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La vicenda che vede protagonista la Dott.ssa Nancy Olivieri negli ultimi due anni, fa venire alla mente un detto goliardico del latino maccheronico " repetita iuvant, sed postea stuffant ".

Ormai è da qualche tempo che la Olivieri ripete in tutte le occasioni in cui ha un microfono in mano la sua esperienza su quei famosi 19 thalassemici, ed ogni volta viene clamorosamente smentita da controanalisi da parte di insigni epatologi, che sulla base della lettura dei suoi stessi vetrini hanno verificato che in quei 5 pazienti non solo non c'era stato nessun aggravarsi della fibrosi, per altro  precedente all'uso del Deferiprone L1, ma che in alcuni casi se ne riscontrava una diminuzione.

Ora la famosa esperienza è assurta agli onori di una prestigiosa rivista internazionale e da parte  dei soliti zelanti cacciatori di notizie allarmanti si è gridato allo scandalo, ma questi zelanti si sono limitati, naturalmente a leggere solo l'articolo della Olivieri e non sono andati a vedere cosa diceva l' editoriale riportato 8 pagine più avanti e che smentiva nel merito e nel metodo quanto asserito nel primo articolo. Certo tutto ciò è sconcertante, perchè un giornale di quella elevatura, o crede a ciò che pubblica o se non ci crede non pubblica. Sta di fatto che gli esperti del " New England " ed adesso la Prof.ssa CECI, mettono, crediamo, la parola fine su questa allucinante vicenda, nella speranza che il comportamento della Dott.ssa di Toronto abbia a mutare finalmente.

Da parte del giornale e da parte dei nostri lettori thalassemici, un grazie sentito alla Pro.ssa CECIed al Comitato Esperti per l'uso controllato del Deferiprone/L1.

 

Giacomo SIRO BRIGIANO