

urbanistiche vigenti, l'autorità competente a vigilare sull'osservanza del vincolo, salva

l'applicazione di altre misure e sanzioni previste da norme vigenti, può ordinare la

restituzione in pristino a cura e spese del responsabile ed irroga una sanzione pecuniaria

da lire un milione a lire venti milioni.

3. Qualora gli interventi di cui al comma 2 sono eseguiti su immobili, anche non vincolati,

compresi nelle zone indicate nella lettera A dell'articolo 2 del decreto ministeriale 2 aprile

1968, il dirigente o il responsabile dell’ufficio richiede al Ministero per i beni e le attività

culturali apposito parere vincolante circa la restituzione in pristino o la irrogazione della

sanzione pecuniaria di cui al comma 1. Se il parere non viene reso entro sessanta giorni

dalla richiesta, il dirigente o il responsabile dell’ufficio provvede autonomamente. In tali

casi non trova applicazione la sanzione pecuniaria da lire un milione a lire venti milioni di

cui al comma 2. 4. Ove l’intervento realizzato risulti conforme alla disciplina urbanistica ed edilizia vigente

sia al momento della realizzazione dell’intervento, sia al momento della presentazione

della domanda, il responsabile dell’abuso o il proprietario dell’immobile possono ottenere

la sanatoria dell’intervento versando la somma, non superiore a lire dieci milioni e non

inferiore a lire un milione, stabilita dal responsabile del procedimento in relazione

all’aumento di valore dell’immobile valutato dall’agenzia del territorio.

5. Fermo restando quanto previsto dall’articolo 23, comma 6, la denuncia di inizio di attività

spontaneamente effettuata quando l’intervento è […]in corso di esecuzione, comporta il

pagamento, a titolo di sanzione, della somma di lire un milione.

6. La mancata denuncia di inizio dell'attività non comporta l'applicazione delle sanzioni previste

dall'articolo 44. […]. Resta comunque salva, ove ne ricorrano i presupposti in relazione

all’intervento realizzato, l’applicazione delle sanzioni di cui agli articoli 31, 33, 34, 35 e 44

e dell’accertamento di conformità di cui all’articolo 36.

Articolo 38 (L)

Interventi eseguiti in base a permesso annullato

(Legge 28 febbraio 1985, n. 47, art.11; ; decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, art.107 e 109)

1. In caso di annullamento del permesso, qualora non sia possibile, in base a motivata

valutazione, la rimozione dei vizi delle procedure amministrative o la restituzione in pristino, il

dirigente o il responsabile del competente ufficio comunale applica una sanzione pecuniaria pari

al valore venale delle opere o loro parti abusivamente eseguite, valutato dall'agenzia del

territorio. La valutazione dell'agenzia è notificata all’interessato dal dirigente o dal

responsabile dell’ufficio e diviene definitiva decorsi i termini di impugnativa.

2. L'integrale corresponsione della sanzione pecuniaria irrogata produce i medesimi effetti del

permesso di costruire in sanatoria di cui all'articolo 36.

Articolo 39 (L)

Annullamento del permesso di costruire da parte della regione

(Legge 17 agosto 1942, n. 1150, art. 27, come sostituito dall'art. 7, legge 6 agosto 1967, n. 765;

D.P.R. 15 gennaio 1972, n. 8, art. 1)

1. Entro dieci anni dalla loro adozione le deliberazioni ed i provvedimenti comunali che

autorizzano interventi non conformi a prescrizioni degli strumenti urbanistici o dei

regolamenti edilizi o comunque in contrasto con la normativa urbanistico-edilizia vigente al

momento della loro adozione , possono essere annullati […] dalla regione .

2. Il provvedimento di annullamento è emesso entro diciotto mesi dall'accertamento delle

violazioni di cui al comma 1, ed è preceduto dalla contestazione delle violazioni stesse al

titolare del permesso, al proprietario della costruzione, al progettista, e al comune, con

l'invito a presentare controdeduzioni entro un termine all'uopo prefissato.

3. In pendenza delle procedure di annullamento la regione può ordinare la sospensione dei

lavori, con provvedimento da notificare a mezzo di ufficiale giudiziario, nelle forme e con le

modalità previste dal codice di procedura civile, ai soggetti di cui al comma 2 e da

comunicare al comune. L'ordine di sospensione cessa di avere efficacia se, entro sei mesi

dalla sua notificazione, non sia stato emesso il decreto di annullamento di cui al comma 1.

4. Entro sei mesi dalla data di adozione del provvedimento di annullamento, va adottato

il provvedimento di demolizione.

5. I provvedimenti di sospensione dei lavori e […]di annullamento vengono resi noti al

pubblico mediante l'affissione nell'albo pretorio del Comune dei dati relativi agli immobili

e alle opere realizzate.

Articolo 40(L)

Sospensione o demolizione di interventi abusivi da parte della regione

(Legge 17 agosto 1942, n. 1150, art. 26, come sostituito dall'art. 6, legge 6 agosto 1967, n. 765;

D.P.R. 15 gennaio 1972, n. 8, art. 1)

1. In caso di interventi eseguiti in assenza di permesso di costruire o in contrasto con questo

o con le prescrizioni degli strumenti urbanistici o della normativa urbanistico-edilizia,

qualora il Comune non abbia provveduto entro i termini stabiliti, la regione può disporre

la sospensione o la demolizione delle opere eseguite. Il provvedimento di demolizione è

adottato entro cinque anni dalla dichiarazione di agibilità dell’intervento.

2. Il provvedimento di sospensione o di demolizione è notificato al titolare del permesso o, in

mancanza di questo, al committente, al costruttore e al direttore dei lavori. Lo stesso

provvedimento è comunicato inoltre al comune.

3. La sospensione non può avere una durata superiore a tre mesi dalla data della notifica

entro i quali sono adottati le misure necessarie per eliminare le ragioni della difformità,

ovvero, ove non sia possibile, per la rimessa in pristino.

4. Con il provvedimento che dispone la modifica dell’intervento, la rimessa in pristino o la

demolizione delle opere è assegnato un termine entro il quale il responsabile dell’abuso è

tenuto a procedere, a proprie spese e senza pregiudizio delle sanzioni penali, alla

esecuzione del provvedimento stesso. Scaduto inutilmente tale termine, la regione dispone

l’esecuzione in danno dei lavori.

Articolo 41 (L)

Demolizione di opere abusive

(Legge 28 febbraio 1985, n. 47, art. 27, commi 1, 2, 5; Legge 23 dicembre 1996, n. 662, art. 2,

comma 56 ; decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, art. 107 e 109)

1. In tutti i casi in cui la demolizione deve avvenire a cura del comune, essa è disposta dal

dirigente o dal responsabile del competente ufficio comunale su valutazione tecnico-economica

approvata dalla giunta comunale.

2. I relativi lavori sono affidati, anche a trattativa privata ove ne sussistano i presupposti,

ad imprese tecnicamente e finanziariamente idonee.

3. Nel caso di impossibilità di affidamento dei lavori, il dirigente o il responsabile del

competente ufficio comunale ne dà notizia all’ufficio territoriale del Governo, il quale

provvede alla demolizione con i mezzi a disposizione della pubblica amministrazione,

ovvero tramite impresa finanziariamente e tecnicamente idonea se i lavori non siano

eseguibili in gestione diretta.

4. Qualora sia necessario procedere alla demolizione di opere abusive è possibile avvalersi, per

il tramite dei provveditorati alle opere pubbliche, delle strutture tecnico-operative del

Ministero della difesa, sulla base di apposita convenzione stipulata d'intesa fra il Ministro

delle infrastrutture e dei trasporti ed il Ministro della difesa.

5. E’ in ogni caso ammesso il ricorso a procedure negoziate aperte, per l’aggiudicazione

di contratti d’appalto, anche ad oggetto futuro, per demolizioni da eseguirsi

all’occorrenza.

Articolo 42 (L)

Ritardato od omesso versamento del contributo di costruzione

(Legge 28 febbraio 1985, n. 47, art. 3)

1. Le regioni determinano le sanzioni per il ritardato o mancato versamento del contributo di

costruzione in misura non inferiore a quanto previsto nel presente articolo e non superiore al

doppio.

2. Il mancato versamento, nei termini stabiliti, del contributo di costruzione di cui all’articolo 16

comporta:

a) l'aumento del contributo in misura pari al 20 per cento qualora il versamento del contributo sia

effettuato nei successivi centoventi giorni;

b) l'aumento del contributo in misura pari al 50 per cento quando, superato il termine di cui alla

lettera a), il ritardo si protrae non oltre i successivi sessanta giorni;

c) l'aumento del contributo in misura pari al 100 per cento quando, superato il termine di cui alla

lettera b), il ritardo si protrae non oltre i successivi sessanta giorni.

3. Le misure di cui alle lettere precedenti non si cumulano.

4. Nel caso di pagamento rateizzato le norme di cui al secondo comma si applicano ai ritardi nei

pagamenti delle singole rate.

5. Decorso inutilmente il termine di cui alla lettera c) del comma 2, il comune provvede alla

riscossione coattiva del complessivo credito nei modi previsti dall'articolo 43.

6. In mancanza di leggi regionali che determinino la misura delle sanzioni di cui al presente

articolo, queste saranno applicate nelle misure indicate nel comma 2.

Articolo 43 (L)

Riscossione

(legge 28 febbraio 1985, n. 47, art. 16; ; decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, art.107 e 109)

1. I contributi, le sanzioni e le spese di cui ai titoli II e IV della parte I del presente testo unico

sono accertati e riscossi ai sensi degli articoli 179 e 180 del testo unico delle leggi

sull’ordinamento degli enti locali, approvato con decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.

Articolo 44 (L)

Sanzioni penali(Legge 28 febbraio 1985, n. 47, artt. 19 e 20; decreto legge 23 aprile 1985, n. 146, art. 3,

convertito, con modificazioni, in legge 21 giugno 1985, n. 298)

1. Salvo che il fatto costituisca piú grave reato e ferme le sanzioni amministrative, si applica:

a) l'ammenda fino a lire 20 milioni per l'inosservanza delle norme, prescrizioni e modalità esecutive

previste dal presente titolo, in quanto applicabili, nonché dai regolamenti edilizi, dagli strumenti

urbanistici e dal permesso di costruire ;

b) l'arresto fino a due anni e l'ammenda da lire 10 milioni a lire 100 milioni nei casi di esecuzione

dei lavori in totale difformità o assenza del permesso o di prosecuzione degli stessi nonostante

l'ordine di sospensione;

c) l'arresto fino a due anni e l'ammenda da lire 30 milioni a lire 100 milioni nel caso di lottizzazione

abusiva di terreni a scopo edilizio, come previsto dal primo comma dell'articolo 30. La stessa pena

si applica anche nel caso di interventi edilizi nelle zone sottoposte a vincolo storico, artistico,

archeologico, paesistico, ambientale, in variazione essenziale, in totale difformità o in assenza del

permesso.

2. […]La sentenza definitiva del giudice penale che accerta che vi è stata lottizzazione abusiva,

dispone la confisca dei terreni, abusivamente lottizzati e delle opere abusivamente costruite. Per

effetto della confisca i terreni sono acquisiti di diritto e gratuitamente al patrimonio del comune nel

cui territorio è avvenuta la lottizzazione […]. La sentenza definitiva è titolo per la immediata

trascrizione nei registri immobiliari.

Articolo 45 (L)

Norme relative all'azione penale

(Legge 28 febbraio 1985, n. 47, art. 22)

1. L'azione penale relativa alle violazioni edilizie rimane sospesa finché non siano stati esauriti

i procedimenti amministrativi di sanatoria di cui all’articolo 36.

2. Nel caso di ricorso giurisdizionale avverso il diniego del permesso in sanatoria di cui

all'articolo 36, l'udienza viene fissata d'ufficio dal presidente del tribunale amministrativo

regionale per una data compresa entro il terzo mese dalla presentazione del ricorso.

3. Il rilascio in sanatoria del permesso di costruire estingue i reati contravvenzionali previsti

dalle norme urbanistiche vigenti.

Articolo 46 (L)

Nullità degli atti giuridici relativi ad edifici la cui costruzione abusiva sia iniziata dopo il 17 marzo

1985

(Legge 28 febbraio 1985, n. 47, art. 17; decreto legge 23 aprile 1985, n. 146, art. 8)

1. Gli atti tra vivi, sia in forma pubblica, sia in forma privata, aventi per oggetto trasferimento o

costituzione o scioglimento della comunione di diritti reali, relativi ad edifici, o loro parti, la cui

costruzione è iniziata dopo il 17 marzo 1985, sono nulli e non possono essere stipulati ove da essi

non risultino, per dichiarazione dell'alienante, gli estremi del permessoin sanatoria. Tali disposizioni non si applicano agli atti costitutivi, modificativi o estintivi di diritti

reali di garanzia o di servitù.

2. Nel caso in cui sia prevista, ai sensi dell’articolo 38, l'irrogazione di una sanzione soltanto

pecuniaria, ma non il rilascio del permesso in sanatoria, agli atti di cui al comma 1 deve essere

allegata la prova dell'integrale pagamento della sanzione medesima.

3. La sentenza che accerta la nullità degli atti di cui al comma 1 non pregiudica i diritti di garanzia o

di servitù acquisiti in base ad un atto iscritto o trascritto anteriormente alla trascrizione della

domanda diretta a far accertare la nullità degli atti.

4. Se la mancata indicazione in atto degli estremi non sia dipesa dalla insussistenza del permesso di

costruire al tempo in cui gli atti medesimi sono stati stipulati, essi possono essere confermati anche

da una sola delle parti mediante atto successivo, redatto nella stessa forma del precedente, che

contenga la menzione omessa.

5. Le nullità di cui al presente articolo non si applicano agli atti derivanti da procedure esecutive

immobiliari, individuali o concorsuali. L'aggiudicatario, qualora l'immobile si trovi nelle condizioni

previste per il rilascio del permesso di costruire in sanatoria, dovrà presentare domanda di

permesso in sanatoria entro 120 giorni dalla notifica del decreto emesso dalla autorità giudiziaria.

Articolo 47 (L)

Sanzioni a carico dei notai

(Legge 28 febbraio 1985, n. 47, art. 21)

1. Il ricevimento e l'autenticazione da parte dei notai di atti nulli previsti dagli articoli 46 e 30 e non

convalidabili costituisce violazione dell'articolo 28 della legge 16 febbraio 1913, n. 89, e successive

modificazioni, e comporta l'applicazione delle sanzioni previste dalla legge medesima.

2. Tutti i pubblici ufficiali, ottemperando a quanto disposto dall'articolo 30, sono esonerati da

responsabilità inerente al trasferimento o alla divisione dei terreni; l'osservanza della formalità

prevista dal sesto comma dello stesso articolo 30 tiene anche luogo del rapporto di cui all'articolo 2

del codice di procedura penale.

Articolo 48 (L)

Aziende erogatrici di servizi pubblici

(Legge 28 febbraio 1985, n. 47, art.45)

1. È vietato a tutte le aziende erogatrici di servizi pubblici somministrare le loro forniture per

l'esecuzione di opere prive di permesso di costruire , nonché ad opere in assenza di titolo iniziate

dopo il 30 gennaio 1977 e per le quali non siano stati stipulati contratti di somministrazione

anteriormente al 17 marzo 1985.

2. Il richiedente il servizio è tenuto ad allegare alla domanda una dichiarazione sostitutiva di atto

notorio, ai sensi e per gli effetti dell'articolo 47 del D.P.R. 28 dicembre 2000, n. 445, recante il

Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di documentazione

amministrativa, indicante gli estremi del permesso di costruire , o, per le opere abusive, gli estremi

del permesso in sanatoria, ovvero copia della domanda di permesso in sanatoria corredata della

prova del pagamento delle somme dovute a titolo di oblazione per intero nell'ipotesi dell'articolo 36

e limitatamente alle prime due rate nell'ipotesi dell'articolo 35 della legge 28 febbraio 1985, n. 47. Il

contratto stipulato in difetto di tali dichiarazioni è nullo e il funzionario della azienda erogatrice, cui

sia imputabile la stipulazione del contratto stesso, è soggetto ad una sanzione pecuniaria da lire 5 di costruire o del permessomilioni a lire 15 milioni. Per le opere che già usufruiscono di un servizio pubblico, in luogo della

documentazione di cui al precedente comma, può essere prodotta copia di una fattura, emessa

dall'azienda erogante il servizio, dalla quale risulti che l'opera già usufruisce di un pubblico

servizio.

3. Per le opere iniziate anteriormente al 30 gennaio 1977, in luogo degli estremi della licenza

edilizia può essere prodotta una dichiarazione sostitutiva di atto notorio rilasciata dal proprietario o

altro avente titolo, ai sensi e per gli effetti dell'articolo 47 del D.P.R 28 dicembre 2000, n. 445,

recante il Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di documentazione

amministrativa, attestante che l'opera è stata iniziata in data anteriore al 30 gennaio 1977. Tale

dichiarazione può essere ricevuta e inserita nello stesso contratto, ovvero in documento separato da

allegarsi al contratto medesimo.

Capo III

Disposizioni fiscali

Articolo 49 (L)

Disposizioni fiscali

(Legge 17 agosto 1942, n. 1150, art. 41-ter)

1. Fatte salve le sanzioni di cui al presente titolo, gli interventi abusivi realizzati in assenza di titolo

o in contrasto con lo stesso, ovvero sulla base di un titolo successivamente annullato, non

beneficiano delle agevolazioni fiscali previste dalle norme vigenti, né di contributi o altre

provvidenze dello Stato o di enti pubblici. Il contrasto deve riguardare violazioni di altezza,

distacchi, cubatura o superficie coperta che eccedano per singola unità immobiliare il due per cento

delle misure prescritte, ovvero il mancato rispetto delle destinazioni e degli allineamenti indicati nel

programma di fabbricazione, nel piano regolatore generale e nei piani particolareggiati di

esecuzione.

2. È fatto obbligo al comune di segnalare all'amministrazione finanziaria, entro tre mesi

dall'ultimazione dei lavori o dalla richiesta del certificato di agibilità, ovvero dall'annullamento del

titolo edilizio, ogni inosservanza alla presente legge comportante la decadenza di cui al comma

precedente.

3. Il diritto dell'amministrazione finanziaria a recuperare le imposte dovute in misura ordinaria per

effetto della decadenza stabilita dal presente articolo si prescrive col decorso di tre anni dalla data di

ricezione della segnalazione del comune.

4. In caso di revoca o decadenza dai benefici suddetti il committente è responsabile dei danni nei

confronti degli aventi causa.

Articolo 50 (L)

Agevolazioni tributarie in caso di sanatoria

(Legge 28 febbraio 1985, n. 47, art.46)

1. In deroga alle disposizioni di cui all'articolo 49, le agevolazioni tributarie in materia di tasse ed

imposte indirette sugli affari si applicano agli atti stipulati dopo il 17 marzo 1985, qualora

ricorrano tutti i requisiti previsti dalle vigenti disposizioni agevolative ed a condizione che copia

conforme del provvedimento di sanatoria venga presentata, contestualmente all'atto da

registrare, all'amministrazione cui compete la registrazione. In mancanza del provvedimdefinitivo di sanatoria, per conseguire in via provvisoria le agevolazioni deve essere prodotta, al

momento della registrazione dell'atto, copia della domanda di permesso in sanatoria presentata

al comune, con la relativa ricevuta rilasciata dal comune stesso. L'interessato, a pena di

decadenza dai benefìci, deve presentare all'ufficio del registro copia del provvedimento

definitivo di sanatoria entro sei mesi dalla sua notifica o, nel caso che questo non sia

intervenuto, a richiesta dell'ufficio, dichiarazione del comune che attesti che la domanda non ha

ancora ottenuto definizione.

2. In deroga alle disposizioni di cui all’articolo 49, per i fabbricati costruiti senza permesso o in

contrasto con la stesso, ovvero sulla base di permesso successivamente annullato, si applica la

esenzione dall'imposta locale sui redditi, qualora ricorrano i requisiti tipologici di inizio e

ultimazione delle opere in virtù dei quali sarebbe spettata, per il periodo di dieci anni a

decorrere dal 17 marzo 1985. L'esenzione si applica a condizione che l'interessato ne faccia

richiesta all'ufficio distrettuale delle imposte dirette del suo domicilio fiscale, allegando copia

della domanda indicata nel comma precedente con la relativa ricevuta rilasciata dal comune.

Alla scadenza di ogni anno dal giorno della presentazione della domanda suddetta, l'interessato,

a pena di decadenza dai benefìci, deve presentare, entro novanta giorni da tale scadenza,

all'ufficio distrettuale delle imposte dirette copia del provvedimento definitivo di sanatoria, o in

mancanza di questo, una dichiarazione del comune, ovvero una dichiarazione sostitutiva di atto

notorio, attestante che la domanda non ha ancora ottenuto definizione.

3. La omessa o tardiva presentazione del provvedimento di sanatoria comporta il pagamento

dell'imposta locale sui redditi e delle altre imposte dovute nella misura ordinaria, nonché degli

interessi di mora stabiliti per i singoli tributi.

4. Il rilascio del permesso in sanatoria, per le opere o le parti di opere abusivamente realizzate,

produce automaticamente, qualora ricorrano tutti i requisiti previsti dalle vigenti disposizioni

agevolative, la cessazione degli effetti dei provvedimenti di revoca o di decadenza previsti

dall’articolo 49.

5. In attesa del provvedimento definitivo di sanatoria, per il conseguimento in via provvisoria degli

effetti previsti dal comma 4, deve essere prodotta da parte dell'interessato alle amministrazioni

finanziarie competenti copia autenticata della domanda di permesso in sanatoria, corredata della

prova del pagamento delle somme dovute fino al momento della presentazione della istanza di

cui al presente comma.

6. Non si fa comunque luogo al rimborso dell'imposta locale sui redditi e delle altre imposte

eventualmente già pagate.

Articolo 51 (L)

Finanziamenti pubblici e sanatoria

(Legge 23 dicembre 1996, n. 662, art. 2, comma 50)

1. La concessione di indennizzi, ai sensi della legislazione sulle calamità naturali, è esclusa nei casi

in cui gli immobili danneggiati siano stati eseguiti abusivamente in zone alluvionali; la citata

concessione di indennizzi è altresì esclusa per gli immobili edificati in zone sismiche senza i

prescritti criteri di sicurezza e senza che sia intervenuta sanatoria.entoPARTE II – Normativa tecnica per l’edilizia

Capo I

Disposizioni di carattere generale

Articolo 52 (L)

Tipo di strutture e norme tecniche

(Legge 3 febbraio 1974, n. 64, artt. 1 e 32, co. 1)

1. In tutti i comuni della Repubblica le costruzioni sia pubbliche sia private debbono essere

realizzate in osservanza delle norme tecniche riguardanti i vari elementi costruttivi fissate con

decreti del Ministro per le infrastrutture e i trasporti, sentito il Consiglio superiore dei lavori

pubblici ed il Consiglio nazionale delle ricerche. Qualora le norme tecniche riguardino

costruzioni in zone sismiche esse sono adottate di concerto con il Ministro per l'interno. Dette

norme definiscono:

a) i criteri generali tecnico-costruttivi per la progettazione, esecuzione e collaudo degli edifici in

muratura e per il loro consolidamento;

b) i carichi e sovraccarichi e loro combinazioni, anche in funzione del tipo e delle modalità

costruttive e della destinazione dell'opera, nonché i criteri generali per la verifica di sicurezza delle

costruzioni;

c) le indagini sui terreni e sulle rocce, la stabilità dei pendii naturali e delle scarpate, i criteri

generali e le precisazioni tecniche per la progettazione, esecuzione e collaudo delle opere di

sostegno delle terre e delle opere di fondazione;

i criteri generali e le precisazioni tecniche per la progettazione, esecuzione e collaudo di opere

speciali, quali ponti, dighe, serbatoi, tubazioni, torri, costruzioni prefabbricate in genere, acquedotti,

fognature;

d) la protezione delle costruzioni dagli incendi.

2. Qualora vengano usati sistemi costruttivi diversi da quelli in muratura o con ossatura portante in

cemento armato normale e precompresso, acciaio o sistemi combinati dei predetti materiali, per

edifici con quattro o più piani entro e fuori terra, l'idoneità di tali sistemi deve essere comprovata da

una dichiarazione rilasciata dal presidente del Consiglio superiore dei lavori pubblici su conforme

parere dello stesso Consiglio.

3. Le norme tecniche di cui al presente articolo e i relativi aggiornamenti entrano in vigore trenta

giorni dopo la pubblicazione dei rispettivi decreti nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica

Italiana.

Articolo 53 (L)

Definizioni

(Legge 5 novembre 1971, n. 1086, art. 1, primo, secondo e terzo comma)

1. Ai fini del presente testo unico si considerano:

a) opere in conglomerato cementizio armato normale, quelle composte da un complesso di strutture

in conglomerato cementizio ed armature che assolvono ad una funzione statica;

b) opere in conglomerato cementizio armato precompresso, quelle composte di strutture in

conglomerato cementizio ed armature nelle quali si imprime artificialmente uno stato disollecitazione addizionale di natura ed entità tali da assicurare permanentemente l'effetto statico

voluto;

c) opere a struttura metallica quelle nelle quali la statica è assicurata in tutto o in parte da elementi

strutturali in acciaio o in altri metalli;

Articolo 54 (L)

Sistemi costruttivi

(Legge 2 febbraio 1974, n. 64, art. 5, art.6, primo comma, art.7, primo comma, art.8, primo

comma)

1. Gli edifici possono essere costruiti con:

a) struttura intelaiata in cemento armato normale o precompresso, acciaio o sistemi comb inati dei

predetti materiali;

b) struttura a pannelli portanti;

c) struttura in muratura;

d) struttura in legname.

2. Ai fini di questo testo unico si considerano:

a) costruzioni in muratura, quelle nelle quali la muratura ha funzione portante;

b) strutture a pannelli portanti, quelle formate con l'associazione di pannelli verticali prefabbricati

(muri), di altezza pari ad un piano e di larghezza superiore ad un metro, resi solidali a strutture

orizzontali (solai) prefabbricate o costruite in opera;

c) strutture intelaiate, quelle costituite da aste rettilinee o curvilinee, comunque vincolate fra loro ed

esternamente.

Articolo 55 (L)

Edifici in muratura

(Legge 3 febbraio 1974, n. 64, art. 6, secondo comma)

1. Le costruzioni in muratura devono presentare adeguate caratteristiche di solidarietà fra gli

elementi strutturali che le compongono, e di rigidezza complessiva secondo le indicazioni delle

norme tecniche di cui all’articolo 83.

Articolo 56 (L)

Edifici con struttura a pannelli portanti

(Legge 3 febbraio 1974, n. 64, art. 7, secondo, terzo, quarto e quinto comma)

1. Le strutture a pannelli portanti devono essere realizzate in calcestruzzo pieno od alleggerito,

semplice, armato normale o precompresso, presentare giunzioni eseguite in opera con calcestruzzo

o malta cementizia, ed essere irrigidite da controventamenti opportuni, costituiti dagli stessi pannelli

verticali sovrapposti o da lastre in calcestruzzo realizzate in opera; i controventamenti devono

essere orientati almeno secondo due direzioni distinte.

2. Il complesso scatolare costituito dai pannelli deve realizzare un organismo statico capace di

assorbire le azioni sismiche di cui all'articolo 85.

3. La trasmissione delle azioni mutue tra i diversi elementi deve essere assicurata da armature

metalliche.

4. L'idoneità di tali sistemi costruttivi, anche in funzione del grado di sismicità, deve essere

comprovata da una dichiarazione rilasciata dal presidente del Consiglio superiore dei lavori

pubblici, su conforme parere dello stesso Consiglio.

Articolo 57 (L)

Edifici con strutture intelaiate(Legge 3 febbraio 1974, n. 64, art. 8, secondo periodo del primo comma, secondo, terzo e quarto

comma)

1. Nelle strutture intelaiate possono essere compresi elementi irrigidenti costituiti da:

a) strutture reticolate in acciaio, calcestruzzo armato normale o precompresso;

b) elementi-parete in acciaio, calcestruzzo armato normale o precompresso.

2. Gli elementi irrigidenti devono essere opportunamente collegati alle intelaiature della costruzione

in modo che sia assicurata la trasmissione delle azioni sismiche agli irrigidimenti stessi.

3. Il complesso resistente deve essere proporzionato in modo da assorbire le azioni sismiche definite

dalle norme tecniche di cui all'articolo 83.

4. Le murature di tamponamento delle strutture intelaiate devono essere efficacemente collegate alle

aste della struttura stessa secondo le modalità specificate dalle norme tecniche di cui all’articolo 83.

Articolo 58 (L)

Produzione in serie in stabilimenti di manufatti in conglomerato normale e precompresso e di

manufatti complessi in metallo

(Legge 5 novembre 1971, n. 1086, art. 9)

1. Le ditte che procedono alla costruzione di manufatti in conglomerato armato normale o

precompresso ed in metallo, fabbricati in serie e che assolvono alle funzioni indicate negli articoli

53, comma 1 e 64, comma 1, hanno l'obbligo di darne preventiva comunicazione al Servizio

Tecnico Centrale del Ministero dei lavori pubblici, con apposita relazione nella quale debbono:

a) descrivere ciascun tipo di struttura indicando le possibili applicazioni e fornire i calcoli relativi,

con particolare riguardo a quelli riferentisi a tutto il comportamento sotto carico fino a fessurazione

e rottura;

b) precisare le caratteristiche dei materiali impiegati sulla scorta di prove eseguite presso uno dei

laboratori di cui all'articolo 59;

c) indicare, in modo particolareggiato, i metodi costruttivi e i procedimenti seguiti per la esecuzione

delle strutture;

d) indicare i risultati delle prove eseguite presso uno dei laboratori di cui all'articolo 59.

2. Tutti gli elementi precompressi debbono essere chiaramente e durevolmente contrassegnati onde

si possa individuare la serie di origine.

3. Per le ditte che costruiscono manufatti complessi in metallo fabbricati in serie, i quali assolvono

alle funzioni indicate negli articoli 53, comma 1 e 64, comma 1, la relazione di cui al comma 1 del

presente articolo deve descrivere ciascun tipo di struttura, indicando le possibili applicazioni e

fornire i calcoli relativi.

4. Le ditte produttrici di tutti i manufatti di cui ai comma precedenti sono tenute a fornire tutte le

prescrizioni relative alle operazioni di trasporto e di montaggio dei loro manufatti.

5. La responsabilità della rispondenza dei prodotti rimane a carico della ditta produttrice, che è

obbligata a corredare la fornitura con i disegni del manufatto e l'indicazione delle sue caratteristiche

di impiego.

6. Il progettista delle strutture è responsabile dell'organico inserimento e della previsione di

utilizzazione dei manufatti di cui sopra nel progetto delle strutture dell'opera.

Articolo 59 (L)

Laboratori

(Legge 5 novembre 1971, n. 1086, art. 20)

1. Agli effetti del presente testo unico sono consid erati laboratori ufficiali: a) i laboratori degli istituti universitari dei politecnici e delle facoltà di ingegneria e delle facoltà o

istituti universitari di architettura;

b) il laboratorio di scienza delle costruzioni del centro studi ed esperienze dei servizi antincendi e di

protezione civile (Roma);

2. Il Ministro per le infrastrutture e i trasporti, sentito il Consiglio superiore dei lavori pubblici, può

autorizzare con proprio decreto, ai sensi del presente capo, altri laboratori ad effettuare prove su

materiali da costruzione, comprese quelle geotecniche su terreni e rocce.

3. L'attività dei laboratori, ai fini del presente capo, è servizio di pubblica utilità.

Articolo 60 (L)

Emanazione di norme tecniche

(Legge 5 novembre 1971, n. 1086, art.21)

1. Il Ministro per le infrastrutture e i trasporti, sentito il Consiglio superiore dei lavori pubblici ed il

Consiglio nazionale delle ricerche, predispone, modifica ed aggiorna le norme tecniche alle quali si

uniformano le costruzioni di cui al capo secondo.

Articolo 61 (L)

Abitati da consolidare

(Legge 3 febbraio 1974, n. 64, art. 2)

1. In tutti i territori comunali o loro parti, nei quali siano intervenuti od intervengano lo Stato o la

Regione per opere di consolidamento di abitato ai sensi della legge 9 luglio 1908, n. 445 e

successive modificazioni ed integrazioni, nessuna opera e nessun lavoro, salvo quelli di

manutenzione ordinaria o di rifinitura, possono essere eseguiti senza la preventiva autorizzazione

del competente ufficio tecnico della Regione.

2. Le opere di consolidamento, nei casi di urgenza riconosciuta con ordinanza del comp etente

ufficio tecnico regionale o comunale, possono eccezionalmente essere intraprese anche prima della

predetta autorizzazione, la quale comunque dovrà essere richiesta nel termine di cinque giorni

dall'inizio dei lavori.

Articolo 62 (L)

Utilizzazione di edifici

(Legge 3 febbraio 1974, n. 64, art. 28)

1. Il rilascio […] della licenza d'uso per gli edifici costruiti in cemento armato e dei certificati di

agibilità da parte dei comuni è condizionato all'esibizione di un certificato da rilasciarsi

dall'ufficio tecnico della regione, che attesti la perfetta rispondenza dell'opera eseguita alle

norme del capo quarto.

Articolo 63 (L)

Opere pubbliche

1. Quando si tratti di opere eseguite dai soggetti di cui all’art. 2 della legge 11 febbraio 1994, n.

109, le norme della presente parte si applicano solo nel caso in cui non sia diversamente disposto

dalla citata legge n. 109 del 1994, dal decreto del Presidente della Repubblica 21 dicembre 1999, n.

544, dal decreto del Presidente della Repubblica 25 gennaio 2000, n. 34 e dal d.m. 19 aprile 2000

n. 145. Capo II

Disciplina delle opere di conglomerato cementizio armato, normale e precompresso ed a struttura

metallica

Sezione I

Adempimenti

Articolo 64 (L)

Progettazione, direzione, esecuzione, responsabilità

(Legge n. 1086 del 1971, art. 1, quarto comma; art. 2, primo e secondo comma; art. 3, primo e

secondo comma)

1. La realizzazione delle opere di conglomerato cementizio armato, normale e precompresso ed a

struttura metallica, deve avvenire in modo tale da assicurare la perfetta stabilità e sicurezza delle

strutture e da evitare qualsiasi pericolo per la pubblica incolumità.

2. La costruzione delle opere di cui all’articolo 53, comma 1, deve avvenire in base ad un progetto

esecutivo redatto da un tecnico abilitato, iscritto nel relativo albo, nei limiti delle proprie

competenze stabilite dalle leggi sugli ordini e collegi professionali.

3. L'esecuzione delle opere deve aver luogo sotto la direzione di un tecnico abilitato, iscritto nel

relativo albo, nei limiti delle proprie competenze stabilite dalle leggi sugli ordini e collegi

professionali.

[…]

4. Il progettista ha la responsabilità diretta della progettazione di tutte le strutture dell'opera

comunque realizzate.

5. Il direttore dei lavori e il costruttore, ciascuno per la parte di sua competenza, hanno la

responsabilità della rispondenza dell'opera al progetto, dell'osservanza delle prescrizioni di

esecuzione del progetto, della qualità dei materiali impiegati, nonché, per quanto riguarda gli

elementi prefabbricati, della posa in opera.

Articolo 65 (R)

Denuncia dei lavori di realizzazione e relazione a struttura ultimata di opere di conglomerato

cementizio armato, normale e precompresso ed a struttura metallica

(Legge n. 1086 del 1971, artt. 4 e 6)

1. Le opere di conglomerato cementizio armato, normale e precompresso ed a struttura metallica,

prima del loro inizio, devono essere denunciate dal direttore dei lavori allo sportello unico, che

provvede a trasmettere tale denuncia al competente ufficio tecnico regionale.

2. Nella denuncia devono essere indicati i nomi ed i recapiti del committente, del progettista delle

strutture, del direttore dei lavori e del costruttore.

3. Alla denuncia devono essere allegati: a)il progetto dell'opera in triplice copia, firmato dal progettista, dal quale risultino in modo chiaro

ed esauriente le calcolazioni eseguite, l'ubicazione, il tipo, le dimensioni delle strutture, e quanto

altro occorre per definire l'opera sia nei riguardi dell'esecuzione sia nei riguardi della conoscenza

delle condizioni di sollecitazione;

b) una relazione illustrativa in triplice copia firmata dal progettista e dal direttore dei lavori, dalla

quale risultino le caratteristiche, le qualità e le dosature dei materiali che verranno impiegati nella

costruzione.

4. Lo sportello unico restituisce al direttore dei lavori, all'atto stesso della presentazione, una copia

del progetto e della relazione con l'attestazione dell'avvenuto deposito.

5. Anche le varianti che nel corso dei lavori si intendano introdurre alle opere di cui al comma 1,

previste nel progetto originario, devono essere denunciate, prima di dare inizio alla loro esecuzione,

allo sportello unico nella forma e con gli allegati previsti nel presente articolo.

6. A strutture ultimate, entro il termine di sessanta giorni, il direttore dei lavori deposita presso lo

sportello unico una relazione, redatta in triplice copia, sull’adempimento degli obblighi di cui ai

commi 1, 2 e 3, esponendo:

a) i certificati delle prove sui materiali impiegati emessi da laboratori di cui all’articolo 59;

b) per le opere in conglomerato armato precompresso, ogni indicazione inerente alla tesatura dei

cavi ed ai sistemi di messa in coazione;

c) l’esito delle eventuali prove di carico, allegando le copie dei relativi verbali firmate per copia

conforme.

7. Lo sportello unico restituisce al direttore dei lavori, all’atto stesso della presentazione, una copia

della relazione di cui al comma 6 con l’attestazione dell’avvenuto deposito, e provvede a

trasmettere una copia di tale relazione al competente ufficio tecnico regionale.

8. Il direttore dei lavori consegna al collaudatore la relazione, unitamente alla restante

documentazione di cui al comma 6.

[…]

Articolo 66 (L)

Documenti in cantiere

(Legge n. 1086 del 1971, artt. 5)

1. Nei cantieri, dal giorno di inizio delle opere, di cui all’articolo 53, comma 1, a quello di

ultimazione dei lavori, devono essere conservati gli atti indicati all’articolo 65, commi 3 e 4,

datati e firmati anche dal costruttore e dal direttore dei lavori, nonché un apposito giornale dei

lavori.

2. Della conservazione e regolare tenuta di tali documenti è responsabile il direttore dei lavori. Il

direttore dei lavori è anche tenuto a vistare periodicamente, ed in particolare nelle fasi più

importanti dell'esecuzione, il giornale dei lavori.

Articolo 67 (L, comma 1, 2, 4 e 8; R, i restanti commi)

Collaudo statico

(Legge 5 novembre 1971, n. 1086, artt. 7 e 8)

1. Tutte le costruzioni di cui all’articolo 53, comma 1, la cui sicurezza possa comunque

interessare la pubblica incolumità devono essere sottoposte a collaudo statico. 2. Il collaudo deve essere eseguito da un ingegnere o da un architetto, iscritto all’albo da

almeno dieci anni, che non sia intervenuto in alcun modo nella progettazione, direzione,

esecuzione dell’opera.

3. Contestualmente alla denuncia […] prevista dall’articolo 65, il direttore dei lavori è tenuto a

presentare presso lo sportello unico l’atto di nomina del collaudatore scelto dal committente

e la contestuale dichiarazione di accettazione dell’incarico, corredati da certificazione

attestante le condizioni di cui al comma 2.

4. Quando non esiste il committente ed il costruttore esegue in proprio, è fatto obbligo al

costruttore di chiedere, anteriormente alla presentazione della denuncia di inizio dei

lavori, all'ordine provinciale degli ingegneri o a quello degli architetti, la designazione di

una terna di nominativi fra i quali sceglie il collaudatore.

5. Completata la struttura con la copertura dell’edificio, il direttore dei lavori ne dà

comunicazione allo sportello unico e al collaudatore che ha 60 giorni di tempo per effettuare

il collaudo.

6. In corso d’opera possono essere eseguiti collaudi parziali motivati da difficoltà tecniche

e da complessità esecutive dell’opera, fatto salvo quanto previsto da specifiche

disposizioni.

7. Il collaudatore redige, sotto la propria responsabilità, il certificato di collaudo in tre copie

che invia al competente ufficio tecnico regionale e al committente, dandone contestuale

comunicazione allo sportello unico. […]

8. Per il rilascio di licenza d’uso o di agibilità, se prescritte, occorre presentare

all’amministrazione comunale una copia del certificato di collaudo.[…]

Sezione II

Vigilanza

Articolo 68 (L)

Controlli

(Legge 5 novembre 1971, n. 1086, art. 10)

1. Il dirigente o il responsabile del competente ufficio comunale, nel cui territorio vengono realizzate le

opere indicate nell'articolo 53, comma 1, ha il compito di vigilare sull'osservanza degli adempimenti

preposti dalla presente legge: a tal fine si avvale dei funzionari ed agenti comunali.

2. Le disposizioni del precedente comma non si applicano alle opere costruite per conto dello Stato e per

conto delle regioni, delle province e dei comuni, aventi un ufficio tecnico con a capo un ingegnere.

Articolo 69 (L)

Accertamenti delle violazioni

(Legge 5 novembre 1971, n. 1086, art. 11)

1. I funzionari e agenti comunali che accertino l'inosservanza degli adempimenti previsti nei

precedenti articoli, redigono processo verbale che, a cura del dirigente o responsabile del

competente ufficio comunale, verrà inoltrato all’Autorità giudiziaria competente ed all’ufficio

tecnico della regione per i provvedimenti di cui all’articolo 70. Articolo 70 (L)

Sospensione dei lavori

(Legge 5 novembre 1971, n. 1086, art. 12)

1. Il dirigente dell’ufficio tecnico regionale, ricevuto il processo verbale redatto a norma

dell’articolo 69 ed eseguiti gli opportuni accertamenti, ordina, con decreto notificato a mezzo di

messo comunale, al committente, al direttore dei lavori e al costruttore la sospensione dei lavori.

2. I lavori non possono essere ripresi finché il dirigente dell’ufficio tecnico regionale non abbia

accertato che sia stato provveduto agli adempimenti previsti dal presente capo.

3. Della disposta sospensione è data comunicazione al dirigente del competente ufficio comunale

perché ne curi l'osservanza.

Sezione III

Norme penali

Articolo 71 (L)

Lavori abusivi

(Legge 5 novembre 1971, n. 1086, art. 13)

1. Chiunque commette, dirige e, in qualità di costruttore, esegue le opere previste dal presente capo,

o parti di esse, in violazione dell'articolo 64, commi 2, 3 e 4, è punito con l'arresto fino a tre mesi o

con l'ammenda da lire 200.000 a lire 2.000.000.

2. È soggetto alla pena dell'arresto fino ad un anno, o dell'ammenda da lire 2.000.000 a lire

20.000.000, chi produce in serie manufatti in conglomerato armato normale o precompresso o

manufatti complessi in metalli senza osservare le disposizioni dell'articolo 58.

Articolo 72 (L)

Omessa denuncia dei lavori

(Legge 5 novembre 1971, n. 1086, art. 14)

1. Il costruttore che omette o ritarda la denuncia prevista dall'articolo 65 è punito con l'arresto fino a

tre mesi o con l'ammenda da lire 200.000 a lire 2.000.000.

Articolo 73 (L)

Responsabilità del direttore dei lavori

(Legge 5 novembre 1971, n. 1086, art. 15)

1. Il direttore dei lavori che non ottempera alle prescrizioni indicate nell'articolo 66 è punito con

l'ammenda da lire 80.000 a lire 400.000.

2. Alla stessa pena soggiace il direttore dei lavori che omette o ritarda la presentazione al

competente ufficio tecnico regionale della relazione indicata nell'articolo 65, comma 6.

Articolo 74 (L)

Responsabilità del collaudatore(Legge 5 novembre 1971, n. 1086, art. 16)

1. Il collaudatore che non osserva gli obblighi di cui all’articolo 67, comma 5, è punito con

l'ammenda da lire 100.000 a lire 1.000.000.

Articolo 75 (L)

Mancanza del certificato di collaudo

(Legge 5 novembre 1971, n. 1086, art. 17)

1. Chiunque consente l'utilizzazione delle costruzioni prima del rilascio del certificato di collaudo è

punito con l'arresto fino ad un mese o con l'ammenda da lire 200.000 a lire 2.000.000.

Articolo 76 (L)

Comunicazione della sentenza

(Legge 5 novembre 1971, n. 1086, art. 18)

1. La sentenza irrevocabile, emessa in base alle precedenti disposizioni, deve essere comunicata, a

cura del cancelliere, entro 15 giorni da quello in cui è divenuta irrevocabile, al comune e alla

regione interessata ed al consiglio provinciale dell'ordine professionale, cui eventualmente sia

iscritto l'imputato. Capo III

Disposizioni per favorire il superamento e l’eliminazione delle barriere architettoniche negli

edifici privati, pubblici e privati aperti al pubblico

Sezione I

Eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati

Articolo 77 (L)

Progettazione di nuovi edifici e ristrutturazione di interi edifici

(Legge 9 gennaio 1989, n. 13, art. 1)

1. I progetti relativi alla costruzione di nuovi edifici privati, ovvero alla ristrutturazione di interi

edifici, ivi compresi quelli di edilizia residenziale pubblica, sovvenzionata ed agevolata, sono

redatti in osservanza delle prescrizioni tecniche previste dal comma 2.

2. Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti fissa con decreto, adottato ai sensi dell’articolo

52, le prescrizioni tecniche necessarie a garantire l'accessibilità, l'adattabilità e la visitabilità degli

edifici privati e di edilizia residenziale pubblica, sovvenzionata ed agevolata.

3. La progettazione deve comunque prevedere:

a) accorgimenti tecnici idonei alla installazione di meccanismi per l'accesso ai piani superiori, ivi

compresi i servoscala;

b) idonei accessi alle parti comuni degli edifici e alle singole unità immobiliari;

c) almeno un accesso in piano, rampe prive di gradini o idonei mezzi di sollevamento;

d) l'installazione, nel caso di immobili con più di tre livelli fuori terra, di un ascensore per ogni

scala principale raggiungibile mediante rampe prive di gradini.

4. È fatto obbligo di allegare al progetto la dichiarazione del professionista abilitato di conformità

degli elaborati alle disposizioni adottate ai sensi del presente capo.

5. I progetti di cui al comma 1 che riguardano immobili vincolati ai sensi del decreto legislativo 29

ottobre 1999, n. 490, devono essere approvati dalla competente autorità di tutela, a norma degli

articoli 23 e 151 del medesimo decreto legislativo.

Articolo 78 (L)

Deliberazioni sull’eliminazione delle barriere architettoniche

(Legge 9 gennaio 1989, n. 13, art. 2)

1. Le deliberazioni che hanno per oggetto le innovazioni da attuare negli edifici privati dirette ad

eliminare le barriere architettoniche di cui all'articolo 27, primo comma, della legge 30 marzo 1971,

n. 118, ed all'articolo 1, primo comma, del decreto del Presidente della Repubblica 27 aprile 1978,

n. 384, nonché la realizzazione di percorsi attrezzati e la installazione di dispositivi di segnalazione

atti a favorire la mobilità dei ciechi all'interno degli edifici privati, sono approvate dall'assemblea

del condominio, in prima o in seconda convocazione, con le maggioranze previste dall'articolo

1136, secondo e terzo comma, del codice civile.

2. Nel caso in cui il condominio rifiuti di assumere, o non assuma entro tre mesi dalla richiesta fatta

per iscritto, le deliberazioni di cui al comma 1, i portatori di handicap, ovvero chi ne esercita la

tutela o la potestà di cui al titolo IX del libro primo del codice civile, possono installare, a proprie

spese, servoscala nonché strutture mobili e facilmente rimovibili e possono anche modificare

l'ampiezza delle porte d'accesso, al fine di rendere più agevole l'accesso agli edifici, agli ascensori e

alle rampe delle autorimesse.

3. Resta fermo quanto disposto dagli articoli 1120, secondo comma, e 1121, terzo comma, del

codice civile. Articolo 79 (L)

Opere finalizzate all’eliminazione delle barriere architettoniche realizzate in deroga ai regolamenti

edilizi

(Legge 9 gennaio 1989, n. 13, art. 3)

1. Le opere di cui all’articolo 78 possono essere realizzate in deroga alle norme sulle distanze

previste dai regolamenti edilizi, anche per i cortili e le chiostrine interni ai fabbricati o comuni o

di uso comune a più fabbricati.

2. È fatto salvo l'obbligo di rispetto delle distanze di cui agli articoli 873 e 907 del codice civile

nell'ipotesi in cui tra le opere da realizzare e i fabbricati alieni non sia interposto alcuno spazio o

alcuna area di proprietà o di uso comune.

Articolo 80 (L)

Rispetto delle norme antisismiche, antincendio e di prevenzione degli infortuni

(Legge 9 gennaio 1989, n. 13, art. 6)

1. Fermo restando l’obbligo del preavviso e dell’invio del progetto alle competenti autorità

a norma dell'articolo 94, l’esecuzione delle opere edilizie di cui all’articolo 78, da

realizzare in ogni caso nel rispetto delle norme antisismiche, di prevenzione degli incendi

e degli infortuni, non è soggetta alla autorizzazione di cui all’articolo 94. L’esecuzione

non conforme alla normativa richiamata al comma 1 preclude il collaudo delle opere

realizzate.

Articolo 81 (L)

Certificazioni

(Legge 9 gennaio 1989, n. 13, art. 8; decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, art.107 e 109)

1. Alle domande ovvero alle comunicazioni al dirigente o responsabile del competente ufficio

comunale relative alla realizzazione di interventi di cui al presente capo è allegato certificato

medico in carta libera attestante l'handicap e dichiarazione sostitutiva dell'atto di notorietà, ai sensi

dell'art. 47 del D.P.R 28 dicembre 2000, n. 445, recante il Testo unico delle disposizioni legislative

e regolamentari in materia di documentazione amministrativa, dalla quale risultino l'ubicazione

della propria abitazione, nonché le difficoltà di accesso.

[…]

Sezione II

Eliminazione o superamento delle barriere architettoniche negli edifici pubblici e privati aperti al

pubblico

Articolo 82 (L )

Eliminazione o superamento delle barriere architettoniche negli edifici pubblici e privati aperti al

pubblico(Legge 5 febbraio 1992, n. 104, art. 24; dlgs. 31 marzo 1998, n. 112, art. 62, comma 2; d.lgs. n. 267 del 2000, artt. 107

e 109)

1. Tutte le opere edilizie riguardanti edifici pubblici e privati aperti al pubblico che sono suscettibili

di limitare l'accessibilità e la visitabilità di cui alla sezione prima del presente capo, sono eseguite in

conformità alle disposizioni di cui alla legge 30 marzo 1971, n. 118, e successive modificazioni, al

regolamento approvato con D.P.R. 27 aprile 1978, n. 384, alla […] sezione prima del presente capo,

al regolamento approvato con D.p.r. 24 luglio 1996, n. 503, recante norme per l’eliminazione delle

barriere architettoniche, e al […] decreto del Ministro dei lavori pubblici 14 giugno 1989, n. 236.

2. Per gli edifici pubblici e privati aperti al pubblico soggetti ai vincoli di cui al decreto legislativo

29 ottobre 1999, n. 490, nonché ai vincoli previsti da leggi speciali aventi le medesime finalità,

qualora le autorizzazioni previste dall’articolo 20, commi 6 e 7, non possano venire concesse, per il

mancato rilascio del nulla osta da parte delle autorità competenti alla tutela del vincolo, la

conformità alle norme vigenti in materia di accessibilità e di superamento delle barriere

architettoniche può essere realizzata con opere provvisionali, come definite dall'articolo 7 del

decreto del Presidente della Repubblica 7 gennaio 1956, n. 164, sulle quali sia stata acquisita

l’approvazione delle predette autorità.

3. Alle comunicazioni allo sportello unico dei progetti di esecuzione dei lavori riguardanti edifici

pubblici e aperti al pubblico, di cui al comma 1, rese ai sensi dell'articolo 22, sono allegate una

documentazione grafica e una dichiarazione di conformità alla normativa vigente in materia di

accessibilità e di superamento delle barriere architettoniche, anche ai sensi del comma 2 del

presente articolo.

4. Il rilascio del permesso di costruire per le opere di cui al comma 1 è subordinato alla verifica

della conformità del progetto compiuta dall'ufficio tecnico o dal tecnico incaricato dal comune. Il

dirigente o il responsabile del competente ufficio comunale, nel rilasciare il certificato di agibilità

per le opere di cui al comma 1, deve accertare che le opere siano state realizzate nel rispetto delle

disposizioni vigenti in materia di eliminazione delle barriere architettoniche. A tal fine può

richiedere al proprietario dell'immobile o all'intestatario del permesso di costruire una

dichiarazione resa sotto forma di perizia giurata redatta da un tecnico abilitato.[…]

5. La richiesta di modifica di destinazione d'uso di edifici in luoghi pubblici o aperti al pubblico è

accompagnata dalla dichiarazione di cui al comma 3. Il rilascio del certificato di agibilità è

condizionato alla verifica tecnica della conformità della dichiarazione allo stato dell'immobile.

6. Tutte le opere realizzate negli edifici pubblici e privati aperti al pubblico in difformità dalle

disposizioni vigenti in materia di accessibilità e di eliminazione delle barriere architettoniche,

nelle quali le difformità siano tali da rendere impossibile l'utilizzazione dell'opera da parte

delle persone handicappate, sono dichiarate inagibili.

7. Il progettista, il direttore dei lavori, il responsabile tecnico degli accertamenti per l'agibilità

ed il collaudatore, ciascuno per la propria competenza, sono direttamente responsabili,

relativamente ad opere eseguite dopo l’entrata in vigore della legge 5 febbraio 1992, n. 104,

delle difformità che siano tali da rendere impossibile l’utilizzazione dell’opera da parte delle

persone handicappate. Essi sono puniti con l'ammenda da lire 10 milioni a lire 50 milioni e

con la sospensione dai rispettivi albi professionali per un periodo compreso da uno a sei mesi.

8. I piani di cui all'articolo 32, comma 21, della legge n. 41 del 1986, sono modificati con

integrazioni relative all'accessibilità degli spazi urbani, con particolare riferimento

all'individuazione e alla realizzazione di percorsi accessibili, all'installazione di semafori acustici

per non vedenti, alla rimozione della segnaletica installata in modo da ostacolare la circolazione

delle persone handicappate.

[…]

9. I comuni adeguano i propri regolamenti edilizi alle disposizioni di cui all'articolo 27 della citata

legge n. 118 del 1971, all'articolo 2 del citato regolamento approvato con decreto del Presidente

della Repubblica n. 384 del 1978, alle disposizioni di cui alla sezione prima del presente capo, e alcitato decreto del Ministro dei lavori pubblici 14 giugno 1989, n. 236. Le norme dei regolamenti

edilizi comunali contrastanti con le disposizioni del presente articolo perdono efCapo III

Provvedimenti per le costruzioni con particolari prescrizioni per le zone sismiche

Sezione I

Norme per le costruzioni in zone sismiche

Articolo 83 (L)

Opere disciplinate e gradi di sismicità

(Legge 3 febbraio 1974, n. 64, art. 3; artt. 54, co. 1, lett. c), 93, co. 1, lett. g). e co. 4 del d.lgs. n.

112 del 1998)

1. Tutte le costruzioni la cui sicurezza possa comunque interessare la pubblica

incolumità, da realizzarsi in zone dichiarate sismiche ai sensi dei commi 2 e 3 del presente

articolo, sono disciplinate, oltre che dalle disposizioni di cui all’articolo 52, da specifiche

norme tecniche emanate, anche per i loro aggiornamenti, con decreti del Ministro per le

infrastrutture ed i trasporti, di concerto con il Ministro per l'interno, sentiti il Consiglio

superiore dei lavori pubblici, il Consiglio nazionale delle ricerche e la Conferenza unificata.

2. Con decreto del Ministro per le infrastrutture ed i trasporti, di concerto con il Ministro

per l'interno, sentiti il Consiglio superiore dei lavori pubblici, il Consiglio nazionale delle

ricerche e la Conferenza unificata, sono definiti i criteri generali per l’individuazione delle

zone sismiche e dei relativi valori differenziati del grado di sismicità da prendere a base per

la determinazione delle azioni sismiche e di quant’altro specificato dalle norme tecniche.

3. Le regioni, sentite le province e i comuni interessati, provvedono alla individuazione

delle zone dichiarate sismiche agli effetti del presente capo, alla formazione e

all’aggiornamento degli elenchi delle medesime zone e dei valori attribuiti ai gradi di

sismicità, nel rispetto dei criteri generali di cui al comma 2.

Articolo 84 (L)

Contenuto delle norme tecniche

(Legge 3 febbraio 1974, n. 64, art. 4)

1. Le norme tecniche per le costruzioni in zone sismiche di cui all’articolo 83, da adottare sulla base

dei criteri generali indicati dagli articoli successivi e in funzione dei diversi gradi di sismicità,

definiscono:

a) l'altezza massima degli edifici in relazione al sistema costruttivo, al grado di sismicità della zona

ed alle larghezze stradali;

b) le distanze minime consentite tra gli edifici e giunzioni tra edifici contigui;

c) le azioni sismiche orizzontali e verticali da tenere in conto del dimensionamento degli elementi

delle costruzioni e delle loro giunzioni;

d) il dimensionamento e la verifica delle diverse parti delle costruzioni;

e) le tipologie costruttive per le fondazioni e le parti in elevazione.

2. Le caratteristiche generali e le proprietà fisico-meccaniche dei terreni di fondazione, e cioè dei

terreni costituenti il sottosuolo fino alla profondità alla quale le tensioni indotte dal manufatto

assumano valori significativi ai fini delle deformazioni e della stabilità dei terreni medesimi, devono

essere esaurientemente accertate.ficacia. 3. Per le costruzioni su pendii gli accertamenti devono essere convenientemente estesi al di fuori

dell'area edificatoria per rilevare tutti i fattori occorrenti per valutare le condizioni di stabilità dei

pendii medesimi.

4. Le norme tecniche di cui al comma 1 potranno stabilire l'entità degli accertamenti in funzione

della morfologia e della natura dei terreni e del grado di sismicità.

Articolo 85 (L)

Azioni sismiche

(Legge 3 febbraio 1974, n. 64, art. 9)

1. L'edificio deve essere progettato e costruito in modo che sia in grado di resistere alle azioni

verticali e orizzontali, ai momenti torcenti e ribaltanti indicati rispettivamente alle successive lettere

a), b), c) e d) e definiti dalle norme tecniche di cui all’articolo 83.

a) Azioni verticali: non si tiene conto in genere delle azioni sismiche verticali; per le strutture di

grande luce o di particolare importanza, agli effetti di dette azioni, deve svolgersi una opportuna

analisi dinamica teorica o sperimentale.

b) Azioni orizzontali: le azioni sismiche orizzontali si schematizzano attraverso l'introduzione di

due sistemi di forze orizzontali agenti non contemporaneamente secondo due direzioni ortogonali.

c) Momenti torcenti: ad ogni piano deve essere considerato il momento torcente dovuto alle forze

orizzontali agenti ai piani sovrastanti e in ogni caso non minore dei valori da determinarsi secondo

le indicazioni riportate dalle norme tecniche di cui all’articolo 83;

d) Momenti ribaltanti: per le verifiche dei pilastri e delle fondazioni gli sforzi normali provocati

dall'effetto ribaltante delle azioni sismiche orizzontali devono essere valutati secondo le indicazioni

delle norme tecniche di cui all’articolo 83.

Articolo 86 (L)

Verifica delle strutture

(Legge 3 febbraio 1974, n. 64, art. 10)

1. L'analisi delle sollecitazioni dovute alle azioni sismiche di cui all’articolo 85 è effettuata tenendo

conto della ripartizione di queste fra gli elementi resistenti dell'intera struttura.

2. Si devono verificare detti elementi resistenti per le possibili combinazioni degli effetti sismici

con tutte le altre azioni esterne, senza alcuna riduzione dei sovraccarichi, ma con l'esclusione

dell'azione del vento.

Articolo 87 (L)

Verifica delle fondazioni

(Legge 3 febbraio 1974, n. 64, art. 11)

1. I calcoli di stabilità del complesso terreno-opera di fondazione si eseguono con i metodi ed i

procedimenti della geotecnica, tenendo conto, tra le forze agenti, delle azioni sismiche orizzontali

applicate alla costruzione e valutate come specificato dalle norme tecniche di cui all’articolo 83. Articolo 88 (L)

Deroghe

(Legge 3 febbraio 1974, n. 64, art. 12)

1. Possono essere concesse deroghe all'osservanza delle norme tecniche, di cui al precedente

articolo 83, dal Ministro per le infrastrutture e i trasporti, previa apposita istruttoria da parte

dell'ufficio periferico competente […] e parere favorevole del Consiglio superiore dei lavori

pubblici, quando sussistano ragioni particolari, che ne impediscano in tutto o in parte l'osservanza,

dovute all'esigenza di salvaguardare le caratteristiche ambientali dei centri storici.

2. La possibilità di deroga deve essere prevista nello strumento urbanistico generale e le

singole deroghe devono essere confermate nei piani particolareggiati.

Articolo 89 (L)

Parere sugli strumenti urbanistici

(Legge 3 febbraio 1974, n. 64, art. 13)

1. Tutti i comuni nei quali sono applicabili le norme di cui alla presente sezione e quelli di cui

all’articolo 61, devono richiedere il parere del competente ufficio tecnico regionale sugli strumenti

urbanistici generali e particolareggiati prima della delibera di adozione nonché sulle lottizzazioni

convenzionate prima della delibera di approvazione, e loro varianti ai fini della verifica della

compatibilità delle rispettive previsioni con le condizioni geomorfologiche del territorio.

2. Il competente ufficio tecnico regionale deve pronunciarsi entro sessanta giorni dal ricevimento

della richiesta dell'amministrazione comunale.

3. In caso di mancato riscontro entro il termine di cui al comma 2 il parere deve intendersi

reso in senso negativo.

Articolo 90 (L)

Sopraelevazioni

(Legge 3 febbraio 1974, n. 64, art. 14)

1. È consentita, nel rispetto degli strumenti urbanistici vigenti:

a) la sopraelevazione di un piano negli edifici in muratura, purché nel complesso la costruzione

risponda alle prescrizioni di cui al presente capo;

b) la sopraelevazione di edifici in cemento armato normale e precompresso, in acciaio o a pannelli

portanti, purché il complesso della struttura sia conforme alle norme della presente legge

2. L’autorizzazione è consentita previa certificazione che specifichi il numero massimo di

piani che è possibile realizzare in sopraelevazione e l’idoneità della struttura esistente a

sopportare il nuovo carico.

Articolo 91 (L)

Riparazioni

(Legge 3 febbraio 1974, n. 64, art. 15)

1. Le riparazioni degli edifici debbono tendere a conseguire un maggiore grado di sicurezza alle

azioni sismiche di cui ai precedenti articoli. 2. I criteri sono fissati nelle norme tecniche di cui all’articolo 83.

Articolo 92 (L)

Edifici di speciale importanza artistica

(Legge 3 febbraio 1974, n. 64, art. 16)

1. Per l'esecuzione di qualsiasi lavoro di natura antisismica in edifici o manufatti di carattere

monumentale o aventi, comunque, interesse archeologico, storico o artistico, siano essi

pubblici o di privata proprietà, restano ferme le disposizioni di cui al decreto legislativo 29

ottobre 1999, n. 490.

Sezione III

Vigilanza sulle costruzioni in zone sismiche

Articolo 93 (R)

Denuncia dei lavori e presentazione dei progetti di costruzioni in zone sismiche

(Legge n. 64 del 1974, art. 17 e 19)

1. Nelle zone sismiche di cui all'articolo 83, chiunque intenda procedere a costruzioni,

riparazioni e sopraelevazioni, è tenuto a darne preavviso scritto allo sportello unico, che

provvede a trasmetterne copia al competente ufficio tecnico della regione, indicando il

proprio domicilio, il nome e la residenza del progettista, del direttore dei lavori e

dell'appaltatore.

2. Alla domanda deve essere allegato il progetto, in doppio esemplare e debitamente firmato da

un ingegnere, architetto, geometra o perito edile iscritto nell'albo, nei limiti delle rispettive

competenze, nonché dal direttore dei lavori.

3. Il contenuto minimo del progetto è determinato dal competente ufficio tecnico della

regione. In ogni caso il progetto deve essere esauriente per planimetria, piante, prospetti e

sezioni ed accompagnato da una relazione tecnica, dal fascicolo dei calcoli delle strutture

portanti, sia in fondazione sia in elevazione, e dai disegni dei particolari esecutivi delle

strutture.

4. Al progetto deve inoltre essere allegata una relazione sulla fondazione, nella quale devono

essere illustrati i criteri seguiti nella scelta del tipo di fondazione, le ipotesi assunte, i calcoli

svolti nei riguardi del complesso terreno-opera di fondazione.

5. La relazione sulla fondazione deve essere corredata da grafici o da documentazioni, in

quanto necessari.

6. In ogni comune deve essere tenuto un registro delle denunzie dei lavori di cui al presente

articolo.

7. Il registro deve essere esibito, costantemente aggiornato, a semplice richiesta, ai funzionari,

ufficiali ed agenti indicati nell’articolo 103.

Articolo 94 (L)

Autorizzazione per l'inizio dei lavori(Legge 3 febbraio 1974, n. 64, art. 18)

1. Fermo restando l'obbligo del titolo abilitativo all’intervento edilizio, nelle località

sismiche, ad eccezione di quelle a bassa sismicità all'uopo indicate nei decreti di cui

all’articolo 83, non si possono iniziare lavori senza preventiva autorizzazione scritta del

competente ufficio tecnico della regione.

2. L'autorizzazione è rilasciata entro sessanta giorni dalla richiesta e viene comunicata al

comune, subito dopo il rilascio, per i provvedimenti di sua competenza.

3. Avverso il provvedimento relativo alla domanda di autorizzazione, o nei confronti del

mancato rilascio entro il termine di cui al comma 2, è ammesso ricorso al presidente

della giunta regionale […] che decide con provvedimento definitivo.

4. I lavori devono essere diretti da un ingegnere, architetto, geometra o perito edile iscritto

nell'albo, nei limiti delle rispettive competenze.

Sezione III

Repressione delle violazioni

Articolo 95 (L)

Sanzioni penali

(Legge 3 febbraio 1974, n. 64, art. 20)

1. Chiunque violi le prescrizioni contenute nel presente capo e nei decreti interministeriali di cui

agli articoli 52 e 83 è punito con l'ammenda da lire 400.000 a lire 20.000.000.

Articolo 96 (L)

Accertamento delle violazioni

(Legge 3 febbraio 1974, n. 64, art. 21)

1. I funzionari, gli ufficiali ed agenti indicati all’articolo 103, appena accertato un fatto costituente

violazione delle presenti norme, compilano processo verbale trasmettendolo immediatamente al

competente ufficio tecnico della regione.

2. Il dirigente dell’ufficio tecnico regionale, previ, occorrendo, ulteriori accertamenti di carattere

tecnico, trasmette il processo verbale all’Autorità giudiziaria competente con le sue deduzioni.

Articolo 97 (L)

Sospensione dei lavori

(Legge 3 febbraio 1974, n. 64, art. 22) 1. Il dirigente del competente ufficio tecnico della regione, contemporaneamente agli adempimenti

di cui all'articolo 96, ordina, con decreto motivato, notificato a mezzo di messo comunale, al

proprietario, nonché al direttore o appaltatore od esecutore delle opere, la sospensione dei lavori.

2. Copia del decreto è comunicata al dirigente o responsabile del competente ufficio comunale o al

prefetto ai fini dell'osservanza dell'ordine di sospensione.

3. L’ufficio territoriale del governo, su richiesta del dirigente dell'ufficio di cui al comma 1,

assicura l'intervento della forza pubblica, ove ciò sia necessario per l'esecuzione dell'ordine di

sospensione.

4. L'ordine di sospensione produce i suoi effetti sino alla data in cui la pronuncia dell'autorità

giudiziaria diviene irrevocabile.

Articolo 98 (L)

Procedimento penale

(Legge 3 febbraio 1974, n. 64, art. 23)

1. Se nel corso del procedimento penale il pubblico ministero ravvisa la necessità di ulteriori

accertamenti tecnici, nomina uno o più consulenti, scegliendoli fra i componenti del Consiglio

superiore dei lavori pubblici o tra tecnici laureati appartenenti ai ruoli del Ministero delle

infrastrutture e dei trasporti.

2. Deve essere in ogni caso citato per il dibattimento il dirigente del competente ufficio tecnico

della regione, il quale può delegare un funzionario dipendente che sia al corrente dei fatti.

3. Con il decreto o con la sentenza di condanna il giudice ordina la demolizione delle opere o delle

parti di esse costruite in difformità alle norme del presente capo o dei decreti interministeriali di cui

agli articoli 52 e 83, ovvero impartisce le prescrizioni necessarie per rendere le opere conformi alle

norme stesse, fissando il relativo termine.

Articolo 99 (L)

Esecuzione d'ufficio

(Legge 3 febbraio 1974, n. 64, art. 24)

1. Qualora il condannato non ottemperi all'ordine o alle prescrizioni di cui all'articolo 98, dati con

sentenza irrevocabile o con decreto esecutivo, il competente ufficio tecnico della regione provvede,

se del caso con l'assistenza della forza pubblica, a spese del condannato.

Articolo 100 (L)

Competenza del presidente della giunta regionale

(Legge 3 febbraio 1974, n. 64, art. 25)

1. Qualora il reato sia estinto per qualsiasi causa, il presidente della giunta regionale ordina, con

provvedimento definitivo, sentito l'organo tecnico consultivo della regione, la demolizione delle

opere o delle parti di esse eseguite in violazione delle norme del presente capo e delle normetecniche di cui agli articoli 52 e 83, ovvero l'esecuzione di modifiche idonee a renderle conformi

alle norme stesse.

2. In caso di inadempienza si applica il disposto dell'articolo 99.

Articolo 101 (L)

Comunicazione del provvedimento al competente ufficio tecnico della regione

(Legge 3 febbraio 1974, n. 64, art. 26)

1. Copia della sentenza irrevocabile o del decreto esecutivo emessi in base alle precedenti

disposizioni deve essere comunicata, a cura del cancelliere, al competente ufficio tecnico della

regione entro quindici giorni da quello in cui la sentenza è divenuta irrevocabile o il decreto è

diventato esecutivo.

Articolo 102(L)

Modalità per l'esecuzione d'ufficio

(Legge 3 febbraio 1974, n. 64, art. 27)

1. Per gli adempimenti di cui all’articolo 99 le regioni iscrivono annualmente in bilancio una

somma non inferiore a lire 50 milioni.

2. Al recupero delle somme erogate su tale fondo per l'esecuzione di lavori di demolizione di opere

in contravvenzione alle norme tecniche di cui al presente capo, si provvede a mezzo dell'esattoria

comunale in base alla liquidazione dei lavori stessi fatta dal competente ufficio tecnico della

regione, e resa esecutiva dal prefetto.

3. La riscossione delle somme dai contravventori, per il titolo suindicato e con l'aumento dell'aggio

spettante all'esattore, è fatta mediante ruoli resi esecutivi dalle intendenze di finanza con la

procedura stabilita per l'esazione delle imposte dirette.

4. Il versamento delle somme stesse è fatto con imputazione ad apposito capitolo del bilancio

dell'entrata.

Articolo 103 (L)

Vigilanza per l'osservanza delle norme tecniche

(Legge 3 febbraio 1974, n. 64, art. 29)

1. Nelle località di cui all'articolo 61 e in quelle sismiche di cui all'articolo 83 gli ufficiali di polizia

giudiziaria, gli ingegneri e geometri degli uffici tecnici delle amministrazioni statali e degli uffici

tecnici regionali, provinciali e comunali, le guardie doganali e forestali, gli ufficiali e sottufficiali

del Corpo nazionale dei vigili del fuoco e in generale tutti gli agenti giurati a servizio dello Stato,

delle province e dei comuni sono tenuti ad accertare che chiunque inizi costruzioni, riparazioni e

sopraelevazioni sia in possesso dell'autorizzazione rilasciata dal competente ufficio tecnico della

regione a norma degli articoli 61 e 94.

2. I funzionari di detto ufficio debbono altresì accertare se le costruzioni, le riparazioni e

ricostruzioni procedano in conformità delle presenti norme. 3. Eguale obbligo spetta agli ingegneri e geometri degli uffici tecnici succitati quando accedano per

altri incarichi qualsiasi nei comuni danneggiati, compatibilmente coi detti incarichi. Sezione IV

Disposizioni finali

Articolo 104 (L)

Costruzioni in corso in zone sismiche di nuova classificazione

(Legge 3 febbraio 1974, n. 64, art. 30; artt. 107 e 109 d.lgs. n. 267 del 2000)

1. Tutti coloro che in una zona sismica di nuova classificazione abbiano iniziato una costruzione

prima dell'entrata in vigore del provvedimento di classificazione sono tenuti a farne denuncia, entro

quindici giorni dall'entrata in vigore del provvedimento di classificazione, al competente ufficio

tecnico della regione.

2. L'ufficio tecnico della regione, entro 30 giorni dalla ricezione della denunzia, accerta la

conformità del progetto alle norme tecniche di cui all'articolo 83 e l’idoneità della parte già

legittimamente realizzata a resistere all’azione delle possibili azioni sismiche.

3. Nel caso in cui l’accertamento di cui al comma 2 dia esito positivo, l’ufficio tecnico autorizza la

prosecuzione della costruzione che deve, in ogni caso, essere ultimata entro due anni dalla data del

provvedimento di classificazione; nel caso in cui la costruzione possa essere resa conforme alla

normativa tecnica vigente mediante le opportune modifiche del progetto, l’autorizzazione può anche

essere rilasciata condizionatamente all’impegno del costruttore di apportare le modifiche necessarie.

In tal caso l’ufficio tecnico regionale rilascia apposito certificato al denunciante, inviandone copia

al dirigente o responsabile del competente ufficio comunale per i necessari provvedimenti.

4. Il presidente della giunta regionale può, per edifici pubblici e di uso pubblico, stabilire, ove

occorra, termini di ultimazione superiori ai due anni di cui al comma 3.

5. Qualora l’accertamento di cui al comma 2 dia esito negativo e non sia possibile intervenire con

modifiche idonee a rendere conforme il progetto o la parte già realizzata alla normativa tecnica

vigente, il dirigente dell’ufficio tecnico annulla la concessione ed ordina la demolizione di quanto

già costruito.

6. In caso di violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo si applicano le disposizioni della

parte II, capo IV, sezione III del presente testo unico.

[…]

Articolo 105 (L)

Costruzioni eseguite col sussidio dello Stato

(Legge 3 febbraio 1974, n. 64, art. 33)

1. L'inosservanza delle norme del presente capo, nel caso di edifici per i quali sia stato già concesso

il sussidio dello Stato, importa, oltre alle sanzioni penali, anche la decadenza dal beneficio statale,

qualora l'interessato non si sia attenuto alle prescrizioni di cui al presente capo.

Articolo 106 (L)

Esenzione per le opere eseguite dal genio militare

(Legge 3 febbraio 1974, n. 64, art. 33) 1. Per le opere che si eseguono a cura del genio militare l’osservanza delle disposizioni di cui

alle sezioni II e III del presente capo è assicurata dall’organo all’uopo individuato dal

Ministero della difesa. Capo IV

Norme per la sicurezza degli impianti

Articolo 107 (L)

Ambito di applicazione

(Legge 18 maggio 1990, n. 46, art. 1)

1. Sono soggetti all'applicazione del presente capo i seguenti impianti relativi agli edifici quale che

ne sia la destinazione d’uso:

a) gli impianti di produzione, di trasporto, di distribuzione e di utilizzazione dell'energia elettrica

all'interno degli edifici a partire dal punto di consegna dell'energia fornita dall'ente distributore;

b) gli impianti radiotelevisivi ed elettronici in genere, le antenne e gli impianti di protezione da

scariche atmosferiche;

c) gli impianti di riscaldamento e di climatizzazione azionati da fluido liquido, aeriforme, gassoso e

di qualsiasi natura o specie;

d) gli impianti idrosanitari nonché quelli di trasporto, di trattamento, di uso, di accumulo e di

consumo di acqua all'interno degli edifici a partire dal punto di consegna dell'acqua fornita dall'ente

distributore;

e) gli impianti per il trasporto e l'utilizzazione di gas allo stato liquido o aeriforme all'interno degli

edifici a partire dal punto di consegna del combustibile gassoso fornito dall'ente distributore;

f) gli impianti di sollevamento di persone o di cose per mezzo di ascensori, di montacarichi, di scale

mobili e simili;

g) gli impianti di protezione antincendio.

[…]

Articolo 108 (L)

Soggetti abilitati

(Legge 18 maggio 1990, n. 46, art. 2; al comma 3, è l’art. 22 della legge 30 aprile 1999, n. 136)

1. Sono abilitate all'installazione, alla trasformazione, all'ampliamento e alla manutenzione degli

impianti di cui all'articolo 107 tutte le imprese, singole o associate, regolarmente iscritte nel registro

delle ditte di cui al regio decreto 20 settembre 1934, n. 2011, e successive modificazioni ed

integrazioni, o nell'albo provinciale delle imprese artigiane di cui alla legge 8 agosto 1985, n. 443.

2. L'esercizio delle attività di cui al comma 1 è subordinato al possesso dei requisiti tecnico-professionali,

di cui all'articolo 109, da parte dell'imprenditore, il quale, qualora non ne sia in

possesso, prepone all'esercizio delle attività di cui al medesimo comma 1 un responsabile tecnico

che abbia tali requisiti.

3. Sono, in ogni caso abilitate all’esercizio delle attività di cui al comma 1, le imprese in

possesso di attestazione per le relative categorie rilasciata da una Società organismo di

attestazione (SOA), debitamente autorizzata ai sensi del decreto del Presidente della

Repubblica 25 gennaio 2000, n. 34.

4. Possono effettuare il collaudo ed accertare la conformità alla normativa vigente degli impianti di

cui all’articolo 107, comma 1, lettera f), i professionisti iscritti negli albi professionali, inseriti negli

appositi elenchi della camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura, formati

annualmente secondo quanto previsto dall’articolo 9, comma 1, del decreto del Presidente della

Repubblica 6 dicembre 1991, n. 447. Articolo 109 (L)

Requisiti tecnico-professionali

(Legge 18 maggio 1990, n. 46, art. 3)

1. I requisiti tecnico-professionali di cui all'articolo 108, comma 2, sono i seguenti:

a) laurea in materia tecnica specifica conseguita presso una università statale o legalmente

riconosciuta;

b) oppure diploma di scuola secondaria superiore conseguito, con specializzazione relativa al

settore delle attività di cui all'articolo 110, comma 1, presso un istituto statale o legalmente

riconosciuto, previo un periodo di inserimento, di almeno un anno continuativo, alle dirette

dipendenze di una impresa del settore;

c) oppure titolo o attestato conseguito ai sensi della legislazione vigente in materia di formazione

professionale, previo un periodo di inserimento, di almeno due anni consecutivi, alle dirette

dipendenze di una impresa del settore;

d) oppure prestazione lavorativa svolta, alle dirette dipendenze di una impresa del settore, nel

medesimo ramo di attività dell'impresa stessa, per un periodo non inferiore a tre anni, escluso quello

computato ai fini dell'apprendistato, in qualità di operaio installatore con qualifica di specializzato

nelle attività di installazione, di trasformazione, di ampliamento e di manutenzione degli impianti di

cui all'articolo 107.

2. È istituito presso le Camere di comme rcio, industria, artigianato e agricoltura un Albo dei

soggetti in possesso dei requisiti professionali di cui al comma 1. Le modalità per

l’accertamento del possesso dei titoli professionali, sono stabiliti con decreto del Ministero

dell’industria del commercio e dell’artigianato.

Articolo 110 (L - R, comma 3)

Progettazione degli impianti

(Legge 18 maggio 1990, n. 46, art. 6)

1. Per l'installazione, la trasformazione e l'ampliamento degli impianti di cui ai commi 1, lettere

a), b), c), e) e g), e 2 dell'articolo 107 è obbligatoria la redazione del progetto da parte di

professionisti, iscritti negli albi professionali, nell'ambito delle rispettive competenze.

2. La redazione del progetto per l'installazione, la trasformazione e l'ampliamento degli impianti

di cui al comma 1 è obbligatoria al di sopra dei limiti dimensionali indicati nel regolamento di

attuazione di cui all'articolo 119.

3. Il progetto, di cui al comma 1, deve essere depositato presso lo sportello unico contestualmente

al progetto edilizio.

Articolo 111 (R)

Misure di semplificazione per il collaudo degli impianti installati

1. Nel caso in cui la normativa vigente richieda il certificato di collaudo degli impianti

installati il committente è esonerato dall’obbligo di presentazione dei progetti degli impiantidi cui ai commi 1, lettere a), b), c), e) e g), e 2 dell'articolo 107 se, prima dell’inizio dei lavori,

dichiari di volere effettuare il collaudo degli impianti con le modalità previste dal comma 2.

2. Il collaudo degli impianti può essere effettuato a cura di professionisti abilitati, non

intervenuti in alcun modo nella progettazione, direzione ed esecuzione dell’opera, i quali

attestano che i lavori realizzati sono conformi ai progetti approvati e alla normativa vigente in

materia. In questo caso la certificazione redatta viene trasmessa allo sportello unico a cura del

direttore dei lavori.

3. Resta salvo il potere dell’amministrazione di procedere all’effettuazione dei controlli

successivi e di applicare, in caso di falsità delle attestazioni, le sanzioni previste dalla

normativa vigente.

Articolo 112 (L)

Installazione degli impianti

(Legge 18 maggio 1990, n. 46, art. 7)

1. Le imprese installatrici sono tenute ad eseguire gli impianti a regola d'arte utilizzando allo scopo

materiali parimenti costruiti a regola d'arte. I materiali ed i componenti realizzati secondo le norme

tecniche di sicurezza dell'Ente italiano di unificazione (UNI) e del Comitato elettrotecnico italiano

(CEI), nonché nel rispetto di quanto prescritto dalla legislazione tecnica vigente in materia, si

considerano costruiti a regola d'arte.

2. In particolare gli impianti elettrici devono essere dotati di impianti di messa a terra e di

interruttori differenziali ad alta sensibilità o di altri sistemi di protezione equivalenti.

3. Tutti gli impianti realizzati alla data del 13 marzo 1990 devono essere adeguati a quanto previsto

dal presente articolo.

4. Con decreto del Ministro dell’industria del commercio e dell’artigianato, saranno fissati i

termini e le modalità per l’adeguamento degli impianti di cui al comma 3

[…]

Articolo 113 (L)

Dichiarazione di conformità

(Legge 18 maggio 1990, n. 46, art. 9)

1. Al termine dei lavori l'impresa installatrice è tenuta a rilasciare al committente la dichiarazione di

conformità degli impianti realizzati nel rispetto delle norme di cui all'articolo 112. Di tale

dichiarazione, sottoscritta dal titolare dell'impresa installatrice e recante i numeri di partita IVA e di

iscrizione alla camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura, faranno parte integrante la

relazione contenente la tipologia dei materiali impiegati nonché, ove previsto, il progetto di cui

all'articolo 110.

Articolo 114 (L)

Responsabilità del committente o del proprietario

(Legge 18 maggio 1990, n. 46, art. 10) 1. Il committente o il proprietario è tenuto ad affidare i lavori di installazione, di trasformazione, di

ampliamento e di manutenzione degli impianti di cui all'articolo 107 ad imprese abilitate ai sensi

dell'articolo 108.

Articolo 115 (L)

Certificato di agibilità

(Legge 18 maggio 1990, n. 46, art. 11, decreto legislativo n. 267 del 2000, artt. 107 e 109)

1. Il dirigente o responsabile del competente ufficio comunale rilascia il certificato di agibilità, dopo

aver acquisito anche la dichiarazione di conformità o il certificato di collaudo degli impianti

installati, ove previsto, salvo quanto disposto dalle leggi vigenti.

Articolo 116 (L)

Ordinaria manutenzione degli impianti e cantieri

(Legge 18 maggio 1990, n. 46, art. 12)

1. Sono esclusi dagli obblighi della redazione del progetto e del rilascio del certificato di collaudo,

nonché dall'obbligo di cui all'articolo 114, i lavori concernenti l'ordinaria manutenzione degli

impianti di cui all'articolo 107.

2. Sono altresì esclusi dagli obblighi della redazione del progetto e del rilascio del certificato di

collaudo le installazioni per apparecchi per usi domestici e la fornitura provvisoria di energia

elettrica per gli impianti di cantiere e similari, fermo restando l'obbligo del rilascio della

dichiarazione di conformità di cui all'articolo 113.

Articolo 117 (R)

Deposito presso lo sportello unico della dichiarazione di conformità o del certificato di

collaudo

(Legge 18 maggio 1990, n. 46, art. 13)

1. Qualora nuovi impianti tra quelli di cui ai commi 1, lettere a), b), c), e), e g), e 2

dell'articolo 107 vengano installati in edifici per i quali è già stato rilasciato il

certificato di agibilità, l'impresa installatrice deposita presso lo sportello unico, entro

trenta giorni dalla conclusione dei lavori, il progetto di rifacimento dell'impianto e la

dichiarazione di conformità o il certificato di collaudo degli impianti installati, ove

previsto da altre norme o dal regolamento di attuazione di cui all'articolo 119.

2. In caso di rifacimento parziale di impianti, il progetto e la dichiarazione di

conformità o il certificato di collaudo, ove previsto, si riferiscono alla sola parte

degli impianti oggetto dell'opera di rifacimento. Nella relazione di cui all'articolo

113 deve essere espressamente indicata la compatibilità con gli impianti preesistenti.

3. In alternativa al deposito del progetto, di cui al comma 1, è possibile ricorrere alla

certificazione di conformità dei lavori ai progetti approvati di cui all’articolo 111. Articolo 118 (L)

Verifiche

(Legge 18 maggio 1990, n. 46, art. 14)

1. Per eseguire i collaudi, ove previsti, e per accertare la conformità degli impianti alle disposizioni

del presente capo e della normativa vigente, i comuni, le unità sanitarie locali, i comandi provinciali

dei vigili del fuoco e l'Istituto superiore per la prevenzione e la sicurezza del lavoro (ISPESL)

hanno facoltà di avvalersi della collaborazione dei liberi professionisti, nell'ambito delle rispettive

competenze, di cui all'articolo 110, comma 1, secondo le modalità stabilite dal regolamento di

attuazione di cui all'articolo 119.

2. Il certificato di collaudo deve essere rilasciato entro tre mesi dalla presentazione della relativa

richiesta.

Articolo 119 (L)

Regolamento di attuazione

(Legge 18 maggio 1990, n. 46, art. 15)

1. Con regolamento di attuazione, emanato ai sensi dell’articolo 17 della legge 23 agosto 1988, n.

400, sono precisati i limiti per i quali risulti obbligatoria la redazione del progetto di cui all'articolo

110 e sono definiti i criteri e le modalità di redazione del progetto stesso in relazione al grado di

complessità tecnica dell'installazione degli impianti, tenuto conto dell'evoluzione tecnologica, per

fini di prevenzione e di sicurezza.

Articolo 120 (L)

Sanzioni

(Legge 18 maggio 1990, n. 46, art. 16)

1. Alla violazione di quanto previsto dall'articolo 113 consegue, a carico del committente o del

proprietario, secondo le modalità previste dal regolamento di attuazione di cui all'articolo 119, una

sanzione amministrativa da lire centomila a lire cinquecentomila. Alla violazione delle altre norme

del presente capo consegue, secondo le modalità previste dal medesimo regolamento di attuazione,

una sanzione amministrativa da lire un milione a lire dieci milioni.

2. Il regolamento di attuazione di cui all'articolo 119 determina le modalità della sospensione delle

imprese dal registro o dall'albo di cui all'articolo 108, comma 1, e dei provvedimenti disciplinari a

carico dei professionisti iscritti nei rispettivi albi, dopo la terza violazione delle norme relative alla

sicurezza degli impianti, nonché gli aggiornamenti dell'entità delle sanzioni amministrative di cui al

comma 1.

Articolo 121 (L)

Abrogazione e adeguamento dei regolamenti comunali e regionali

(Legge 18 maggio 1990, n. 46, art. 17) 1. I comuni e le regioni sono tenuti ad adeguare i propri regolamenti, qualora siano in contrasto con

le disposizioni del presente capo. Capo VI

Norme per il contenimento del consumo di energia negli edifici

Articolo 122 (L)

Ambito di applicazione

(Legge 9 gennaio 1991, n. 10, art. 25)

1. Sono regolati dalle norme del presente capo i consumi di energia negli edifici pubblici e privati,

qualunque ne sia la destinazione d'uso, nonché, mediante il disposto dell'articolo 129, l'esercizio e la

manutenzione degli impianti esistenti.

2. Nei casi di recupero del patrimonio edilizio esistente, l'applicazione del presente capo è graduata

in relazione al tipo di intervento, secondo la tipologia individuata dall'articolo 3, comma 1, del

presente testo unico.

Articolo 123 (L)

Progettazione, messa in opera ed esercizio di edifici e di impianti

(Legge 9 gennaio 1991, n. 10, art. 26)

1. Ai nuovi impianti, lavori, opere, modifiche, installazioni, relativi alle fonti rinnovabili di energia,

alla conservazione, al risparmio e all'uso razionale dell'energia, si applicano le disposizioni di cui

all'articolo 17, commi 3 e 4, nel rispetto delle norme urbanistiche, di tutela artistico-storica e

ambientale. Gli interventi di utilizzo delle fonti di energia di cui all'articolo 1 della legge 9 gennaio

1991, n. 10, in edifici ed impianti industriali non sono soggetti ad autorizzazione specifica e sono

assimilati a tutti gli effetti alla manutenzione straordinaria di cui all’articolo 3, comma 1, lettera a).

L'installazione di impianti solari e di pompe di calore da parte di installatori qualificati, destinati

unicamente alla produzione di acqua calda e di aria negli edifici esistenti e negli spazi liberi privati

annessi, è considerata estensione dell'impianto idrico-sanitario già in opera.

2. Per gli interventi in parti comuni di edifici, volti al contenimento del consumo energetico degli

edifici stessi ed all'utilizzazione delle fonti di energia di cui all'articolo 1 della legge 9 gennaio

1991, n. 10, ivi compresi quelli di cui all'articolo 8 della legge medesima, sono valide le relative

decisioni prese a maggioranza delle quote millesimali.

3. Gli edifici pubblici e privati, qualunque ne sia la destinazione d'uso, e gli impianti non di

processo ad essi associati devono essere progettati e messi in opera in modo tale da contenere al

massimo, in relazione al progresso della tecnica, i consumi di energia termica ed elettrica.

4. Ai fini di cui al comma 3 e secondo quanto previsto dal comma 1 dell'articolo 4 della legge 9

gennaio 1991, n. 10, sono regolate, con riguardo ai momenti della progettazione, della messa in

opera e dell'esercizio, le caratteristiche energetiche degli edifici e degli impianti non di processo ad

essi associati, nonché dei componenti degli edifici e degli impianti.

5. Per le innovazioni relative all'adozione di sistemi di termoregolazione e di contabilizzazione del

calore e per il conseguente riparto degli oneri di riscaldamento in base al consumo effettivamente

registrato, l'assemblea di condominio decide a maggioranza, in deroga agli articoli 1120 e 1136 del

codice civile.

6. Gli impianti di riscaldamento al servizio di edifici di nuova costruzione, il cui permesso di

costruire , sia rilasciata dopo il 25 luglio 1991, devono essere progettati e realizzati in modo tale da

consentire l'adozione di sistemi di termoregolazione e di contabilizzazione del calore per ogni

singola unità immobiliare. 7. Negli edifici di proprietà pubblica o adibiti ad uso pubblico è fatto obbligo di soddisfare il

fabbisogno energetico degli stessi favorendo il ricorso a fonti rinnovabili di energia o assimilate

salvo impedimenti di natura tecnica od economica.

8. La progettazione di nuovi edifici pubblici deve prevedere la realizzazione di ogni impianto, opera

ed installazione utili alla conservazione, al risparmio e all'uso razionale dell'energia.

Articolo 124 (L)

Limiti ai consumi di energia

(Legge 9 gennaio 1991, n. 10, art. 27)

1. I consumi di energia termica ed elettrica ammessi per gli edifici sono limitati secondo quanto

previsto dai decreti di cui all'articolo 4 della legge 9 gennaio 1991, n. 10, in particolare in relazione

alla destinazione d'uso degli edifici stessi, agli impianti di cui sono dotati e alla zona climatica di

appartenenza.

Articolo 125 (L - R, commi 1 e 3)

Denuncia dei lavori, relazione tecnica e progettazione degli impianti e delle opere relativi alle fonti

rinnovabili di energia, al risparmio e all’uso razionale dell’energia

(Legge 9 gennaio 1991, n. 10, art. 28)

1. Il proprietario dell'edificio, o chi ne ha titolo, deve depositare presso lo sportello unico, in

duplice copia la denuncia dell'inizio dei lavori relativi alle opere di cui agli articoli 122 e 123,

il progetto delle opere stesse corredato da una relazione tecnica, sottoscritta dal progettista o

dai progettisti, che ne attesti la rispondenza alle prescrizioni del presente Capo.

2. Nel caso in cui la denuncia e la documentazione di cui al comma 1 non siano state presentate

prima dell'inizio dei lavori, il sindaco, fatta salva la sanzione amministrativa di cui all'articolo

133, ordina la sospensione dei lavori sino al compimento del suddetto adempimento.

3. La documentazione deve essere compilata secondo le modalità stabilite con proprio decreto

dal Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato. Una copia della documentazione

è conservata dallo sportello unico ai fini dei controlli e delle verifiche di cui all'articolo 132.

Altra copia della documentazione, restituita dallo sportello unico con l'attestazione

dell'avvenuto deposito, deve essere consegnata a cura del proprietario dell'edificio, o di chi ne

ha titolo, al direttore dei lavori ovvero, nel caso l'esistenza di questi non sia prevista dalla

legislazione vigente, all'esecutore dei lavori. Il direttore ovvero l'esecutore dei lavori sono

responsabili della conservazione di tale documentazione in cantiere.

Articolo 126 (R)

Certificazione di impianti

1. Il committente è esonerato dall’obbligo di presentazione del progetto di cui all’articolo 125

se, prima dell’inizio dei lavori, dichiari di volersi avvalere della facoltà di cui all’articolo 111,

comma 2. Articolo 127 (R)

Certificazione delle opere e collaudo

(Legge 9 gennaio 1991, n. 10, art. 29)

1. Per la certificazione e il collaudo delle opere previste dal presente capo si applicano le

corrispondenti disposizioni di cui al capo quinto della parte seconda.

Articolo 128 (L)

Certificazione energetica degli edifici

(Legge 9 gennaio 1991, n. 10, art. 30)

1. Con decreto del Presidente della Repubblica, adottato previa deliberazione del Consiglio dei

ministri, sentito il parere del Consiglio di Stato, su proposta del Ministro dell'industria, del

commercio e dell'artigianato, sentito il Ministro dei lavori pubblici, il Consiglio Superiore dei

Lavori Pubblici e l'ENEA, sono emanate norme per la certificazione energetica degli edifici. Tale

decreto individua tra l'altro i soggetti abilitati alla certificazione.

2. Nei casi di compravendita o di locazione il certificato di collaudo e la certificazione energetica

devono essere portati a conoscenza dell'acquirente o del locatario dell'intero immobile o della

singola unità immobiliare.

3. Il proprietario o il locatario possono richiedere al comune ove è ubicato l'edificio la certificazione

energetica dell'intero immobile o della singola unità immobiliare. Le spese relative di certificazione

sono a carico del soggetto che ne fa richiesta.

4. L'attestato relativo alla certificazione energetica ha una validità temporale di cinque anni a partire

dal momento del suo rilascio.

Articolo 129 (L)

Esercizio e manutenzione degli impianti

(Legge 9 gennaio 1991, n. 10, art. 31)

1. Durante l'esercizio degli impianti il proprietario, o per esso un terzo, che se ne assume la

responsabilità, deve adottare misure necessarie per contenere i consumi di energia, entro i limiti di

rendimento previsti dalla normativa vigente in materia.

2. Il proprietario, o per esso un terzo, che se ne assume la responsabilità, è tenuto a condurre gli

impianti e a disporre tutte le operazioni di manutenzione ordinaria e straordinaria secondo le

prescrizioni della vigente normativa UNI e CEI.

3. I comuni con più di quarantamila abitanti e le province per la restante parte del territorio

effettuano i controlli necessari e verificano con cadenza almeno biennale l'osservanza delle norme

relative al rendimento di combustione, anche avvalendosi di organismi esterni aventi specifica

competenza tecnica, con onere a carico degli utenti.

4. I contratti relativi alla fornitura di energia e alla conduzione degli impianti di cui al presente

capo, contenenti clausole in contrasto con essa, sono nulli. Ai contratti che contengono clausole

difformi si applica l'articolo 1339 del codice civile.

Articolo 130 (L)

Certificazioni e informazioni ai consumatori(Legge 9 gennaio 1991, n. 10, art. 32)

1. Ai fini della commercializzazione, le caratteristiche e le prestazioni energetiche dei componenti

degli edifici e degli impianti devono essere certificate secondo le modalità stabilite con proprio

decreto dal Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato, di concerto con il Ministro dei

lavori pubblici.

2. Le imprese che producono o commercializzano i componenti di cui al comma 1 sono obbligate a

riportare su di essi gli estremi dell'avvenuta certificazione.

Articolo 131 (L)

Controlli e verifiche

(Legge 9 gennaio 1991, n. 10, art. 33; decreto legislativo n. 267 del 2000, artt. 107 e 109)

1. Il comune procede al controllo dell'osservanza delle norme del presente capo in relazione al

progetto delle opere, in corso d'opera ovvero entro cinque anni dalla data di fine lavori dichiarata

dal committente.

2. La verifica può essere effettuata in qualunque momento anche su richiesta e a spese del

committente, dell'acquirente dell'immobile, del conduttore, ovvero dell'esercente gli impianti.

3. In caso di accertamento di difformità in corso d'opera, il dirigente o il responsabile del

competente ufficio comunale ordina la sospensione dei lavori.

4. In caso di accertamento di difformità su opere terminate il dirigente o il responsabile del

competente ufficio comunale ordina, a carico del proprietario, le modifiche necessarie per adeguare

l'edificio alle caratteristiche previste dal presente capo .

5. Nei casi previsti dai commi 3 e 4 il dirigente o il responsabile del competente ufficio comunale

irroga le sanzioni di cui all'articolo 132.

Articolo 132 (L)

Sanzioni

(Legge 9 gennaio 1991, n. 10, art. 34)

1. L'inosservanza dell'obbligo di cui al comma 1 dell'articolo 125 è punita con la sanzione

amministrativa non inferiore a lire un milione e non superiore a lire cinque milioni.

2. Il proprietario dell'edificio nel quale sono eseguite opere difformi dalla documentazione

depositata ai sensi dell'articolo 125 e che non osserva le disposizioni degli articoli 123 e 124 è

punito con la sanzione amministrativa in misura non inferiore al 5 per cento e non superiore al 25

per cento del valore delle opere.

3. Il costruttore e il direttore dei lavori che omettono la certificazione di cui all'articolo 127, ovvero

che rilasciano una certificazione non veritiera nonché il progettista che rilascia la relazione di cui al

comma 1 dell'articolo 126 non veritiera, sono puniti in solido con la sanzione amministrativa non

inferiore all'1 per cento e non superiore al 5 per cento del valore delle opere, fatti salvi i casi di

responsabilità penale.

4. Il collaudatore che non ottempera a quanto stabilito dall'articolo 127 è punito con la sanzione

amministrativa pari al 50 per cento della parcella calcolata secondo la vigente tariffa professionale.

5. Il proprietario o l'amministratore del condominio, o l'eventuale terzo che se ne è assunta la

responsabilità, che non ottempera a quanto stabilito dall'articolo 129, commi 1 e 2, è punito con lasanzione amministrativa non inferiore a lire un milione e non superiore a lire cinque milioni. Nel

caso in cui venga sottoscritto un contratto nullo ai sensi del comma 4 dell’articolo 129, le parti sono

punite ognuna con la sanzione amministrativa pari a un terzo dell'importo del contratto sottoscritto,

fatta salva la nullità dello stesso.

6. L'inosservanza delle prescrizioni di cui all'articolo 130 è punita con la sanzione amministrativa

non inferiore a lire cinque milioni e non superiore a lire cinquanta milioni, fatti salvi i casi di

responsabilità penale.

7. Qualora soggetto della sanzione amministrativa sia un professionista, l'autorità che applica la

sanzione deve darne comunicazione all'ordine professionale di appartenenza per i provvedimenti

disciplinari conseguenti.

8. L'inosservanza, della disposizione che impone la nomina, ai sensi dell'articolo 19 della legge 9

gennaio 1991, n. 10, del tecnico responsabile per la conservazione e l'uso razionale dell'energia, è

punita con la sanzione amministrativa non inferiore a lire dieci milioni e non superiore a lire cento

milioni.

Articolo 133 (L)

Provvedimenti di sospensione dei lavori

(Legge 9 gennaio 1991, n. 10, art. 35; decreto legislativo n. 267 del 2000, artt. 107 e 109)

1. Il dirigente o il responsabile del competente ufficio comunale, con il provvedimento mediante il

quale ordina la sospensione dei lavori, ovvero le modifiche necessarie per l'adeguamento

dell'edificio, deve fissare il termine per la regolarizzazione. L'inosservanza del termine comporta

[…] l'ulteriore irrogazione della sanzione amministrativa e l'esecuzione forzata delle opere con

spese a carico del proprietario.

Articolo 134 (L)

Irregolarità rilevate dall'acquirente o dal conduttore

(Legge 9 gennaio 1991, n. 10, art.36)

1. Qualora l'acquirente o il conduttore dell'immobile riscontra difformità dalle norme della presente

legge, anche non emerse da eventuali precedenti verifiche, deve farne denuncia al comune entro un

anno dalla constatazione, a pena di decadenza dal diritto di risarcimento del danno da parte del

committente o del proprietario.

Articolo 135 (L)

Applicazione

(Legge 9 gennaio 1991, n. 10, art. 37)

2. I decreti ministeriali di cui al presente capo entrano in vigore centottanta giorni dopo la data

della loro pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana e si applicano alle

denunce di inizio lavori presentate ai comuni dopo tale termine di entrata in vigore.

3. Il decreto del Presidente della Repubblica 28 giugno 1977, n. 1052, si applica, in quanto

compatibile con il presente capo e il comma 1 degli articoli 128 e 130, nonché con il titolo I

della legge 9 gennaio 1991, n. 10, fino all'adozione dei decreti di cui ai commi 1, 2 e 4

dell'articolo 4 della legge medesima.

PARTE III – Disposizioni finali

Capo I

Disposizioni finali

Articolo 136 (L-R comma 2, lett. m)

Abrogazioni

1. Ai sensi dell’articolo 20, comma 4, della legge 15 marzo 1997, n. 59, dalla data di entrata in

vigore del decreto del Presidente della Repubblica………….. sono abrogate le seguenti

disposizioni:

a) Legge 17 agosto 1942, n. 1150, limitatamente all’articolo 31;

b) Legge 21 dicembre 1955, n. 1357, limitatamente all’articolo 3;

c) Legge 28 gennaio 1977, n. 10, limitatamente agli articoli 1; 4, commi 3, 4 e 5; 9, lett.

c) ;

d) Legge 5 agosto 1978, n. 457, limitatamente all’art. 48;

e) Decreto Legge 23 gennaio 1982, n. 9, limitatamente agli articoli 7 e 8, convertito con

modificazioni in legge 25 marzo 1982, n. 94.

f) Legge 28 febbraio 1985, n. 47, art. 15; 25, comma 4, come modificato dal decreto

legge 5 ottobre 1993, n. 398, art. 4, comma 7, lett. g), convertito con modificazioni

dalla legge 4 dicembre 1993, n. 493, nel testo sostituito dall’art. 2, comma 60, della

legge 23 dicembre 1996, n. 662;

g) Decreto legge 5 ottobre 1993, n. 398, limitatamente all’articolo 4, convertito con

modificazioni dalla legge 4 dicembre 1993, n. 493, nel testo sostituito dall’art. 2,

comma 60, della legge 23 dicembre 1996, n. 662, come modificato dal decreto legge

25 marzo 1997, n. 67, art. 11, convertito con modificazioni dalla legge 23 maggio

1997, n. 135;

2. Ai sensi dell’articolo 7 della legge 8 marzo 1999, n. 50, dalla data di entrata in vigore del

decreto legislativo……………..sono abrogate le seguenti disposizioni:

a) Regio decreto 27 luglio 1934, n. 1265, limitatamente agli articoli 220 e 221, comma

2;

b) Legge 17 agosto 1942, n. 1150, limitatamente agli articoli 27; 33; 41-ter; 41-quater;

41-quinquies, ad esclusione dei commi 6, 8 e 9;

c) Legge 28 gennaio 1977, n. 10, limitatamente agli articoli 1, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11,

12, 16 ;

d) Legge 3 gennaio 1978, n. 1, limitatamente all’art. 1, commi 4 e 5, come sostituiti

dall'art. 4, legge 18 novembre 1998, n. 415.

e) Decreto legge 23 gennaio 1982, n. 9, convertito con modificazioni dalla legge 25

marzo 1982, n. 94, limitatamente all’articolo 7 ;

f) Legge 28 febbraio 1985, n. 47, limitatamente agli articoli 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11,

12, 13, 14,15, 16,17, 18, 19, 20, 21, 22, 25, comma 4, 26, 27, 45, 46, 47, 48, 52.

g) Legge 17 febbraio 1992, n. 179, limitatamente all’art. 23, comma 6;

h) Decreto Legge 5 ottobre 1993, n. 398, articolo 4, convertito con modificazioni dalla

legge 4 dicembre 1993, n. 493, come modificato dall'art. 2, comma 60, della legge

23 dicembre 1996, n. 662, nel testo risultante dalle modifiche introdotte dall'art. 10

del decreto legge 31 dicembre 1996, n. 669; decreto legge 25 marzo 1997, n. 67, art.

11, convertito con modifiche dalla legge 23 maggio 1997, n. 135;

i) Legge 23 dicembre 1996, n. 662, limitatamente all’articolo 2, commi 50 e 56;

l) Legge 23 dicembre 1998, n. 448, limitatamente al comma 2 dell’articolo 61. m) Decreto del Presidente della Repubblica 22 aprile 1994, n. 425.

Articolo 137 (L)

Norme che rimangono in vigore

1. Restano in vigore le seguenti disposizioni:

a) Legge 17 agosto 1942, n. 1150 e successive modificazioni ad eccezione degli articoli

di cui all’articolo 139, comma 2, lettera b);

b) Legge 5 agosto 1978, n. 457 e successive modificazioni;

c) Legge 28 febbraio 1985, n. 47 ad eccezione degli articoli di cui all’articolo 139,

comma 2, lettera f);

d) Legge 24 marzo 1989, n. 122;

e) Articolo17-bis del decreto legge 13 maggio 1991, n. 152, convertito in legge 12

luglio 1991, n. 203;

f) Articolo 2, comma 58, della legge 23 dicembre 1996, n. 662.

2. Restano in vigore, per tutti i campi di applicazione originariamente previsti dai relativi testi

normativi e non applicabili alla parte I di questo testo unico, le seguenti leggi:

a) Legge 5 novembre 1971, n. 1086;

b) Legge 2 febbraio 1974, n. 64;

c) Legge 9 gennaio 1989, n. 13;

d) Legge 5 marzo 1990, n. 46;

e) Legge 9 gennaio 1991, n. 10;

f) Legge 5 febbraio 1992, n. 104;

3. All’articolo 9 della legge 24 marzo 1989, n. 122, il comma 2 è sostituito dal seguente:

“2. L’esecuzione delle opere e degli interventi previsti dal comma 1 è soggetta a denuncia di

inizio attività.”

Articolo 138 (L)

Entrata in vigore del testo unico

A.

1. Le disposizione del presente Testo unico entrano in vigore a decorrere dal 1° gennaio 2002.

B.

1. Le disposizioni del presente Testo unico entrano in vigore a decorrere dal centottantesimo

giorno successivo alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Entro lo stesso termine le regioni

adegueranno la propria legislazione ai principi del testo unico.