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Uno
splendido quarantenne, che affascina
e non deve chiedere mai. Come gli eroi romantici
di un tempo, da Humphrey Bogart a CIark Gable.
DI CLAUDIO CARABBA
FOTO DI JUSTIN CASE
L’enorme
onda assassina sorgerà improvvisa sul mare, il cielo e le acque si
confonderanno in un unico abisso. Tutto, forse, sarà inghiottito
dall'oscurità.
Ma anche di fronte al devastante cataclisma, il capitano coraggioso
non perderà il suo sorriso un po' strafottente, resterà saldo sul
ponte di comando e punterà dritto al cuore del tifone. Perché un uomo
deve sempre affrontare il suo destino. L'ardita navigazione di Billy
Tyne, pescatore di pesci-spada nel freddo oceano davanti al
Massachusetts (Gloucester è il porto di partenza), è narrata, senza
risparmio di effetti speciali («Più vento, più vento», urlavano i
registi della vecchia Hollywood alle prese, senza computer, con
leggendari uragani in The Perfect Storm (o La tempesta
perfetta), il kolossal da grande pioggia e naufragio girato dal
tedesco di Hollywood Wolfgang Petersen, che
proprio navigando sotto i mari (U-Boot 96) cominciò 20
anni fa la sua brillante carriera Per l'ottima riuscita del film (in
testa alle classifiche dell'estate americana) sicuramente contano le
onde e le nuvole, e il fatto che la storia sia vera (l'apocalisse si
scatenò a nord di Boston il 30 ottobre i 991) e sia già stata narrata
in un fortunato libro-reportage (edito in Italia da Rizzoli) da
Sebastian Junger. Ma un'altra delle componenti fondamentali del successo
di The Perfect Storm è il fascino del protagonista, il più
grande seduttore attualmente in circolazione: George Clooney, intrepido
e spavaldo nei panni di Billy, il mariaio senza paura. Ispido e
barbuto, il bel George spiazzerà con La tempesta perfetta la
maggioranza degli ammiratori (ammiratrici), legata specialmente alla
sua immagine con il camice bianco da dottore (la serie tv E.R.) o
viceversa agli eleganti vestiti grigio-neri da ladro e rapinatore (Dal
tramonto all'alba, Out of Sight).
Ma Clooney è un attore che ama cambiare i suoi personaggi.
Così quest'autunno lo vedremo anche nei panni anni '30 di uno
scanzonato evaso (per amore, solo per amore) con sottili baffetti alla
Clark Gable, in O’ Brother Wbere Art Thou? (Fratello dove sei?), la
nuova avventurosa commedia da strada e lunga fuga dei fratelli Coen.
Proprio nel raffronto con il fantasma di Gable, indimenticato
“King" di Hollywood, si può trovare uno dei segreti
della vertiginosa scalata dell'attore. Con lui e magari con qualche suo collega da schermo panoramico
(il gladiatore Russell Crowe, lo spericolato Tom Cruise versione Mission:
Impossible...) starebbe riaffiorando il mito dell'uomo (non
necessariamente raccomandabile) che affascina e dà sicurezza, che
protegge e che consola, con l'accenno di un sorriso e il calore di un
abbraccio amoroso. Una razza che si credeva perduta con i magnifici
avventurieri d'anteguerra, come Io spavaldo Gable appunto o il
romantico Bogart di Casablanca, quello che non poteva neppure
sentire la canzone che gli ricordava il perduto amore ma era pronto
all'estremo
sacrificio per salvare la donna del cuore (e perfino il suo nuovo compagno).
Intendiamoci, non è che in quest'ultimo mezzo secolo siano mancati divi
dal volto e il corpo magnifici: ma erano per lo più inaffidabili "selvaggi";
dal giovane Marlon Brando con giaccone di pelle nera al biondo Brad
Pitt, spesso travolto dalla sua metà oscura. Seriza dimenticare che,
per almeno una ventina d'anni, i bravissimi e nevrotici "bruttini"
(De Niro, Hoffman, Pacino) hanno prevalso su smaglianti belloni (alla
Robert Redford o alla Warren Beatty) e perfino sul ruggente Richard
Gere (un po' troppo oscillante fra "l'american gigolò" e il
meditatore buddista per poterci contare). La rivoluzione neoromantica
probabilmente è stata aperta dall'irresistibile ascesa di Leonardo DiCaprio,
ma in lui, Romeo da ultima spiaggia
e passeggero da Titanic, si incarna (incarnava?) un tipo di bellezza
adolescenziale, sempre pronta a morire, sventurata: da proteggere
insomma con un senso materno appassionato, ai limiti del morboso.
Tutto il contrario avviene con
Clooney, che è uno splendido
quarantenne con un avventuroso passato alle spalle e l'aria della roccia
a cui è dolce aggrapparsi. Diventato un divo dopo una sudata ga-vetta,
George ha concesso interviste cortesi ma spavalde, fondendo abilmente la
sua immagine vera con quella dei personaggi da lui interpretati. Più
che mai le fan deliravano per lui, quando sapevano che preferiva vivere
da solo, in una fattoria di campagna insieme a un fidato maialino. In
passato naturalmente c'erano state sto-ne importanti: un matrimonio
giovanile bruciato in pochi mesi nel 1989, un più duraturo amore con la
giornalista (tv) francese Céline Balitran, finito un paio d'anni
tanti incontri brevi. «Avrò avuto un migliaio di donne», ha confidato
di recente George a una reporter tedesca della Bild,
«alcune famose, altre sconosciute. Ma non sempre è stato divertente».
Da qui la scelta di ritirarsi con il suo fidato porcellino. E a chi gli
chiede se non si sente infelice senza una donna da amare, Clooney
ribatte sereno: «Sto bene, ho tanti amici, tante soddisfazioni,
l'unica difficoltà è trovare buone sceneggiature. Ma a parte questo
dettaglio, è inutile negarlo, sono molto fortunato. Lavoro parecchio e
voglio concentrarmi su quello. E poi è veramente complicato
incontrare la persona giusta, quando sei costantemente sotto i
riflettori». L'essere
uno degli uomini più desiderati del mondo fatalmente porta qualche
malignità. Cosi, davanti alla sua ritrosia Hollywood sono cominciate a
circolare voci sui suoi mutati gusti sessuali; magari ora Clooney
preferisce le amicizie virili. Anche in questo caso la replica è stata
ribalda, all'altezza della leggenda del seduttore che non teme niente «E
vero, mi piace molto Mark», ha detto con uno dei suoi travolgenti
sorrisi, alludendo al biondo Mark Wahlberg, suo compagno di set
nell'assolato deserto di guerra di Three Kings e
nel mare scuro di The
Perfect Storm. E
l'amico Walilberg (occhio, sarà uno dei conquistatori del prossimo
futuro) gli ha dato una mano, aggiungendo: «Sì, lo ammetto, George ha
preso una cotta per me. Ma io sto peggio di lui: è così maledettamente
bello». Il gioco del “travestimento” (equivoci che soltanto tipi
molto sicuri di sé possono pemettersi, specialmente in un pianeta
infido come Hollywood) viene equilibrato da nuovi sussurri su bellissime
donne prese al volo.
Nell'estate
2000, per esempio, è stato attribuito a Clooney un amore moderatamente
importante con Lucy Liu, cinesina di New York
(ha già corso e lottato al fianco di Charlie Chan), che aspetta la
consacrazione dalla versione cinematografica di Charlie's Angels,
venerabile serie televisiva d'altri tempi. Ma fonti diverse hanno
anche mormorato sulle sue passeggiate in motocicletta (una preziosa
Indian anni '20) con Traylor Howard, naturalmente anche lei aspirante
diva. Resta da sapere che cosa porterà l'autunno. Di sicuro George
non ha bisogno di una signora al fianco per consolidare il suo fascino.
Basta vederlo quando ai festival internazionali manda in estasi le croniste
più esperte e dure che si scatenano nell'“elogio dell'uomo canaglia".
O ripensare a qualcuna delle sue apparizioni sullo schermo.
Prendiamo Out of Sight: lì Clooney era un impeccabile ladro e
gentiluomo, dolce e seducente perfino mentre stava facendo una rapina
a una banca («È la prima volta? Brava, te la stai cavando bene»,
sussurrava alla giovane cassiera stupefatta). E ancora più esplicita
era la sua forza di conquista qualche scena dopo, quando si ritrovava
ammanettato e chiuso nel cofano di una macchina, corpo a corpo con
Jennifer Lopez, la sceriffa dal sangue caldo che l'aveva arrestato.
E’
anche così, che può nascere un amore... Al di là dei brividi erotici,
il fascino del personaggio Clooney sta proprio nel fatto che non
chiede mai e non insegue le donne, al limite preferisce farsi inseguire.
E, grazie a Dio, ha altri interessi. In questo senso la scelta dei
personaggi da interpretare è in sintonia con la personalità
dell'attore. Non si curava dell'amore l'ufficiale (un
po' mascalzone, un po' eroe) di Three Kings. E durante il lancio
di quel film, armbientato alla fine della Guerra del Golfo, Clooney
fece dichiarazioni da “liberal" pacifista e assennato: «Chiarito
che un film è solo un film, e non una lezione di storia, personalmente
penso che Saddam doveva essere fermato. Ma avrei dato più tempo alle
vie diplomatiche e alle sanzioni». A conferma di un impegno politico
che trova sbocco concreto nelle scelte professionali, l'attore ha poi
prodotto e interpretato (è uno spericolato pilota d'aereo) Fail
Safe (A prova di errore), un tv-movie sulla minaccia di un conflitto
nucleare, remake di un celebre film girato da Sidney Lumet nel 1964. E
infine anche il pescatore di The Perfect Storm pensa al mare e
tiene a debita distanza la tentatrice Mary Elizabeth Mastrantonio che
tenta di ammorbidirlo, anche per motivi d'interesse. Duro e per niente
facile, il vero uomo non si concede al primo invito. Ma quando
s'innamora veramente è capace di tutto, di fuggire dalla galera e di
superare ostacoli e difficoltà. Come un novello Ulisse insensibile al
canto maliardo delle sirene (come appunto capita in O'Brother... dei
fratelli Coen) per ritrovare la sposa perduta.
Nel
prossimo appuntamento da set Clooney, insieme a Brad Pitt e altri compagni
e compagne (ci sarà anche Julia Roberts), rifarà in una versione
riveduta e aggiornata Colpo grosso, una delle movimentate
commedie, con una puntina di nero, costruite negli anni '60 da Frank
Sinatra e il suo "clari" Dean Martin, Sammy Davis Junior,
Peter Lawford...). A George toc cherà la parte che fu della
"Voce", ma lui, che è fia i produttori, sottolinea che non è
importante questo confronto a distanza; conterà di più il gioco di
squadra, l'affiatamento del gruppo. E come ama fare, scherza sul
progetto e sui milioni di dollari necessari per realizzarlo: «È
utile la presenza di Julia. Le ho mandato il copione con una banconota
da 20 dollari dentro e un biglietto: "Ho sentito che prendi 20 a
film. Ecco la mia offerta". E’andata
bene, ha accettato». Chissà se è vera, ma sembra una buona trovata.
Avrebbe divertito Sinatra e i suoi amici, tipi duri senza troppi
scrupoli, a loro modo pericolosi, piuttosto mascalzoni. Ma anche capaci
di sentimenti forti, di passioni assolute (Frank e Ava), seduttori
malinconici e irresistibili, gente d'altri tempi. Come piace a Clooney,
appunto.
From "Max" -
October 2000
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