La caratteristica "Macchia Mediterranea dell'Arcipelago"

Immagini

(queste immagini ed i testi sono stati gentilmenti concessi dall'amico Luca Bottoni,  vi consiglio di visitare anche   il suo sito)   Per visitare il sito di Luca clicca qui freccettaSX.gif (937 byte)successivoviolabottone.gif (821 byte)

La Macchia Bassa

Una delle piante più note della macchia bassa è il Cisto . Cisto.jpg (16836 byte) Cisto

Si presenta sotto forma di cespuglio.Ha foglie verde scuro che hanno la caratteristica di essere piuttosto appiccicose. Grazie alla particolarità dei suoi semi,in grado di resistere alle alte temperature, è la prima pianta che colonizza il terreno dopo la venuta di un incendio. Proprio sotto il Cisto trovano protezione dal vento e da altri fattori limitanti le piccole piantine di Lentisco, Mirto, Corbezzolo, Filirea e Alaterno, che una volta cresciute prevalgono su di esso.                  Cisto20fiori.jpg (3925 byte) fiori di cisto

Sulle sue radici nella tarda primavera vive il parassita Ipocisto, mentre nel tardo autunno è facile trovare un fungo, il Boleto, chiamato dalla popolazione maddalenina, 'mureddu di mucchiu'. Tempo addietro i rami del Cisto legati assieme attorno ad un bastone, ricavato dal Ginepro, andavano a costituire una rudimentale scopa. Altra pianta appartenente alla macchia bassa è la Lavanda selvatica, piccolo arbusto in grado di raggiungere un metro di altezza. Le sue foglie lineari sono grigio-verdastre mentre l'infiorescenza a forma di spiga è di un viola acceso. Proprio le spighe viola della Lavanda, raccolte e deposte in sacchetti di stoffa, venivano adoperate per profumare la biancheria e per prevenire il tarlo.

    Lavanda.jpg (11473 byte)  Lavanda Elicriso.jpg (15056 byte) Elicriso Mirto.jpg (14089 byte) Mirto

La macchia alta

Uno dei più alti rappresentanti della macchia alta è il Ginepro feniceo ('ajacciu'). Esso si presenta sottoforma di arbusto e riesce ad insediarsi anche nei terreni più disastrati; il suo unico nemico rimane comunque il fuoco, elemento in grado di determinarne la scomparsa. Un tempo, nelle isole dell'Arcipelago, esistevano veri e propri boschi di Ginepro il cui fusto veniva utilizzato dagli antichi pastori corsi come trave per i tetti delle loro case. Altra pianta appartenente alla macchia alta è il Mirto, le cui foglie sprigionano un profumo molto gradevole e dalle cui bacche nere (ma anche dalle foglie) si ricava un liquore dalle grandi proprietà digestive. Spesso, accanto al Mirto, troviamo il Lentisco, riconoscibile anch'esso dal particolare profumo delle sue foglie e dalle bacche rosse che diventano nere quando raggiungono una completa maturazione. Anticamente esse venivano impiegate per ricavare dell'olio, utilizzato sia per friggere le frittelle ('i frijoli') a Carnevale, sia per accendere i lumini ad olio nelle antiche case. Una pianta abbastanza diffusa nelle isole è il Corbezzolo ('a baga'), arbusto che può raggiungere anche i 6 metri. Le sue foglie sono di forma ovale e di un colore verde scuro, mentre, i frutti, tondeggianti e dal rivestimento ruvido, hanno un colore rosso-arancio. Dai frutti, molto ricercati dai più golosi, si ricava la marmellata mentre, dal nettare dei fiori, le api producono il miele amaro, noto per le sue proprietà curative. Nelle isole maggiori dell'Arcipelago, tempo fa, si ricavava dal legno del Corbezzolo un ottimo carbone che veniva poi venduto nelle case per uso domestico

Lentisco.jpg (11953 byte) Lentischio          Corbezzolo.jpg (8930 byte) Corbezzolo                             E-Mail13ott99.gif (17469 byte)         indietro.gif (2106 byte)