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L'Ulisse
del 2000
L'hanno
definito l'uomo più desiderato del pianeta.
L'erede di Clark Gable. Ma il divo, sornione
e imprendibile, lascia intendere: sono soltanto
George Clooney, non vi basta come regalo di Natale?
Basta
guardarlo per accorgersi che è diverso dai classici superbolli di
HoIlywood. L'attore americano,
impegnato sugli schermi
nella divertente parodia dell'Odissea dei fratelli Coen, non ha gli
occhioni azzurri di Brad Pitt
né il pallore ambiguo di Johnny Depp.
Non possiede la grinta rapinosa
del gladiatore/Russell Crowe né lo scatto
felino di Richard Gere. Non sprigiona
l'energia rassicurante dei
fratelli maggiori Kevin Costner
e Harrison Ford. George
Clooney, magnifico quarantenne nativo del Kentucky, alto un metro e
ottanta, occhi neri e capelli sale e pepe, ha però qualcosa
che surclassa i rivali
e lo rende intensamente
appetibile. Guardatelo: l'uomo più
sexy del pianeta, l'ultimo seduttore “il macho che
non deve chiedere
mai" (anche se nello spot Martini lo vediamo mentre una brunetta
gli chiude una
porta in faccia) ha lo
sguardo magnetico
del seduttore di razza , l'aria sfrontata e falsamente tenera di quelli che con le donne ingranano al
primo colpo. Una qualità in
dotazione più che ai bei
vanitosi del pianeta del
cinema, alle autentiche canaglie di professione.
Lui non fa una piega: "Sono sempre
stato un infedele cronico,le
amo tutte ma non sto con nessuna. Preferisco vivere da solo, o
con qualche amico scapolo. L'unico ospite fisso, anzi il mio vero
compagno di vita, è Max, un adorabile maialino nero". Imprendibile.
Ma loro
ci cascano :”George ti fa scattare la
sindrome dell'Io ti salverò", si giustifica la prima e
unica moglie Talia Balsam,
signora Clooney dall'89 al ’92. Altre, come la sua ex Kelly
Preston (quella che gli ha regalato Max…), oggi moglie felice di John
Travolta, o la francesina Celine Balitran
che col divo ha condiviso un'intensa primavera parigina,
sono meno
tenere. Dicono di lui: "Ti frega con la tenerezza ma è
assolutamente inaffidabile". Non sono ancora stati raccolti i
commenti di Lucy Liu, la cinesina di New York che si fa ammirare nella
versione cinematografica di Charlie's
Angels, amore in carica fino a qualche mese fa.
Certo se per il corteggiatissimo George, nato
il 6 maggio come Rodolfo Valentino (un
segno del destino?), le
donne non sono mai state un problema, non è stato così per la carriera. “Il successo non mi è caduto net
piatto. La mia gavetta è durata 15 anni. Oggi me la cavo bene, ma
chissà, se non avessi sfondato nel cinema forse avrei continuato a fare
il venditore porta a porta di polizze assicurative e di scarpe da donna o
forse avrei fatto il giornalista come avrebbe voluto mio padre, che
oggi è una celebrità.
E invece ‑ ridacchia ‑ nel 1994 sono
diventato un medico…”. Non fosse stato per l'immacolato camice
del pediatra Doug Ross
del serial tv E.R. che, se andasse
all'asta tra le sue fan farebbe lievitare i prezzi alle stelle, forse
George
Clooney non sarebbe George
Clooney. “In realtà,
lavorando con tutti quei bambini, mi sentivo più un papà
che un attore: ma che nessuna si faccia illusioni - ridacchia di
nuovo - non ho
intenzione di metter su
famiglia''.
Per
diventare un vero interprete, Clooney ha dovuto trasformarsi. Uscito
dalcamice di Doug si è
infilato in un thriller sui vampiri con Quentin Tarantino, Dal
tramonto all'alba, di Robert Rodriguez,
è poi passato
alla Dream
Works di Spielberg con The
Peacemaker, pagato tre milioni
di dollari. E' stato poi ingaggiato dalla Warner, per il ruolo del
giustiziere alato in Batman 4 di Joel Schumacher. Un filmetto scadente, che
però gli ha reso
qualcosa come 20 milioni di
dollari. La strada sembrava
tracciata, Clooney avrebbe potuto tranquillamente
continuare così, alternando film d'azione e commedie romantiche
abbastanza a lungo da accumulare una
fortuna stellare.
Ma un giorno l'incantesimo si è rotto,
Batman ha perso i suo poteri ("E’ un
povero idiota, un eroe stanco").
Clooney che è tanto inaffidabile nelle love story (''sono allergico ai
rapporti seri'') quanto perfezionista nel lavoro, ha deciso di fare
l'attore per davvero. Per cominciare si affida a Steven
Soderbergh, un mago in
sexy thriller, che in Out
of Sight riesce a portare alla luce quel tocco di classe e di
inafferrabile appeal che faranno la vera fortuna
di Clooney. Sempre con Soderbergh, ha formato
una società di produzione, la Second Eight, e ha già messo in
cantiere una trentina di progetti, fra cui Metal
Gold e Ocean 11, ispirato
a Colpo grosso. "Sono
un istintivo, quando
faccio una scelta seguo solo il mio gusto. Spero di accontentare
anche i miei fan…”.
E infatti
non sbaglia, quando
accetta un minuscolo ruolo in La
sottile linea rossa
del mitico Terence Malick, quando si fa ingaggiare per il duro
Three Kings, e per la
parte del pescatore coraggioso Billy Tyne nel campione del box office Una tempesta perfetta,
di Wolfgang Petersen. E adesso, eccolo finalmente consacrato, oltre che bello e simpatico, anche attore intelligente nell'ultimo
film dei fratelli Joel
e Ethan Coen, O'Brother
Where Art Thou? 'Fratello, dove sei?, una divertente parodia
dell'Odissea, ambientata
nel Sud degli States, negli
anni
della Depressione (i Trenta). Clooney fa l'Ulisse di turno, un
simpatico evaso rompiscatole, con la brillantina e
i baffetti alla Clark Gable. Un
ruolo irripetibile. Che
fiuto, George.
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