Falco pellegrino e Falco della regina

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              Falco Pellegrino   

Dalle coste marine alle montagne, dovunque ci siano ambienti aperti, rupi alte e inaccessibili e poco disturbo da parte dell'uomo, vive il falco pellegrino. La sua specialità  è l'attacco in volo agli altri uccelli, soprattutto piccioni e colombi.  Per questo lo ha preparato la selezione naturale dotandolo di un corpo perfettamente aerodinamico,  di ali lunghe e appuntite, di una coda corta e di  artigli lunghi e sempre  affilati. In volo di perlustrazione, o appollaiato su una posizione dominante, il falco pellegrino osserva   il passaggio sottostante e aspetta il  passaggio di una preda. Quando ne   avvista una, si getta in picchiata  ad ali chiuse potendo  raggiungere i 210 chilometri l'ora, la coglie di sorpresa la uccide in un modo molto "specializzato".                                                                                falcopellegrino.jpg (8609 byte)

Il falco infatti, non si getta direttamente sulla vittima, perchè a quella velocità l'urto gli spezzerebbe le zampe, ma la sfiora soltanto con l'artiglio posteriore per poi raccoglierla direttamente in volo, oppure a terra (se è ancora viva). La finisce quindi, con un colpo di becco. In Italia, il falco pellegrino è sedentario. Nidifica in piccole cavità che sistema sommariamente con erbe e rametti, inaccessibili ai predatori, posizionate sui fianchi di pareti scoscese. Maschio e femmina restano uniti per tutta la vita dopo aver dato vita ad  uno spettacolare corteggiamento, nel corso del quale il maschio, per ingraziarsi la femmina,  le offre  una preda che lei afferra in volo. I piccoli provano il loro primo volo  40/45  giorni dopo la nascita, che ha luogo all'inizio della primavera. Dopo  circa  due mesi, nel corso dei quali devono imparare dai genitori la tecnica di caccia tipica della specie, i piccoli falchi sono liberi di andar via  per proprio conto.

 

 

Falco della regina

Questo splendido falco, tipico del Mediterraneo, deve il suo nome ad Eleonora di Arborea, la legislatrice sarda che nel 1392 ne vietò, mediante la promulgazione di un editto, il saccheggio dei nidi. Le circa 4500 coppie esistenti  di questo rapace nidificano sulle coste rocciose di alcune isole mediterranee che  si trovano  lungo le rotte di migrazione di molte specie di passeriformi. Questo rapace infatti si è specializzato nella cattura di questi piccoli uccelli, aspettandoli  lungo i "corridoi aerei" del loro passo autunnale. Contrariamente al falco pellegrino, questa specie migra durante l'inverno,  soprattutto in Madagascar e in Africa orientale e torna sulle nostre coste in primavera.

I falchi della regina nidificano in colonie che possono avere alcune decine di coppie costruendo i nidi  negli anfratti delle scogliere. Le uova si schiudono in ritardo rispetto a quelle di altri falchi, infatti i piccoli nascono verso la fine di agosto. Non a caso però!  I piccoli devono crescere tra settembre e ottobre, in coincidenza con la migrazione delle prede.

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La caccia viene fatta prevalentemente  in gruppo, generalmente sono gli esemplari maschi che si avventano in picchiata, anche in gruppo sugli uccelli migratori, uccidendoli istantaneamente con un colpo di becco. La femmina invece ha l'incombenza di spennarli, spezzettarli  e a darli in pasto ai piccoli. Accade talvolta  che i falchi si rubino le prede tra loro. Le ore migliori per la caccia sono la mattina presto e verso il tramonto, cioè le ore in cui si concentra il passo migratorio.  Altra caratteristica della specie è che  i falchi della regina difendono i nidi i gruppo  quando questi vengono attaccati dai gabbiani reali o dai corvi imperiali. Alla fine di ottobre l'intera colonia, con i nuovi nati, ritorna in Africa per svernare .Sulle isole italiane ci sono in estate una decina di colonie di falchi della regina. Queste colonie rappresentano circa il 10% dell'intera popolazione.

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