UN ITINERARIO A PALERMO
Situato
nel quartiere portuale della Kalsa (dall'arabo: 'al Halisah' = l'eletta), in via Alloro,
il Palazzo Abatellis ospita la Galleria Regionale della Sicilia. L'edificio, progettato da
Matteo Carnelivari e restaurato negli anni Cinquanta, risale alla fine del Quattrocento e
presenta evidenti influenze del gusto gotico catalano come le trifore dalle esili
colonnine.
La Galleria è suddivisa su due piani e comprende una sezione d'arte medioevale e una
pinacoteca. Tra le opere di maggior rilievo si annoverano il Trionfo della Morte, un
affresco quattrocentesco asportato da Palazzo Sclafani, il busto di Eleonora di Aragona,
scolpito da Francesco Laureana, e la celebre Annunziata di Antonello da Messina.
Percorrendo un tratto di via Alloro, passando davanti all'antichissima chiesa di S. Maria
degli Angeli (La Gancia), e girando a destra per via Quattro Aprile, si arriva a piazza
Marina. La piazza, sulla quale si affaccia il trecentesco Palazzo Chiaromonte (o Steri),
è occupata dai giardini di Villa Garibaldi nei quali primeggia un impressionante
esemplare di ficus.
Raggiunto il poco distante corso Vittorio Emanuele, in corrispondenza della
quattrocentesca chiesa di S. Maria della Catena, lo si può percorrere verso sinistra fino
a raggiungere uno dei punti chiave della struttura urbanistica della città: l'incrocio
fra il Cassaro (corso Vittorio Emanuele) e via Maqueda. Piazza Vigliena, meglio nota come
i Quattro Canti, è il nome che prende lo slargo che si forma in corrispondenza
dell'incrocio: anche se oggi non rappresenta più il centro della città, resta comunque
un punto di riferimento importante. Da qui, tra l'altro, si aprono lunghe viste
panoramiche sulle quattro strade perfettamente lineari. La piccola piazza ha un aspetto
particolare creato dallo smussamento dello spigolo dei quattro eleganti edifici d'angolo,
eretti nel periodo barocco, contemporaneamente all'apertura di via Maqueda.
Percorrendo un tratto di via Maqueda verso sud, passando accanto alla fontana Pretoria e
alla secentesca S. Giuseppe dei Teatini, si raggiunge piazza Bellini, sulla quale si
affacciano le chiese della Martorana e di S. Cataldo, ambedue risalenti al periodo
normanno.
La Chiesa di Santa Maria dell'Ammiraglio, (fu fondata nel 1143 da Giorgio di Antiochia,
ammiraglio della flotta di Ruggero II), più conosciuta come la Martorana, è considerata
una delle più belle di Palermo. Anch'essa, nel suo aspetto attuale, riporta volumi e
decorazioni frutto di lavori successivi (come la facciata barocca aggiunta su un lato),
tanto che all'esterno non sono quasi più riconoscibili le linee originali: la piccola
cupola arabeggiante, il campanile, un tempo concluso anch' esso da una cupola, e il corpo
squadrato restano a testimoniare l'origine normanna. Nell'interno, le pareti antiche
riportano un notevole ciclo di mosaici in stile bizantino, con le figure risaltanti sullo
sfondo dorato: tra le più belle un grande Pantocratore.
Ha invece meglio conservato le proprie forme originali la Chiesa di S. Cataldo: nuda e
solida, decorata con semplici arcate cieche, anch'essa provvista delle cupolette di tipo
orientale.
Tornando indietro e riprendendo corso Vittorio Emanuele, si raggiunge la Cattedrale.
L'edificio, nel suo aspetto attuale, rappresenta un po' una sorta di riassunto delle
vicende artistiche siciliane. Fu fondata nel 1184 riportando al culto cristiano un'antica
basilica che gli arabi avevano trasformata in moschea. Al XII secolo risalgono la base del
Campanile (separato dal corpo principale, ma curiosamente collegato da due arcate che
scavalcano via M. Bonello), la parte absidale chiusa fra due torrette, alcuni mosaici e
parte del prospetto destro della Cattedrale. Il resto dell'edificio deve il suo aspetto ad
aggiunte e modifiche successive, la più rilevante delle quali è certamente quella dovuta
a Fernando Fuga, che alla fine del Settecento mutò addirittura l'impianto basilicale
nell'attuale a croce latina, con l'aggiunta delle navate laterali e della cupola. Altra
modifica importante è quella effettuata nel Quattrocento, quando il prospetto destro fu
arricchito da un portico in stile gotico catalano, molto celebrato per la finezza delle
decorazioni.
L'interno ospita le famose tombe imperiali degli svevi e numerose opere d'arte fra cui una
Madonna dipinta da Francesco Laurana. In una cappella è custodita l'urna con le ceneri di
Santa Rosalia, patrona della città.
Ancora per corso Vittorio Emanuele e attraversando i giardini di Villa Bonanno si arriva
al Palazzo dei Normanni. L'edificio, che attualmente ospita il governo della regione
Sicilia, si presenta compatto e piuttosto semplice, come si conviene all'austero stile
normanno. Esso rappresenta ciò che resta dell'enorme sede reale che i Normanni fecero
erigere nel XII secolo, ampliando una precedente fortezza araba. In realtà, è la sola
Cappella Palatina, situata nel primo piano, a poter essere considerata un lascito
originale di quel periodo poiché il resto del palazzo è stato in gran parte
rimaneggiato. La Cappella è il più bell'esempio di unione di quegli stili che,
convivendo, rendono identificabile l'arte normanna palermitana: le colonne classiche, il
soffitto intagliato e dipinto con gusto arabo, i dipinti sul soffitto della navata
centrale (considerati un capolavoro di arte islamica ) , i mosaici bizantini che rivestono
cupola, sottarchi e pareti, gli arredi e i decori marmorei. Il risultato è straordinario
per bellezza, armonia e suggestione. Dal punto di vista architettonico, si riconoscono due
corpi fra loro incastrati a formare un ambiente unitario: uno spazio costituito da tre
navate separate da archi acuti in stile arabo sorretti da antiche colonne classiche, e un
santuario con tre absidi, il presbiterio e la cupola.
Nel Palazzo sono visitabili gli Appartamenti Reali nei quali sono di particolare rilievo
la Sala di Ercole, affrescata da Giuseppe Velasquez, e la Sala di Re Ruggero, decorata con
mosaici.
Per via dei Benedettini, si raggiunge un'altra chiesa dalle caratteristiche cupolette
rosse, S. Giovanni degli Eremiti. L'edificio, eretto nel 1132 inglobando una vecchia
moschea, appare severo e spoglio ma non privo di fascino. E' accompagnato da un
curatissimo giardino di piante esotiche e da un incantevole chiostrino duecentesco a
colonnine gemine, che insieme creano uno degli ambienti più suggestivi e raccolti di
Palermo.