[Il Sahara] [Il turismo nel deserto] [Le porte del deserto] [I Tuareg]
[home]" Nel deserto mi è successo il
( Alberto Moravia )
Il Sahara, con i suoi 8 milioni di Kmq, è
il deserto più vasto del mondo; si estende nell'Africa settentrionale oltre il
quindicesimo grado di latitudine circa, tra l'Atlantico ed il Mar Rosso, con l'esclusione
della fascia costiera mediterranea, della catena dell'Atlante e della valle del Nilo. Dal
punto di vista geologico è uno scudo, la cui altitudine è compresa tra i 300 e
gli 800 metri. La monotonia del paesaggio è interrotta da depressioni e da massicci
montuosi di origine vulcanica, alcuni dei quali molto elevati come il Tibesti nel
Ciad (3415) e l'Hoggar in Algeria (2918 m. ), le cui rocce scure, da millenni
offerte all'azione erosiva dei venti, delineano un paesaggio tanto desolato quanto
affascinante.
Ancora oggi l'idea più diffusa che si ha del Sahara è di una grande distesa di sabbia
calda e arida. In realtà, il deserto sabbioso (ERG), che è il risultato
dell'accumulo, ad opera del vento, dei grani di roccia erosi e raccolti altrove, copre
solo un quarto circa dell'estensione totale. L'ERG è spesso caratterizzato dalla
presenza di dune, basse colline dalle forme suggestive: a mezza luna (barcane),
allungate con la cresta ondulata (seif), a stella. La forma e la disposizione delle
dune permettono di individuare la direzione dei venti dominanti, i quali, spostandole di
continuo, le rendono inaffidabili come punti di riferimento per l'orientamento.
ALIGN="JUSTIFY">Il Sahara è anche ciottoloso (REG O SERIR)
o roccioso (HAMADA). I REG e gli HAMADA rappresentano ciò che resta dopo che il
vento ha asportato i detriti più fini (deflazione) che continuamente vengono prodotti dai
processi erosivi; questi sono dovuti alle forti escursioni termiche (esfoliazione e
termoclastismo) e all'azione abrasiva dei granuli trasportati dal vento (corrasione).
Il clima del Sahara è decisamente arido: la piovosità, pur variando da luogo a luogo,
non supera normalmente il valore medio annuo di 100 mm. Le cause più rilevanti
dell'aridità sahariana sono la distribuzione delle pressioni atmosferiche, la corrente
marina fredda lungo la costa atlantica e l'elevata distanza media dal mare.
Quando piove, e ciò avviene soprattutto d'inverno, il deserto cambia immediatamente
aspetto: si formano dei grossi corsi d'acqua che, nella maggioranza dei casi, si
esauriscono in bacini interni chiusi (CHOT) senza arrivare al mare. L'acqua scorre
entro solchi (UADIAN), testimonianza di una idrografia pregressa. Le acque piovane
in parte evaporano rapidamente a causa delle temperature elevate ed in parte si infiltrano
nel terreno andando ad alimentare le falde acquifere di cui il Sahara è molto ricco. La
stessa acqua affiorando per vie naturali o tramite pozzi, consente agli abitanti del
deserto di vivere. Laddove il livello del terreno si abbassa fino ad incontrare la falda,
l'acqua affiora in superficie consentendo lo sviluppo dell'oasi. Le oasi sono gli unici
punti del Sahara dove è possibile praticare attività agricole e creare insediamenti
fissi che a volte arrivano ad ospitare 40-50 mila persone; sono anche delle stazioni
importanti per gli spostamenti lungo le piste che attraversano il deserto.
L'acqua è sempre utilizzata in modo molto razionale per ridurre al minimo gli sprechi. A
volte l'irrigazione avviene tramite i FOGGARA, canali sotterranei in gran parte
vecchi di secoli, che consentono di portare l'acqua lontano dalle sorgenti evitando
l'evaporazione.
La coltivazione nelle oasi fornisce una discreta varietà di prodotti: ortaggi, legumi,
cereali, mandorli, olivi, agrumi, fichi, melograni e soprattutto palme da dattero.
Quest'ultimo è l'elemento più caratteristico: si fanno capanne col suo legno, palizzate
antivento con le foglie, cordami con le fibre e il suo frutto è un importante nutrimento.
Spesso i contadini devono fare i conti con la sabbia che, spinta dal vento, minaccia le
aree coltivate e li costringe ad un continuo lavoro di rimozione e contenimento.
Le temperature medie annue sono solitamente molto elevate: l'assenza di umidità nell'aria
favorisce la penetrazione dei raggi solari e ciò fa sì che durante il giorno si possano
superare i 50 gradi all'ombra. L'aridità dell'aria permette altresì al calore di
disperdersi rapidamente durante la notte per cui la temperatura si abbassa causando forti
escursioni termiche che possono superare i 40° C. Naturalmente l'altitudine e la
latitudine influiscono sulle variazioni climatiche: in generale il calore diminuisce con
il crescere di ognuno dei due fattori.
Le condizioni ambientali rendono scarsissima la vegetazione che è limitata allo sviluppo
di specie fortemente specializzate (xerofile) presenti soprattutto nelle alture
dove risultano attenuati gli estremi climatici. La fauna è costituita soprattutto da
rettili ed invertebrati.
La parola "deserto" deriva dal latino "deserere" (abbandonare).
Questo termine è particolarmente significativo nel caso del Sahara la cui aridità è un
fenomeno che risale ad alcune migliaia di anni fa. Ci sono molte testimonianze della
presenza di gruppi di cacciatori e allevatori che in seguito furono allontanati dalla
desertificazione. Le montagne, dove le condizioni climatiche sono meno difficili,
costituiscono l'ultimo rifugio di specie animali e vegetali relitte che un tempo, insieme
a molte altre, rendevano il Sahara brulicante di vita. Sul Tassili, un altopiano nel sud
dell'Algeria, si possono osservare gli ultimi esemplari di cipresso, ormai pochi e
probabilmente destinati a scomparire; fino agli inizi di questo secolo sembra accertata
addirittura la presenza di coccodrilli. Il Tassili è stato anche una delle aree più
densamente abitate dall'uomo prima della desertificazione: ne sono testimonianza migliaia
di pitture rupestri che offrono un quadro vivido della vita preistorica nel Sahara. La
riproduzione di scene di caccia al bufalo, all'elefante, alla giraffa, testimonia di come
la regione fosse un tempo. Nella fascia a sud del Sahara il processo di desertificazione
verso meridione è ancora oggi una realtà che interventi umani (allevamento intenso,
agricoltura itinerante, deforestazione) rendono più rapido.
La penisola arabica rappresenta la prosecuzione dello scudo sahariano oltre l'interruzione
dovuta alla "fossa tettonica" del mar Rosso. Morfologicamente può essere
descritta come un tavolato rialzato verso ovest, verso sud e lungo il golfo di Oman. Il 90
% della penisola è costituito da deserti con caratteristiche simili a quelle del Sahara:
nella zona centrale vi è il Neged, a nord il Nafud e a sud il Rub' al
khali.
Nello Yemen, nella parte sud-occidentale della penisola, i rilievi favoriscono la
condensazione dell'umidità proveniente dal mare portando la piovosità media annua dalle
poche decine di mm del Neged a 500-1000 mm; non a caso lo Yemen era chiamato dai romani
Arabia Felix.
A nord della penisola l'aridità è interrotta dal crescente fertile, un arco di
territorio compreso tra Israele, la Siria e l'Iraq.
Fra tutti gli itinerari possibili per visitare il deserto Nord-Africano e quelli mediorientali, l'attraversamento del Sahara è il più affascinante e ricco di emozioni. Le piste principali che attraversano il Sahara sono quattro, in direzione nord sud e sono: la Bidon V, la Pista della Mauritania, la Pista della Nubia e L'Asse Centrale, quest'ultima collega Algeri a Lagos (Nigeria) ed è l'itinerario più comune. Si tratta di un percorso che consente al turista partendo da Algeri, e attraverso le oasi, di arrivare sino a Djanet e Tamanrasset, per poi proseguire verso il Niger o verso il Mali.
In Niger, nella regione dell'Air,
grande quanto la Francia, sorge la città di Agades. L'Air è costituito da una serie di
massicci montuosi non molto elevati e divisi da profonde vallate attraversate da numerosi
uadi. La parte della regione che volge verso nord presenta delle vallate anche verdi, tali
da farle ritenere un miraggio ai viaggiatori che provengono dall'Algeria. Verso sud est i
massici montuosi precipitano verso il deserto del Tenerè. Qui la vita sembra
totalmente assente, solo qualche arbusto, in particolare da quando " l'albero di
Tenerè, " unico del deserto, è stato travolto da un camion. L'albero era una
presenza così preziosa, da meritarsi un posto nel museo di Niamey, dove ora si trova.
Agades, capoluogo della regione è stata fondata nel XV secolo da un amenokal( un
sultano tuareg). La città, porta del deserto, si trova al centro di due direttrici,
nord_sud ed ovest est e ciò ne ha fatto una tipica città mercato dove vengono ad
approvvigionarsi tutti i nomadi della regione. E' interamente costruita in banco (
argilla, sabbia e paglia)) rosso o ocra e si immerge pienamente nel territorio sino a
confondersi. Tra gli edifici più belli della città vi è la moschea, costruita nel XVI
sec, unica superstite di altri due edifici religiosi andati distrutti. Dalla moschea si
erge il minareto, alto 30 MT, a forma di piramide ed irto di travi. All'interno una scala
in terra battuta conduce sino alla sommità da dove si gode una splendida vista di tutta
la città e delle montagne dell'Air. Interessanti sono anche l'edificio del sultano e la
piazza del mercato, il luogo più animato della città e dove è possibile trovare bei
gioielli cesellati con antica arte dagli orafi di Agades.
Fra tutte le città del deserto, quella che più è rivestita di mistero è Timbuctù
nel Mali. Questo alone di mistero è dovuto al fatto che molto tempo fa la città fu
vietata agli occidentali. Timbuctù è situata vicino al fiume Niger e lungo la pista che
un tempo portava le carovane sino a Sijilmassa e Fez in Marocco. Sede un tempo di una
antica università che rivaleggiava con quelle del Cairo e Cordova, è considerata città
santa per l'islam; 333 santi vi sono vissuti e le loro tombe a tumolo circondano la
città. Le dune del deserto che si affacciano sino al limite della città, i vicoli
silenziosi, le antiche moschee danno ancora oggi alla città un fascino inconfondibile. La
più antica ed anche la più grande delle moschee è stata costruita nel 1325 da un
imperatore del Mali, tornato da un pellegrinaggio alla Mecca. L'interno della moschea è
diviso in dieci navate. La moschea di Sankorè, costruita nel XV secolo, e
più volte modificata, fu sede della celebre università di Timbuctù.
" I Tuareg continuano a sognare
una cultura desertica di tipo
arcaico come se il mondo fosse
ancora quello di Ibn- Batuta"
( A Moravia )
I Tuareg sono le popolazioni del Sahara
più conosciute in Occidente. Comunemente vengono definiti "uomini blu",
per via del colore del telo con cui gli uomini si avvolgono la testa ed il viso, che
lascia solo una stretta fessura per gli occhi. Tale acconciatura serve loro per ripararsi
dal vento e dalla sabbia del deserto e rivela il carattere nomade della organizzazione
sociale. Ancora oggi essi evocano un'immagine misteriosa ed affascinante e su di loro si
tramandano numerose leggende che mettono in risalto il coraggio e la bellicosità insieme
alla particolare fierezza del loro carattere, così come la loro naturale passione per la
poesia e la musica. In parte questa immagine è dovuta all'esotismo occidentale, ma è
vero che si tratta di popolazioni particolarmente gelose della propria autonomia. Furono
molto riluttanti nel convertirsi all'Islam e, proprio per questo, gli Arabi li definirono
" toureg" che vuol dire abbandonati, nel senso di infedeli.
Anche la loro origine, come quella di tutti i berberi, è incerta, comunque essi
appartengono ad un gruppo etnico piuttosto omogeneo che presenta caratteri somatici ben
definiti ( corporatura snello-robusta, capelli nero ondulati, viso allungato senza zigomi
sporgenti). Al sud, i Tuareg hanno tratti somatici differenti e pelle più scura, poichè
si sono incrociati con popolazioni negre con le quali hanno creato rapporti molto saldi.
La società dei Tuareg è nettamente divisa in tre classi: i nobili, tra i quali viene
eletto il sovrano "amenokal", ancora oggi riconosciuto dalle varie
autorità governative, i vassalli e i servi. Questo tipo di suddivisione si è cominciata
a modificare da quando si sono formati i vari stati nazionali.
I Tuareg, pur essendo islamici, sono strettamente monogamici ed affidano alla donna un
ruolo importante. Le donne tuareg non portano il velo e viene affidato loro il compito di
insegnare a leggere ed a scrivere. Il tuareg, tra le lingue berbere, è l'unico ad avere
una propria scrittura, la cui discendenza è ancora oggi matrilineare. Ma la cosa più
sorprendente è che ogni anno nella casa comune delle donne, l'ahal, una donna
colta indice una riunione letteraria in cui si discute per una settimana di poesia, di
filosofia e di musica; per partecipare a questa riunione non è raro che nobili tuareg
attraversino centinaia di chilometri di deserto. I Tuareg sono 400. 000 organizzati in
confederazioni e sono stanziati nel sud dell'Algeria, nel Niger e nel Mali.
Oggi solo 50. 000 vivono nei limiti climatici del Sahara.