E Penelope si stancò 
del suo Ulisse carcerato 


In Fratello, dove sei? i fratelli Coen ambientano l'Odissea
 nell'America anni '30 della Grande depressione 


 

Il protagonista si chiama Ulysses e la moglie Penny. Che è il diminutivo di Penelope Non ci vuol molto a capire che siamo dalle parti dell'Odissea. Ma ci troviamo nel profondo Sud degli anni Trenta durante la grande depressione E il nostro Ulisse, invece che sotto le mura di Troia sta in galera.

La moderna Penelope si è stancata di tessere c disfare la tela. Vorrebbe risposarsi. Per questo Ulisse decide di evadere. Incatenato a due compagni, li convince a seguirlo con la promessa di dividere con loro un favoloso tesoro. I tre evadono. Sulla strada incontreranno Omero, poeta cieco che manovra un carrello ferroviario, Polifemo, le sirene.

Alla base del sodalizio dei fratelli Coen c'è lo spirito di squadra. Scrivono a quattro mani le sceneggiature dei loro film, poi Ethan li produce e Joel li dirige. Un'accoppiata vincente, alla quale si devono prodotti pregiati come Barton Fink, Fargo, Il grande Lebowski. Il loro è un cinema che fonde i classici della letteratura con il grande cinema, la parodia goliardica con un beffardo surrealismo.

In Fratello, dove sei? i Coen mettono assieme con maestria tutti i cliché della "grande depressione'' (le campagne devastate dalla siccità, i treni merci con il loro carico di vagabondi , le banche grifagne e predatrici, i gangster armati di mitra, i galeotti in catene che spaccano pietre) e lo fanno con uno stile originalissimo che miscela mito e realtà, il sociale e la poesia, in una combinazione che non stona. Così come non stona l'accoppiamento fra l'Ulisse omerico e il "vecchio Sud". 

Un po'commedia c un po'epopea rurale, Fratello, dove sei? è un film brillante, ricco di inventiva, che dimostra come allegria e intelligenza possano andare d'accordo: una metafora sulla ricerca della felicità e sul senso della vita, punteggiata da battute spiritose, accompagnata da una ricca colonna sonora. E con una sarcastica allusione finale alla globalizzazione del mercato c alla cultura di massa che tutto omologa e appiattisce.


Enzo Natta 



source: FAMIGLIA CRISTIANA N. 48/2000