Il Parco Geominerario di Iglesias

Il Parco Geominerario è stato voluto e dichiarato tale dall'UNESCO ( organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza e la cultura ) nella conferenza di Parigi del 1998 come primo esempio della nuova rete di Geositi e Geoparchi mondiali.

Il progetto del Parco prevede la riconversione delle aree minerarie dismesse in un nuovo contesto produttivo e culturale. Questo progetto passerà  attraverso la ristrutturazione dei caseggiati delle antiche miniere (oggi abbandono) ma che in passato erano state il centro amministrativo e tecnico delle stesse aree industrilai. Interi villaggi con decine di fabbricati molto spesso di pregevole valore architettonico saranno rimessi a nuovo (finanziamenti permettendo) e disponibili per un turismo alternativo alle spiagge. Sono da ristrutturare e rendere fruibili anche i grandi scavi a cielo aperto, bacini di decantazione, sistemi di gallerie, pozzi e fornelli, trincee di coltivazione ed infrastrutture varie.

Le aree che formano il parco geominerario della Sardegna sono otto per una supeficie totale di quasi 38.000 ettari a cui vanno aggiunti altri sette siti  che per quanto di piccola entità, a giudizio degli esperti, sono di grande importanza. Tra questi siti abbiamo: il Monte Arci, dove si ebbe la prima vera attività mineraria con l'estrazione e l'utilizzo dell'ossidiana e che risale a circa 6.000 anni fa; l'area di Orani, importante per la presenza di un grosso giacimento di talcosteatite ed un altro di feldispati, sono presenti anche le cave di marmo e di granito; l'area di Fontana Raminosa tra Gadoni e Seulo, dove si trovava una miniera di rame, unica e più importante, almeno di questa consistenza, nel bacino del Mediterraneo; l'area della Gallura formata da tanti piccoli siti, ma di grande importanza economica per la lavorazione del sughero e per l'estrazione del granito; l'area della Nurra-Argentiera importante per le miniere di piombo, zinco e argento; l'area di Guzzurra-Sos Enattos, dove si trovano miniere di piombo,zinco, rame e argento; l'area del Sarrabus -Gerrei dove erano fiorenti miniere di piombo, zinco, argento, rame, stagno e ferro, sfruttate fin dal tempo delle invasioni fenicio-puniche; infine, l'area più estesa e più importante che è quella del Sulcis-Iglesiente-Guspinese che rappresenta il 65% dell'intera area del Parco, importante per l'estrazione del piombo, argento, ferro, carbone, ma anche sotto l'aspetto geologico, economico, scientifico, paesaggistico, ambientale e storico.

L'importanza del Parco Geominerario non deriva soltanto dall'archeologia mineraria. Ci sono anche aspetti ambientali e paesaggistici, oltre che riguardanti la flora e la fauna più in generale, di enorme interesse. Valori che fondendosi con quelli minerari formano dei luoghi unici fruibili, si spera, da flussi turistici alternativi alle spiagge.

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